UNA SOLA PASSIONE
CHIESA E MISSIONE


Giugno 1859: nell'arco di un mese, cinque croci sono piantate sulla spiaggia di Freetown, in Sierra Leone. Esse ricordano il sacrificio di un vescovo, Mons. de Brésillac, tre preti ed un fratello, decimati dalla febbre gialla, poco dopo l'arrivo in terra africana. Sembrava così terminato il sogno di un'associazione di missionari voluta per andare verso i popoli più abbandonati dell'Africa.
Ma il Vangelo ha altre logiche e là dove gli uomini non vedono che la fine, la fede apre orizzonti nuovi: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, se invece muore, produce molto frutto” (Gv. 12,24).
Il carisma missionario di Mons. de Brésillac ha ripreso vita in una schiera di missionari che, con la forza dello Spirito, sono stati strumenti dell'incontro di Cristo con i popoli dell'Africa.
La Società delle Missioni Africane (SMA) era nata da appena due anni e mezzo in Francia, a Lione, ideata da un vescovo con una grande passione missionaria nel cuore.
P. Bruno Semplicio, Postulatore della Causa di canonizzazione di Mons. de Brésillac, ci aiuta in queste pagine a scoprirne la figura, quasi sconosciuta al grande pubblico, e l'itinerario spirituale e missionario.
E' la prima biografia in italiano del Fondatore della SMA. Anche se leggera nella presentazione e nell'apparato critico, è una biografia ben documentata ed ha il pregio di metterci spesso in contatto diretto col Fondatore, che l'autore lascia parlare a lungo.
Emergono così chiaramente alcuni elementi della personalità di Mons. de Brésillac:

la ricerca costante, e a volte puntigliosa, della volontà di Dio in ogni cosa,
la fedeltà appassionata alla Chiesa,
il desiderio di servire i più poveri ed abbandonati,
la convinzione che la Chiesa è veramente radicata in un luogo solo quando ha un clero locale ben formato e numeroso,
la passione di radicare il Vangelo nella cultura del luogo.
La lettura sarà certamente utile a noi missionari per rimetterci in contatto con le nostre radici. Nel carisma del Fondatore Dio ha fatto un dono alla sua Chiesa e, a centocinquant'anni di distanza, noi ne possiamo più chiaramente considerare l'ampiezza. La fedeltà allo spirito e all'intuizione originaria del Fondatore ci consentirà di rispondere meglio alle sfide e alle nuove povertà del mondo d'oggi. Dedichiamo questo scritto a tutti gli amici e benefattori che con la loro generosità, preghiera e collaborazione, rendono possibile il nostro lavoro missionario.
Quanti sono interessati alla missione si rallegreranno, scoprendo la modernità delle intuizioni e l'attualità del messaggio di Mons. de Brésillac.
Voglio sperare che l'onestà e la serietà con cui egli ha condotto il suo discernimento, vocazionale prima e pastorale poi, siano di stimolo e di aiuto anche al mondo giovanile e, particolarmente, a chi si interroga sul senso da dare alla propria vita e sul servizio da offrire al mondo.
Nella Redemptoris Missio Giovanni Paolo II ci ricorda: "La missione di Cristo Redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento. Al termine del secondo millennio dalla sua venuta, uno sguardo d'insieme all'umanità dimostra che tale missione è ancora agli inizi e che dobbiamo impegnarci con tutte le forze al suo servizio"(RM 1).
“Oggi a tutti i cristiani, alle chiese particolari e alla chiesa universale sono richiesti lo stesso coraggio che mosse i missionari del passato e la stessa disponibilità ad ascoltare la voce dello Spirito”
(RM 30).
Imitare i santi non è copiarli - i tempi infatti sono diversi e i doni di Dio per ciascuno sono troppo originali - ma è lasciarsi accompagnare da loro sugli stessi cammini di fedeltà e di dedizione, e rispondere con la stessa creatività alle sfide del tempo presente.

Angelo Besenzoni
Provinciale