Lella Idrissou fugge dal Gabon

Lella Idrisson è una giovane di Kolowaré, abita nella stessa casa di Aledju, il mio insegnante di Kotokoli. Abita con la nonna e una zia materna. Non ha mai avuto documenti personali. Aledju le ha fatto fare un un atto di nascita fittizio partendo da due testimoni.
E' nata verso il 1989/1990. Non ha conosciuto suo padre, partito e morto in Nigeria. La madre è deceduta nel giugno 2003. Anche lei partita in Nigeria e tornata con una “malattia”. Deceduta al seguito di questa malattia qui a Kolowaré, nel giorno delle elezioni. Lella è stata in condotta in Gabon. Ritornata lo scorso anno. Ha trascorso in Gabon 4 anni. Ora segue dei corsi di cucito.

La tratta delle ragazze: Kolowaré - Gabon

E' stata sua madre che l'ha data ad una donna di Kolowaré che faceva questo traffico. All'epoca aveva forse 11 o 12 anni. Sono partite in 7, una era più piccola di lei. Sono scese a Cotonou passando da Kamboli. Nessun problema per entrare in Nigeria. Sono arrivate in un villaggio e hanno atteso un battello e iniziato il viaggio verso il Gabon. Hanno trascorso due settimane sul fiume. Ogni tanto si fermavano. Come cibo davano loro del gari. Prima di partire la donna cui erano affidate, aveva preparato una salsa di pomodoro e peperoncino. Mangiavano il gari con questa salsa. Avevano dei grossi bidoni per l'acqua. Quando terminava si fermavano per il rifornimento. Durante il viaggio hanno avuto dei problemi con i doganieri: il responsabile del battello li risolveva. Durante il viaggio alcune ragazze son state male: nausea e vomito.

Viaggio e sbarco notturno

Dopo 15 giorni sono arrivate vicine al Gabon. Arrivano verso mezzanotte. Un battello locale prende le ragazze più grandi e le conduce in Gabon. In questo battello c'erano parecchie altre ragazze. Hanno preso solo le grandi, le piccole sono rimaste nel battello nascosto nel fiume. Da mezzanotte fino alle 16 del giorno dopo, poi hanno raggiunto le grandi.
Erano tutte riunite in una casa. La loro padrona ha inviato un autista a prenderle. Se avessero avuto dei problemi per strada dovevano dire che erano venute per un matrimonio.
Arrivate a casa la donna ha preparato da mangiare: hanno mangiato e sono andate a letto. Il giorno dopo si sono riposate. Al terzo giorno ogni ragazza è stata condotta al suo posto di lavoro.
Lei è andata da una senegalese. Il suo lavoro consisteva nel vendere riso con carne e altro cibo ai bordi della strada. Le ragazze non erano vicine, ma distanti le une dalle altre. Lei abitava con la donna senegalese. Oltre a vendere da mangaire faceva anche i lavori domestici. Era trattata bene. Non aveva amiche. La sola amica era la figlia della donna senegalese, che aveva qualche anno più di lei. Uscivano insieme, ma non andava mai né al cinema nè a ballare con lei.

Lavoro con salario versato ad altri

Si è ammalata diverse volte: la senegalese la curava. Come denaro non riceveva nulla. La sua padrona veniva una volta al mese a ritirare il suo salario che teneva. Una sola volta le ha dato delle ciabatte e un abito in occasione di una festa. Era la donna senegalese che la vestiva.
La loro padrona, con i soldi che guadagnava - 50.000 franchi al mese per ogni ragazza - ha installato un commercio di tessuti. Alle ragazze non dava nulla.
Nella famiglia erano numerosi. Oltre alla figlia, la signora senegalese aveva in casa anche un figlio di suo sorella, più anziano di lei. La signora abitava una casa non sua. Con loro c'era anche il proprietario della casa che aveva tre ragazze. Si trovavano nella casa, ma non uscivano mai insieme. Usciva solo con la figlia della senegalese.
Un giorno la casa brucia e la donna senegalese è ustionata. La sua padrona di Kolowaré la prende e le fa cambiare casa. La porta da una maliana dove rimane un mese. Una volta la donna senegalese guarita, torna da lei. Dalla maliana vendeva succhi di frutta, ma non era trattata bene, doveva coricarsi tardi ed era spesso picchiata, anche se mangiava correttamente. Anche qui non ha ricevuto un soldo.

Un'occasione di fuga

Durante tutto il tempo rimane dalla senegalese. Ma non era contenta di rimanere laggiù. Un anno la sua padrona di Kolowaré è tornata in Togo ed è stata affidata ad un'altra. Era quest'ultima che veniva a ricuperare il suo salario che poi inviava a Kolowaré.
Un giorno uscendo con la figlia della senegalese, trova in città la ragazza di Kolowaré con cui ha fatto il viaggio in Gabon. Era fuggita dalla sua padrona e aveva cercato lavoro per suo conto. La porta a casa sua. Quel giorno era uscita sola. Era un lunedì. Una settimana più tardi, senza nulla dire alla donna senegalese, scappa e va a casa della sua amica. La sua amica vendeva della frutta. L'amica l'invita tornare dalla donna senegalese. Sarebbe poi venuta lei a parlare alla donna e poi l'avrebbe presa. Ma lei rifuta di tornare.
Il giorno dopo la ragazza affitta un taxi e, insieme a lei, va dalla donna senegalese. Lei rimane nel taxi, la sua amica va nella casa della donna per spiegarle che Lella non vuol più tornare da lei. Dalla senegalese incontra la padrona di Lella, la seconda. Ne nasce un alterco. L'autista sale in casa e avverte che Lella è nella vettura. Mama, la ragazza du Kolowaré, esce fuori di corsa e mostra a Lella una mano morsicata. Le dice: “Scappa in fretta, altrimenti rischi di essere portata via”!
Scappa allora dalla macchina e corre, corre, fino ad arrivare nella casa dell'amica. Ma questa non poteva tenerla con lei perché viveva con un amico. Era lui che le aveva trovato la casa.

Accolta dai gendarmi

Il giorno dopo Mama va alla gendarmeria per raccontare come sono state trattate dal loro arrivo in Gabon. I gendarmi vanno allora dalla senegalese per un'inchiesta e poi dalla “padrona” della ragazza che si chiamava “Aboni”. Aveva anche lei aveva la sua attività: vendeva pane e frutta. Lella è allora condotta in un centro di reinserzione dove resta 6 mesi: una specie di scuola. C'erano delle donne che si occupavano delle ragazze. Dopo sei mesi la gendarmeria obbliga Aboni a pagare il viaggio di ritorno in Togo a Lella. E' condotta all'aereo dalla gendarmeria. Partono in due.

Ritorno in togo

Le danno una busta con qualche soldo. Arrivate a Lomé sono state accolte da un funzionario del ministero e condotte nel suo ufficio.
La sua compagna era di Lomé e, dopo un interrogatorio, è stata condotta in famiglia. Lei è affidata a due altri funzionari ai quali ha consegnato la busta. Nella busta c'erano 10.000 franchi. Le danno 4000 franchi, mangia con loro, poi la portano alla stazione degli autobus, le pagano il viaggio ed è inviata a Sokodé, aux Affaires Sociales. Le danno 500 franchi per comprare qualcosa per strada. Arriva tardi a Sokodé, et aux Affaires Sociales non c'è più nessuno. Rmane la notte con il guardiano.
Il giorno dopo il Direttore - al corrente del suo arrivo - la incontra e le chiede se è lei che è tornata dal Gabon. Non le danno nulla da mangaire. Alle 10 è presa è portata a Kolowaré. E' condotta dal capo villaggio, si convocano coloro che fanno la tratta in Nigeria. Chiamano anche Aledju. Cercano la mamma che si trovava ad Alibi e la fanno venire nella corte del capo villaggio. Con sua grande sorpresa vede la figlia nel cortile del capo. L'agente dice:
“Sono stato incaricato dal governo di riportare Lella in famiglia, ve l'affido, come il governo l'ha affidata a me: la consegno al capo villaggio, a coloro che fanno la tratta dei ragazzi, alla sua famiglia. Fate attenzione! Abbiate cura di lei e di tutti gli altri ragazzi.”