Giovani vite che se ne vanno

Ieri sera, 19 luglio, alle 19 sento suonare l'agonia. Vado sotto la veranda ad attendere Pascal, il sagrestano. Dopo un po' sbuca nella notte e mi annuncia: è morto Jean Pierre Bakayelou.
Così oggi, dopo la messa parrocchiale, ci siamo di nuovo raccolti tutti in chiesa per accoglierlo per l'ultima volta. Membro della corale Léon IX il giovane Jean Pierre Bakayelou di 15 anni, battezzato l'11 maggio.

Serpenti e guaritori

Domenica scorsa era in chiesa a cantare nella corale. Dopo messa va nei campi ed è morsicato da un serpente. Lo portano da un guaritore. Ma non riesce a fare nulla. Il mercoledì arrivano al dispensario. Il ragazzo non si muoveva e non parlava più. Era alla fine. Deposto su di una carrozzella, volto e corpo terreo.
Suor Amélie e gli in fermieri lo visitano. Aveva perso tanto sangue e non era possibile fargli il vaccino antiveleno senza una trasfusione. E' portato all'ospedale di Sokodé. Non c'è stato più nulla da fare.
Oggi Jean Perre era di nuovo qui in chiesa, con noi. Nella bara. La sua corale è andata a cercalo nella sua casa e portato per l'ultima volta in chiesa. Gli altri hanno cantato e pregato per lui. All'omelia non riuscivo a parlare. Ma ho detto con forza e passione che queste cose non devono più succedere a Kolowaré, che siamo qui per aiutarci gli uni gli altri, che non si può lasciar morire un ragazzo in questo modo. Si portano gli ammalati dai guaritori pensando di spendere meno, e poi alla fine si spende molto di più. Nessuna cura è gratuita, in nessun posto. Ma il nostro dispensario non ha mai mandato in prigione nessuno perché non ha pagato le medicine.

Il grido di addio

Alcuni giorni fa mi vengono a chiamare. Deceduto il figlio di 4 anni di Ida e Emmanuel che abitano non lontano sulla collina vicino alla nuova scuola media. Sono stato a trovarli, poi loro sono venuti alla missione. Abbiamo pregato iniseme. La comunità si è stretta attorno a loro. E' il secondo bambino che perdono, quasi nelle identiche condizioni.
Il bambino lancia un grido, apre le braccia, e muore. Hanno tre figli grandicelli, e uno di pochi mesi.

Apertura del gruppo C

L'anno scolastico è terminato. Buona la riuscita in ginnasio: 42 su 48 ammessi. Meno buona all'esame dell'ultimo anno nelle elementari: 42 su 73.
La nuova scuola, il gruppo C, è pronta per il nuovo anno scolastico. Terminati banchi, tavoli, sedie e armadi. Anche le toilettes sono agibili.
I muratori stanno termiando quelle per le medie ginnasio. E se riuscissimo a mandare tutti a scuola? Quest'anno avevamo 628 bambini alle elementari. Ma quanti non vanno: 100...200...Nel nuovo anno scolastico in prima media saranno una quarantina.

Acqua e vita

In queste settimane abbiamo riattivato l'acquedotto del dispensario di Sabaringadè e Nigbaudé, due villaggi a pochi km da Kolowaré, e scavato un pozzo tradizionale in un quartiere poco lontano dalla missione.
Un mattino, alle 6:30, una trentina di persone arriva alla missione a ringraziare. Evidentemente con un pollo. Erano quelli del quartiere. Il quartiere dei narratori. Qaulche giorno dopo sono i due capi villaggio che arrivano. Sempre alle 6:30. Accompagnati in moto dall'infermiere Eloi. Anche loro per dire grazie di aver riattivato pozzo e acquedotto. E non mancava il pollo.

Il mazzolino di fiori

A Kolowaré abbiamo accolto suor Amélie, venuta dal Burkina. Una giovane infermiera della Costa d'Avorio, figlia spirituale di padre Francesco Arnolfo. Simpatica, cordiale, disponibile, volto aperto e sorridente. Sostituisce al dispensario suor Etta in Italia per il Capitolo Provinciale. Ho già avuto modo di ricevere le sue cure per una malaria subdola e improvvisa.
Al pomeriggio dà una mano a suor Fidèle per le attività estive nel loro oratorio: calcetti nelle sale, gioco del pallone nel cortile. Fra poco inizieranno i corsi estivi. La missione è diventata una succursale dell'oratorio. Da quando è arrivata Silvana - una volontaria del Novara Center - la missione è invasa di bambini.
Ha distribuito palloni alle 4 squadre di giovani del villaggio, e ai dodici gruppi di bambini. Così tutti possono giocare. Ma ci sono quelli che non giocano, e poi i piccoli. E qualche volta si divertano a suonare il campanello durante la siesta. E mi arrabbio! Un paio di giorni fa a mezzogiorno, sento gridare: Ciao Silvana. Urlo: Vai, vai vedere tu perché se vado io li mando via in malo modo. Con il suo sorriso e mansuetudine va. Dopo poco ritorna. Cosa voleva ancora grido io, a quest'ora, non si può neanche mangiare in pace! Nulla, dice, era un bambino tutto timido con in mano un mazzolino di fiori! Un regalo per me!
Li abbiamo posti nella cappellina. Per la mia conversione.

Domenica 20 luglio 08