La lebbra esiste ancora

Si presenta una signora al dispensario. Viene da Sokodé. Da otto mesi in cura all'ospedale. Una dermatosi strana, che non guariva con tutte le cure e le visite specialistiche. Le hanno fatto comprare pomate, antibiotici, niente!

Una dermatosi che non era una dermatosi

La suora la guarda, la visita, poi chiama gli infermieri: "Secondo me è lebbra, e di quella cattiva e infettiva, cosa ne dite?"
Insieme analizzano il caso: lebbra! Ecco perché non guariva con le cure per la dermatosi. "Non si preoccupi, dice la suora, guarirà bene, ma deve fare la cura che le diamo". Avverte il direttore regionale. Viene e conferma la diagnosi. Suor Etta è da una vita che si occupa di lebbra - ha vissuto 12 anni al lebbrosario di Adzopé, in Costa d'Avorio - e individua subito la malattia e la tipologia.

Due tipi di lebbra

Esistono due forme di lebbra: quella detta tubercoloide che attacca principalmente i nervi infiammandoli, provocando nevriti dolorose e conseguenze fisiche handicappanti per le persone colpite.
La signora ha la lebbra chiamata lepromatosa che invade completamente l'organismo e provoca reazioni lebbrose, ma non conseguenze fisiche. E' un tipo di lebbra contagiosa. Anche nel 2007 si trova ancora qualche caso.

La donna aveva già perso sei bambini

Venerdì 14 settembre. Alle 14 :30, mentre sono sotto la paillotte, vedo due che passano, davanti alla chiesa, con la nostra bara. Dico "nostra" perché è la bara comune che teniamo nella cameretta mortuaria vicina alla chiesa. Serve per tutti i funerali. Vi deponiamo la salma per andare al cimitero. Il cadavere viene tolto e inumato avvolto in un drappo mortuario bianco. La bara riportata nella camera mortuaria.
Poco dopo il catechista Sylvain mi dice che è deceduta una donna di parto a Sokodé. Sta vedendo se è cristiana. Mi avvertirà. Alle 17 :30 passa suor Etta e spiega il caso. La donna aveva già perso sei bambini. Doveva partorire in luglio, ma il bambino non era ancora nato. La suora convoca il marito e la manda all'ospedale di Sokodé. Vanno invece da una vecchia "guaritrice" di Kadambara esperta soprattuto in aborti, anche all'ottavo mese. Ci rimane una settimana. Finalmente la portano all'ospedale. Il marito viene dalla suora a cercare 60.000 fr. per l'operazione. Muore sotto i ferri. Vivo il bambino. Sylvain non è venuto. Hanno fatto il funerale senza di me.

Un Dio che non maledice nessuno

Oggi, domenica 16 settembre, all'omelia ho evocato i ragazzi che scappano da casa per andare in Nigeria. E' una grossa piaga quella dei ragazzi e ragazze che scappano in Nigeria. Ho chiesto ai genitori: perché i vostri figli scappano, c'è qualcuno che si occupa di loro, come sono trattati in casa? A mezzogiorno un ragazzo diceva alla suora: Dio maledirà mio padre, siamo in cinque a dormire in una camera, e lui ha quattro mogli, di notte va con le sue mogli, e la sua camera è vuota, potrebbe lasciarla a noi, invece no! Se non ci fosse la mamma che si occupa di noi per darci da mangiare e mandarci a scuola, ci lascerebbe morire, Dio non può che maledire mio padre.
Ecco qualche tratto della nostra vita. Cerchiamo di dare un senso a tutto questo dolore ricordando che Dio non maledice nessuno, ma può cambiare il cuore di tutti. E quando questo avviene, danza.