Tutta colpa della gallina

Il 13 geannaio sono a Welou, un villaggio a pochi km da Kolowaré, con il catechista Mathieu et il maestro Joseph. C'è una piccola comunità kabiè dinamica.

L'abitazione del vecchio Kpacha

Dopo messa passiamo a salutare il vecchio Kpacha, investito da un auto. Non è cristiano, ma ha offerto il terreno davanti a casa sua per la costruzione della cappella. Ha quattro figlie, di cui due cristiane e tre figli. Con lui c'è il maggiore. Gli altri sono in Nigeria. Ci fermiamo nel cortile a salutare tre donne. Due hanno accanto dei bambini. Una terza un bimbo in braccio che allatta. Cerco di fare qualche foto. I bambini scappano urlando. Mentre un grosso albero di avocado carico di frutti è lì e si lascia fotografare. Attorno tre abitazioni rettangolari in terra rossa. Al centro alcuni focolari con pentole. In un lato una tettoia. Una delle donne ci accompagna. Entriamo nella casetta che ci sta di fronte.

Il colore del cuore

Il vecchio, dolorante, è disteso su una stuoia. Non parla francese. I Kotokoli hanno un repertorio di benedizioni. Gliene ne offro alcune : Isoo fa nya doni, Isoo isina, Isoo fa nya fèèzè: che Dio ti doni forza, ti accompagni e ti accordi la pace. Capisce, sorride, ringrazia, e dice : « Se ho il cuore bianco che Dio mi prenda con il mio cuore bianco, se è nero che mi prenda con il mio cuore nero ». Poco lontano, sotto l'unica finestrella, una gallina attaccata, con la sua zampa, ad un picchetto. Forse la sua medicina. o attesa di un brodo ? Con il catechista e i familiari preghiamo chiedendo forza e guarigione per l'ammalato e perché. che il suo cuore diventi completamente bianco.

La due gambe rotte

Il 20 gennaio, dopo messa, andiamo ancora a visitare il vecchio ammalato. Non mi ero accorto : ha la gamba rotta e stanno curandolo con metodi tradizionali. La gamba è fasciata con asticelle di legno. C'è sempre la solita gallina nella sua camera accanto ad alcuni fasci di legna. Mi spiegano. Lo hanno portato dal guaritore che ha indicato il rituale : spezzare la zampa ad una gallina, e avvolgere di asticelle la frattura dell'ammalato. Quando la zampa della gallina sarà saldata, anche lui guarirà. Chiedo di fare una foto, ma non risponde. Capisco che non lo desidera. Non insisto.

Puoi fare la foto

Il 13 aprile passiamo a salutare di nuovo il vecchio ammalato. Mi aveva mandato a chiamare. Accettava di fare la foto. Forse per ringraziarmi perché non avevo mai cercato di « convertirlo ». Ma stavolta non ho la macchina fotografica. Sono le 11. Il sole picchia sulle lamiere. All'interno sembra di essere in un forno. Nella cameretta le galline sono due. Prima ne avevo visto solo una. La seconda, accovacciata, forse sta covando. Scopre la gamba, sempre ricoperta di assicelle. Mi pare stia marcendo. Avrebbero dovuto amputarla, ma lui non ha voluto. Certamente soffre molto. Preghiamo un momento insieme. Alcuni giorni fa gli avevo fatto avere qualche soldo.

Il vecchio Kpatcha se ne è andato

Verso le 18 del 20 aprile vedo arrivare Bienvenue, il catechista di Welu. Mi annuncia la morte del vecchio. Gli dò qualcosa per partecipare ai funerali. Il giorno dopo passo per le condoglianze. Ci sono ancora familiari e amici nel grande cortile adiacente all'abitazione. Ringraziano della partecipazione. Sepolto nel cortile, accanto alla casa. Il vecchio è passato nel mondo degli antenati. La prossimità assicura la sua presenza benefica e protettrice sulla famiglia. Chiedo di fare un foto alla tomba. Mi dicono di attendere, vogliono sistemarla meglio.

E la gallina?

E la gallina? Il « féticheur » è venuto a ricuperare la gallina che non è stata in grado di guarire l'ammalato. Se il paziente fosse guarito gliela avrebbero cucinata per festeggiare la guarigione. Versione di Bienvenue, il catechista kabyie. « No, no, la gallina è sotterrata con l'ammalato, poiché non è stata capace di assolvere il suo compito », dice Jacob un altro kabyie.