Macchine da cucire e tronchi sull'Adima

11 Agosto

Oggi Santa Chiara. Alla messa ricordo in modo particolare Chiara Raffelini e mia zia Chiara che mi è sempre stata vicina e accompagnato in tutte le fasi della mia vita. Non potrò mai dimenticare tutte le messe che ha fatto celebrare per i suoi defunti. Ha trascorso tutta la vita accanto a zio don Oreste, poi, dopo la sua morte, si è ritirata con la sorella Clementina a Casale Corte Cerro. Ora riposano insieme nel cimitero del paese. A messa c'è padre Martino e le due ragazze insieme alle suore. Martino si stupisce della gente che c'è in chiesa: una trentina di persone. A volte ce ne sono anche di più. Adesso è il momento dei lavori campestri e la gente parte presto ai campi.
Dopo colazione Stefania ed Eugenia vanno al dispensario con le suore, Martino dà ancora un'occhiata al bagno esterno delle suore, cerca di sistemarlo, io vado alla missione.
Verso le 7,30 arriva Germain con Patrick per controllare il neon che non funziona in chiesa. Ritornano poco dopo. E' solo un fusibile guasto, afferma. Germain vedrà càn le suore, altrimenti ne comperariamo alcuni. Martino viene a lavorare alla missione. Prima dà un'occhiata al programma per la lingua, ma non riesce ad installare la keyboard giusta.

Martino sistema la missione

Mette invece a posto l'uggello del fornello a gas che non funzionava. Ora funzionano i due. Mette poi una presa nel magazzino da cui far partire l'elettricità in tutta la casa dal gruppo elettrogeno.
Un lavoro un po' laborioso, ma lo compie senza problemi. Accendiamo il motore, innestiamo, e tutto funziona perfettamente. Toglie poi vecchi fili inutili e prese, controlla una installazione davanti alla porta. Scopriamo che un filo è per il campanello disattivato, ma che può funzionare, e l'altro per il neon esterno. N'avevo comprato uno. Lo faccio installare. Qualche problema per le connessioni, ma cambia un connettore e funziona perfettamente. Lo proteggerò poi con un antifurto già pronto. Martino lavora tutta la mattinata. Pranzo a base di ignami e salsa al sesamo. A tavola Etta mi dice che Jeanne, la matrona, è partita a Sokodé per apporre la sua firma e portare a casa il libretto del secondo pozzo.
Breve siesta. Prima delle 14 sono alla missione. Ci sono i figli del muratore che stanno....giocando col lavoro... poi Denise che raccoglie la legna tagliata al mattino dà Jean Marie al quale ho dato 1500 franchi per un regalino alla moglie che ha partorito ieri. Denise viene a chiamarmi. La birra sta bollendo. Vado a vedere le ragazze, ma sono ancora alla siesta.

Visite al villaggio

Arrivano alla missione verso le 15,30. Andiamo a fare un giro da Denise e figlia. Ci mostrano il pentolone in cui bolle la birra. Ci spiegano il procedimento per prepararla: si fa prima germinare il miglio, poi bollire, poi decantare. Il prodotto è poi schiumato, fatto fermentare e finalmente consumato a 50 franchi la ciotola. Le ragazze sono poi attese da Solange.
Vanno con lei a fare un giro al dispensario di Alibi. Con loro c'è anche Sylvie. Martino viene alla missione. In chiesa per vedere problema del neon con fusibile guasto. Lo ripara provvisamente e il neon funziona.
Poi in camera mia per applicare zanzariera al letto. Dopo alcuni tenatativi troviamo la zanzariera giusta e la mettiamo sui bastoni ai quattro angoli del letto. Tutto a posto. La zanzariera comprata da suor Rosita la tengo in riserva. Martino lavora più di un'ora. Jean Marie continua a sfrondare il grande albero di Nime che, probabilmente, verrà poi totalmente tagliato. Le radici provocano danni alle fondamenta della casa. Dopo le cinque arrivano Sylvain e Jean Marie junior: piantano fiori che avevo ancora in giro in sacchetti.
Verso le 18 vado dalle suore. Va via la luce durante i vespri, ma poi ritorna prima di cena. Rimango con loro fino alle 20,30. Accenno a Martino del ferro da stiro a vapore per le suore. Ci farà sapere il suo programma per le ragazze: se passa lui a prenderle o se dobbiamo portarle noi alla frontiera del Benin.

12 agosto

Messa con Martino, le due ragazze, le suore, e una trentina di fedeli. Dopo colazione Martino parte per Calavi. Le ragazze vanno al dispensario con le suore.
Tutta mattina c'è Denise, la figlia e Jean Marie senior che tagliano i rami in giardino. Jean Marie ha sfrondato il grande nime nel giardino lato chiesa. Forse bisognerebbe tagliare tutto l'albero. Le radici rovinano le fondamenta della casa. Pascal lavora ancora agli interni: mi pare che non finisca mai il lavoro, ma probabilmente è il suo ritmo. Devo cercargli un aiuto.Viene Tayrou e si ferma a chiacchierare più di un'ora. Mentre conversiamo arrivano Stefania e Eugenia. Si fermano con noi sotto la tettoia. A mezzogiorno andiamo dalle suore. Stefania e Eugenia scendono al dispensario e tornano, con le suore dopo le 13,30. Mangiamo poco prima delle 14.

Settimanale Cattolico di Genova e Kolowaré

Suor Etta e ragazze si preparano a partire per Sokodé. La bâchée non parte. Problemi di batteria. Salgo e con un po' di spinte riesce a partire. Probabilmente non batteria, ma problemi di connettori o circuito elettrico.
Al pomeriggio ancora Denise, figlia e Jean Marie per ricuperare legna. Jean Marie pianta di nuovo fiori lungo il viale d'entrata.
Adorazione alle 17,30 con poca gente. C'è soltanto suor Félicité. Etta e le ragazze sono ancora ad Sokodé. Si annuncia un grande temporale, ma piove solo fino a Achibodo, qui l'acqua non arriva. Solo poche goccie.
Etta porta a casa posta. Nel giornale diocesano c'è un suo articolo con due grandi foto. Lettera da Novara con estratti di giornali diocesani. Una nota di Etta sulle micro dei giovani agricoltori. Verso le 20,30 lascio suore e ragazze e mi ritiro. Lascio una nota a Etta sulle micro e quello che resta.

13 agosto

Solito con le ragazze alla messa delle 6. A colazione avverto che oggi non sarò a tavola con loro. Mangio qualcosa da solo alla missione.
Alle 8 passa il catechista Jean Marie e Benoit, tornato ieri sera dal Benin. Andati con Padre Emmanuel per un altra celebrazione del 25esimo di messa di un loro compagno.
Andiamo insieme a Kparatao per inviare posta, poi fino a Sokodé per 10.000 franchi di benzina. Mi parla dei suoi rapporti difficili con il parroco e dei rapporti del parroco con la gente. Ritorniamo per le 9. Offro a lui e a Jean Marie un caffé italiano. Si fermano una mezz'oretta sotto l'apatam. Viene anche il direttore e direttrice.

Preparo sessione per i catechisti

Controllo dias sulla Madonna per incontro di domani. Non riesco a far funzioanre bene il pulsante automatico del proiettore.
Preparo una pastasciutta. Arriva Denise con la birra, proprio mentre sto mangiando, come al solito. Chiedo a Pascal di preparare il materiale, per dare il colore alla casa, da utilizzare nel pomeriggio quando lui sarà assente. Dobbiamo farci aiutare, altrimenti non si finisce più. Chiederò a Jean Marie e a Bernard di darci una mano.
Alle 14 una grande e bella pioggia. Mi accorgo che una grondaia è rotta. Ricupero dal tetto alcuni secchi d'acqua. Alle 14,30 la pioggia cessa e vado dalle suore per la grande distribuzione annuale agli ammalati.

Mais sapone e coperte per gli ammalati

Oggi non c'è solo mais, ma anche sapone e una coperta ciascuno. Le due ragazze, Eugenia e Stefania, danno una mano e assistono a qualcosa di molto originale. Faccio alcune foto.
L'infermiere Kassem chiama per nome ogni ammalato che si avanza con la sua bacinella per ricevere i prodotti. Quando l'ammalato è grave, oppure menomato - anziano, senza forze, oppure senza una gamba, un braccio - invia dei giovani o dei bambini a prendere la sua roba.
C'era una fila di bambini in prima fila pronti a correre verso Pascal che riempiva la loro bacinella di mais.
Poi passavano da Sylvie per due pezzi di sapone, poi da Suor Félicité, coadiuvata dalle due ragazze, per recuperare la coperta. Ad un certo momento di coperte non ce ne sono più. Suor Etta aveva in riserva delle lenzuola. Diciasette ammalati ricevranno un lenzuolo al posto della coperta. Tra una foto e l'altra chiedo a Etta la colla attacca tutto per riparare il pezzetto di piastrella rotta della cucina della missione
. Lascio la distribuzione e torno alla missione. Trovo Jean Marie che sta dipingendo l'esterno della casa. Dopo un po' vedo arrivare Sylvie con la colla. Chiedo a Jean Marie, che sta dipingendo l'esterno della casa, di metterne un po' sulla grondaia guasta. Vedrò alla prossima pioggia. Verso le 16 arriva Bernard, Germain e un altro della cooperativa adulti con un dossier per il Novara Center: domanda di aiuto per potenziare il loro campo comune. Dico il mio parere, cioè di non esagerare per la prima domanda. Li invito a chiedere concime e strumenti di lavoro, poi, se la risposta è positiva, in un secondo momento, si può chiedere altro. Un volta il dossier pronto lo metto in computer e spedisco. Nel pomeriggio Denise inizia le pulizie della casa.
Eucaristia alle 17,30 sotto la pioggia. Dico solo due parole - la gente non sente nulla - invitando a pregare per le nostre famiglie affinché rimangono unite malgrado le difficoltà. Dopo messa aspettiamo tutti in chiesa che cessi la pioggia. Una serata senza luce. Rimango con le suore e le ragazze fino alle 20,30. Mostro loro Afriche e Notiziario con articoli su Kolowaré.

14 agosto

Piovuto diverse volte la notte. Etta parte verso le 5 per accompagnare Félicité a Sokodé. Scende ad Agou per la festa delle suore.
Eucaristia alle 6. C'è gente malgrado la pioggia della notte. Di solito partono in fretta nei campi e in campagna a lavorare.
Inziamo colazione da soli, Stefania, Eugenia ed io, poi arriva Etta. Alla missione e poi al Centro Culturale per preparare incontro con i catechisti. In attesa che arrivino tutti iniziamo con un rosario meditato partendo dalla vita di Massimiliano Kolbe. Per ogni decina un commento approfondito su aspetti particolari della nostra vita. Sottolineo soprattutto due aspetti: assumere le proprie responsabilità e prendere sul serio la nostra vita e quella degli altri. Poi quesitoni a non finire sul Vangelo, sul posto della Madonna nella nostra vita, nella vita della chiesa. Commento il testo sulle nozze di Cana: mostro la funzione di Maria che è quella di presentare al Figlio i nostri bisogni. E' Gesù che interviene, ma Maria lo invita a farlo in un ambito preciso. La discussione dura quasi un'ora. Poi alla fine una mezz'oretta con le diapositive. Terminiamo verso le 11. Intanto le signore portano il pranzo. Mangiamo verso mezzogiorno tutti insieme nel salone. Hanno preparato un tavolo per suor Etta , Stefania e Eugenia, il presidente del Consiglio parrocchiale Germain, ed io. Gli altri sono tutt'attorno. Due portate: pastasciutta e riso con salsa di arachidi e pollo alla griglia. Tutto molto buono, peccato che fosse freddo. Alla fine presentazione delle due ragazze e poi dei catechisti.

Visitando i casolari della collina

Verso le 15 facciamo un giro al mercato con le ragazze, poi saliamo dietro l'Adjima, sulla collina. Ho sempre paura attraversare il ponte traballante. I travetti sono pronti e venerdì dovrebbero metterli a posto. Già avvertito il capo villaggio. Ci accompagna un gruppo di ragazzi. Andiamo in diversi casolari, ma tutti vuoti, tranne quello della vecchia Luisa, che troviamo al solito posto, sotto la tettoia che si scalda con carboni su dei cocci. Faccio qualche foto a lei e ai nipotini. Ormai mi conoscono. Mentre osservo i suoi fiori i bambini si divertono a mostrare ad Eugenia e Stefania la loro abilità a giocare a trottola. La fanno roteare sul suolo lanciandola con due dita. Provano anche le due ragazze, ma con risultati scarsi. I bambini, che sprizzavano piacere da tutti i pori, si divertivano a mostrare ed insegnare alle due ragazze la loro “tecnica” consumata, ma niente da fare.
Ad un certo momento arriva un ragazzetto e ci informa che papà Gabriel, il marito di Luisa, sta arrivado dai campi. Lo aspettiamo, contento di vederci a casa sua.
Al ritorno incrociamo un gruppo di donne: Justine, la figlia di Luisa, Martine e Juliette. Dico a Justine: “Brava, veniamo a trovarti e tu non ci sei!” E' giorno di mercato e sono tutte laggiù! Le dico di preparare qualcosa per la macchina da cucire. Una piccola partecipazione.
Ci fermiamo in un altro casolare, ma non troviamo nessuno. La vista è stupenda. Le ragazze fanno alcune foto. Si vede lontano Kolowaré e, sulla destra Alibi.

Pesciolini e pentolini

Al ponte alcuni bambini ci mostrano le loro prede: piccoli pesci “Tilapia” presi con rudimentali trappole: per mettere nella salsa della sera, dico loro. Al mercato cerchiamo banane: niente! Volevo prendere un pentolino che mi andava proprio bene.
Niente: devo comperare tutta la batteria di pentole per 8 mila franchi. L'avrei presa se fossi all'inizio del soggiorno e non alla fine. Provvederò al mio ritorno. Alle 17 siamo di ritorno. Cotti dalla fatica, ma soddisfatti degli incontri e di quello che abbiamo visto.

15 agosto

Stefania e Eugenia vengono anche alla prima messa in “Vaticano”. Fanno una foto mentre distribuisco la comunione. Chiedo anche di fare una foto del gruppo, ma non si sentono.

La Donna e il Drago

Vengono anche alle messa parrocchiale delle 8.
Iniziamo con processione e incenso. Lunga omelia dialogata sulla visione di Giovanni: arca, donna con i simboli della regalità: sole, luna, stelle, drago e suo potere distruttivo, il bimbo sottratto al suo potere alla nascita, la funzione del bambino che un giorno distruggerà il drago e tutte le forze di morte. Commento la prima lettura con un dialogo continuo con la folla. La gente risponde, quasi più del solito. Termino con San Paolo che indica il compito finale del bimbo sottratto al drago. Alla fine della messa Sylvain avverte che venerdì porteranno all'Adjima i due tronchi per il ponte e cercheranno di sistemarli.
Dopo messa incontro gente alla missione.
A mezzogiorno Jeanne ci porta un futu con i nuovi ignami e salsa alle arachidi. Una delle ragazze non sta tanto bene. Tutti apprezziamo perché molto buono. Verso le 14 Suor Etta con alcune bambine e le due ragazze vanno al mercato di Tchamba.

I doni dei poveri

Dovrei andare con Sylvain a salutare alcune famiglie, ma arriva gente. I rappresentanti del comitato del quartiere isodali vengono con nuovi ignami e un pollo. Guidati da Tayrou. Si fermano a conversare più di un'ora. Racconto qualche testo di Hampaté Bah: “Il n'y a pas de petite querelle” e, naturalmente, “Kaidara”.
Parliamo anche dei guai prodotti dalle antenne, specialmente le antenne dei cellulari, quella che il capo villaggio voleva mettere nel suo cortile... Parliamo anche del ponte sull'Adjima. Tayrou, l'ingeniere, assicura che sarà presente.

Piove, niente rosario

Comincia a piovere. Viene il presdente della cooperativa adulti, Bernard, e pone questioni sul matrimonio, e seconda moglie, oppure seconda compagna, oppure amica.... Ad un certo momento va via la corrente e metto in moto il gruppo elettrogeno. Dopo mezz'oretta si spegne. Aggiungo brenzina, provo a farlo ripartire, niente! Mando a chiamare Pascal, fa alcune prove, poi sentenzia: “Manca olio”! Non sono sicurissimo, ma devo credere.
Dovevamo avere il rosario davanti alla grotta, ma piove e la gente non viene.
Rosario e vespri con le due ragazze dalle suore. Cena al lume di candela. Stefania e Eugenia hanno preparato la torta che degustiamo dopo la pizza. Dopo cena vediamo un po' il sito. La luce ritorna verso le 20,30. A letto alle 21.
Telefona Tony dal Burkina. Avverte Etta che arriveranno in quattro. Uno alloggerà alla missione. Contento di aver pensato ad una seconda zanzariera.

16 agosto

Stefania ed Eugenia sono a messa delle 6. L'ammalata sta meglio. Dopo colazione inizio il trasloco. Libero la camera per Tony. Poi rimarrò a dormire alla missione.
Arriva un gruppo di giovani per lavorare benevolmente alla missione: dare il colore all'esterno. Ho in frigo birra fresca. Ne offro un bicchiere a tutti. Chiedo a Pascal, il maestro imbianchino e dei colori di fare un ocra, di modo che assorba meglio la polvere della strada. Avevo comperato i due colori, giallo e marrone.

Il maestro dei colori

Fa le sue miscele e mi dice con sicurezza: “Vedi il colore, uguale come come quello laggiù delle suore”. Mi va benissimo. Sotto la sua direzione iniziano tutti a lavorare. Giallo scuro? Pare! Poi il colore asciuga e diventa quasi bianco. Tutto l'esterno dello stesso colore: bianco sporco. E' inutile fare rimostranze. Bisogna solo ricominciare.
Verso le 10 telefono al Vicario Generale ad Aledjo. Ci aspetta domani in mattinata con Stefania e Eugenia. Vedo Pascal nei dintorni dell'albero dove vado a telefonare - vicino a casa sua - e gli chiedo qualche fagiolino del suo orto. Va subito a coglierli. Li porterà poco dopo. Jacob sistema le solette delle due verande, verso la chiesa e verso la strada. Quello verso la strada è il più malmesso.
Rifà la parte superiore esterna mettendoci anche un tubo per canalizzare l'acqua un po' fuori dell'abitato.

Birra e pomodori

Jean Marie mette a posto i supporti per le tende delle finestre.
Gli ho chiesto di fare delle bacchette in al posto di quelle in ferro. Bene! Sistema poi anche l'armadio aperto dove ho messo la biancheria. Gli faccio mettere un'asta per appendere gli attaccapanni. Mettiamo a posto la zanzariera per la camera degli ospiti. Mi pare sia tutto pronto. I giovani lavorano tutta mattina.
Viene Denise con nuova birra. La metto in frigo, poi la offro un po' prima di mezzogiorno. Chiedo a Denise se conosce qualcuno che può comperarmi al villaggio dei pomodori. “Vado io padre, conosco un'amica che li vende”.
Le dò 300 franchi. Arriva prima di mezzogiorno con una sporta di pomodori maturi: “la mia amica ha aggiunto sei grossi pomodori gratis”, mi informa compiaciuta. Prima di mezzogiorno i muri della vecchia missione sono tutti... dipinti di bianco! I giovani se ne vanno a mangiare qualcosa.
Preparo anch'io un risotto con i pomodori di Denise e un po' di fagiolini di Pascal.

Ultime sistemazioni alla missione

Rimango alla missione. Gli operai ritornano alla spicciolata dopo le 14,30. Il primo è il falegname Bernard, poi, verso le 15 gli altri. Ne manca qualcuno. Chiedo a Bernard di dare una pulitina al muro della nuova casa per continuare con lo stesso colore. Poi si vedrà. Si mette a piovere e devono smettere di lavorare all'esterno. Faccio dare il colore alla camera interna che rimaneva ancora da sistemare.
Chiedo a Pascal di vedere se può trovare olio al villaggio per il gruppo elettrogeno. Niene! Provo dalle suore: niente! Poi magari c'è un bidone di olio, o due, che non si sa di avere, nei fondi del garage. Lo prenderò domani a Sokodé. Viene Tayrou con tessuti tradizionali. Li mostro a suor Etta, ma non vanno bene per far regali in Italia. Troppo costosi e prestigiosi, ma non adatti per noi.
Con noi c'è anche el Adji. Mostro armadio metallico nella camera dove alloggiavo dalle suore. Andrebbe bene per la mia camera. Chiedo se può farne uno. E' il loro mestiere. Vedrò al mio ritorno. Arriva una coppia di Tchamba. Lui lavora nel ministero dell'Agricoltura. Mi spiega il problema dei tek.
E' per non disboscare in modo selvaggio e per non incorrere in sanzioni. Ricupera bicicletta deposta alla missione. Pascal chiede loro di trasportare anche delle terrecotte ordinate da padre Benoit. Hanno qualche titubanza perché la strada è brutta, ma li prendono.

Micro per gli agricoltori

Viene Bernard, il presidente della cooperativa, e presenta la domanda di sussidio per il Novara Center.
Chiedo il parere a Sylvain. Sono già aiutati da un organismo. Devo vedere da vicino. E poi sono tutti adulti, sperimentati, quasi professionisti. Sylvain viene, dopo il lavoro, a sistemare pittura verde in bagno. Per paura della pioggia vado da Etta a prendere telone da coprire il cemento fresco.
I tre soliti ragazzi portano bacinelle di ghiaia. La faccio deporre là dove dovrebbe cadere l'acqua con la nuoca canalizzazione.
Mi chiedono un “completo” per la scuola. Glielo darò. Se lo meritano dopo tutti i giri che hanno fatto con la ghiaia. Sosta in cappella delle suore. Da solo. Etta impegnata con le ragazze. Durante la cena telefona Daniela da Djougou.
Prima delle 20 sono alla missione dove mi attende Bernard. Rimane con me per la notte. Lavoro fino alle 21.

17 agosto

Ci sono solo Etta ed Eugenia. Stefania non sta ancora bene. Viene a colazione e si sente di venire con noi ad Aledjo. Pascal mi dice che oggi non lavorerà alla missione. Deve svuotare, con Sylvain, la fossa settica delle suore, che sta sbordando. Partiamo poco dopo le 7,30. Prendiamo con noi Laurent, il calzolaio, e la moglie.
Li deponiamo all'ospedale. Sostiamo a coma per telefoanre al Vicario Generale. Tre telefonate, ma sempre e soltanto segreteria telefonica. Avverto che non rimaniamo a pranzo. Scarico e invio posta. Anche per le ragazze.

Verso Aledjio

Saliamo verso Aledjio. Nessun problema sulla strada, anche se troviamo qualche camion riversato nel fossato, qualcuno anche fermo sulla strada.
Ad un certo punto c'è anche la polizia che smista il traffico, dato che il camion, con tutta la sua mercanzia per terra, è sulla strada. Scopro che ci sono piode anche non lontano da Sokodé, senza arrivare fino a Bafilo. Le comprerò per la missione.
Per strada Eugenia mi racconta di un vecchio che stava seduto davanti alla sua porta per vedere la gente che correva e si affannava per arrivare ricca al cimitero. E aggiungeva che molte volte noi per rendere la vita difficile agli altri, rendiamo la nostra impossibile e invivibile.
Pista molto bella anche per arrivare a Aledjio: stretta, ma fondo buono e niente traffico.
Un afiteatro con villaggi disseminati sulla montagna. Aledjio è ai piedi della montagna. Andiamo in parrocchia. Stanno aggiungendo alla casa nuove stanze. Il Vicario non c'è. Ci dicono che ci attendeva per pranzo. Avvertiamo che non rimaniamo. Visitamo il cimitero dei padri, poi mostro ai muratori il metodo per vedere se i mattoni sono buoni o meno. Si portano all'altezza del petto e si lasciano cadere a terra. Se non si spaccano sono buoni. Infatti i loro non si spaccano, anche se il muratore si schermisce dicendo che deve mettere la quantità di cemento e sabbia che gli viene ordinato dal committente.
Facciamo un salto al Foyer de Charité. Un vasto complesso, disseminato di alberi, cespugli e fiori, con dispensario annesso.
E' in corso una retraite di 120 persone per tutto il popolo di Dio. Ci dicono di non fare troppo rumore e di parlare piano. Poi ci introducono in una saletta, in attesa della responsabile. Viene e ci accompagna a visitare il centro. Iniziamo dalle cucine. Ci saranno una dozzina di giovani. Saluto in kotokoli, dico due parole sulla preghiera del cuore, invito ad utilizzare la preghiera per ottenere la saggezza di Salomone. Poi passando fra viali in mezzo al verde, arriviamo al dispensario. Iniziamo con il pronto soccorso, poi la PMI, Maternità e Infanzia. Hanno 75 camerette per ospitare gli ammalati. Arriviamo all'esterno, dove sono raccolte una cinquantina di persone, in attesa di cosultazione e visita. Hanno parecchie giovani infermiere in stage. Saluto in kotokoli poi dico due parole sulla Madonna a Cana. Un'Ave Maria e benedizione finale.
Ritorniamo al Centro, visitamo la cappella dove troviamo parecchia gente che prega. Poi alcune sale: gente seduta che legge, raccolta, in silenzio.
Vogliono offrirci qualche bevanda, ma decliniamo. La responsabile del centro mi chiede se posso andare qualche volta a confessare. Molto volentieri. Al mio ritorno mi farò vivo.
Ci avvertono che padre Nicholas è tornato. Ci aspetta. Ci accoglie nel presbiterio, un tempo seminario minore. Parliamo in italiano. Ha fatto sette anni a Roma e poi la scuola biblica a Gerusalemme. E' stato responsabile di questo seminario negli anni passati: “Le aule erano qui dove siamo noi adesso”, dice, “adesso il seminario è a Kara”. Ci mostra poi la prima costruzione, opera dei tedeschi. Era prevista a due piani, poi l'ha ricuperata dai tedeschi, padre Lelièvre, e l'ha lasciata così. Era là che si facevano anche gli incontri dei preti e gli Esercizi. Siamo negli anni '30. La chiesa data degli anni '60. Si vede che è una costruzione obsoleta e fatiscente. Si mostra spiaciuto che non ci fermiamo a pranzo. Ma siamo attesi a Kolowaré.
Anche al ritorno nessun problema sulla strada. Sosta alla “Spaccatura” per un paio di foto.
Al supermercato per farina: non la troviamo. Ci dicono di andare alla panetteria. Ma anche laggiù niente da fare. Comperiamo alcune pagnotte e un sacchetto di pane secco.
Olio per il gruppo elettrogeno da Total, banane e arancie al mercato, due sacchi di cemento e tre kg di coloranti da Landozz, sosta dalle suore di padre Francisco, poi prima delle 13 siamo a Kolowaré. Non trovo più le chiavi di casa. Cerco, cerco, niente! Le avevo lasciate sulla credenza delle suore. Pranzo alle 13. Foutou d'ignami, più riso con fagioli. Una breve siesta fino alle 14,15. Vengono di nuovo il muratore e i giovani per continuare il lavoro. C'è anche Denise che fa le pulizie. Mi offre delle uova. Il muratore ripara il guasto all'entrata della casa - congiunzione fra vecchio edificio e il nuovo -, più varie fessure in una camera. Bisognerebbe passare tutte le camere. Eugenia e Stefania vengono a sistemare la camera dell'ospite. Rifanno il letto.

Toussaint e le aiuole

Mentre sono in giardino vedo arrivare Padre Emmanuel e padre Benoit con sua sorella. Stati nel loro villaggio d'origine per la festa del 25esimo.
Prendiamo insieme acqua e limone. E' tutto quello che ho da offire. Informo che domani pomeriggio andrò da lui con Stefania ed Eugenia e prenderò anche le due macchine da cucire.
Dopo i lavori si ferma Toussaint. Marito di Justine, la figlia di Luisa. Hanno tre figli. Vorrebbe abitare con la moglie che vive da sola con i genitori nel loro casolare in mezzo ai boschi. Vorrebbe che la moglie stesse qui a Kolowaré, con lui, insieme ai bambini. Le parlo dei miei incontri con Justine, della macchina da cucire che mi ha chiesto. Per seguire il corso Justine deve pagare 59000 franchi.
Avrà il diploma il prossimo anno. Esco un momento e vedo passare una donna con un bambino al dorso, proprio davanti alla missione: Justine. La invito ad entrare. Continuiamo il discorso con i due coniugi riuniti. Le dico il mio parere sulla macchia da cucire che le darò.
Chiedo una piccola partecipazione di 10.000 franchi che può dare adesso o dopo quando lavora. Con la macchina potrà anche lavorare e raccimolare qualche corso per pagare il suo corso. Non mi sembra il caso di portare lassù nel suo casolare la macchina da cucire perché la gente non farà km per andare a farsi cucire abiti nei boschi. E' d'accordo. Parliamo anche del ricongiungimento del nucleo familiare.
So che deve occuparsi della mamma disabile, ma questo non le impedisce di abitare con suo marito. Parliamo anche della possibilità di sposarsi in chiesa, data la solidità del loro rapporto: sono insieme da 11 anni e hanno tre figli. Rifletterà sulle proposte. Toussaint ne ha già parlato al parroco.
Uscendo Toussaint mi chiede se gli lascio fare alcune aiuole alla missione. “Carta bianca su tutta la linea, gli rispondo, basta che siano belle”.
Traccia allora quattro aiuole a stella. Tre attorno alle noci di cocco, e un'altra in mezzo al viale. Non mi dispiacicono. Verrà a piantare fiori. Gli urlo che se non verrà ad innaffiare durante la mia assenza gli mando “il vodu” dall'Italia. Giù risate a non finire! Alle 19 arriva Tony con i tre compagni dal Burkina. Trascorriamo una bella serata insieme. Stefania ed Eugenia hanno preparato anche la torta.
Uno dei giovani viene ad alloggiare alla missione. Ci accoglie il custode Bernard che prende anche i bagagli del mio compagno.

18 agosto

Messa con Tony e i tre amici. Ci sono anche le due ragazze. Stefania si è rimessa completamente. Dopo colazione Tony e compagni vanno a fare un giro al dispensario.
Partono verso le 8,30. Rimane nella tasca di un giovane la chiave della stanza.
Vengono da me a chiedere se - caso mai - l'avesse lasciata da me. Evidentemente no!
Alla missione si lavora: dentro e fuori. Gaston, il muratore, e il suo apprendista, terminano di sistemare la pensilina verso la strada, chiude poi tutte le fessure esterne. Gli mostro quelle interne. Per intanto fa due camere, poi riparerà anche la camera dove alloggio. Pascal e Beranrd continuano a dipingere gli esterni. Verso le 11 arriva Toussaint a lavorare alle aiuole. Non pensavo venisse così presto.
Ha portato una zappetta e fiori. Aggiunge anche rampicanti verdi nella grande aiuola centrale.

Fiori per il giardino

A mezzogiorno mi preparo una pastasciutta con due uova e cipolle. Alle 14,45 vado dalle suore, ma è ancora tutto chiuso. Saluto gli operai della biblioteca. Alle 15 vedo Lot che butta dei fiori in giardino. Pensava fossi occupato. Esco e lo ringrazio.
Vedo Etta che esce in macchina. Contento perché è riuscita a farla partire. Porta dei vaccini al Dispensario di Alibi.
Chiedo alle ragazze di domandare ad Etta il n° di telefono del padre di Tchamba: per avvertirlo che andremo domani e non oggi pomeriggio, anche se vedo arrivare la bachée con Félicité, tornata da Agou e Lomé. Avrei potuto partire a Thcamba, ma avevo bisogno di soldi da chiedere a Etta per le macchine da cucire. E Etta era al dispensario. Eugenia porta poco dopo il n° di telefono del padre: 552.00.21. Lo chiamo e confermo l'incontro per domani.

Tre ragazzi volenterosi

Jacob e il suo aiutante terminano i lavori di muratura, anche all'interno. Pascal con Bernard e altri finiscono di dare il colore all'esterno della casa.
Denise pulisce tutto il giorno inferriate e resti di pittura. Jean Marie mette a posto sedia a sdraio e porte: magazzino e studio-camera della vecchia casa. Trasloco nello studio dell'ala vecchia, anche se per dormire rimango nella camera dell'ala nuova. Come sempre arrivano i tre ragazzi per la ghiaia. Chiedono una cariola che non ho.
Vanno a prenderne una dalle suore. Fanno un giro con le bacinelle, poi altri due con la cariola. Risistemo ghiaia davanti alla casa lato strada. Tolgo i mattoni e allargo lo strato di ghiaia. A cena avvertono che Martino ha telefonato.
Partiranno prima del previsto. Venerdì pomeriggio al posto di sabato mattina. Martino arriva domani per mezzogiorno. Subito dopo cena torno alla missione. Bernard mi aspettava davanti al cancello che avevo, inavvertitametne, chiuso. Gli lascio le chiavi dei magazzini e del cancello che dà sulla chiesa. Lavoro fino alle 21, poi a letto.

19 agosto

Piove proprio prima della messa, cioè dalle 5 alle 5,30. Riesco ad andare in chiesa senza ombrello. Arrivano le suore con Stefania e Eugenia. Celebro la messa secondo le loro intenzioni: ringraziare il villaggio per l'accoglienza e per l'esperienza che hanno fatto. Mi fermo alla missione per la colazione. Dò ad un ragazzo ombrello da dare a suor Etta. Prima della messa mi ha ricordato che ne avrei due. Il secondo non lo trovo. Arrivano Pascal e Bernard. Cominciamo a dare il bianco ai restauri di ieri: camere interne.
Inizio a digitalizzare testo della cooperativa agricola per domanda sussidio al Novara Center.

Il parco della missione di Tchamba

Verso le 11,30 arriva Martino dal Benin. Alle 12,30 pranzo con le ragazze amiche di Stefania e Eugenia: fufu, salsa di sesamo e pollo.
Ho esagerato, mangiato troppo. Le ragazze cantano e danzano alla fine del pranzo. Breve riposo. Alle 15 partiamo, Martino, Stefania, Eugenia ed io, per Tchamba. Visita guidata da Padre Benoit al parco della missione. Il padre, di origine contadina e appassionato di agricoltura, sta cercando di metterlo a posto e pulirlo. Ha messo vivai ovunque di alberi da frutta e di fiori. Ci fa visitare le varie sezioni divise da viali alberati: un'ampia zona recintata dove padre Henri allevava le antilopi, l'angolo delle api dove ci sono ancora arnie piene di miele che nessuno riesce a togliere per mancanza di attrezzi, le varie specie di alberi piantati dal padre (albero del malto africano, manghi del Camerun, mogano, philao, ecc...) le radure interne, gli alberi di anacardo, la zona dove padre Henri riceveva la gente, i vari magazzini e dipendenze, gli impianti dell'acqua: il grande serbatoio è alimentato sia dall'acqua del pozzo, sia dall'acquedotto cittadino; l'oratorio privato con casule e pianete ormai marciscenti.... che padre Benoit vuole sotterrare, e poi il terreno coltivato e coltivabile: manioca, ignami, sesamo, mais, ecc.. Facciamo un giro a visitare la chiesa, con il campanile dietro il presbiterio: da un grande foro centrale scendono le corde delle campane.
Si può salire con una scala di legno mobile appoggiata al muro. Non lotano dalla chiesa la scuola cattolica. Poi la visita d'obbligo alla grande radura di pietra sita proprio davanti alla chiesa.
Di fatto è una lunga collina di granito dove un tempo si eseguivano i sacrifici tradizionali. Pare sia lunga diversi km, assicura padre Benoit. Essendo leggermente rialzata si può spaziare su un orizzonte molto vasto con una vista magnifica su tutto il paesaggio circostante, vicino e lontano. Sulla nuda pietra donne e bambini stanno lavorando: hanno deposto il loro sesamo a seccare. Facciamo qualche foto insieme. Il luogo è stato offerto dagli anziani di Tchamba a padre Henri perché sito sacro, frequentato da spiriti, geni e feticci. Quasi una sfida. E il padre l'ha raccolta.

Arrivate le macchine da cucire

Passiamo poi dal catechista Jean Marie. Ha un bar vicino al parco della missione. Mentre Martino e le ragazze bevono qualcosa Jean Marie mi chiama per le macchine da cucire. Gliene avevo chiesto due per Kolowaré. Sono arrivate. Le carichiamo, smontate, nel furgoncino di Martino. Pago 120.000 franchi. Se abbiamo problemi per montarle, verranno loro. Mi dicono di chiedere al calzolaio Laurent che è del mestiere. Sosta per inviare e scaricare posta: invio al Novara Center la micro per gli agricoltori. Prima delle 18 siamo a casa.
Preparo un po' di riso. Martino celebra dalle suore alle 18,30. Alle 19 mi unisco a loro sotto la tettoia per la cena. Prendo mezza pannocchia di mais arrostito. Mi fermo fin verso le 20, poi torno alla missione. Poco dopo va via la luce. Mettiamo in moto il gruppo elettrogeno, ma la corrente non arriva. Andiamo a chiamare Pascal. Dopo alcuni tentativi riesce a far arrivare la luce. Mi fermo in camera fino alle 9.

20 agosto

Alle 5,30 Bernard mi avverte che è deceduta Yoceline, cristiana battezzata. Funerale in mattinata. Quest'oggi messa alle 17,30.
Vero le 8 arriva Martino e fa qualche foto alla missione e dintorni. Mentre siamo davanti alla missione arriva un gruppo di giovani. Stanno andando a scavare la fossa per la ragazza deceduta. Ne approfittiamo per fare qualche foto insieme. Martino passa nel bosco annesso alla chiesa per qualche foto dei due tronchi di tek rfilati per farne delle travi per il ponte sull'Adjima. Poi scende con Stefania e Eugenia al Dispensario.

Travi per il ponte sull'Adjima

Poco dopo ecco arrivare un gruppo di gente, giovani e meno. Si riuniscono nel bosco attorno ai due tronchi, e cominciamo a discutere, discutere.
Mando Patrick, il figlio del muratore, a chiamare Martino che arriva quasi subito con Stefania e Eugenia. Sono tutti riuniti nel bosco per vedere qual è il modo migliore per traspostare i due grossi e lunghi tronchi. Ci sono diversi anziani, notabili del capo villaggio, accanto ai giovani. C'è anche il presidente del Consiglio parrocchiale e il catechista Sylvain. Martino commenta: “Basterebbe prendere i tronchi, caricarli sulle spalle e partire senza discutere tanto, ma ci vuole questo rituale, bisogna discutere, parlare, commentare”. “Ma è questo il bello della vita, dico io, è un momento forte di convivialità, perché si fa qualcosa insieme, soprattutto musulmani e cristiani insieme. Insieme per il loro villaggio. Alla fine si trova la soluzione. Si depone i tronchi su dei robusti bastoni e, quattro da una parte, quattro dall'altra, sollevano i bastoni e via per le strade del villaggio. Ogni tanto, per darsi forza e coraggio, gridano: hoooo.... ho! hoooo.... ho! Sono accanto a loro e grido con loro.
Nel centro del villaggio incontro il capo villaggio. Ne approfitto per chiedere a Martino di farmi una foto insieme. Scendiamo verso l'Adjima.
Accanto a noi un nugolo di bambini e... adulti, con capo villaggio intesta. Attraversiamo campi di mais ormai quasi maturo. Nell'Adjima c'è una donna che lava i panni. Non è disturbata da tutto il trambusto che c'è attorno a lei. Vedo tre donne che attraversono il corso d'acqua con tre grossi sacchi di carbone sulla testa. Faccio per fare una foto, ma non vogliono.
Intanto il primo gruppo è arrivato e cerca di sistemare la trave sopra la corrente. I consigli non mancano.
Ognuno suggerisce il suo parere, dà delle indicazioni, dice come bisogna fare. Cerco Dyoulé, il carpentiere, e Tayrou l'ingeniere dei Lavori Pubblici: non li vedo. Sono i due più competenti per dirigere i lavori. Arriva poi anche il secondo gruppo con la sua trave. La sistemano accanto all'altra. Ormai c'è mezzo villaggio accanto al ponte. Per vedere, consigliare, e soprattutto divertirsi. Non posso rimanere a lungo perché c'è il funerale di Yoceline. Riprendiamo la strada del villaggio, ma con un altro sentiero.
Sbuchiamo da un fabbro che sta fabbricando un fucile tradizionale. Ci fermiamo ad osservare il suo lavoro e a fare qualche foto. Poi, sulla piazza del villaggio, trovaimo una donna che vende pezzi di ignami arrostiti: cinque franchi l'uno! Assaggio uno spicchio: buonissimo! La donna me ne offre con un sorriso incantato. Ne prendo un secondo. Tutta pubblicità! Stefania, Eugenia e Martino, mi seguono. Quegli ignami sono dolcissimi, migliori che le nostre patate. Poi Stefania tira fuori cento franchi e li lascia alla signora che si schermisce, non li vuole, è contenta di offrirceli. Stefania glieli lascia ugualmente.

Visita alla famiglia della defunta

Mentre mi dirigo alla missione mi avvicina un giovane: “Se vuoi venire, la ragazza deceduta è qui vicino, la famiglia è riunita”.
Mi accompagna per una stradetta in mezzo alle case e sbuchiamo in una piazzetta dove la gente è riunita, seduta per terra. Davanti a noi la bara comune a tutti i cristiani, scoperta. Ci hanno seguito anche Martino e le due ragazze. Saluto e dico al mio compagno di presentare le condoglianze alla famiglia a nome nostro. Aggiungo: “Quando siamo soli a portare un grosso peso, questo peso rischia di schiacciarci, se invece siamo in tanti a portarlo, sentiamo ugualmente il peso, ma, insieme, possiamo portarlo meglio, e non ci schiaccerà”. Entro poi nella stanzetta dove c'è la salma per una preghiera. Avverto che li attendo in chiesa. Il corteo non tarda molto ad arrivare. Li accolgo sulla porta della chiesa con la liturgia prevista, poi entriamo per la cerimonia funebre.

L'ultimo saluto a Yoceline

Accompagno poi il corteo al cimitero. Tengo camice e stola. Ci incamminiamo per il sentiero dietro la chiesa che si snoda in mezzo ai campi. Ogni tanto incrociamo qualche casolare. Preghiamo e cantiamo. Davanti a noi due giovani con la bara sul capo, posta su cuscinetti. Dietro la folla. Ci sono anche Martino Stefania e Eugenia. Forse non immaginavano che il cimitero fosse così lontano. Un km? Due? Ma! Ad un certo momento di sentiero c'è solo la traccia. Erbe alte. Sto molto attento dove metto i piedi. Questa volta mi sembra che la fossa sia più piccola di quella dell'altro funerale. Sempre a due strati, ma il primo livello è soltanto ad una quarantina di cm e il loculo per la salma non troppo profondo. La bara è scoperta. La aspergo con l'acqua benedetta e la incenso. Poi una preghiera e la benedizione della tomba. L'inumazione avviene nel solito modo, ma con qualche variante. Sul fondo del loculo si depongono alcuni tessuti e una stuoia nella quale avvolgono la salma, sempre posata su di un fianco, con il volto verso occidente. Sotto il capo viene messo una specie di cuscino: un indumento della defunta. Il loculo è spruzzato di profumo, poi ricoperto con tre assi in senso verticale, mentre nell'altro funerale il loculo dove c'era la salma era ricoperto di uno strato di bastoni posti in senso orizzontale. Mentre sono deposte foglie di tek su tutta la superficie del loculo, un giovane si avvicina con una bacinella di acqua.
Jean Marie impasta una specie di fanghiglia con la terra rimossa. Il catechista Sylvain prende una palata di questa terra impastata e me la consegna: la depongo nella tomba. Gli altri mi seguiranno. Si avvicina il padre della ragazza, si ferma davanti alla tomba e dice: “Ho mandato qualcuno ad avvertire tua sorella minore che eri ammalata, le ho detto di venirti a trovare perché eri grave, ma era assente, ecco perché non è venuta, non avertene a male, riposa in pace” .

La partenza degli ospiti

Prima del pranzo Martino passa alla missione a scaricare le due macchine da cucire. Le deponiamo in garage.
Pranzo sotto la veranda in onore dei nostri ospiti partenti. Entrée preparata da Félicité, poi pastasciutta e dolce. Breve siesta. Alle 14 vedo padre Benoit e il catechista Jean Marie che si fermano davanti alla missione. Insieme andiamo dalle suore a salutare i nostri ospiti. Martino sta conversando con Etta sotto la veranda. Le due ragazze arrivano con le valigie. Ultime effusioni, poi via verso Djougou. Benoit e Jean Marie tornano alla missione.
Beviamo qualcosa insieme, poi partono. Ventilo la possibilità di andare a salutare padre Kuntz a Saoudé. Jean Marie mi lascia il numero del suo portatile: 910.55.58 Al pomeriggio i figli di Jacques, il muratore, vengono a tagliare legna in giardino. Jean Marie ha finito di tagliare il grande nime del cortile adiacente la chiesa. Denise, i figli del muratore e Jean Marie dividono la legna. Messa alle 17,30. Oggi San Bernardo. Preghiamo per i nostri Bernard. Devo dare qualcosa al mio guardiano che si chiama Bernard.

Sistemare le travi sul ponte

Dopo messa chiedo a Germain, il presidente del consiglio parrocchiale presente al trasporto delle travi in mattinata, come è andata la posa. Hanno bisogno di un sacco o due di cemento e di un po' di ferro per fissare le travi ai pilastri. Cercherò di provvedere, dato che ho lanciato io l'idea. Jean Marie innaffia il giardino. Prima di partire mi chiede 3 mila franchi per concime. Glieli darò.