Telefonare sotto l'albero miracoloso

21 Agosto

Rimango ormai alla missione. Terminato il soggiorno dalle suore.
Oggi, sabato, i lavoratori benevoli non ci sono, e neppure Pascal e Bernard. I cristiani vanno al cimitero per piantare tek e delimitare il perimetro. Vado a vedere il falegname vicino per un tavolino. Trovo gli apprendisti. Mi dicono che il proprietario ha detto loro che quello che avevo visto non va bene per me, ce ne vuole un altro che preparerà apposta. Me ne ero accorto e andavo appunto per dire che ne prenderò uno al mio ritorno, e non quello visto.
Saluto Justine e Marguerite Marie, apprendiste sarte lì nelle vicinanze. Sanno che una macchina da cucire le attende alla missione. Incontro Toussaint, il marito di Justine. Zoppica. “Mi sono fatto male ad una gamba, ferito con la zappa, è per questo che non mi vedi più alla missione a terminare le aiuole”, mi dice con rammarico.

Visite al mercato

Passo a salutare anche il meccanico di Kolowaré, sulla stessa strada, dal lato opposto: sta riparando una vespa. Vende anche bottiglie di benzina e di olio. Sono lì davanti a tutti su di un banchetto.
Verso le 11 faccio un salto al mercato. Un bel momento per incontrare la gente e comprare qualcosa. Incrocio donne peul che vengono da fattorie lontane nei boschi: fanno km per scambiare e comprare prodotti. All'entrata del mercato, sotto il grande albero, come sempre, diversi furgoni. Uno sta caricando carbone, altri sono già carichi di nuovi ignami, manioca, mais. Il mercato di Kolowaré rimane un centro importante di scambi per tutta la regione centrale.
Passo a trovare il fabbro, visto il giorno prima, che stava fabbricando un fucile. Entra nella sua camera a prenderlo e me lo mostra. E' quasi terminato. Faccio una foto: lui con il fucile, poi alla sua forgia tradizionale azionata da un mantice di pelle di capra.
Sono fortunato: trovo delle banane. Faccio un giro a salutare un po' di gente e a comprare cipolle, aglio, sale e un padellino.

Macchine da cucire: quasi complete!

Al pomeriggio arriva Sylvain, Mathieu con il suo apprendista per montare le macchine da cucire. Sono nel garage, ampio e spazioso. Un lavoro lungo e laborioso. Lavorano tutto il pomeriggio. Macchine Singer fabbricate in Cina e acquistate in Nigeria da un togolese di Tchamba e portate a Kolowaré. Ogni tanto passo a vederli. Vicino a loro c'è la camera del guardiano. Entro e mi accorgo che dorme per terra su dei cartoni. Dico a Sylvain di andare nel Centro Culturale accanto alla missione a prendere una stuoia. Cerca la chiave, che naturalmente non si trova. Ricerche e ricerche: era dal presidente della corale. Finalmente la stuoia approda nella cameretta del guardiano.
Verso le 17 Mathieu mi chiama: mancano le cinghie di trasmissione delle due macchine e una spoletta. Andiamo sotto l'albero “miracoloso” ( uno dei rari posti al villaggio dove c'è la copertura del cellulare ) e telefoniamo a Jean Marie di Tchamba, da cui ho comprato le macchine. Andrà vedere il fornitore e provvederà.
Viene a trovarmi Koffi Gnongoli, un giovane che frequenta la prima liceo. Mi porta un'Africa stilizzata in compensato e mi invita a ricordarsi di lui e dei suoi problemi soclastici. Lascerò alcuni quaderni al suo cappellano, padre Raphaël della Cattedrale.
Dovrei vedere da vicino il problema di tanti giovani che cercano lavoro per pagarsi retta e materiale scolastico. Ogni giorno, da settimane, vengono da me e dalle suore ragazzi e ragazze che chiedono lavoro per raggranellare qualcosa per la scuola. Bisogna pensare ad adozioni a distanza, seriamente.
Comincio a preparare qualcosa per le suore. Domani le invito a pranzo. E' la terza domenica che lo faccio. Menù: risotto, fagiolini, banane, caffé lavazza.

22 agosto

Piovuto parecchio la notte. Controllo i lavori fatti. C'è ancora qualcosa da sistemare: certi posti gocciolano ancora. Messa alle 7 in Vaticano. Mi capita ancora di dimenticare di dare la comunione a Marguerite. Sono amareggiato. L'avverto di non muoversi: verrà Bernard a portarle la comunione prima della messa delle 8. Alla fine provo a fare qualche foto, ma siamo in controluce e non so cosa riuscirà.

Novità alla messa

Messa alle 8 come al solito, la con una novità di rilievo: una fila di chierichetti, piccoli piccoli, tutti biancovestiti, insieme ad altri più adulti. E' la prima volta che li vedo così numerosi e in quella tenuta.
Suor Etta ha dato al sarto Mathieu un lenzuolo e lui ha confezionato le tonachelle bianche.
Le prime due letture sono lette solo in francese. Non so come mai. La maggioranza non capisce. Vangelo nelle due lingue.
All'omelia traduce Jean Marie. Non è la persona giusta, troppo giovane e non possiede sufficientemente le due lingue. L'ho già fatto notare. Non so come mai continuano a chiedergli di tradurre.
Alla fine della messa comincia piovere. Sylvain deve andare al centro della chiesa per gli annunci.

Occuparsi della mamma inferma

Dopo messa passa a trovarmi Toussaint, marito di Justine. La moglie deve lasciare la macchina da cucire qui a Kolowaré e non portarla lassù nel suo casolare, mi dice.
Poco alla volta la situazione familiare di Justine si chiarisce: ha un fratello più grande di lei, una sorella più piccola, e due altri fratelli che frequentano le elementari. Dunque persone accanto alla mamma ce ne sono. Suo padre, il vecchio Gabriel, ha diversi campi che lavora con il figlio maggiore.
Chiedo a Toussaint cosa coltiva nei suoi campi: “Riso e un po' di manioca. Vorrei coltivare anche il mais, ma ci vuole il concime che non posso comprare”.

Mais per i lebbrosi

Arriva il nuovo gruppo costituito per coltivare i due ettari di mais per gli ammalati, i loro fratelli lebbrosi. Sylvain me lo presenta: Presidente, segretario,tesoriera, poi gli altri membri del gruppo. Ho presentato una domanda al Novara Center per un aiuto.
Li invito ad accuparsi della missione quando sarò assente. Promettono tutti. Li credo e so che lo faranno. La missione è loro, è per Kolowaré. Ho comprato apposta un innaffiatoio per i fiori, specialmente durante la stagione secca. L'acqua ormai c'è e il pozzo è attivo.
Chiedono i miei contatti. Li assicuro che scriverò, ma è meglio trovare una casella elettronica. La comunicazione è più sicura.
Alle 11 congedo i miei ospiti perché devo prepare qualcosa da mangiare per le suore. Arrivano alle 12 per il pranzo. Almeno alla domenica dovrei sempre invitarle perché possano avere un momento di distensione dopo l'intensa settimana.

La delegazione del capo villaggio

Al pomeriggio studio kotokoli. Verso le 16,30 arriva una delegazione del capo villaggio, con il suo vice, notabili, Moumouni, fratello dell'Iman, e altri.
Si fermano a chiacchierare un'oretta. Evochiamo ancora una volta i vari problemi del villaggio, ringraziano del mio interessamento. Mi augurano di partire e tornare in buona salute.
Ancora una volta parliamo del telefono e dell'antenna al Centro dei prigionieri: al posto di 20 milioni di cfa, l'antenna costa 750.000 franchi.
Avverto che andrò a trovare Alou, il direttore generale di Togotel a Sokodé per vedere a che punto è il dossier di Kolowaré. Anche l'ex receveur di Sokodé,ora in pensione a Sotoboua, sta interessandosi al nostro problema. Mi lasciano poi un pollo e parecchi ignami.

Le ultime parole del monaco

Rosario davanti alla grotta alle 17,30. Poco prima prendo 200 franchi di pomodori da una signora che passava davanti alla missione. Chiedo in prestito a Sylvain il denaro perché sprovvisto.
Un gruppo consistente è davanti alla grotta. Commento i misteri, poi alla fine racconto una storiella legata alla preghiera della messa delle 21esima domenica: il vecchio monaco, prima di morire, ha lasciato queste due parole: ibi - ubi. Nessuno è riuscito a capire fin quando un monaco, sentendo la preghiera di questa domenica, ha decifrato il messaggio: i nostri cuori devono essere fissati là dove ci sono le vere gioie.
Dopo il rosario evoco il problema dei bambini che cercano lavoro per pagare le loro tasse scolastiche. Bisogna fare qualcosa.

23 agosto

Da alcuni giorni non ci sono più ostie grandi e poche di quelle piccole. Il sacrestano/capo chiesa mi aveva assicurato che ce n'erano abbastanza per tutto il mese. Le avevo acquistate fine luglio, perché in agosto il magazzino dove vendono le ostie, è chiuso. Andrò in cattedrale a farmene dare un po'.
Subito dopo messa dico a Bernard di prendere il pollo - portato ieri - per la sua famiglia. Aggiungo quattro ignami. Gli chiedo se me ne può portare un pezzetto che farò cuocere io.
Verso le 7 viene Dyoulé per problema ponte. Ha bisogno due barre di ferro da sei e un sacco di cemento per sistemare il ponte. Ha spostato i tronchi dall'altra parte. Ora il passaggio dovrebbe essere più agevole e sicuro.

Italiani in visita

Dopo colazione dò un'occhiata dalle suore e vedo tre grosse fuoristrada. Passo a salutare. Una famiglia italiana venuta attraverso il deserto. La signora si chiama Daniela Dal Santo. Non è la prima volta che vengono a Kolowaré. Hanno portato una macchina per analisi offerta da un dottore italiano. Vengono da Vicenza. Fanno un giro alla missione. Sono in cinque. Ci sono anche due giovani e una ragazza. Mostro loro la rivista Afriche e il sito con i testi su Kolowaré. Sono interessati ad una visione dell'Africa non stereotipata e più pulita e culturale. Lui è impresario.
Visitiamo la missione. Mi dà una buona idea per la porta di soccorso nell'ala nuova: nel piccolo magazzino, così non si sacrifica una camera e si lascia il lavandino e la finestra nel corridoio. La porta darebbe sul cortile nel retro della casa, e sarebbe discreta. Al mio ritorno provvederò.
Hanno intenzione di mandare due medici. Fanno osservare che potrebbero alloggiare qui alla missione. “Anche se manca tutto”, dico. Rispondono: "C'è l'essenziale, una camera e un letto”.
Vanno verso il sud. Sono in contatto con i padri comboniani. Hanno portato loro un'ambulanza. Lasceranno le macchine da loro, e rientreranno in aereo.
Alle 8,30 vado a Sokodé. Riesco a far partire la macchina senza spingerla. Sosta a Coma per scaricare ed inviare posta. All'inizio ho problemi, poi va, ma molto a rilento: 33 kbs. Passo aux Hydroliques ma non trovo Aruna. Vado a comperare quaderni e materiale scolastico per i tre ragazzi che continuano a portare ghiaia. Compro tutto quello che mi hanno chiesto. Devo provvedere anche per gli altri.
Dalle suore, ma non trovo nessuno. Passo in parrocchia. Vedo padre Raphaël, un domenicano togolese che conosce bene la Costa d'Avorio e che ce l'ha a morte contro i francesi per la guerra che non vuol finire. Padre Michel mi dà due pacchetti di ostie piccole e uno di grandi. Non sa il prezzo. Lo pagherò un'altra volta.
Mentre stavo partendo incrocio suor Jeanne. La riporto a casa e prendo la posta. Da Landoz per cemento e ferro per il ponte. Un po' di benzina da Total. Vedo che danno quaderni ai clienti affezionati. Dico di non dimenticare Kolowaré. Promettono.
Sulla strada del ritorno incrocio le tre macchine degli amici italiani che scendono verso Sokodé e Lomé.
Pascal e Bernard aiutano a scaricare il materiale. Stanno dando la seconda mano all'ala nuova.

Il consiglio parrocchiale ringrazia

E' venuto Tayrou a trovarmi, mi dicono, ritornerà in giornata. Al pomeriggio viene anche Jean Marie che continua a lavorare in giardino. Il materiale che manca non l'ha preso lui. Mi mostro il vecchio cacciavite senza manico: lo riconosco. Manca ancora la pinza. Forse l'ha presa il muratore Jacques con i suoi strumenti che è venuto a ricuperare. Denise fa pulizia nella casa. Ieri mi ha chiesto un macete. Penso sia meglio darle un po' di soldi e che se lo comperi lei.
Vado dalle sarte sulla grande strada davanti alla missione per far attaccare un bottone. E' la figlia di Sylvain che fa il lavoro. Ne approfitto per salutare il meccanico - oggi molto indaffarato con tanti clienti - e alcune famiglie vicine. Davanti alle sarte c'è una macina per manioca: lavora a pieno ritmo. Vedo il proprietario della falegnameria dove avevo visto il tavolo. Mi spiega che quel tavoletto è destinato alle donne del mercato per deporre le loro mercanzie. Per me ne farà uno diverso.
Verso le 17 arriva il presidente del Consiglio parrocchiale con una cesta di ignami e alcune uova. Per ringraziarmi della presenza a Kolowaré. Invito Sylvain e Pascal a sedersi con noi. Vediamo insieme il problema dei bambini che cercano lavoro. Propongo un campo collettivo - per esempio per la chiesa - dove far lavorare i ragazzi dando poi loro il neccessario per la scuola. Io posso provare a chiedere aiuti in Italia per questa “micro giovani”, ma devono essere loro a gestire tutto il progetto, loro oppure l'OCDI.
Sylvain mi dice che verrà a notte inoltrata per ritirare la macchina da cucire, per non farsi vedere troppo dalla gente.
Alle 18 viene Patrick, il figlio del muratore Jacques, con una tenaglia e un cacciavite, ma non è la roba che cerco. Avevo chiesto a Pascal di vedere se, per caso, il muratore avesse preso la pinza che manca dal magazziono. Verso le 18,30 viene una delegazione di un quartiere per chiedere se posso dare una mano per il loro pozzo.
Li accompagna il catechista Jean Marie che traduce. Hanno raccolto 30.000 franchi. Spiego che il villaggio avrebbe ancora bisogno di tre pozzi, e non di uno, ma ormai è tardi, parto fra meno di una settimana, e le pratiche sono lunghe.
Bisogna creare un comitato con presidente, segreatario, tesoriera più due consigliere. Fare una riunione davanti al capo villaggio con un rappresentante del ministero. Adesso sono tutti in ferie. E poi siamo in piena stagione delle pioggie e non si fanno i pozzi adesso. Prometto che al mio ritorno mi interesserò per i tre pozzi.
Alle 19,15 arriva Sylvain, la figlia e Mathieu per prendere la macchina da cucire. Il papà carica sulla testa la struttura in ferro e la figlia la macchina, che Mathieu ha tolto dall'intelaiatura. E tutti partono nella notte.

24 agosto

Oggi, San Bartolomeo, ho celebrato la messa per una suora nda defunta. Ma non posso non pensare a mio cugino Giorgio di Lovario deceduto qualche settimana fa. Era uno degli animatori della festa patronale di San Bartolomeo. Da bambino ho partecipato anch'io a queste feste.
verso le 7 vedo arrivare Dyoulé il carpentiere. Viene a prendere il ferro per legare i tronchi del ponte sull'Adjima che sta sistemando. L'avevo comprarto ieri a Sokodé, insieme a parecchi quaderni e materiale scolastico per i ragazzi che mi portano ghiaia alla missione. Domani comprerò il resto per gli altri 35 ragazzi. Il carpentiere mi aveva detto che aveva spostato i tronchi. Volevo vedere il risultato finale.

Adjima e dintorni

Così verso le 7,30 ho fatto un giro al villaggio e scendo verso l'Adjima. Credo che questi siano i momenti più belli del mio soggiorno. Uno stuolo di bambini che mi corre dietro e che mi vuole dare la mano. Dove si trovano in Italia tutti questi bambini, che ti salutano festosi e contenti, che ti corrono dietro, che vogliono a tutti costi darti la mano? Che posso accarezzare, che ti si stringono contro? E poi ho incrociato la gente che andava ai campi.
Era l'ora giusta. Ad un vecchio contadino dico, credendo di azzeccare il saluto: nya na fo . Un saluto che si fa ad uno che lavora nei campi. Mi risponde in francese: "Questo saluto devi farmelo quando lavoro o al ritorno, di solito si fa quando uno ritorna dai campi dopo aver lavorato, per ringraziarlo del lavoro compiuto, non prima di andare, adesso devi dirmi soltanto: nbo nan ngone: va e ritorna"! Il mio kotokoli è tutto da studiare! Ho già però imparato questo proverbio: dèfè dèfè, kènè bode : a piccoli passi si va lontano.
Ritornando passo, come al solito, salutare le famiglie sulla strada. Una signora sta preparando l'igname. E' vicino al meccanico. Dopo averla salutata mi dice qualcosa. Il meccanico traduce: “Quando è pronto verrai a mangiare il mio igname!”

Le barriere delle pioggie

Verso le 9 arriva Tayrou, l'ingeniere dei lavori pubblici in pensione. Mi dà il suo nuovo e-mail. Vuole tenersi in contatto con me. Si ferma fino le 10,30. Parliamo del ponte, mi racconta di come una volta uomini e donne tenevano puliti il dispensario, la casa delle suore, la missione, poi si è persa l'abitudine.
“E i cantonieri del villaggio cosa fanno?, chiedo. Mi spiega che non ce ne sono. E' una ditta che fa degli appalti per tenere pulita la strada Sokodé - Kamboli: 110.000 franchi per tre mesi di lavoro. Da noi non sono ancora arrivati. Spiega che un tempo, quando lui si occupava della strada, c'erano le cosidette barriere della pioggia. Da Tchamba a Sokodé ce n'erano tre. Quando pioveva si sbarrava la strada ai grossi camions affinché non dissestassero il fondo della strada portando via terra e sabbia insieme all'acqua. Si aspettava che la pioggia cessasse, e dopo mezz'ora si permetteva ai camions di ripartire. Oggi purtroppo il Dipartimento dei Lavori Pubblici non ha più un bilancio e non possono fare più nulla.
Evochiamo il possibile progetto di un campo dove far lavorare i bambini che cercano qualche soldo per la scuola. Dovremmo forse coinvolgere le ONG locali. Domani verrà con me a Sokodé. Controlleremo il suo e-mail, compreremo materiale scolastico, e andremo a trovare Alou di Togotel per il telefono.
Oggi faccio bollire il pezzo di pollo portato da Bernard. Il brodo lo utilizzo la sera per un risotto. A mezzogiorno pastasciutta con pomodori acquistati ieri.
Pascal e Bernard lavorano tutta la giornata per dare il colore alla casa. Terminano nel pomeriggio, poi lavorano alle finiture della camera interna. L'ultima che rimane.
Alle 15,30 viene Dyoulé con il pezzo di ferro che rimane. Terminato il lavoro al ponte. Manca la parte muraria. Bisogna portare parecchi blocchi di laterite per rifare gli argini.
Chiedo se Gaston, il giovane muratore che viene alla missione, potrebbe fare il lavoro. “Senza problemi”, dice. Il problema è portare i blocchi di laterite. Il capo villaggio deve dare gli ordini ai giovani a suon di tamburo, e il lavoro sarà fatto.

Corali e catechisti

Arriva una delegazione della corale Léon IX. Ci mettiamo sotto la tettoia. Sanno che sto per partire e vengono a salutarmi. Mentre chiacchieriamo arriva il catechista Jean Marie di Tchamba. Aspettavano la mia telefonata che non è mai arrivata. Ho deciso di andare da padre Kuntz al mio ritorno e non adesso. Jean Marie avverte che il venditore delle due macchine verrà lui stesso a constatare il problema dei pezzi che mancano: oggi o domani.
Verso le 19 arriva Toussaint e sua moglie Justine a ricuperare la macchina da cucire. Anche loro voglio fare il trasporto discretamente, senza farsi troppo vedere. Ci accorgiamo che mancano aghi e spolette.
Con Bernard facciamo un po' di tem. Va via la luce come al solito. Mettiamo in moto il gruppo elettrogeno: funziona. Lavoriamo fino alle 20,30.

25 agosto

Oggi celebro la messa per suor Camilla che ho conosciuto a Lione da giovane prete. Entrata dalle suore negli anni '30, a 18 anni. Aveva già la macchina. La ricordo con molto affetto.
Chiudo la porta della missione e lascio all'interno le chiavi. Mi accorgo prima della messa, quando, di solito, depongo le chiavi in sacrestia. Non sono troppo disturbato, perché troveremo il modo di entrare.
Pascal mi da la lista dei chierichetti: offrirò a ciascuno qualche quaderno.

Come aprire una porta senza chiavi

Dopo messa colazione dalle suore. Prendo qualche soldo per il materiale scolastico. Con Bernard, il guardiano che è anche falegname, cerchiamo di aprire la porta. Viene con i suoi strumenti: piede di porco e cacciavite. Toglie un listello dalla porta, poi cerca di aprire. Riesce far scattare una serratura, l'altra resiste di più. Arriva Jacob, il muratore. Inserisce la cazzuola nella fessura e la porta si apre senza nessun danno.
Mando un giovane ad avvertire Tayrou che possiamo partire prima del previsto a Sokodé perché il muratore è arrivato presto. Arriva poco dopo con Moumouni, il guardiano delle suore. Stavolta ho dovuto far spingere la macchina. Batteria ancora a terra.
A Coma facciamo mettere un po' di acqua dal meccanico di Kolowaré, deponiamo Moumouni, scarico posta e invio l'ultimo mail comune. Messaggio di prova al nuovo account di Tayrou. Passiamo da Aruna, ma è fuori. Anche al ritorno non lo troviamo.

L'antenna telefonica

Subito da Alou, il direttore di Togotel di Sokodé. C'è e ci riceve con la solita gentilezza. Ci parla di Yao Kopé e della loro antenna.
Si potrebbe fare anche a Kolowaré. Ma può un privato mettere un'antenna per tutto il villaggio, dato che il villaggio non è sua proprietà, ma fa parte di un paese? Ci suggerisce una via: andare al ministero della Sanità e chiedere di fare una nota al loro ministero per il telefono Kolowaré, dato che c'è un lebbrosario conosciuto in tutto il paese. Allora il ministero potrà muoversi rapidamente. Tayrou annuisce. Adesso devono muoversi loro, cioè gli oriundi di Kolowaré.
Passiamo dal Cyber vicino alle suore. Compro carta telefonica per ricaricare il mio cellulare. Pago 150 franchi per mezz'ora di connessione. Trovo il mail inviato a Tayrou: ok, il suo account funziona. Ci terremo in contatto.
Passo a prendere materiale scolastico: quasi 90.000 franchi. Da offire ai ragazzi che hanno portato ghiaia, ai tre che hanno lavorato in giardino e ai chierichetti. Poi compro un rotolo di un materiale speciale per riparare i tetti. Al ritorno Tayrou mi fa conoscere casa sua. A Coma, in un posto periferico e tranquillo. Mi mostra la macchina lasciatagli da padre Henri Bannwart: un rottame tutto da sistemare. Pare che il motore sia in buono stato. Accanto camions in disuso e un'altro rottame di macchina.
Ricuperiamo Moumouni e alle 11 siamo di ritorno. Jacob sta sistemando la cisterna guasta alla missione. Ha rifatto anche la soletta della veranda lato chiesa canalizzando l'acqua in un tubo.

Pulizia al tetto

Nel pomeriggio viene Dyoulé e sale sul tetto del garage. Scopre che tutto il tetto è ricoperto di foglie marce e detriti che hanno fatto marcire i travetti. Fa una pulizia generale. Si vedrà alla prima pioggia.
Jacob e il suo aiutante lavorano all'interno dell'ala nuova. Le ultime sistemazioni. Rifinisce anche la cisterna da dove si pompa l'acqua nel serbatoio: un foro da otturare.
Verso le 19,30, mentre faccio un po' di Kotokoli con il guardiano Bernard, arrivano due signori. Vengono da Tchamba. Uno è il venditore da cui ho acquistato le due macchine da cucire. L'altro un accompagnatore. Viene a controllare i pezzi che mancano, dopo la telefonata a Jean Marie. Bernard li accompagna da Toussaint e Sylvain. Non trovandoli vanno da Mathieu che ha montato le macchine il quale indica i pezzi mancanti. Ritorna dopo una mezz'oretta dicendo che provvederà.
Riprendiamo il nostro kotokoli fino alle 20,30.

26 agosto

Celebro messa per Suor Teresa con la quale abbiamo condiviso diversi anni. Siamo stati insieme, a Genova, gli ultimi 7 anni.
Piovuto quasi tutta notte. Avevo paura per la cisterna fresca di cemento, ma ha tenuto bene, così pure la soletta della veranda rimessa a nuovo ieri.
Arrivano presto Emmanuel, Patrick e Nadège a prendere quaderni e cartella. Pascal mi porta un sacchetto di fagiolini del suo orto. Con Bernard dà il bianco all'interno della casa, alle ultime rifiniture di Jacob di ieri. Sistemano poi il pezzo di rete metallica all'entrata del giardino nel lato verso la casa chiudendo il passaggio.
Arriva Toussaint e mi mostra il lavoro che ha fatto ieri alle aiuole. Ieri sera erano passati da lui, ma non lo hanno trovato.
Viene Dyoulé e lavora al tetto del garage. Sistema poi anche un tubo, sopra la casa, che porta acqua alla chiesa: gocciolava. Lo rimette a posto con un po' di Tangit.

Si guasta la pompa dell'acqua

Prima delle 14 riempio la cisterna rigenrata per vedere se tiene. Ad un certo momento la pompa non funzona più. Ha comunque fatto egregiamente il suo lavoro per quasi quattro mesi. Adesso che sto per partire si è... stancata. Faccio qualche prova supplementare, ma niente da fare.Telefono a Gollé a Sokodé. Mi aspetta domani verso le 8/8,30 aux Hydroliques.
Alle 14,30 arriva l'équipe di ragazzi inviati da Tayrou per ricevere i loro quaderni. Sono 23. A tutti quaderni, due bic, una gomma. Alle 15 arriva il barbiere e contemporaneamente una delegazione di cristiani con il presidente del consiglio parrocchiale in testa. Offrono arachidi arrostite. Vengono per salutarmi e ringraziarmi di essere venuto a Kolowaré. Sto con loro una mezz'oretta. Parliamo dell'omelia dialogata, se è il caso di far parlare la gente. Esprimo il mio parere positivo.
Poi, evidentemente parliamo del telefono. Comunico loro le indicazoni ricevute da Alou, il direttore di Togotel di Sokodé: possibilità di installare un'antenna e di sollecitare l'installazione tramite il ministero della sanità da cui dipende il dispensario di Kolowaré. Si evocano poi le difficoltà di collaborazione tra le due comunità - i cristiani si sentono lasciati un po' da parte - invito di nuovo a coinvolgere gli oriundi, a lavorare con loro.
Il barbiere mi aspetta. Un giovane kotokoli del villaggio. Ha imparato qui a fare il barbiere, già quando frequentava le elementari. Mi pare lavori bene. E' simpatico e gioviale. Mette a posto anche la barba. Di solito chiede 200 franchi. Gliene dò 400. La testa di un bianco è un po' più complicata di quelle locali.
Dyoulé lavora tutto il pomeriggio a sistemare il tetto del garage. Ha dovuto cambiare alcuni listelli marci. Ricupera il legno dalle vecchie finestre. Terminerà domani.
Pascal e Bernard hanno temrinato di imbiancare esterni ed interni. Messo il bianco sulle parti della casa sistemate dal muratore.
Denise ha fatto le pulizie generali per terra lavando ovunque. Le casa è quasi in ordine.
Viene Bernard, il presidente della cooperativa, ha fare una chiacchierata di ordine religioso. Vuole continuare al mio ritorno.
Adorazione alle 17,30 con un buon gruppo di gente. Avverto le suore che domattina alle 6,30 sarò a colazione da loro. Poi farò un salto a Sokodé: pagare le ostie, aprire magari un conto, deporre la pompa da Gollé. A cena il resto dei fagiolini di mezzogiorno con tre uova. Dopo cena un po' di Kotokoli con il guardiano Bernard. Ha difficoltà, sia con il kotokoli, sia con il francese. Lavoro poi alle pagine del diario per il web.

27 agosto

Colazione dalle suore. Ricupero il denaro delle micro ancora da suor Etta e parto per Sokodé. Ultimo saluto alla signora di Coma per invio e scaricare ultima posta. Da Gollé. Non c'è. Ma ci sono i suoi due aiutanti. Uno è il figlio di Tayrou. Lascio la pompa da riparare e vado in parrocchia. Vedo padre Michel. Pago 1800 franchi per le ostie di Kolowaré. Faccio poi una chiacchierata. Chiedo se hanno una banca per tutti i preti di Sokodé. Dice di no. Ognuno si sbroglia. Mi consiglia l'UTB. Lascio quaderni per Gnongoli Koffi. Da dare a padre Raphael che lo conosce.
Dalle suore per ritirare pacchi per suor Etta. Passo alla UTB, ma chiedono lettera del vescovo per aprire un conto. Vedrò con la sede generale di Lomé. Mi danno un nome con cui prendere contatto.
Ritorno da Gallé e lo trovo. Stanno lavorando alla pompa. Mi accompagna per cercare un cellulare. Facciamo un paio di negozi, ma troppo cari. Andiamo alla posta. Grosso striscione con annuncio di una promozione. Ne troviamo uno a 62.000 con sim e crediti per 6000 franchi. Lo prendo. Per padre Benoit di Tchamba.
Avverto Aruna di portare la pompa dalle suore se riesce a ripararla. Alle 10,30 sono a Kolowaré. Denise mi aspettava prima di preparare gli ignami. Aveva bisogno di soldi per comperare pomodori e olio. Le dico di prendere tutto il neccessario che le pagherò.
Aveva portato nel cortile della missione il suo foyer a carbone, casseruole e piatti in metallo.

La pompa riparata e riportata alla missione

Verso le 11 vedo arrivare una moto. E' Aruna con un figlio di Tayrou che mi riporta indietro la pompa riparata. La proviamo: funziona come prima. Ha trovato il guasto e l'ha riparata. Smontiamo tutto e portiamo pompa e tubi nel magazziono interno.Va poi in chiesa per mettere a posto le condutture delle toilettes che hanno una perdita. Ripara il tutto, cambia qualche giunto. Il lavoro l'aveva fatto lui nel 1984. Materiale vecchio di 20 anni... qualche giunto era fuori uso.
Mentre attendiamo che gli ignami siano pronti facciamo una chiacchierata nel salone. Mi racocnta la storia di Tayrou distrutto dalla politica. Quando c'è stata la liberalizzazione politica non ha scelto il partito del presidente. La polizia ha fatto una discesa a casa sua e gli ha distrutto le macchine. Lui era qui a Kolowaré. E' stato radiato dal ministero dei lavori pubblici. Era uno dei dirigenti del Dipartimento di Sokodé. Ha perso il lavoro. Non è mai stato reintegrato. Ha dovuto scappare in Ghana per due anni.
Dò ad Aruna per lavoro alla pompa e in chiesa, più viaggio a Kolowaré 10.000 franchi.
Iniziamo a mangiare verso le 13. Ci mettiamo tutti sotto gli alberi. Chiedo a Bernard di andare a comprare un po' di bibite: birra, aranciata, Shweeps. Anche Aruna e il suo aiutante mangiano con noi. Manca solo Jacob e il suo aiutante che arrivano dopo le 14. Mi fermo con loro fino alle 14,30, poi mi stendo un momento. I giovani continuano a chiacchierare sotto gli alberi. Si fermano fino alle 15.
Alle 15 Bernard va a comprare assi per fare un armadio per la stanza.
Dopo la messa vengono i Germain, il presidente del Consiglio Parrocchiale e Barthelemy, il direttore della scuola di Alibi. Parliamo ancora dei tre pozzi di cui il villaggio avrebbe bisogno, della solidarietà dei poveri, cioè come condividere quel poco che abbiamo: il poco di ognuno messo insieme diventa moltissimo! Barthelemy presenta poi una domanda per la scuola rurale di Lora che sta mettendo in piedi. Vedremo insieme quello che si potrà fare.
Alle 19 arriva Bernard per fare un po' di Kotokoli, ma stavo ancora preparando qualcosa da mangiare, e poi volevo preparare le messe di domani: suor Félicité rinnova i suoi voti temporanei. A letto alle 21.

28 agosto

Dopo messa viene Dyoulé: gli dò 3500 franchi per il lavoro e 2000 da dare a Patrick, l'elettricista, per le prestazioni alla missione. Dò poi 50.000 franchi a Bernard: 30.000 per i suoi servizi e 20.000 per fare l'armadio per la camera. Chiamo Denise e le dò 10.000 franchi per le pulizie alla missione e 5.000 per ieri, cibo, bevanda e tempo dato alla festa.
Alle 9,30 telefono a Jean Marie di Tchamba: volevo invitarli a pranzo domani. E' per strada, sta arrivando. Arriva poco dopo. Offro loro le bevande che restavano di ieri. Porta la spoletta che mancava per la macchian da cucire, ma si accorge che è non nuova e la riporta indietro. Regalo a Benoit il telefonino nuovo acquistato ieri a Sokodé. Offro anche i fagiolini datimi da Pascal. Si fermano poco perché alle 10,30 ho la messa dalle suore per la festa di Sr Félicité.

Suor Félicité rinnova i suoi voti

Arrivano suor Maria Luisa e Jeanne. Ci sono le ragazze: Solange, Sylvie, Marie e Sylvain che fanno da corale. Eucaristia con rinnovamento dei voti. Cerimonia intima. Dico due parole sulla sofferta ricerca di Dio di Agostino e il suo desiderio di condividere la sua fede contro tutti coloro che seminavano dubbi sulla persona di Gesù Cristo. Cerimonia dopo l'omelia presieduta da Etta.
Pranzo solenne sotto la tettoia. Con tutti gli invitati. Ad un certo momento sento due ragazze che dicono: "ubi ibi..." e giù a ridere! Si ricordavano la mia storiella del monaco e le sue ultime parole.
A tavola manca Sylvain. Gli ho dato 20.000 franchi per acquistare ignami per gli amici lebbrosi. E' andato al mercato al posto di venire a pranzo. Domattina voglio regalare qualche igname agli amici lebbrosi assidui della messa domenicale in Vaticano.
Come spesso capita avevo capito male a proposito del prezzo dei tuberi. Mi aveva detto 500 o 400 franchi. Avevo capito che ogni tubero costava quel prezzo e gli avevo dato 30.000 franchi per 50 tuberi. Ma me ne dà indietro 10, dice che 20 bastano. Gli dico anche di acquistarmi una pinza che devo rendere alle suore perché quella presa in prestito non si trova più.
Nel pomeriggio vengono alla missione suor Jeanne e suor Maria Luisa a visitare i luoghi rinnovati. Stiamo insieme un buon momento: visitano tutto, esterni ed interni. Apprezzano il lavoro fatto. Ora la missione è abitabile. Spero di abitarci a lungo.

Il prezzo degli ignami

Partono le suore ed arrivano Pascal e Sylvain. Hanno trovato gli ignami, ma non la pinza: mi rende 11.500 franchi. Mi spiega: 3 tuberi a 400 oppure 300 franchi, e non ciascuno. Dò a ciascuno 15.000 franchi per comprare due pecore, più 10.000 a Pascal per il lavoro di imbianchino della missione.
Parliamo della manutenzione della missione dopo la mia partenza. Sylvain assicura che verrà lui stesso ogni giorno ad innaffiare i fiori e che il consiglio parrocchiale si occuperà delle erbe del giardino e della pulizia generale per gli esterni. Per gli interni ci sarà Denise.
Mentre conversiamo arriva uno in bicicletta. Pascal esclama: “Porta la pinza che ha trovato”: 900 franchi. Sylvain cerca di far abassare il prezzo, ma niente da fare. Passano poi due signori sulla strada: “E' il sindacalista di Sokodé, venuto per rinnovare il contratto di mia figlia e di Jusitne con le loro insegnanti sarte”. Mi mostra il documento che aveva con sé. Avranno il diploma il prossimo anno. “Mi pare che questa presenza sia importante, dico, così le ragazze sono tutelate”.
Sylvain mi ricorda che devo dare qualcosa a Jean Marie per l'aiuto nello studio del kotokoli. Lo farò. E' stato il primo a darmi una mano.
Si fermano fino alle 18, poi arriva Bernard e mi porta il cacciavite con il manico rifatto. Domani renderò alle suore pinza e cacciavite.
Alla sera recito rosario in giardino con la luna piena: sembrava un sole al tramonto.

29 agosto

Alle 6 Pascal mi avverte che arriverà in “Vaticano” alla fine della messa con gli ignami. Iniziamo con qualche minuto di anticipo. Oggi il Vangelo è proprio adatto a noi: gli amici di Gesù sono i poveri, gli ammalati, gli storpi, gli zoppi. Non poteva essre un vangelo più appropriato alla nostra situazione. Alla messa delle 8 il Consiglio Parrocchiale fa un saluto. Ringrazio tutti: suore, villaggio, comunità cristiana, tutti coloro che hanno lavorato alla missione. Alla fine della messa Sylvain avverte che martedì arriva padre Fréderic: si fermerà tutto il mese.

Cure di bellezza ai piedi

Dopo messa Pascal distribuisce quaderni ai chierichetti. Dò 10.000 franchi a Jacob per i lavori alla missione e 10 mila a Jean Marie per aiuto linguistico. Scendo per comprare pagnes, ma la signora è sulla strada. Passo dal capo villaggio: è nei campi. Al ritorno trovo la signora che sta spulciando un arbusto per prodotto di bellezza da mettere ai piedi. Mi fermo e faccio qualche foto a lei e ai suoi piedi.
A mezzogiorno preparo riso e invito Pascal e Sylvain. Termino il riso datomi da Sylvain e le bevande comperate ieri. Il guardiano Bernard porta indietro i vuoti e gli lascio le 2400 di resto.
Alle 14,30 vengono Bernard, Sylvain e Pascal. Mettiamo a posto la roba e la portiamo dalle suore. Rendo tutto quello che è loro, metto i miei stracci in una vecchia valigia e i libri in uno scatolone. Mettendo a posto i magazzini ci accorgiamo che hanno portato via anche il Gresyl, oltre alla pinza. Siamo un po' amareggiati, ma non dobbiamo essere troppo severi, dico loro. I sospetti sono puntati su uno del gruppo che non è venuto alla festa comune. Può anche darsi che non sia lui, ma qualcuno molto vicino alla missione.

In cerca di carbone

Preparo tre buste con 10.000 franchi ciascuna: per Caritas, per elettricità missione, per scolarità a 4 scolari: Emmanuel, Patrick, Nadège, Moïse. Andiamo con Sylvain a cercare carbone sulla strada di Alibi. Facciamo alcuni villaggi e casolari. I nostri amici hanno un mucchio di carbone davanti a casa loro, ma non ci sono. Vediamo sacchi ovunque, ma hanno tutti un nome: una donna è passata prima di noi e ha comperato tutto. Al ritorno passiamo dal capo villaggio per un ultimo saluto. E' ancora nei campi. Alla missione troviamo la corale Ste Cécile venuta a salutarmi e ad auguare buon viaggio. La moglie del maestro di Alibi ha del carbone da darci. Sylvain e suor Etta vanno a prenderlo. Adorazione alle 17,30. Viene Lot e i ragazzi a salutarmi. Dopo cena vado un momento dalle suore per saluti finali. Poi pulizie generali, metto a posto le ultime cose, raccolgo i resti in un sacchetto per Bernard. Lo avverto di svegliarmi alle cinque se non vede la luce accesa.

30 agosto

Mi alzo alle 4,30. Bernard mi chiama verso le 5. Mentre sistemo gli ultimi indumenti nella valigia, va via la luce. Ho la candela e fiammiferi sottomano. Ultimo caffé con ultimo panino. Consegno a Bernard il sacchetto, sconnetto il frigo, sto per prendere quello che resta delle suore per portarlo da loro, quando Bernard mi chiama: Etta con la macchina è davanti al cancello. Esco e trovo Suor Félicité, Pascal, Denise e qualche altro: venuti per gli ultimi saluti. Félicité andrà più tardi per le pulizie generali e riprendere quello che appartiene alle suore.

Partenza da Kolowaré

Partiamo poco dopo le 5,30 con il furgoncino carico, soprattutto di carbone per le suore di Lomé. Con noi c'è il figlio del muratore Jacques, il giovane che ha avuto il suo bac e che pensa al seminario. Dovrebbe frequentare l'università. Lo conduciamo fino a Sokodé. Dalle suore incontraimo Maria Luisa che ci accoglie. Suor Jeanne è andata a messa. Carichiamo altra roba. Come compagno di viaggio abbiamo un insegnante. Alle 6,40 siamo in strada. Durante il viaggio ci racconterà le sue disavventure: licenziato dalla scuola perché aveva chiesto il suo salario che non gli veniva dato da mesi.

I Cinesi non hanno più alcool

Sosta ad Anié per acquistare alcool nello zuccherificio cinese: terminato. Ce ne sarà di nuovo il I° ottobre. Da loro costa 570 franchi al litro, a Sokodé 1750. I guardiani della ditta dicono che si può trovare in città a 750 franchi al litro. Etta vedrà al suo ritorno.

Al DFA di Lomé

Difficile, come sempre, l'accesso di Lomé: caotico e strade dissestate. Riesco a trovare la casa senza difficoltà. Siamo al DFA, alla sede del Distretto Africano SMA verso le 11.
Casa tutta in ristrutturazione: grandi lavori di sitemazione della parte nuova acquistata di recente. Ci accoglie André. Con lui ci sono due seminaristi. Uno, Jeremie Sutter, keniamo, in attesa del suo passaporto rimasto in Benin, dovrebbe partire per la RCA. Ha appena ottenuto la sua patente. L'altro, Benedict della Nigeria, segue scuola guida per avere la patente.
Etta con il compagno di viaggio, che conosce bene Lomé, parte quasi subito per commissioni in città. Sarà poi a Beh dalle sue suore. Domani va in Benin per un incontro di una settimana della Provincia d'Africa. Tony assente: partito in mattinata a Calavi per accompagnare tre seminaristi.
Nel pomeriggio alle 16,30 telefona Gray, il linguista della SIL, da Kara. Spiacente che non abbiamo potuto incontrarci. Mi aveva chiamato a Kolowaré. Andrà un mese negli States in Ottobre, poi in novembre sarà a Lomé per una sessione. Dobbiamo vederci. Ci siamo incontrati per la prima volta a Tamié qualche anno fa.
Alle 19,30 torna padre Tony dal Benin. Tony è sempre sulle strade a causa dei seminaristi. Questa è la loro casa e il loro centro di smistamento. Tutto fa capo qui e tutte le pratiche, visti, passaporti, vaccinazioni, destinazioni, partono da qui dove risiede il Consiglio del Distretto.