Amici sulle strade e ovunque

1° giugno: una giornata a Sokodé

Verso le 9 parto a Sokodé. Passo alle Hydroliques, ma Gollé non c'è. Faccio un salto in vescovado per chiedere dichiarazione del vescovo per rinnovo visto. Basta il nome e la congregazione. Sulla strada del vescovado ci sono i gendarmes. Passo a salutarli. Quello che mi accoglie, cordialissimo, dice che viene spesso a Kolowaré per cercare i banditi che portano i ragazzi in Nigeria. Lo invito a passare a trovarmi alla prima occasione. Passo da Tchakala e chiedo alla segretaria di fare alcune scansioni: 300 franchi l'una. Ne lascio 6. Scarico e invio posta.

L'incontro con il presbiterio di Sokodé

Alle 11,45 sono da Urbain. Credo di essere il primo. Come al solito arriva in motoretta. Poco alla volta arrivano anche gli altri. Non ci sono solo i preti di Sokodé, ma anche altri da parrocchie vicine o... lontane. Mi chiede di accompagnarlo dalle suore dell'Assunzione a cercare vivande. Avevo capito che dovevamo andare a cercare un prete. Queste riunioni di preti sono molto importanti. Si nota subito un grande spirito di fraternità e di collaborazione. Sono vicino a Piotek, il “direttore des Oeuvres”. Mi dicono che ha uno scanner. Gli chiedo se mi può scannerizzare alcune foto. Gli parlo del sito. E' disposto a darmi una mano. Mi parla del sito della Caritas nazionale e africana. Sono pronto a collaborare. Incontro quasi tutti i preti di Sokodé, anche quelli che non avevo mai visto. C'è anche il direttore dell'insegnamento diocesano, che oggi compie cinquant'anni, con la moglie. Il parroco Epiphane mi presenta al presbiterio. Parte in vacanza in luglio e sarà assente un paio di mesi.

Studi in Russia

Mi fermo fino alle 14,30, poi torno in città. Trovo Gollé che mi presenta al vice-direttore delle Hydroliques. Racconta il suo curriculum. E' un ingeniere. Ha studiato 7 anni in Russia. Disposto a farci i pozzi. Spiega che il deposito deve essere messo in banca per eventuali riparazioni alle pompe. Non è per pagare il lavoro di trivellazione dei pozzi che sono fatti con contributi arabi. Un uomo cordiale e affabile. Passo a ritirare le scansioni da Tchakala. Ne inserisco una davanti al giovane che lavora ai computer. Vuole imparare a fare pagine web. Alle 15,30 sono di ritorno a Kolowaré. Rosario con Félicité alle 17,40. Poi vespri in cappella. Rimaniamo a conversare fino alle 20,30. Mi racconta la storia della sua famiglia, dello zio medico, e di tutte le difficoltà che ha incontrato nel suo lavoro. Un uomo deciso, senza paura, sempre prono a lottare anche se ha trovato ostacoli e intralci ovunque.

2 giugno: il sito sui Kotokoli e Kolowaré

Ha piovuto fino poco prima della messa. Iniziano ormai le piogge. Prima delle 8 sono in casa parrocchiale. C'è un giovane che viene per pulire il giardino. Lavoro al sito tutta mattina. Copio nuovi testi sulla divinità, sugli stregoni, sulla malattia, morte, e inserisco. Verso le 11 passa Jean Marie e vediamo insieme i tek piantati davanti alla missione. Lascia una parte della buca senza terra affinché l'acqua penetri più facilmente. Non ci avevo pensato. Avevo suggerito di coprire tutto. Sbagliando. Mi dice che alla fine del mese si vedrà se hanno attecchito o no. Ma non ci dovrebbero essere problemi. Alle 12 torno dalle suore e sosto in cappella in attesa di Félicité che arriva verso le 12,15. Lot, il cuciniere, è veramente bravo. Ha preparato fagioli e una buona salsa per il riso che restava. Félicité va al dispensario alle 15 e torna alle 16,30. Lavoro ancora a mettere a posto pagine su Kolowaré. Rosario alle 17,30. Vespro alle 18,30. Verso le 19 ritornano Etta e Petrina, la regionale. Contente del loro viaggio a Siou e di essere riuscita a risolvere i problemi. Dopo cena mostro le pagine su Kolowaré. Ci sono le foto che non vanno bene. Devo trovarne di più belle.

3 giugno: un marito che si occupa poco della famiglia

Oggi festa dei martiri ugandesi. Dico due parole sulla loro vita e martirio, sul loro coraggio di essere cristiani in un ambiente ostile e pagano. Con Etta vedo la possibilità di accompagnare Petrina a Lomé. Telefono a Tony. Mi aveva accennato ad un viaggio a Calavi. Tony richiama in mattinata e ci mettiamo d'accordo. Viaggio confermato. Domani scendo con Petrina e accompagnerò Tony in Benin. Partiremo dopo le 8 perché devo aspettare Piotek. Deve portarmi le scansioni. A Lomé vedrò per il mio visto. Andremo anche a vedere per i libri sul Togo.

I casi della vita

Mentre lavoro in casa parrocchiale viene a trovarmi Marie, sposata da vent'anni. Cinque figli. Il marito Louis non si occupa della famiglia e non le dà nulla, neppure un po' di mais, che pure coltiva. Vende i prodotti dei campi, non tiene nulla per la famiglia, intasca il denaro e se lo mangia. E' venuta per un consiglio: non vorrebbe più preparare da mangiare per il marito, ma solo per i figli. Venuta solo per questo. Le dico il mio parere. Padre Charles Cuenin la conosce bene, così pure le suore e il parroco. Le suore danno una mano alle figlie. Una di loro vuole farsi suora, e un figlio prete.

Organizzare un viaggio

Il nostro cuoco è proprio bravo. Oggi ci ha preparato un couscous che si mangiava che era un piacere. A tavola ci accorgiamo che domani è venerdì e che non c'è messa al mattino. Petrina suggerisce di partire presto. Si può celebrare in cattedrale alle 6. Decido di fare un salto a Sokodé per incontrare Piotek e avvertirlo che domani non ci sono. Ma sono indeciso perché alle 14 scoppia un furioso temporale, e la pista diventa difficile, mi dice suor Etta. Parto ugualmente verso le 15.... ed è tutto vero. Acqua e pozzanghere ovunque, la pista è molto scivolosa. Sto anche attento di non inzaccherare troppo quelli che camminano ai bordi della strada. Non sempre ci riesco e mi lanciano improperi.

Una pompa per il pozzo

Passo a salutare Gollé con il quale avevo un appuntamento sabato. Lo porto con me. Andiamo da Piotek. Abita in un grande terreno riservato alle opere diocesane. Gli lascio il dischetto e lo avverto che domani non ci sarò. Può lasciare il dischetto con i documenti al cuoco, dato che passa per andare a Tchamba. Facciamo un salto dal riparatore della televisione che ci prende in giro da alcuni mesi. Ancora niente. Passo dalle Suore. Soeur Jeanne ci invita a celebrare da loro e non in cattedrale. Depongo Gollé alle Hydroliques. Mi dice di portargli la pompa Yapi che la metterà a posto. La installeremo alla missione. Alle 16,45 sono a Kolowaré. Cerco pompa yapi da portare a Sokodé per verifica. Se va bene la mettiamo alla missione. Trovo qualcuno dell'OCDI di Sokodé venuto per il progetto biblioteca. Si metteranno a posto i vecchi magazzini. Darò una mano.

4 Giugno: verso Lomé

Alle cinque scoppia un grosso temporale. Partiamo alle 5,30 sotto l'acqua, Petrina ed io. Strada cattiva e scivolosa. Messa dalle suore a Sokodé. Colazione alle 6,30. Partiamo poco dopo le 7. Non piove più. Metto cinquemila di benzina, poi altre cinquemila ad Atakpamé. Strada a tratti brutta, ma viaggio senza problemi. Verso Lomé Petrina telefona per avvertire che arriviamo. Il tratto più brutto è all'entrata di Lomé. Pranzo con le suore.

Il costo dei libri

Con Tony passo dal regionale. Mi dice avermi inviato un mail di Varoqui. Ne ho ricevuti tre. Tornando passiamo in una libreria. Troviamo tanti libri interessanti sull'Africa, ma mi sembrano eccessivamente cari. Ne compro libri, ma vado in crisi a causa del prezzo. Alcuni nostri maestri prendono 10.000 franchi al mese, e un libro costa 39.500, un altro 19.000. Sono stato male tutta sera.

Ospite del Distretto Africano

Passiamo in parrocchia e troviamo suore dello “Spirito Santo”. Tony conduce una suora nella sua comunità. Ci offrono bevande più un sacchetto di frutta prima di partire. Sono cinque suore di cinque nazionalità diverse. A casa c'è solo Padre André. Padre Mike è in Irlanda. Padre Innocent negli States. Tony scannerizza foto dai libri comprati e lavoro alle pagine su Kolowaré. Ne prendo alcune anche dalle sue foto digitali. Incontro anche padre Fabien che sarà il nuovo economo. Ceniamo alle 19, poi un po' di News internazionali. Lavoro alle pagine di Kolowaré.

5 Giugno: matrimonio con problemi

Dopo colazione lavoro con Tony fino alle 9, poi inserisco foto nelle pagine. Lavoro fino alle 11. Andiamo alla SIL, l'Istituto di Linguistica, ma oggi è chiuso. Torneremo lunedì. Partiremo in Benin lunedì pomeriggio. Nel pomeriggio lavoro ancora alle pagine, poi chiamo Tony e gli mostro il procedimento per inserirle nel sito. Le carico senza difficoltà.

Questo matrimonio è da fare?

Alle 18 siamo nella parrocchia per la messa. Ci doveva essere un matrimonio alle 15, ma è stato spostato alle 18. Una donna è andata dal vescovo per denunciare lo sposo: aveva avuto due figli con lui. Hanno dovuto regolare il problema. Lo sposo ha sottoscritto un documento in cui si impegnava ad occuparsi dei due figli, altrimenti niente matrimonio.
Grande festa malgrado il disguido. La folla dei presenti non sembrava troppo disturbata dall'evento. Mi sono augurato che la sposa fosse al corrente del problema, e che non lo avesse saputo quel pomeriggio. Si è fatto tutto insieme: matrimonio e messa prefestiva, con due corali; una era prevista per il matrimonio, l'altra per la messa. Tony doveva celebrare, invece ha celebrato un altro prete amico degli sposi.
Terminiamo dopo le 19,30. Cena verso le 20. Telefonata dall'Italia: mio cugino Giorgio non sta bene, e si trova all'ospedale. Prima di partire mi aveva detto: “Non so se mi troverai ancora al tuo rientro”!

6 Giugno: pregare a Lomé

A colazione ricco scambio con padre André. Mi parla dei suoi impegni pastorali, oltre al suo lavoro di archivista. Sosta in cappella. Ho bisogno di stare un po' da solo per entrare in me stesso, rivedere la mia vita e ringraziare il Signore di tutto, specialmente di questi mesi.

Una comunità cristiana a Lomé

Partiamo alle 8,40. La chiesa è vicina. Arrivando vedo un sacco di gente seduta fuori e attorno alla chiesa. Chiedo se c'è qualche festa particolare... “E' sempre così” mi risponde André. Chiedo allora se è la messa delle 7. “No, quella delle 6”. E' terminata alle 8,15. Noi iniziamo alle 8,20 e finiamo alle 10,15. Celebrante principale il nostro padre André. Concelebro con lui. Una chiesa gremita.
All'interno c'erano almeno 6/700 persone. Ne ho contate grosso modo quattrocento nella navata centrale, altre duecento ai lati, senza contare i bambini nel presbiterio e tutti quelli fuori alle finestre laterali e davanti alla chiesa. Una comunità che non solo cantava e danzava, ma che pregava intensamente. Era una incontro di fede e non folcloristico. La corale sosteneva e guidava l'assemblea.
Osservavo due bambinette accanto a me, nel presbiterio: danzavano, cantavano, sorridevano da sole, incuranti dell'assemblea. Dopo la comunione dico due parole per salutare i presenti riprendendo l'introduzione dell'omelia del padre.
Nel pomeriggio lavoro alla pagine sui Kotokoli. Carico una nuova pagina sui capi tradizionali. Notizie trovate nei giornali. Invio mail alla misna sul traffico dei bambini da Kolowaré alla Nigeria. Invito ad essere cauti. Nel tardo pomeriggio torna un padre della Fondazione che lavora in Argentina. E' di Lomé. Tre giorni di viaggio. André lo porta a casa. In serata chiama mio frtaello Eliseo e mi dà notizie del cugino Giorgio all'ospedale. Conferma che sta molto male.

7 giugno: nel seminario maggiore

Levata 4,40. Poco dopo le 5 partiamo con André al Seminario Maggiore. Lodi, meditazione, Eucaristia con il seminario. Una cappella con 215 giovani. Fa impressione. Non ero più abituato a vedere questi tipi di spettacoli. A colazione incontro Frédéric, prete kotokoli. Va spesso a Kolowaré durante le vacanze: estive, Natale, Pasqua. Parliamo di Kolowaré e dei Kotokoli. Lo invitiamo a pranzo.

Il lavoro linguistico della SIL

Al ritorno con Toni facciamo un salto alla SIL. Compro parecchi documenti sulla lingua tem: 3200, ma Toni mi invita a lasciare 4000 mila. Trovo mail di Tony Masante e di un suo collega che ha scritto alla nostra banca per il denaro inviato dalla loro banca per la costruenda biblioteca per invitarli ad accelerare i tempi per l'accredito e di farlo, possibilmente, senza spese.
Toni mi avverte che partiremo subito dopo pranzo. Mi chiede come sto con i visti. Mi pare essere a posto. Potrei avere un problema al ritorno in Togo, dato che il visto è valido per una sola entrata. Vedremo cosa mi diranno alla frontiera.

La visita del professor Frédéric

Verso le 13 arriva padre Martin da Kinsasha. Doveva sbarcare a Cotonou, ma la pista era ingombra da un aereo di Air Ivoire finito nella natura. Viene a pranzo Frédéric, kotokoli, e professore ti teologia al seminario maggiore, incontrato al mattino in seminario, fratrello della provinciale nda. Un incontro molto bello e fraterno. Parliamo dei Kotokoli, gli mostro il sito, mi suggerisce qualche miglioramento di terminologia. Fra poco parte in vacanza in Svizzera. Passerà a salutarci quando arriva a Sokodé dove ha la sua famiglia.

L'amico di Tchamba alla frontiera

Partiamo verso le 14,30. Con noi c'è anche Martin. Problemi a non finire per uscire da Lomé causa pioggia: fila di camion e macchine che non riuscivano a transitare nella zona del porto. I poliziotti facevano quello che potevano, cioè imprecare. La frontiera è a cinquanta km. Alla frontiera trovo uno di Tchamba. Lo saluto in kotokoli. Guarda il mio visto, poi la lettera del vescovo: nessun problema. Cominciamo a fraternizzare. Gli parlo del mercato di Tchamba, del telefono che funziona meglio che a Lomé, della...moglie del presidente che ha la villa a Tchamba. Poi polizia del Benin. La poliziotta che mi “accudisce” ha l'aria severa, ma fa il suo lavoro. Sosta poi per la macchina: i padri sma sono conosciuti. Via senza problemi.

Sulle traccie di padre Borghero

Viaggio interessante per 150 km. Passiamo sulle tracce di padre Borghero: Porto Seguro, Petit Popo, Ouidah. Siamo a Calavi poco dopo le 19. Visitiamo il nuovo centro in costruzione e la nuova chiesa: imponenti. Opera del Superiore Bruno. Ha trovato un amico ingeniere e architetto che ha preso a cuore le costruzioni e che trova i fondi. Calavi si avvia a diventare un centro di spiritualità.
Dopo cena passo a salutare Giampiero con Martin e Romanus, il nuovo formatore che sostituisce Pierre Garreau destinato a Banikoara. Il parroco Samuel sta per lasciare la parrocchia. Va in Ghana come responsabile di Sowetum. Lasciamo i due giovani Martin e Romanus con i loro amici. Giampiero mi accompagna al Centro. Sto con i padri fino alle 22, poi mi ritiro.

8 giugno: il Centro Brésillac di Calavi

Eucaristia alle 7. Presiede Bruno, il superiore. Comincio ad apprezzarlo. Qualcuno dice che è un santo o un folle. Forse tutti i due. E' lui che ha trovato i fondi per la cappella con l'amico architetto di Cotonou. A colazione incontro Crépin, professore all'università, amico di Giuseppe e del Centro. Gli parlo di Jerôme Carlos.
Lo conosce. Cercheremo di prendere contatto con lui. Pare abbia una radio privata. Giampiero telefona: passerà a prendermi nel pomeriggio. Al mattino deve rimanere in parrocchia per la partenza di Samuel. Sto cercando un punto di appoggio per la ragazza che viene a fare la ricerca sulle radio libere. Lungo scambio con Giuseppe sui problemi comunitari a Genova e qui.

Ritrovo Carlos dopo 8 anni

Provo a telefonare ai familiari di Félicité, ma senza troppo successo. Crépin, l'amico di Giuseppe, riesce a trovare il n. di Carlos. Lo chiamo. Proprio lui. E' da anni che lo cercavo. Ci vedremo domattina con Bruno. Al pomeriggio vado con Giampiero a Cotonou dalle Suore nda per chiedere se possono ospitare la ragazza che viene per ricerca sulle radio: ok. Telefoniamo alla famiglia di Félicité. Verranno in serata a portare lettera. La suora prepara pacchetto per Félicité. Passeremo a ritirarlo l'indomani. Giampiero compra madonnine da portare in Italia. Dopo cena sto con Tony, Bruno e Giuseppe. Discussione animata sui candidati non ammessi a Nairobi e altrove. Secondo me dovrebbero avere un consiglio per decidere sulle persone. Bruno e Giuseppe sono amareggiati e sorpresi da certe decisioni.

9 giugno: con Bruno a Cotonou

Alle 7 sono in cappella. Non c'è messa. Mi fermo fino alle 7,30. Colazione. Bruno mi dice che partiamo verso le 10 e che mangeremo in città. Deve vedere alcune persone del quartiere a causa del rumore assordante di una moschea vicina. Specialmente al venerdì: il loro altoparlante invade tutto il quartiere, e la gente si lamenta. Mi chiede di presiedere l'Eucaristia della sera.

La radio di Carlos

Partiamo alle 10,45. Bruno conosce Cotonou e arriviamo senza problemi a radio capp fm 99,6. Troviamo Jerôme: una festa. Ci mostra gli studi della radio. Verrà a fare un servizio sul centro, magari anche per il 25. Pronto a dare una mano alla ragazza per la sua ricerca. Passiamo dalle suore a prendere pacchetto per Félicité e lettera dei familiari. Avrebbero anche due pacchi per Kolowaré, ma non possono darmeli ora, passarà Giampiero a ritirarli. Toni potrebbe portarli a Lomé il 25 quando ritorna a Calavi per il giuramento. Facciamo il giro di alcuni negozi per materiale informatico. Compero tastiera.

La Maison Régionale SMA

Passiamo alla parrocchia di Saint Michel. Riunione di decanato. Ci invitano a pranzo. Parrocchia immensa: 7 messe al giorno con quattro preti. Tutto un cantiere. Andiamo a pranzo alla Maison Régioanle. I padri sono tutti fuori. Trovo un gruppo di spagnoli e un seminarista sma del DFA che assicura la permanenza. Compro libro sui “Contes e Bibbia” di Guichard. Siamo a casa verso le 15,30. Preparo due parole per omelia alla sera. Sto leggendo “Monne” di Kourouma. Dopo messa Giampiero viene a cercarmi. Vado a cena da loro. Samuel sta lasciando la parrocchia. Per intanto va negli States a sostituire un parroco. Poi andrà in Ghana. Con lui ne partono parecchi altri. Tutti per cercare qualche soldo e sostituire preti in vacanza. A tavola c'è Jean Baptiste: viene dall'Egitto. Conosce bene l'arabo e la cultura araba. Sarà lui il nuovo parroco. Giampiero rientra in Italia fine mese.

10 giugno: “Se hai bisogno di me sono qui”

Presiede Toni e racconta la storia mossi dei due amici, il calebassier, il cauri inghiottito e sulla novità portata da Gesù Xto. Partiamo verso le 8,30. Dopo mezz'ora di macchina mi accorgo di aver lasciato al Centro la mia borsa. Toni cerca di telefonare. Non c'è nessuno. Torniamo indietro noi. Perdiamo un'ora di tempo. Viaggio senza problemi.

Le due frontiere al ritorno

Alla frontiera un po' lunghi quelli del Benin. Fanno passare altri prima di noi. Sono lì seduto tranquillo, ogni tanto sorrido. Alla fine mi ridanno il passaporto con il timbro. Sorrido di nuovo, ringrazio e auguro buon lavoro lanciando una sommessa benedizione. In Togo chiedo dell'amico di Tchamba, dato che non era al tavolo di lavoro. Lo chiamano e arriva. Ci salutiamo ancora in kotokoli e cominciamo di nuovo a scherzare. Prende il passaporto e sparisce, mentre Toni è seduto accanto a me per le pratiche con un altro poliziotto. Dopo qualche minuto ritorna con il visto e il timbro di uscita: “Se hai bisogno di me, sono qui, mi dice, mi chiamo Apoh”. “Quando vai a Tchamba, dato che la strada passa davanti alla mia porta, ti fermi, c'è una birra fresca in frigo che ti aspetta”, gli rispondo. Intanto anche Toni ha terminato la registrazione e passa nell'ufficio vicino a farsi timbrare il passaporto. Ancora sosta alla dogana: vogliono sapere cosa contiene il grande scatolone per suor Petrina preso dalle suore a Cotonou. E' sigillato e non sappiamo. Toni parlotta un po' poi lo lasciano andare.

La “non strada” di Lomé

Arrivando nella zona del porto di Lomé ci fanno fare una deviazione. Una “non strada” nel cuore della città. Ad un certo momento fiancheggiamo un mercato alternativo di pezzi d'auto di ogni genre. Prbabilmente roba rubata, o forse di ricupero. Perdiamo mezz'ora. Siamo a casa alle 13. Ci aspettavano con il cancello aperto. Nel pomeriggio passo a salutare le Suore di Nostra Signora degli Apostoli nel quartiere di Beh. Verso sera vengono con me al Distretto Africano. Si fermano a cena, Toni le riporta poi a casa. Alla sera riempio formulari per visto. Lascio a Toni passaporto.