Storie anyi della Costa d'Avorio

Diversi tipi di sedute narrative

La seduta seria

Si possono distinguere tre grandi modi di raccontar favole. Ognuno ha una sua configurazione, che dà origine a tre differenti tipi di sedute: una seduta di tipo serio, una a carattere più teatrale e un'altra che chiameremmo popolare, e che sta tra i due tipi suddetti.
In questo tipo di seduta si presentano solo racconti seri: il narratore non vuole dare spettacolo e, dato l'argomento trattato, può anche esigere che tutti i bambini siano allontanati..
Dal punto di vista del contenuto, questi racconti sono di solito semanticamente ricchi, lunghi ma non noiosi. Il narratore ha coscienza di non scherzare, sa di trasmettere una parola profonda e pregna di significato, con lo scopo di porre dei problemi alla comunità, e tende a istruire i suoi ascoltatori. Non c'è alcun elemento coreografico come supporto della parola né alcun tentativo di creare una particolare atmosfera. Il narratore emerge solo perchè è un maestro della parola: la sua sola arma è la parola, non lo spettacolo..
Egli sta seduto, non dispone d'un coro né di strumenti musicali, ha intorno il pubblico, un agente ritmico o epicentro che ritma la sua parola. Esiste un dialogo fra narratore e pubblico..
Al pubblico è richiesta un'attenzione costante e vigile, pur senza elementi esterni che lo aiutino nella sua partecipazione, perchè il centro dell'interesse è la parola del narratore che avvince col suo fascino..
Questo tipo di sedute è stato osservato, per esempio, fra i Bete. Fra i Bona le sedute, pur avendo alcuni elementi in comune con il tipo ora descritto, hanno però un carattere diverso.

Prevalenza dell'aspetto ludico

La seduta-teatro è molto più popolare e diffusa. Il narratore appare più attento agli aspetti teatrali e spettacolari che non alla parola e al contenuto: la parola ha bisogno di tutto un supporto per poter essere detta. Nella vita quotidiana l'artista non ha un'esistenza diversa da quella del suo popolo, almeno in linea generale: vedremo più oltre il caso specifico dei griots. .
Di solito il narratore è un agricoltore che trascorre la maggior parte della giornata nei campi, da cui principalmente trae il suo sostentamento. Può dedicarsi anche alla caccia, e non di rado lo si vede arrampicarsi sulle palme o abbatterle per estrarne la linfa: è dunque un uomo come tutti gli altri. .

Un narratore travestito d donna

In questo tipo di seduta, a cui partecipano anche i bambini, generalmente l'aspetto giocoso ha la preminenza sul contenuto, sul messaggio: il racconto diventa spettacolo, gioco, rappresentazione e tende più a divertire che a istruire. Il messaggio non è assente, ma non è l'elemento principale, e proprio per questa ragione lo scopo precipuo del narratore è dare spettacolo. Eccolo allora mimare, gesticolare, cantare, danzare davanti alla folla, in un dialogo continuo con essa, accompagnato da uno strumento musicale. Rappresentante di questo modo di narrare è, per esempio, Okro Nomel, un artista-contadino che vive attualmente a Ousrou, nella sottoprefettura di Dabou, fra gli Adjukru. La sua arte e il suo talento sono conosciuti in tutta la Costa d'Avorio. Una sua particolarità è quella di raccontare in lingue diverse spesso all'interno di un solo racconto. Okro è un vero poliglotta: parla correntemente, oltre l'Adjukru, sua lingua madre, il Diula, il Baule, l'Anyi, l'Avikam, l'Abiji, il More, e il francese, cioè il petit français..
Egli si presenta in pubblico travestito da donna, e il suo travestimento non è gratuito. Un giorno Okro perse la sorella. Disperato, dopo l'inumazione, rimase a lungo al cimitero, solo sulla tomba, piangendo e invocando lungamente la morta. Ecco allora l'incantesimo. Lasciamo a lui la parola per descriverlo: "I miei desideri di rivederla furono esauditi. Mia sorella mi apparve sorridente e mi disse : "Fratello mio, non piangere, non piangere molto. Là dove sono io non ci sono pianti... se tu piangi io non sarò in pace. Se piangi offuschi il mio soggiorno piacevole. Allora, asciuga le tue lacrime e ascoltami. Ecco, d'ora in avanti, quando presenterai uno spettacolo, ti travestirai da donna. Io mi 'trapianterò' in te, i tuoi gesti saranno i miei gesti, io li compirò in te e per te". Dopo queste parole la sorella sparì ". Da allora, ogni volta che presenta uno spettacolo, Okro si esibisce vestito con i panni della sorella. .

Il personaggio del griot, cantastorie

Possiamo far rientrare in questa categoria il personaggio del griot, cioè del cantastorie professionista. Come già notava S.M.Golberry negli anni 1785-87, questi cantastorie presentano alcuni tratti in comune con i narratori popolari. "I cantastorie - scrive Golberry - sono i giocolieri, i saltimbanchi, i poeti dell'Africa, e anche i musici. Le donne cantastorie sono delle donne saltimbanco ... Esse raccontano storie, danzano, leggono la sorte, traggono l'oroscopo e fanno le sensali d'amore"..
Questa presentazione limitativa non deve però farci perdere di vista la vera funzione di tali personaggi, che va ben oltre quella dei comuni narratori di favole..
Anche se oggi il cantastorie per vivere è spesso costretto a mettere a profitto la sua arte o a lavorare con le proprie mani, nei tempi passati aveva uno "status" ben diverso. .
Ecco, a questo proposito, come si esprime Djibril Tamsir Niane, un profondo conoscitore della società mandingo: "Anticamente i cantastorie erano i consiglieri del re, i depositari delle costituzioni del regno e il loro unico lavoro consisteva nella loro memoria... Nella società africana tradizionale (...), ove ognuno aveva il suo posto, il cantastorie ci appare come uno dei membri più importanti, quello a cui, dal momento che non esistono archivi,, è affidato il compito di conservare nella sua memoria,leggi, usanze, tradizioni, norme ataviche di governo"..
I cantastorie stessi hanno coscienza del proprio valore. Mamadou Kouyatè, il cantastorie che ha raccontato l'epopea mandingo di Soundjata a Niane, così si autodefinisce: "Noi siamo dei sacchi pieni di parole. Siamo dei sacchi che racchiudono segreti plurisecolari...l'arte della parola non ha alcun segreto per noi. Senza di noi i re cadrebbero nella dimenticanza. Noi siamo la memoria degli uomini. Con la parola ridiamo la vita ai fatti e alle gesta dei re davanti alle nuove generazioni...affinchè la vita degli antenati serva d'esempio. Il mondo è vecchio; ma ha le sue radici nel passato"..
Benchè a prima vista possano sembrare simili, ci sono alcune sostanziali differenze tra i nostri narratori contadini e i cantastorie. Per esempio, il cantastorie esercita il suo mestiere a tempo pieno, mentre i nostri narratori sono semplici agricoltori che esercitano solo occasionalmente l' arte del dire. La professione del cantastorie non si riduce, inoltre, solo a raccontare favole: il loro talento si esplica in mille modi diversi, anche se debbono la grande rinomanza di cui godono proprio all'abilità dimostrata nel raccontare favole. Per riprendere la formula di Colin, possiamo dire che "non tutti i narratori sono cantastorie, ma tutti i cantastorie sono degli eccellenti narratori".

La seduta popolare

Questo tipo di seduta è attualmente diffusa fra i Bona. Fra i Bona non esiste una netta differenza fra racconti seri e racconti unicamente giocosi, come si nota in altri gruppi etnici della Costa d'Avorio. All'interno di una stessa seduta si possono trovare i due generi di racconto..
Fra i Bona non esistono cantastorie professionisti,o, quando se ne incontrano, non sono di origine Bona e la loro funzione è estremamente ridotta: a Koun Fao ve n'è uno proveniente dall'Alto Volta. Il suo compito è unicamente quello di annunciare le riunioni alla sottoprefettura o al villaggio. Il sottoprefetto si serve di lui come "altoparlante pubblico"..
Egli passeggia nelle strade del villaggio con un piccolo tamburello, accompagnato dal figlio con il medesimo strumento sulla spalla..
In zona Bona vi è un tipo di seduta che possiamo collocare a metà strada tra le due viste più sopra, nel senso che essa non è né unicamente seria né unicamente giocosa. .
I suoi tratti salienti sono in gran parte comuni a quelli del primo tipo di seduta..
La maggior parte dei narratori sono gente comune, senza particolari doti artistiche: nella vita quotidiana sono, di solito, semplici agricoltori. Il narratore può essere uomo o donna e si distingue dagli altri unicamente per la sua capacità a manovrare la parola: non tutti infatti hanno lo stesso talento e le stesse capacità..
In ogni villaggio vi sono però persone che emergono sulle altre per il proprio talento e che generalmente tutti conoscono, come Louis Kwame a Koun Abronso e François Kwakou a Koun Fao. Il narratore non è travestito né accompagnato da strumenti musicali, e gli elementi coreografici o teatrali sono ridotti al minimo. Non esiste un coro propriamente detto: è la folla a fare da coro e a dialogare costantemente con il narratore soprattutto attraverso il canto. E' presente l'epicentro, che ritma la parola del narratore durante tutta la seduta e che non è fisso, poichè persone diverse possono assumere questa funzione..
Pur gesticolando e mimando la parola, abitualmente il narratore non danza, ma sta seduto immobile su di una sedia. La sua arte si concentra tutta nella parola che dice e ha come supporto unicamente la mimica personale e le varie modulazioni della voce. Le sedute tendono a divertire ma, unendo l'utile al dilettevole, hanno come scopo ultimo di educare e di istruire ed è proprio per questa ragione che si permette ai bambini di assistervi. Ogni racconto trasmette un messaggio che ciascuno percepisce secondo le proprie capacità: un bambino lo percepirà in modo diverso da un adulto, che conosce tutti gli elementi della sua cultura..
Tutto quanto si dirà nelle pagine che seguono concerne unicamente questo terzo tipo di seduta, a cui abbiamo partecipato personalmente più volte.