CAPITOLO 7.




Tutto se stesso per la missione

Una missione ben organizzata!

1-2-3 FEBBRAIO 1862: I confratelli sono in buona salute e pieni di zelo per la missione e il bene delle anime. Suddividiamo le nostre attività nel modo seguente: padre Fernandez è costituito vice-superiore al posto mio per tutti i casi nei quali sono assente; padre Lafitte è incaricato di tutto il materiale della casa. Padre Courdioux dirige la classe superiore. Il signor Cloud dirige la scuola di canto ed è ufficialmente incaricato delle cure agli ammalati, della farmacia e della medicina. Il mulatto Joaquin, sacrestano ufficiale, dirige l'ultima classe. Padre Fernandez si occupa del catechismo. Le scuole incominciano il 10 febbraio come si deve, con grande soddisfazione di tutti. Dieci ragazzi vivono con noi al forte. Una trentina di altri ragazzi vengono a scuola dal di fuori; quasi tutti sono o discendenti di antichi brasiliani o dei loro schiavi, o schiavi liberati dal Brasile e ritornati nel loro paese. Tutto va avanti bene. Ecco il regolamento della casa: levata alle 6, alle 7½ si dice messa alla quale tutte le classi partecipano; alle 9 cominciano le classi che durano fino alle 9½. Alle 10 si mangia; a mezzogiorno si chiude il forte e si fa silenzio: quelli che vogliono si riposano; i ragazzi lavorano in silenzio. Alle 2, classe di canto per gli uni, esercizi vari per gli altri, poi scuola. Il tutto finisce alle 4½; alle 5 si cena, poi si resta in ricreazione fino verso le 7. Di domenica si canta messa alle 9 e c'è la benedizione col Santissimo Sacramento nel pomeriggio. Io prendo parte un po' al lavoro di tutti; il signor Cloud si occupa molto bene dei malati.

Alla ricerca di luoghi per nuove missioni.

22-24 MAGGIO 1862: Rendo visita a parecchi miei amici a Lagos; prendo informazione su di una futura missione. Mi accorgo che questa città è la più importante del litorale e il centro naturale della missione. Essa conta più di 30.000 abitanti indigeni, parecchie centinaia di persone del posto ritornate dalla schiavitù del Brasile, fra i quali più di 200 cristiani. Piazzata alla foce di due grandi lagune e parecchi grandi fiumi, da essa facilmente si può raggiungere Porto Novo, Epi e Abeokuta, tre capitali importanti. Pur essendo malsana per posizione, essa è avvantaggiata per il commercio interno e per via mare. Informo padre Planque di tutto ciò e scrivo pure a Propaganda Fide.

Si intravedono i primi risultati.

19 SETTEMBRE 1862: Nonostante le sofferenze, i nostri lavori vanno avanti bene e così pure la nostra opera di missione. Padre Courdioux dà un bell'impulso alla scuola che è molto frequentata. Talvolta ci sono 100 ragazzi, ma la media è sui 60. Tutti imparano a leggere, a scrivere, e il catechismo a memoria. Padre Lafitte presiede i lavori e ha in mano la responsabilità del materiale. Io mi occupo soprattutto della spiegazione del catechismo che si fa fuori dalla scuola. Raduno perciò i catecumeni nella cappella. Ho con me due interpreti. Comincio a dare la spiegazione in portoghese, poiché più della metà capisce questa lingua. Poi un interprete traduce in lingua gegi, un altro in lingua nango. La grazia di Dio fa il resto. I nostri catechisti se la cavano bene in questo loro lavoro.

Il desiderio di fare conoscere Cristo non ha confini.

APRILE 1864. Nota. Dato che tutto va abbastanza bene, abbiamo creduto opportuno allargare il cerchio della nostra azione pensando alle altre missioni. Una è Porto Novo, e l'altra Lagos. Quest'ultima località è la più importante del nostro Vicariato, sia per la sua posizione centrale, che per il numero di persone disposte al cristianesimo. Teniamo d'occhio anche un altro obiettivo. Si tratta della città di Abeokuta, di cui si dicono meraviglie a causa della sua grande popolazione che sembra ammonti a 100.000 anime, come pure per la sua posizione, essendo lontana dai litorali umidi, e perciò più sana. Per di più essa è la capitale morale e in parte anche politica della grande nazione dei nango.

21 MAGGIO 1864: Siamo di ritorno a Lagos dopo aver compiuto un viaggio pieno di pericoli. Dalla nostra visita ad Abeokuta risulta che questa città offre un'eccellente posizione sia dal punto di vista igienico, che per le sue relazioni con il Nord. Infatti dal Nord il traffico converge su Abeokuta e tutto lascia credere che gli egba siano abbastanza ben disposti a lasciarci stabilire tra di loro.

NOTE ALL'INTRODUZIONE

"Padre Borghero e la missione di Ouidah nel loro contesto storico".

1. Così era chiamata a quel tempo la regione costiera dell'attuale stato del Benin, che fino al 1975 si chiamava Dahomey. Per tutti i riferimenti geografici si veda alle pagine 24-25 la cartina disegnata da p. Borghero nel 1865 per la Société de Géographie di Parigi cfr nota 4).

2. Quasi inesistente risulta la letteratura biografica su padre Borghero, essendo state prodotte solamente alcune note sintetiche: DOUAU N., OKE F. M., Borghero (P. François): 1830-1892. Fondateur et premier Supérieur du Vicariat du Dahomey, in: AA. VV., Dictionnaire Bio-Bibliographique du Dahomey, Porto Novo, Institut de Recherche Appliquée du Dahomey (I.R.A.D.), 1969, pp. 48-50; GUILCHER (R. P.), Le premier missionnaire catholique à la cour des Rois du Dahomey, in: L'Echo des Missions Africaines, Lyon, XXXVIII, 4, 1939, pp. 98-100.

3. Sulle esperienze missionarie nella regione nei secoli precedenti, cfr: LABOURET H., RIVET P., Le Royaume d'Arda et son évangélisation au XVII siècle, Paris, Institut d'Ethnologie, 1929, Travaux et Mémoires de l'Institut d'Ethnologie-VII (Comprende la riproduzione di un catechismo redatto da alcuni missionari cappuccini nel 1658 nella duplice versione in lingua spagnola e Adja - lingua parlata nel regno di Allada (Arda), conquistato dal Dahomey nel 1724 -: Doctrina Christiana; y explication de sus Misterios, en nuestro idioma Espanol, y en lengua Arda, Año 1658, en Madrid, por Domingo Garcia Morras, planches I-XIV); e il recentissimo studio di Robin Law: LAW R., Religion, Trade and Politics on the Slave Coast, Roman Catholic Mission in Allada and Whydah in the Seventeenth Century, in: Journal of Religion in Africa, XXI, 1, 1991, pp. 44-77.

4. Gli articoli, pubblicati nelle versioni francese e italiana degli Annali della Propagazione della Fede, sono i seguenti: Missioni del Daomei. Africa. Lettera del Sig. Borghero, Sup. della Missione del Daomei, al Sig. Planque, Sup. del Seminario delle Missioni Affricane in Lyone (Whydah, li 28 aprile 1861), Lione, vol. XXXIII, 1861, pp. 380-393; Missioni del Daomei, al Sig. Planque, Sup. del Seminario delle Missioni Affricane (Vidah, li 30 settembre 1861), Palermo, vol. XXXIV, pp. 160-177; Missioni d'Affrica. Lettera del Sig. Borghero, Superiore della Missione del Dahomey, al Sig. Planque, Sup. del Seminario delle Missioni Affricane (Abomé, li 27 novembre 1861), Lione, vol. XXXIV, 1862, pp. 153-156; Missioni del Daomei. Relazione di un viaggio del sig. Borghero, Superiore della Missione del Dahomey, al Sig. Planque, Sup. del Seminario delle Missioni Affricane (Whydah, giugno 1862), Palermo, vol. XXXV, 1863, pp. 7-35; Missioni del Daomei. Relazione intorno lo stabilimento delle missioni nel Vicariato Apostolico del Daomei. Dal signor abate Borghero spedita al signor abate Agostino Planque, Sup. delle Missioni affricane in Lione (Vidah li 3 dicembre 1863). (Prima Parte: Nozioni Generali), Palermo vol. XXXVI, 1864, pp. 301-319; Missioni del Daomei. Relazione sullo stabilimento delle missioni nel Vicariato Apostolico del Daomei: dal sig. abate Borghero spedita al sig. Agostino Planque, Sup. delle Missioni affricane in Lione (Vidah, li 5 dicembre 1863). (Seconda Parte: Nozioni più particolari al regno del Daomei), Lione, vol. XXXVII , 1865, pp. 83-116; Missioni d'Affrica. Vicariato Apostolico del Dahomé. Lettera del sig. F. Borghero, sup. della Missione del Dahomé, al sig. Planque, Sup. Gen. del Seminario delle Missioni Affricane (Agosto 1866), Lione, vol. XXXIX, 1867, pp. 109-126; Missioni d'Affrica. Vicariato Apostolico del Daomé. Lettera del sig. F. Borghero, sup. della missione del Daomé, al Sig. Planque, Sup. Gen. del seminario delle Missioni Affricane (Continuazione e fine), Lione, vol. XXXIX, 1867, pp. 232-245.
Passi più o meno lunghi estratti dai succitati articoli venivano riportati in numerose pubblicazioni missionarie del secolo scorso; fra le tante, ne ricordiamo alcune in lingua italiana: TONOLLI Roberto, Un missionario trentino tra i selvaggi dell'Africa tenebrosa, Trento, Tipografia Ed. Artigianelli, 1899; BOUCHE Pietro, I negri nei loro paesi. Costa degli Schiavi, in: La Nigrizia, Verona, II, 1884, pp. 53-58, 89-92, 154-157; III, 1885, pp- 60-64, 87-92, 193-196; IV, 1886, pp. 20-32, 73-80, 58-63.
Segnaliamo, inoltre, due articoli di padre Borghero che accompagnavano la pubblicazione di una Carte de la Côte des Esclaves da lui disegnata con dovizia di dati e sulla base di ricognizioni dirette nel 1865: in: Bulletin de la Société de Géographie, Parigi, serie V, vol X, 1865, pp, 171-176; XII, 1866, pp. 73-89 (riprodotto in: LAFFITTE I., Le Dahomé. Souvenirs de voyage et de mission, Lyon, Tours ed., 1876, pp. 9-23; e, infine, i brani inclusi in CHAPPET E., Quatre années au Dahomey, in: Bulletin de la Société de Géographie de Lyon, Lyon, IV, 1881, pp. 35-58 (estratto pubblicato col titolo: Etudes sur les Côtes occidentales de l'Afrique. I) La Côte des Esclaves; 2) Journal d'un missionaire au Dahomey, d'après les Notes du Père Borghero, 1881, pp. 29, 1 carte).

5. Cfr in particolare: SALVAING Bernard, L'image du noir chez les missionaires (et les voyageurs). (Côte des Esclaves et pays Yoruba. Deuxième moitié du dix-neuvième siècle, environ 1841-environ 1891), Paris, Université de Paris VII, thèse de Doctorat de III cycle, 1981; BRASSEUR Paule, Missions catholiques et administration française sur la côte d'Afrique, de 1815 à 1870, in: Revue Française d'Histoire d'Outre-Mer, LXII, 1975, pp. 415-445 (la parte dedicata alle attività della SMA nella Costa degli Schiavi copre le pp. 440-443).

6. Cfr COQUERY-VIDROVITCH C., La mise en dépendance de l'Afrique Noire: essai de périodisation, 1800-1970, in: Cahiers d'Etudes Africaines, XVI, 61-62, 1976, pp. 7-57; Idem, Gezo, in: CHARLES-ANDRE J., COQUERY-VIDROVITCH C., MORSY M., PERSON Y.(a cura di), Les Africaines, Paris, Jeune Afrique, 12 voll., 1977-78 (vol.I, pp. 143-168).

7. Cfr SCHNAPPER B., La politique et le commerce français dans le golfe de Guinée de 1838 à 1871, Paris, Mouton & Co., 1961.

8. Sulle Missioni protestanti nella Costa degli Schiavi, cfr: ELLINGWORTH P., Methodism on the Slave Coast, 1842-1870, in: Society for African Church Bulletin, II, 3, 1967, p. 239; e, IDEM, Christianity and Politics in Dahomey, 1843-1867, in: Journal of African History, V, 2, 1964, pp. 209-220.

9. Cf. NARDIN Jean-Claude, La reprise des relations franco-dahoméennes au XIX siècle. La mission d'Auguste Bouët à la cour d'Abomey (1851), in: Cahiers d'Etudes Africaines, VII, 1967, pp. 59-126.

10. Fra i numerosi studi dedicati a questo tema ricordiamo: VERGER P., Retour de "Brésiliens" au Golfe du Bénin au XIX siècle, in: Etudes Dahoméennes, Porto Novo, IFAN, n.s. n. 8, 1966, pp.5-28; IDEM, Flux et reflux de la traite des Nègres entre le Golfe du Bénin et Bahia de Todos os Santos (du XVII au XIX siècle), Paris, Mouton & Co., 1968; IDEM, Influence du Brésil au Golfe du Bénin, in: Les Afro-Américains, Memoires de l'IFAN, n. 27, 1953, pp. 11-99; BASTIDE R., Les apports culturels des Africains en Amérique Latine: essai de synthèse, in: Cahiers d'Histoire Mondiale, XIII, 2, 1971, pp. 333-352. Anche questa rivista ha dedicato un numero a questo argomento: Afriche, 1989/1, n. 1.

11. FREYRE G., La formation de la société brésilienne, traduzione dal portoghese di Roger BASTIDE, prefazione di Lucien FEBVRE, Paris, Gallimard, 1974 (prima edizione 1952; edizione originale in lingua portoghese 1933).

12. CURTIN P., The British Image of Western Africa, 1967.

13. Preceduto in ambedue i casi da una breve nota introduttiva, un estratto del diario di padre Borghero incentrato sul tema dei sacrifici umani è stato pubblicato in BOCCASSINO R., Il sacrificio umano praticato dagli Acioli dell'Uganda e da altri popoli niloti e nilo-camiti, in: Anthropos, Freiburg, LXI, 3-6, 1966, pp. 637-678 (Appendice: Notizie del Padre Francesco Saverio Borghero (SMA) sul sacrifizio umano a Dahomey (1860-64), pp. 667-678); e in: SURDICH F., Il contributo di F. Saverio Borghero alla conoscenza del Dahomey, in: Miscellanea dei Storia delle Esplorazioni, Genova, Bozzi, II, 1981, pp. 191-209 (Appendice, pp. 197-211).

14. LARTIGUE J., Festa delle usanze. Data dal re di Daomei nel mese di luglio 1860 (Estratto dal giornale d'un europeo, il quale fu, durante un mese e mezzo, testimonio di questi fatti), in: Annali della Propagazione della Fede, Lione, vol. XXXIII, 1861, pp. 151-158.

ANNOTAZIONI ESPLICATIVE AL DIARIO DI P. BORGHERO

1. Nel suo diario p. Borghero trascrive in questo modo il nome del paese che noi siamo più soliti vedere scritto Dahomey. E' utile precisare inoltre che l'attuale Diario di p. Borghero, da cui sono tratti questi brani, fu redatto dallo stesso nel 1876, armonizzando le sue note scritte in alcuni quaderni negli anni di missione in modo di diario con le lettere e i rapporti che inviò dal Dahomey a p. Planque, superiore della SMA.

2. Isola di fronte a Dakar (Senegal), tristemente famosa perché durante il tempo della tratta degli schiavi in essa questi ultimi venivano ammassati, prima di essere imbarcati per le Americhe.

3. Padre Borghero assieme a padre Fernandez (spagnolo) e a padre Edde (francese), sono i componenti della seconda spedizione missionaria in Africa della SMA.

4. Freetown fu fondata nel 1792 su iniziativa di filantropi inglesi con l'obiettivo di reinsediare in Africa degli ex-schiavi provenienti dall'Inghilterra e dall'America Settentrionale.

5. La prima Missione in Africa della SMA si era conclusa con la morte per malattia di tutti i cinque missionari a Freetown (Sierra Leone) nel 1859, a pochi mesi dal loro arrivo. Tra di essi c'era anche Mons. De Brésillac, fondatore dell'Istituto.

6. E' la trascrizione inglese del nome dell'attuale città di Ouidah (così trascritto secondo l'ortografia francese). Nel secolo scorso fu un centro marittimo-commerciale di prima importanza, sviluppatosi soprattutto durante il periodo della tratta degli schiavi.

7. San Tommaso è una delle più importanti isole del Golfo di Guinea colonizzate dai portoghesi fin dal 1485. Nel 1514 il re del Benin inviò un'ambasceria ai portoghesi in parte per lamentarsi delle attività svolte dai mercanti, ma anche per invitare nel regno dei missionari cristiani. Cfr John Fage, Storia dell'Africa, SEI, Torino, 1985, pp. 225-226. Colonia portoghese fino al 1975, oggi forma la Repubblica di Sao Tomé e Principe.

8. Si tratta del Dicastero Romano di Propaganda Fide, fondato nel 1568, con lo scopo di "sviluppare la religione cattolica nei territori delle Indie Orientali e Occidentali", e che sovrintendeva all'organizzazione ecclesiastica dei territori delle Missioni.

9. Scoraggiato e spaventato dalle difficoltà della vita in missione, p. Fernandez aveva deciso di abbandonare Whydah e il lavoro missionario.

10. La barre è formata da immense ondate successive di forte intensità, tipiche dell'Oceano Atlantico sulle coste africane, che rendevano pericolose le operazioni di sbarco e di imbarco dalle navi ancorate solitamente a grande distanza dalla riva.

11. Paese dell'Africa Occidentale, situato tra la Sierra Leone e la Costa d'Avorio. Fu così chiamato dagli americani, che nel 1821 lo scelsero come territorio di asilo per i loro ex-schiavi liberati. Nel 1847 divenne repubblica indipendente.

12. Si tratta di un incendio del forte avvenuto la sera precedente a causa di un fulmine.

13. Il rappresentante del re del Dahomé e governatore della città di Whydah.

14. Come spiega Borghero a pag. 60 del suo Diario, il re del Dahomé "è anche padrone del forte, dopo l'abbandono del governo portoghese, che però si dice continui sempre ad averne il possesso".

15. Si tratta di ragazzi scelti per diventare catechisti e preti, formati nella fede e nella morale cristiana nel Collegio di Puerto Real, nei pressi di Cadix (Spagna) dal padre Papetard.

16. Isola non molto lontana dalle coste del Camerun, così battezzata dall'omonimo navigatore portoghese. Oggi è chiamata Bioko, e fa parte dello stato della Guinea Equatoriale.

17. Si tratta probabilmente di Kumasi, allora capitale del grande regno ashanti nell'attuale Ghana.

18. Uno dei ragazzi ex-schiavi riscattati e cresciuti alla missione. Morirà in mare per naufragio, mentre col p. Puech era in viaggio per raggiungere la Francia.

19. Questo brano e i seguenti son tratti dai Renseignements, note che p. Borghero ha aggiunto alla fine del suo diario. Il presente brano si trova alle pagg. 640 e seguenti del manoscritto.

20. Renseignements, pag 618 e ss.

21. Renseignements, pag 635 e ss.

22. Termine portoghese, ripreso anche dall'inglese e del francese, che indicava i capi africani locali.

23. I sacrifici umani erano necessari per propiziare l'aiuto dei feticci al re del Dahomey, costantemente impegnato in guerre con i governanti vicini.

24. Antica nave da guerra a vapore, leggera e veloce, che serviva a trasmettere ordini e informazioni da un porto all'altro.


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