Le confraternite

Islamizzati dalla famiglia Diop di Coki (Djolof), i Lebu appartengono alle confraternite tidjane e layenne.

La confraternita tidjane

Il fondatore della confraternita tidjane, El Hadj Malik Sy (1850-1922) propagò il messaggio di fede di El Hadj Omar Tall (1797-1864) e si stabilì a Tivaouane, presso Thiès, dove oggi il suo mausoleo costituisce un luogo di pellegrinaggio annuale (gamu). I tidjanes sono circa 2,5 milioni.

La confraternita layenne

La confraternita layenne, alla quale appartengono solo i Lebu ( circa 30.000 adepti), fu fondata da Limamou Laye (1843-1909), originario di Yoff, villaggio dove si trova il suo mausoleo, tutto bianco costruito sulla spiaggia di Diammalaye. Il Califfo della confraternita risiede però a Cambérène, luogo d'esilio del marabutto. Limamou Laye sarebbe stato l'incarnazione del profeta Maometto, mentre suo figlio, Seydina Issa Laye, quella di Gesù (Issa).

L'origine della confraternita layenne

I genitori di Limamou Laye, il cui vero nome era Libasse Thiaw, appartenevano al clan Sumbaar. Tre giorni dopo la morte della madre, Limamou Laye cominciò la predicazione del Corano. Ciò non significò per lui negazione dell'universo tradizionale pre-islamico, ma sottomissione di questo all'Islam.
Una leggenda, ovviamente negata dai membri della confraternita, racconta che fu un pesce-genio a iniziarlo ai segreti del potere.
Limamou Laye era considerato comunque il Sovrano dei mari, ai quali egli poteva ordinare di ritirarsi, e di tutte le creature che vi abitavano. Prima della sua nascita, egli avrebbe trascorso mille anni in una grotta vicino a Yoff (Khoutoum Ngor) situata in un luogo dove confluiscono i due mari che i Lebu chiamano « mare del Nord » (la parte maschile, géej wet) e « mare del Sud » (la parte femminile, géej gi). Al momento della sua nascita, il mare sommerse la grotta.
Quando la ndëpkat borom tuur di Maam Kumba Lamba prega per il malato, nomina dapprima il Profeta e i Califfi della Tidjaniya, poi Limamou Laye ed infine i tuur di Rufisque, Dakar e Yoff: che tutti possano proteggere colui che è venuto a chiedere aiuto.