Il lago Retba, più conosciuto come lago Rosa dal colore delle sue acque, è una depressione salmastra che si estende
per circa 10 chilometri lungo la costa settentrionale del Senegal, separato dall'oceano Atlantico da grandi dune di sabbia.
Situato a circa 30 chilometri da Dakar, il lago fa parte della Comunità rurale di Sangalkam nel Dipartimento di Rufisque,
Regione di Dakar.
Ci si arriva attraversando la vasta periferia della capitale in direzione Nord-Est oppure da Rufisque verso Nord-Ovest.
I due itinerari, pur non essendo cosi distanti l'uno dall'altro, offrono all'osservatore attento paesaggi diversi,
modellati dall'attività umana che li trasforma secondo le proprie esigenze di utilizzo del territorio.
La configurazione socio-spaziale della banlieue è di un agglomerato urbano ad altissima densità demografica ed in piena
espansione, dove le costruzioni, finanziate in gran parte dagli immigrati, si moltiplicano in maniera disordinata, le infrastrutture
sono insufficienti, la delinquenza giovanile in aumento, la mendicità invadente.
I vivai all'uscita della città, le officine situate lungo l'arteria che attraversa Pikine, i commerci e i banchetti di frutta e biscotti
sulla route de Rufisque a Thiaroye sur mer, il grande mercato di frutta e verdura di Thiaroye Gare, le abitazioni di Boune,
Yeumbeul, Malika e Nakurab sono perennemente sommerse dalla polvere: sabbia sollevata dal vento, da passi di migliaia
di persone in continuo movimento, da montoni e tori in libertà, da carretti tirati da cavalli, da camion che vanno e vengono
dalla spiaggia ai cantieri edili o da quelli che, carichi di spazzatura, si dirigono alla discarica di Mbeubeuss.
Mercatini settimanali ai bordi delle strade dissestate, fognature rotte, scheletri di case non terminate ma già occupate
ci accompagnano fino all'incrocio per il lago Rosa. Si svolta a destra.
Dopo l'Ospedale tradizionale di Keur Massar, il villaggio di Niaga wolof, il maneggio Ibra Deguen Tanor, i camping turistici (Kër Kanni, Les Jardins du lac, Chez Salim), la Villa du lac Rose – unico rifugio per animali abbandonati esistente in Senegal aperto da un italiano e sua moglie- e il villaggio di artigiani-artisti provenienti da Pikine, si arriva alle collinette di sale splendente, concentrate su questo lato del lago. Piroghe silenziose sulle acque violette, donne dai foulard colorati che scaricano vaschette di sale, uomini che contrattano, bambini che raccolgono il fiore del sale, ragazzi del luogo che seguono i turisti proponendo loro spiegazioni, visite guidate e acquisti di quadretti fatti con la sabbia, di collane di conchiglie, di maschere di legno. Un po' più in là uno dei due villaggi stagionali abitati dai salinai: panni stesi al sole e buon odore di cucina.
Lasciando Rufisque, invece, dopo aver attraversato le rosse dune continentali, si incontrano gli allevamenti di montoni,
e dolci niayes, depressioni umide tra le dune gialle coltivate a ortaggi e a frutta, le palme, le acacie, gli eucalipti. Sangalkam,
Bambilor, Gorom, Déni Biram Ndao, Déni Niayes, Déni Guedj, il villaggio stagionale di Khar Yalla (« Aspettando Dio »)
e la zona inondabile del lago, riempita dalle acque solo durante l'hivernage.
Qui tutto è pace e silenzio poiché da questa
parte del lago non vi sono attività lavorative. Essendo gli alberi lontani, il vento spazia e stropiccia la superficie dell'acqua,
le onde spumose color lilla depositano lentamente la schiuma bianca salata, qualche uccello si apposta sulla riva.
Dalla parte opposta si trovano le verdi conche coltivate a cavolfiori, melanzane, rape, patate, pomodori e carote, e verso
Ovest le bianche dune litorali coperte da un tappeto di aghi di filao, poi l'immensa distesa di sabbia che corre senza
interruzione fino a Saint-Louis.
E' la Grande Côte, che si sviluppa verso Nord, in direzione opposta alla Petite Côte, che va da Dakar a Joal. Il clima
è di tipo saheliano, benché esso sia fortemente influenzato dalla prossimità del mare e dall'aliseo marittimo perciò le
temperature sono basse rispetto ad altre località situate alla stessa latitudine ma all'interno del Paese (in media 25,7°C),
le precipitazioni scarse, il mattino e la sera umidi, soprattutto nel periodo estivo quando soffia il vento caldo e umido
del monsone (anticiclone di sant'Elena).
Durante la stagione secca, da Novembre a Giugno, la calura combinata al deficit pluviometrico asciuga la sabbia favorendo
il movimento delle dune litorali sotto l'aliseo marittimo, contribuendo al processo di insabbiamento delle depressioni già
affaticate dalle forti temperature che, attraverso l'evaporazione delle acque, accelerano il prosciugamento di laghi e paludi.
Da Marzo a Giugno, l'aliseo continentale, l'harmattan (anticiclone maghrebino), pur non essendo cosi violento come all'interno
del Paese, porta aria secca e polverosa ed è sempre poco gradito.
Le piogge sono concentrate in Agosto e Settembre, salvo qualche pioggerellina nei mesi di Gennaio e Febbraio.
Annate secche (gli anni '70 furono eccezionali) si succedono ad annate piovose (2003), tuttavia in questa zona le
precipitazioni superano raramente i 400 mm.
Queste brevi piogge danno vita, nelle depressioni tra le dune bianche e gialle, a stagni e paludi temporanei che alimentano
i laghi Retba e Mbaouane, testimoni di una vecchia rete idrografica ormai quasi inesistente.
Due laghi che presentano comunque caratteri idrologici differenti.
Il lago Mbaouane è una depressione alimentata durante la stagione delle piogge dalla vicina palude di Sanégobidène
e rappresenta una risorsa d'acqua dolce essenziale per l'economia ortofrutticola delle niayes. Purtroppo l'evaporazione
intensa fa sì che, nello spazio di tre o quattro mesi, la deflazione eolica e l'apporto di acqua marina attraverso il cordone
litorale contribuiscano all'insabbiamento e alla salinizzazione delle sponde lacustri. Recentemente la risalita di acqua salata
al centro del lago ha dato inizio all'estrazione del sale.
Il lago Retba, situato in prossimità della costa, deve la sua origine alla chiusura di una laguna nel XV secolo in seguito
all'estensione del cordone dunario. Esso riceve le acque salate che scorrono verso il continente e che quelle dolci in
superficie non riescono a contenere, perciò esso è diventato una salina sfruttata abusivamente.