L'esodo degli Abron

L'arrivo degli Abron - La tradizione orale

L'opinione degli anziani di Tabagne e Tangamourou

Possediamo un documento redatto nel 1965 da un gruppo di giovani. L'inchiesta è stata effettuata nel 1965 presso gli anziani di Tabagne e di Tangamaurou, due villaggi Abron.
Gli Abron... sono originari di Doma e sono imparentati con gli Ashanti. Sono i discendenti dell'antico villaggio di Doma situato tra gli attuali Ghana e Costa d'Avorio. Si tratta di un litigio di dinastia, di un malcontento di un fratello geloso.
Atta Pangni e Atta Kouman erano due fratelli gemelli. Alla morte del loro zio, Tua Kintegne, fondatore del regno di Doma, i due fratelli entrarono inevitabilmente in conflitto. Quando, secondo la tradizione, Atta Pangni venne riconosciuto come legittimo erede, Atta Kouman non volendo intendere ragione, lasciò il paese, essendo riuscito ad impadronirsi del seggio. Andò a stabilirsi con i suoi simpatizzanti a ovest del paese, verso l'attuale Costa d'Avorio.
Ma i Domafo (abitanti di Doma), indignati per la condotta del fuggitivo vennero con la forza a riprendersi il seggio. Non fu cosa facile. Infatti, aiutato dai Koulango, Atta Kouman resistette per sette anni all'assalto dei Domafo.
Alla fine fu vinto e ucciso nella battaglia di Tagne. La loro fuga li condusse sino a Soko, villaggio situato a sette Km da Bondoukou.
Il villaggio era, all'epoca, occupato dai Koulango. Come tutti i popoli sedentari, i Koulango avevano perso le loro virtù guerriere...Di fronte alla sconfitta degli Abron, fuggirono senza fiatare e abbandonarono il loro villaggio. Ma gli Abron... non li saccheggiarono.
Tano Daté fu l'immediato successore di Atta Kouman. Fu chiamato dunque lui a condurre i superstiti verso sud. Ma qui la storia si divide in due parti che daranno origine a due clan, il clan Yacassé e il clan Zanzan.
Come in tutti i paesi le guerre sono sempre seguite dal riscatto degli ostaggi. Dopo la battaglia di Tagne fu incaricato un uomo di sangue regale, Adjoumani Badou, di reperire il denaro necessario per il riscatto degli ostaggi. Adjoumani Badou venne dunque con sua moglie a Wolobidi, vicino a Bondoukou, per prendere a prestito del denaro... Un giorno, avendo accompagnato qualcuno al campo, scoprì un cumulo di oro. Adjoumani Badou si affrettò quindi a prendere tutto ciò che poté trovare, e andò così a riscattare tutti i suoi compatrioti prigionieri.
Al suo ritorno, avendo condotto gli Abron prigionieri, chiese al capo di Bondoukou un terreno per stabilirvisi. Per sbarazzarsi di questi vicini ingombranti li(1)affidò ad uno dei suoi schiavi dicendogli: "ya bron nzan", che significa : "conducili lontano". Udendo la parola "zan" gli Abron, che ignoravano la lingua del paese, credevano che si trattasse di un luogo. Ecco perché chiamarono Zanzan il villaggio che fondarono sul luogo indicato loro dallo schiavo.
Durante quel tempo Tano Daté procedette verso sud e attraversò il paese Koulango. Nessuno gli resistette e non dovette combattere. La sua corsa lo condusse sino alle rive del Dioré, un affluente di Comoé. Non potendo attraversare il fiume in piena, fondò sulle sue rive il villaggio di Yacassé. Ecco perché il villaggio di Yacassé eredita due volte su tre, è il suo fondatore che è stato detentore del seggio preso a Doma.
Tano Daté aveva attraversato il paese come nomade, senza cercare in alcun modo di imporsi. Fu Adjoumani Badou Kpagnini che mise i Koulango sotto la dominaziona abron. In occasione del suo insediamento a Tangamourou, Adjoumani Kpagnini aveva ricevuto dai Koulango, in segno di amicizia, un montone e cento ignami.
Questo dono fu infausto per i Koulango, e a memoria d'uomo non si sono mai visti regali più cari. Adjoumani Kpagnini, che cercava di sottomettere i Koulango, trasformò il regalo in tributo: i Koulango dovevano ogni anno, in occasione della festa degli ignami, donare al re Abron cento ignami e un montone. Questa usanza è stata abolita solo nel 1963.

Osservazioni sul testo

Questo testo è interessante per diverse ragioni, ma non è di prima mano. Si presenta come una sintesi di più racconti raccolti sia a Tabagne, villaggio del clan Zanzan, sia a Tangamourou, villaggio del clan Yacassé. Non è dunque possibile distinguere il testo originale da ciò che si apprende dallo sforzo d'interpretazione e di sintesi dei ricercatori.
I testi non sono stati raccolti da ricercatori di professione, ma da un gruppo di giovani studenti, con livelli di studio molto diversi, senza alcuna preparazione storica a questo riguardo.
L'inchiesta è stata effettuata dal 16 al 26 agosto nei villaggi di Tanda, Tangamouroi, Guiendé, Tabagne. Tutti gli inquirenti parlavano anyi. Ciò fu un "elemento favorevole maggiore per farci capire dai vecchi e dalle vecchie che noi interrogavamo" fa notare il coordinatore dell'inchiesta (2)
L'inchiesta è stata effettuata in villaggi abron e kulango, ma gli anziani capiscono perfettamente l'anyi. Un altro fatto strano riscontrato dagli inquirenti fu il caso del villaggio di Guiendé "villaggio che parla koulango, nonostante i suoi abitanti provino ripugnanza ad essere chiamati Koulango" (3)
Questi due ultimi elementi non sono trascurabili. Questo semplice fatto linguistico curioso lascia capire che c'è una forte mescolanza di questi tre popoli. Il fatto di Guiendé, villaggio che si dichiara abron, ma che parla koulango, non è tanto "un esempio eclatante della rivincita presa dai Koulango sugli Abron"(4), come lascia supporre Simon Ekanza, ma semplicemente un frutto della politica di assimilazione degli Abron.

Osservazioni del coordinatore

Dal punto di vista metodologico, seguendo il coordinatore del testo, ecco le osservazioni che si possono fare a proposito di questa inchiesta:

* l'inchiesta fu estremamente rapida. Dieci giorni sono insufficienti per raccogliere il materiale necessario per uno studio anche se poco approfondito;
* gli inquirenti non hanno sufficientemente cercato di sapere in quali condizioni è data e trasmessa la tradizione presso i popoli abron koulango, fidandosi del semplice fatto che appartengono, con gli Abron, al gruppo akan; il gruppo era costantemente ossessionato dall'idea di arrivare subito a una certa coerenza a livello dei fatti nelle diverse versioni che furono loro sottomesse. Ciò li ha obbligati a ricomporre certi fatti, a fare coincidere le versioni divergenti, per prenderne in considerazione una sola, invece di riprodurle integralmente; * un altro limite: l'eliminazione sistematica delle leggende, racconti, che, essendo scadenti o inverosimili, non sembravano credibili. Ma a fianco di questi limiti, è doveroso sottolineare gli aspetti positivi dell'inchiesta. Tre di questi ci sembrano importanti:

* l'inchiesta al magnetofono si rivela molto preziosa. Permette di essere ripetuta e di ritornare su certi fatti, parole, o espressioni, non colti subito, e di evocare e suscitare certi fatti non sospettati prima;
* gli inquirenti avevano l'immenso vantaggio di conoscere la lingua e quindi potevano liberamente parlare con i loro interlocutori senza lo "schermo" dell'interprete;
* in terzo luogo il gruppo fu grandemente favorito per la sua conoscenza delle usanze e del modo di procedere per accostarsi alle persone. Essendo dei loro, gli inquirenti furono subito accettati e accolti molto bene. Ciò è un fatto di importanza capitale che ha attinenza con il contenuto stesso delle informazioni. Non rischiavano o rischiavano molto meno di un inquirente straniero, di essere "imbrogliati" dai loro interlocutori (5)

Analisi del contenuto

Questo testo conferma, grosso modo, ciò che si conosce già dalle fonti scritte. Secondo il testo sembrerebbe che gli Abron non siano originari della regione di Koumasi, né che abbiano fondato la città. Sono considerati originari di Doma. Ciò non è affatto contraddittorio con ciò che affermano Delafosse e gli autori che fanno provenire gli Abron sia dalla zona costiera, sia da Koumasi.
Infatti Delafosse sottolinea che a un certo momento della loro migrazione, gli Abron si divisero. Questa divisione ebbe luogo a Doma, e diede nascita ad un nuovo gruppo.
Ritenendo gli Abron originari di Doma, la tradizione orale non farebbe che riferire i fatti a partire dalla suddivisione del popolo.
Senza voler cercare a tutti i costi di dare una visione storica ai fatti che non lo sono, si potrebbe anche giustificare il motivo della partenza da Doma, cioè il litigio dinastico dei due fratelli e le lotte che ne seguirono. Ciò non contraddirebbe nemmeno la vera ragione della prima partenza, vale a dire le dispute con gli Ashanti che avrebbero spinto gli Abron in un primo tempo sino a Doma, da dove migrarono nelle attuali regioni.
Il testo mostra anche come fu a partire dal loro primo insediamento che fu fatta la divisione della "chefferie" abron in due rami, come l'aveva già notato all'inizio del secolo Benquey e Tauxier. (6).
La tradizione è un racconto eziologico che conferma la pratica attuale secondo la quale il clan Yacassé eredita due volte su tre il seggio regale.
Il motivo dovrebbe essere ricercato nel fondatore del villaggio di Yacassé che era il successore diretto di Atta Kouman, il capo che era fuggito con il seggio. Il testo non dice chiaramente se il seggio rimase con Atta Kouman o se ritornò in Ghana. Una piccola frase lascerebbe supporre che il seggio si trovasse presso i fuggiaschi poiché, si dice, il clan Yacassé eredita due volte su tre perché il suo fondatore è stato il detentore del seggio preso a Doma.
Ma ciò è molto incerto. Se si è combattuto per sette anni, è giustamente a causa del seggio. Poiché il potere è simboleggiato dal seggio regale, supporto della presenza degli antenati. Molto probabilmente il seggio ritornò in Ghana, e il successore di Atta Kouman si affrettò a farne un altro, dandogli il nome del suo predecessore.
Secondo il testo, Adjoumani Badou sarebbe stato membro della famiglia regale stabilitasi a Yacassé (un uomo di sangue regale). Grazie alla sua fortuna personale, avrebbe reso un importante servizio alla causa del regno riscattando i suoi compatrioti prigionieri.
Per ricompensarlo, si sarebbe condiviso con lui il potere facendo entrare la sua famiglia nel ciclo successorio. Sarebbe questa la ragione per la quale, una volta su tre, la famiglia zanzan eredita il trono.
Un testimone di Tano Koffi lascia capire che questa condivisione del potere sarebbe dovuta alle origini nobili de clan zanzan. Tano Koffi afferma di avere la testimonianza del principe Andigra, del clan Yacassé, morto nel 1963. Eccola:
In principio, i re, venivano scelti solo nella famiglia yacassé. Era la sola ad aver diritto al seggio regale. Un giorno la regina acquista una schiava per i suoi lavori. Questa ragazza scopava il cortile, preparava l'acqua per il bagno, e accompagnava sempre la regina. Questa schiava era molto bella. Il re se ne innamorò e un giorno giacque con lei. Ne nacque un bambino: fu l'antenato dei re zanzan (19).
Adjoumani Badou è allora membro della famiglia regale? Tano Koffi non conosce né il nome del re che avrebbe preso la schiava, né il nome del bambino nato da questa unione. E' da notare inoltre che questo racconto è di origine yacassé. I re yacassé avevano grande interesse a "genealogizzare" per autenticare un intruso al potere, cioè, a inserire nella discendenza autentica qualcuno che divideva con loro il potere (20).
Si può dunque affermare che anche se le testimonianze che si possiedono, non dicono con certezza che Adjoumani Badou sia il figlio del re e della schiava, è possibile che Adjoumani Badou faccia parte di un settore collaterale di un ramo yacassé.
D'altronde questi procedimenti di nobilitare a cose fatte, qualcuno che, per diverse ragioni, ha avuto accesso al potere, sono molto frequenti. Il suo accesso al trono può non essere legato alla sua appartenenza alla famiglia yacassé, ma unicamente alla sua fortuna personale messa a servizio della regalità in difficoltà. Ecco la ricompensa: la condivisione del potere.
C.H. Perrot, nelle sue ricerche sui regni anyi de l'Indénié, mostra un fatto analogo:
Il fratello del re Koa Tiumassi, secondo della lista dinastica ufficiale de L'Indénié, si era a più riprese indebitato al gioco, e il re non trovava più nessuno che accettase di aiutarlo a pagare i suoi debiti. Al terminedi una grande riunione pubblica, era stato deciso che sarebbe stato fatto al principe ciò che doveva essere fatto(21).
A. si precipitò in soccorso del re e, seduta stante, rimborsò tutti i debiti di suo fratello. E Koa Tiumassi fece il discorso solenne, in nome del suo sucessore, di far conferire un bia a A.
(22)
Fu, forse, il caso di Adjoumani Badou che, grazie alle sue ricchezze personali e alla sua qualità di radunatore di uomini, fondò il villaggio zanzan. Aveva tutto: un villaggio ai suoi ordini, ricchezze considerevoli, forse anche una goccia di sangue regale. Le mancava solo la "chefferie"e l'ha ottenuta.
Il potere stabilito difficilmente riconosce le origini plebee di una famiglia regale. I due racconti, sopra descritti, sono formali: il fondatore del clan zanzan fu un nobile, un membro della famiglia regale, almeno da parte del padre. Se si considera che è un re yacassé che ha consegnato il racconto riguardante le origini di Zanzan, si capisce la ragione per la quale si attribuiscono a questo clan tali origini. La nobilitazione del clan è riconosciuta, ma si legge, tra le righe, un certo disprezzo dei Yacassè riguardo i Zanzan che avrebbero avuto come madre una schiava.(23)
Un ultimo elemento interessante da notare, elemento comune a Delafosse e all'inchiesta. Le due tradizioni danno più o meno la stessa giustificazione a proposito della fondazione del villaggio di Zanzan. Gli abitanti del luogo non avrebbero voluto avere troppo vicino a loro gli Abron. Li avrebbero invitati a stabilirsi lontano, sia perché temevano questi fuggitivi sconfitti, sia perché, dando ospitalità agli Abron, temevano le rappresaglie degli Ashanti.



1) Il capo di Bondoukou.
2) Bulletin d'information et de liaison de l'Université d'Abidjan , testo che riguarda la storia del popolo Abron-Koulango, 1971, n.1,54.
3) Ib.
4) Ib.
5) A proposito dell'inchiesta in questione, ecco il metodo di lavoro dell'équipe:
l'inchiesta si svolgeva la mattina e il pomeriggio: riservavamo la sera per una trascrizione degli appunti, e ogni tre giorni mettevamo in comune il lavoro fatto. Ogni gruppo consegnava il risultato della sua ricerca e in caso di necessità comunicava agli altri due le informazioni che potevano interessarli.
I gruppi erano divisi in tre équipes di tre persone ciascuna: una era incaricata di studiare l'uomo e la terra, la seconda le credenze religiose e tradizionali, la terza la storia del popolo abron-koulango. Durante questo lavoro andavamo a trovare le persone a casa loro percorrendo le loro proprietà con il magnetofono sotto braccio...Eravamo anche muniti di un questionario accuratamente preparato prima di ogni inchiesta Confessiamo, tuttavia, che non lo usammo molto, preferendo lasciar discutere il nostro interlocutore secondo la sua ispirazione, e usandolo solo quando lo stesso era senza fiato. Cit.
54 .
6) Ecco ciò che scrive Benquey a questo proposito:
La tribù degli Abron, di origine Ashanti, non è molto omogenea. E' divisa in due gruppi molto distinti e piuttosto ostili: gli Zanzan e gli Yacassée. Ognuno dei due gruppi si alterna nella designazione del re. Questa scissione di cui non si può fissare la data esatta, ma che risale a più generazioni è nata con l'arrivo degli Abron nel paese. In quel momento la tribù era governata da un solo capo. Ma uno dei fratelli di questo capo, che aveva una grande influenza a motivo della sua immensa fortuna, raggruppò attorno a lui un certo numero di partigiani con le loro famiglie. Il loro numero in seguito crebbe rapidamente, e giunse ben presto a controbilanciare l'autorità del re anche se in fin dei conti la sua famiglia designò a sua volta il re. Il gruppo usurpatore è quello dei Zanzans.

F. Clozel e R.Villamur , Coutumes indigènes de la Cote d'Ivoire, Paris 1902, Coutumes del Abrons par le capitaine Benquey , 192 7) Testimonianza raccolta a Tanokoffikro il 19 novembre 1974.
8) Vedere, a questo proposito, le pagine chiarificatrici di Davidson. B. Davidson, Les Africains, Parigi 1971, 180 e ss.
9) Cioè, in termini non espliciti, che sarebbe stato messo a morte per strangolamento, il sangue regale non doveva mai essere versato.
10) C.H. Perrot , l'histoire dans les royaumes Agni de l'est de la Cote d'Ivoire, Annales, Economies, Sociétés, Civilisations, Paris 197o, n.86, 1699.
11) Questa ostilità tra i due clan è stata notata anche dagli autori dell'inchiesta. Ecco ciò che dicono:
Tabagne, capitale del clan zanzan, ci fece l'onore di ospitarci. Vi incontrammo l'attuale pretendente al trono degli Abron... Il loro racconto stereotipato della lista dinastica, differisce un po' da quello di Yao Kalo di Tangamourou. Come spiegare questo fatto? La discordanza dei nomi del re, a partire da un dato momento, sarà dovuta al gioco delle rivalità al trono dei due clan abron zanzan e yacassé? cit 54.