L'esodo dei Bona

L'arrivo dei nuovi migranti

L'origine del termine

Dopo l'insediamento degli Abron, altri gruppi akan arrivarono nel regno abron. Si tratta degli Anyi-Bona, o Bonda, e dei Gbini. Nella sua "Histoire des peuples de l'Afrique" Cornevin spiega così il nome bona:
Alcuni Ntakiman, che emigrarono nel 1745 nell'Indenié, temendo i futuri attacchi del re di Koumassi, risalirono verso nord fino a Bondoukou, dove vengono chiamati Bonda, nda della foresta, per distinguerli dai Gamans Abrons venuti dalla savana. I Bwanda sono formati dall'unione di elementi akan, con elementi guang, koulango e mandé. I Bwanda parteciparono molto attivamente alla chefferie abron di Bondoukou.(1)
Cornevin spiega la parola bo (foresta) ma non spiega la parola nda. Termine che significa gemelli. Si potrebbe supporre che gli Anyi dell'Indéniè abbiano chiamato i loro fratelli, situati un pò più lontano: i nostri fratelli gemelli che sono in foresta.
Altri vedono nella parola bona un'analogia con la parola bonaa, vipera. Si danno due spiegazioni. I Bona sarebbero dannosi come la vipera(2)che si muove soltanto se viene toccata, se le si cammina sul dorso. Sembra lenta, calma, ma se viene provocata diventa molto pericolosa.

L'origine del popolo

Per Cornevin i Bona rappresenterebbero una parte degli Anyi-ndénié. Colloca la loro migrazione in una data molto precisa: 1745. Cornevin è tributario di Delafosse e di Clauzel che propongono questa data per la migrazione Anyi. Secondo Delafosse il re dell'esodo any sarebbe Ano Peing, già re della Costa d'Oro, ma fuggito verso ovest.
Clauzel, a proposito delle migrazioni anyi, dà questo dettaglio:
Verso il 1745, Apokou Ouaré, re degli Ashanti, ritornando da una spedizione nel Gaman (Bondoukou), razziò la tribù akan di Ntakiman o Takiman, che si trovava sul suo passaggio per ritornare a Koumassie. Un certo numero di Takiman, sotto la guida di un certo Ano, emigrarono verso sud-ovest e arrivarono vicino al fiume manzan, un po' a nord di Zaranou, e là trovarono delle miniere d'oro, e a poco a poco vi si stabilirono. (3)
Per Clauzel i Bona fanno parte di questo gruppo. Scrive ancora:
Durante il XVIII secolo, alcuni Bonda (Anyi d'origine akan) venuti da Ntakiman nel Gaman, perseguitati dai Gaman, emigrarono verso est; là furono respinti dagli Ashanti e si rifugiarono nell'Assikasso da dove era passata la loro emigrazione cinquant'anni prima.(4)
Tauxier da parte sua scrive:
Gli Anyi, in generale, appartengono al gruppo negro più evoluto che può essere chiamato gruppo Agni-Ashanti-Abron, o gruppo della Costa d'Oro e delle Costa d'Avorio. Questo gruppo sembra essersi formato al nord dell'attuale Costa d'Oro (verso il nono grado di latitudine nord, nella zona di coltura degli ignami) e esserne disceso in un'epoca che non è molto lontana (verso il XVII secolo della nostra era).
Si inoltrò nella foresta sud della Costa d'Oro, nella zona equatoriale del paese, attirato, sembra, dalla presenza dell'oro, o forse respinto dal nord da razze momentaneamente più forti. Là i clan che componevano questa razza, si disputarono aspramente il possesso dei "placers" i più ricchi. I più deboli tra loro furono espulsi verso ovest (furono gli antenati degli Agni della Costa d'Avorio) o verso nord-ovest e nord-est (furono gli Abron o Brong, più parenti prossimi degli Ashanti che gli Agni).
Gli Ashanti... restarono i padroni dei territori auriferi più ricchi e, popolo più evoluto e più disciplinato dei loro vicini e governati aristocraticamente, sparsero, in seguito, attorno a loro..... questo terror achanticus, di cui parlano gli scrittori inglesi all'inizio del XIX secolo...
Gli Agni, espulsi dai loro cugini Ashanti dai territori più ricchi in oro, colonizzarono le vallate di Comoé e di Bandama, probabilmente nel XIII secolo.
Ritrovarono in questa vallata, con la foresta che avevano appena lasciato un po' di quell'oro che apprezzavano più di ogni altra cosa e che permetteva loro di acquistare le merci inviate dal nord o le merci europee della Costa. Respinsero le popolazioni arcaiche poco numerose o meglio le incorporarono . E stabilirono un po' dappertutto, le loro piccole monarchie.(5)



1) R. Cornevin, cit. 446
2) Si tratta della bitis gabonica.
3) Clauzel e Villamur, cit.15
4) Ib. 21.
5) L.Tauxier, Religion, Moeurs, et coutumes des Agnis de la Cote d'Ivoire , Paris 1932, 18