Il lunedì 17 rajab dell'anno 703 de ll'Egira (24 febbraio 1304) nasce a Tangeri,
(Marocco) Ibn Battuta. Viene educato nelle scienze giuridiche e religiose e a 20 anni
inizia i suoi viaggi.
Come credente parte, prima di tutto, in pellegrinaggio la Mecca, ma ad Alessandria ha un sogno: "Mi sono visto portato sulle ali di un grande uccello che volava in direzione della Mecca, poi dello Yemen; mi trasportava in seguito lontano verso l'oriente, si abbatteva su una contrada tenebrosa e nerastra dove mi abbandonava".
E' il sogno premonitore che farà di Ibn Battuta il più grande viaggiatore medievale. Dirà più tardi: "Ringrazio Dio di avermi Dato ciò che desideravo quaggiù, cioè di percorrere la terra e di essere andato, per questo, più lontano di chiunque, almeno lo credo. Resta l'altra vita, ma ho una grande speranza nella misericordia di Dio".
Dal 1325 al 1353 egli compirà otto viaggi peregrinando per le vie del mondo musulmano
allora conosciuto: da Tangeri a Khanbaliq, dalle piane del Kipgiac al cuore dell'Africa nera.
Infatti nel 1352 intraprende l'ultimo viaggio in Africa. Forse incaricato dal sultano di Fez
di raccogliere informazioni sul commercio dell'oro, parte da Sigilmessa e dopo 25 giorni di
cammino, a dorso di cammello, raggiunge il villaggio di Tagaza; poi, dopo altri 24 giorni,
Oualata, situata nella provincia più settentrionale del regno del Mali, e quindi la
sua capitale, Mali.
Nella relazione dettata tre anni dopo al suo biografo egli si rivela un abile narratore, per
la ricchezza delle notizie, d'interesse etnografico, storico, geografico e soprattutto
commerciale.
Un centinaio di anni dopo, nel 1447, il genovese Antonio Malfante, farà lo stesso
viaggio di Ibn Battuta nel cuore del Sahara. Nel porto di Honeim si aggrega ad una dei
quelle carovane di arabi che collegavano il Maghreb con il Sudan. Come mezzo di trasporto
il cammello: unico animale che possa resistere per 12 giornate alla traversata del Sahara.
Per sette giorni la carovana non vede alcuna abitazione, ma solo il deserto, poi sono
avvistati i primi villaggi fortificati; arriva infine a Tueto, allora il più
grande centro commerciale dell'Africa occidentale interna.
Secondo gli studiosi i motivi che hanno indotto il Malfante al viaggio sono di ordine economico
legati all'ambiente mercantile genovese che avrebbe favorito l'ideazione dell'impresa:
ricerca dei centri auriferi e di nuovi mercati per la vendita dei tessuti.
In queste note presentiamo la personalità e gli itinerari del viaggiatore maghrebino cercando di mettere a fuoco la sua personalità, i suoi centri di interesse, i suoi limiti, le ragioni possibili dei viaggi. Seguiremo particolarmente da vicino l'itinerario sahariano perché ci interessa più direttamente, cui faremo seguire alcune considerazioni sugli imperi sudanesi con l'annessa regalità sacra. In complemento si troverà anche la relazione, sobria e concisa del Malfante e un accenno ai viaggi di Marco Polo. p>