Gomera

A sud-ovest dell'isola di Tenerife emerge Gomera, un'isola a forma di cono il cui vertice è formato dalla cima del monte Garagionay (1.500 m), inciso da profondi barrancos. Il paesaggio è impressionante: valli, montagne, falesie strapiombano sulla costa a volte formata da grandi colonne basaltiche. L'attività vulcanica si è estinta in epoca preistorica, e degli edifici vulcanici restano i camini, impressionanti monumenti basaltici in parte erosi.

Una vegetazione lussureggiante

La vegetazione è varia, rigogliosa e caratterizzata da specie endemiche che risalgono anche all'era terziaria: sono foreste di pini, faggi, lauracee come la Laurisilva canaria, felci arboree, ginepri, eriche, mirti, cacti selvatici. Disseminate tra i massicci di roccia vulcanica, degradano verso il mare vaste terrazze coltivate a banani, ortaggi e pomodori, villaggi dalle piccole case bianche.

La conquista spagnola

Isola guerriera per tradizione, sembra che gli antichi abitanti dell'isola allenassero i bambini alla lotta e alla competizione, inizialmente con blocchi di terra, poi con bastoni e poi con sassi. Nel 1488, dopo la caduta di Gran Canaria, l'isola di Gomera si rivoltò contro gli spagnoli, che, guidati da Pedro de Vera, il vincitore delle Canarie, sbarcarono per una spedizione punitiva e ordinarono il massacro di tutti gli abitanti di età superiore ai quindici anni. Per sette giorni i conquistadores si diedero ad una vera e propria caccia all'uomo. Annegarono i rivoltosi in mare a gruppi di dieci o li lasciarono morire dissanguati dopo avere tagliato loro mani e piedi. Donne e bambini vennero stipati nelle navi e venduti come schiavi.

Un linguaggio sibilante

Invece di parlare gli abitanti si esprimono spesso con fischi. E' un vero linguaggio con precise regole grammaticali che si può udire a parecchi chilometri di distanza. Un identico linguaggio sibilante è stato scoperto dal geografo americano Oscar Schmieder presso gli indiani Zapotechi, montanari dello stato messicano di Ouaxaca. Il silbo può avere una varietà sufficiente di suoni da farli corrispondere ad altrettante consonanti e vocali dell'alfabeto della lingua parlata. Per intensificare il fischio, gli isolani introducono due o tre dita in bocca o si servono delle mani come megafono.

Trampoli per spostarsi

Per spostarsi, gli isolani si servivano di grandi pertiche (astia) cosparse di grasso animale e munite di punte di ferro per far presa sul terreno. Con questi trampoli saltavano per i campi, scavalcavano i barrancos, superando gli ostacoli e spostandosi a grande velocità come se per loro non esistesse la forza di gravità.

Siti preistorici

Numerosi i siti preistorici che hanno sfidato i secoli e l'ispanizzazione forzata. Nei pressi di Chiude, un acrocoro basaltico alto una quarantina di metri e lungo un chilometro, era abitato e frequentato come luogo sacro. Un analogo tempio della montagna sopravvive ad Agulo, di fronte a Tenerife: ogni anno tutta la popolazione si reca in cima alle montagne dove si trovano gli altari dei loro antenati.