Archeologia

Gli abitanti delle Canarie vissero in uno stadio neolitico fino al XV° secolo d.C., epoca della conquista spagnola.

Strumenti di lavoro

Vari giacimenti di strumenti litici, tutti di superficie, hanno dato esemplari d'industria prevalentemente solutreana, musteriana (culture preistoriche del paleolitico superiore e medio) e ibero-mauritana (primo millennio a.C.).
Importanti fra questi sono punte di frecce e arpioni in silice a doppio taglio, triangolari, peduncolate o affilate, asce tagliate, raschiatoi in basalto, lame a triplice filo di basalto o ossidiana e piccoli mulini a mano.

Conoscenza della scrittura

Numerose stazioni paleografiche, prima fra tutte quella del barranco di Los Balos, nell'isola di Gran Canaria, presentano graffiti che vanno da epoche veramente arcaiche ad un periodo recente corrispondente al nostro Medioevo, quando gli aborigeni canari avevano già raggiunto una notevole fase evolutiva con la conoscenza della scrittura e una organizzazione sociale e politica.

Figure umane e vesti

I graffiti più primitivi riproducono figure umane di fronte e di spalle, vestite con grandi mantelli e cappucci in pelle di capra o in tessuto di giunco e palma: sono scene di danza, imbarcazioni stilizzate la cui sagoma ricorda quelle fenicie, utensili domestici e numerosi segni alfabetici, la maggioranza dei quali hanno una netta analogia con i caratteri del libico arcaico.

Abitazioni rupestri

Gli abitanti della costa e delle regioni pianeggianti costruivano villaggi in pietra, ma la tipica abitazione canaria era quella rupestre. Nelle zone montuose infatti, vivevano da trogloditi in caverne naturali o grotte tagliate da loro stessi nella roccia; le pareti delle montagne venivano scavate per costituire luoghi sacri, militari e di utilità pubblica. Uno dei migliori esempi è il cenobio di Valeron, nell'isola di Gran Canaria, enorme alveare di grotte in una montagna vulcanica dalle pareti alte e scoscese, formato da quattordici piani di sale, cunicoli, rampe, nicchie e corridoi disposti con un geometrismo perfetto. Si suppone trattarsi di un grande deposito di viveri in tempo di guerra, poi trasformato in monastero per le vergini sacre, le arimaguadas, sacerdotesse del dio Alcorac. Questa fortezza, o deposito fortificato, potrebbe risalire al primo millennio a.C.

Antropologia e Geografia

Gli antichi abitanti delle Canarie erano etnicamente divisi in tre gruppi principali: Guanci, Semiti e Mestizos. I Guanci erano i più numerosi e vivevano in quasi tutte le isole ma principalmente a Tenerife. Dovevano essere di alta statura, dolicocefali castani o biondi, orbite quadrangolari, pupille chiare, zigomi piuttosto sporgenti, naso corto, labbra carnose e leggermente pronunciate.

Emigrazioni nelle isole

Gli studiosi hanno riconosciuto nei Guanci un'origine cromagnoide. Verso il tardo quaternario una corrente della razza Cromagnon emigrò nella penisola iberica. Crani ed ossa cromagnoidi sono stati ritrovati nel nord della Spagna (Oviedo, grotta del Miracolo), nel centro presso Segovia (grotta della Sotana), nel meridione presso Granata (grotta della Donna) e presso Almeria (grotta delle Iscrizioni). Dall'Andalusia il popolo passò al Nord Africa e l'incrocio con il tipo negroide, allora dominante nel Sahara, può aver dato origine ad un tipo ibrido di pelle scura, facilmente riconoscibile in certi elementi berberi. Secondo l'antropologo francese Verneau, le Canarie sarebbero state l'ultima tappa verso sud dei Cromagnon.

Mestizos e Semiti

I Mestizos abitavano esclusivamente l'isola di Gomera: avevano bassa statura, naso corto, faccia schiacciata. I Semiti non avevano nulla in comune con i due gruppi precedenti. Erano di tipo sirio-arabo, di statura media, cranio regolare allungato, pelle scura, faccia ovale, occhi neri, naso lungo e affusolato e mento saliente. Vivevano concentrati, prevalentemente nella zona meridionale e nella penisola della Isleta di Gran Canaria, nell'isola del Ferro e in quella di Palma. La loro venuta alle Canarie potrebbe essere posteriore a quella degli altri due gruppi. Furono autori di una propria civiltà sostanzialmente diversa da quella dei Guanci.

Clima e rilievo

L'arcipelago si trova nell'Oceano Atlantico, ad un centinaio di chilometri dalla costa occidentale dell'Africa. Il clima, a latitudini sahariane, è temperato dalla situazione oceanica, e le differenze climatiche sono in funzione dell'orientamento rispetto agli alisei di nord-est. Il rilievo, d'origine vulcanica, è molto accidentato. Si tratta di un allineamento di isole sulla cui origine si discute ancora. Emergono da un esteso bacino oceanico molto profondo (in alcuni punti oltre 6.000 metri) che si estende tra la dorsale medio-atlantica e la vicina costa dell'Africa nord-occidentale, di cui prolungano in parte le strutture. Alcuni continuano a credere che l'arcipelago è quanto rimane dell'Atlantide, il misterioso continente scomparso ad ovest delle colonne d'Ercole. Ma la mitica eredità à stata via via attribuita all'isola di Santorini in Grecia, alle isole britanniche, alle Azzorre, e recentemente anche alle isole del Giappone, alle coste turche, alla Sardegna. E lo studio dei fondali del Mediterraneo potrebbe far spostare le colonne d'Ercole dallo stretto di Gibilterra al canale di mare tra la Sicilia e la Tunisia.

La nascita delle Canarie

La geologia colloca la nascita delle Canarie a circa 50 milioni di anni fa, lungo due profonde linee di frattura, la faglia trasforme transatlantica della dorsale oceanica e la faglia della catena dell'Atlante meridionale, dalle quali fuoriesce nuovo magma. Un altro modello interpretativo fa nascere le isole da quello che i geofisici chiamano hot spot, un punto caldo che dalle profondità della terra ha continuato la sua attività eruttiva per almeno 20 milioni di anni senza sosta. Questi punti, caratterizzati da elevato flusso termico e vulcanismo, rimangono stazionari, mentre le placche litosferiche sovrastanti scorrono lentamente formando una serie di isole. Si osserva infatti un'evoluzione dei magmi verso serie sempre più basiche, che risalgono da zone profonde del mantello e solidificando formano lave basaltiche spesso a colonne.

Dorsali e coni vulcanici

A Lanzarote la dorsale vulcanica è stata datata con metodi radiometrici a 18-38 milioni di anni fa. In tempi più recenti, si ricorda l'eruzione fissurale del 1730-1736 e l'attività esplosiva ed effusiva del vulcano Chinyero del 1824. L'isola abbonda di campi di lava a superfici lisce e regolari, indice di un tipo di lava molto fluida e basica. Caratteristici sono gli hornitos, coni vulcanici di ceneri e scorie di piccole dimensioni, come El Manto de la Virgin, che si formano per un'attività esplosiva a bassa energia. Vulcani sempre attivi si trovano anche a Tenerife e Las Palmas. Le fosse marine che separano le isole sono molto profonde, tra 3 e 4.000 metri tra la Gran Canaria e Tenerife, meno di 1.000 metri tra lo stretto braccio di mare tra Lanzarote, Fuerteventura e la costa africana. Santa Cruz e Las Palmas sono grandi porti di scalo (rifornimento di combustibile).

Microclimi e vegetazione

Le acque sono pescosissime, la terra in vicinanza dei vulcani fertile. La vegetazione è spesso lussureggiante nonostante l'aridità delle coste, la scarsità di precipitazioni e i venti caldi del deserto. Ogni isola ha il suo microclima e le sue caratteristiche peculiari. Il problema è l'acqua, che viene raccolta, specialmente sulle alture, in grandi cisterne per poi scendere, per gravità, ad irrigare campi e orti degli innumerevoli terrazzamenti che degradano come verdi scalinate verso il mare.

Culture di sussistenza e monoculture

Dopo la conquista spagnola, all'agricoltura di sopravvivenza degli autoctoni succedettero vari cicli di piantagioni a monocoltura: canna da zucchero, vite, cactus per allevare la cocciniglia (da cui estrarre il carminio) e infine banani. Ora, alle colture per il consumo locale e per i turisti, si aggiungono altri prodotti di esportazione: pomodori, cipolle, patate, arance, e ancora banane. Sono gli immensi bananeti a rendere indimenticabile il paesaggio.

L'albero del Drago

Ma l'albero simbolo, il re della flora canaria, antico come i Guanci, è il drago, un albero del genere dracena (Dracaena drago, monocotiledone della famiglia delle liliacee) che assomiglia ad una palma dal tronco ramificato e che può raggiungere dimensioni enormi. Gli abitanti utilizzavano la sua linfa rossa e gommosa (il sangue del drago) per fermare le emorragie o per mummificare i cadaveri. Il drago più antico è quello del villaggio di Icod (ad ovest di Tenerife) che avrebbe 2300 anni.

Piante e alberi da frutta

L'interno delle isole è spesso montagnoso e inciso da profondi barrancos e sconvolto da campi di lava; vi crescono pini, fichi, palme, vigne, fichi d'india, fioriscono massicci di bougainville, tulipani, ginestra bianca, gelsomini, camelie, magnolie e poi castagni, eucalipti giganti. Tutte queste piante sono state importante dall'Oriente, dall'Africa e dal Messico. La canna da zucchero, che fino al secolo scorso costituiva una delle principali risorse agricole e commerciali, è stata importata dalle Indie – passando per Cipro, la Sicilia e Madera – da Enrico il navigatore.