Le iscrizioni libico-berbere

L'identificazione delle iscrizioni libico-berbere delle isole Canarie è sempre stata subordinata al problema cronologico della sua preistoria.

Interpretare la scrittura

La presenza di questa scrittura nei diversi siti archeologici insulari è stata interpretata in modo diverso, a seconda che sia stato ritenuto che l'arcipelago fosse stato popolato in tempi remotissimi nel III e nel II millennio prima di Cristo. Nel primo caso la presenza della scrittura è stata attribuita a genti arcaiche che avrebbero raggiunto le isole alla fine del Paleolitico Mediterraneo. Nel secondo caso, la tesi di un popolamento ulteriore spiegherebbe l'appartenenza dell'epigrafia libico-berbera alla cultura di comunità che parlavano delle lingue imparentate col tronco linguistico del berbero nord-africano e sahariano.

Manifestazioni culturali importanti

Altre manifestazioni culturali di questi popoli, che non sarebbero mai stati islamizzati dato il loro isolamento geografico, sarebbero rimaste intatte fino alla conquista europea nel XV secolo dell'era cristiana. Anche se tutti gli autori hanno finora riscontrato indubbie affinità tra le iscrizioni canarie e quelle di tipo libico-berbero africano, manca tuttavia uno studio globale per stabilire le analogie linguistiche fra le isole e i berberi del vicino continente africano.

La stele funeraria di Hierro

Un caso significativo è lo studio effettuato nel 1975 dal Prof. Lionel Galand, della scuola di Lingue Orientali di Parigi, il quale, a proposito di una stele funeraria in legno scoperta sull'isola di Hierro, ha affermato che la scrittura non presenta alcuna similitudine con il libico “classico” orientale, ma bensì con il paleolibico occidentale da cui è derivato l'alfabeto tifinagh in uso presso i Tuareg. Inoltre questo epitaffio indigeno presenta un interesse particolare. Con il carbonio 14 è stata datata intorno al 900 d.C. ed è la sola che possediamo con un età accertata. Se la realizzazione di questa scrittura con quelle simili del continente africano è ormai dimostrata e così la parentela tra gli abitanti dell'arcipelago nella preistoria con le etnie africane coeve non è facile peraltro confermare le loro funzioni nel contesto entro cui appaiono. La diversità delle stazioni rupestri ostacola un'ipotesi generale e valida per un'isola particolare e ancor più nell'insieme delle Canarie. Tenere conto dell'ambiente culturale che le circonda non basta. Tuttavia si può constatare che spesso le iscrizioni sono ubicate presso dei pozzi, delle sorgenti e delle località dove si celebravano riti religiosi o cerimonie tradizionali.

Parentele con l'Egitto antico?

Le conquiste del XV secolo e la lunga colonizzazione spagnola hanno indebolito tutti gli aspetti della cultura antica. Nonostante questo genocidio culturale, alcune migliaia di parole si sono conservate nell'uso popolare, oltre ad alcuni nomi di città, villaggi e località geografiche. Si potrebbe dunque pensare che la lingua canaria, al pari del berbero e del paleolibico, si avvicini all'egiziano antico.

Graffiti rupestri significativi

Oltre alle iscrizioni epigrafiche canarie esistono altri tipi di iscrizioni e graffiti rupestri significativi. Così, nella cueva di Belmaco (La Palma) predominano i soggetti geometrici; nel barranco di Los Balos (Gran Canaria) si trovano figure stilizzate; nell'isola di Hierro e a La Caleta sono stati scoperti segni alfabetici che possono essere direttamente identificati con la scrittura libica e con le iscrizioni numidiche dell'epoca punica e romana, e con il tifinagh degli attuali Tuareg.

Parentela con il nord Africa

Esiste anche un secondo tipo di lettere che contengono segni molto vicini a quelli della scrittura lineare cretese. Le grandi iscrizioni rupestri canarie a forma di spirale dell'isola di La Palma presentano, secondo D. Wolfel (1951), una certa analogia con quelli dell'Irlanda; ma la parentela è ancora più stretta con i graffiti nord-africani. La cultura canaria si inserisce dunque in seno a una corrente megalitica nord-africana. Per quanto concerne in modo più specifico l'enigma di alcune numerose iscrizioni paleolitiche dell'arcipelago delle Canarie, uno studio fondamentale è quello svolto da J. A. Delgado a Tenerife nel 1967, il quale ribadisce che, per studiare l'idioma degli antichi Guanci delle Canarie, è necessario approfondire la conoscenza del berbero.

Le conclusioni del prof. Wolfel

Per oltre un secolo la gran varietà dei segni trovati avrebbe dato del filo da torcere. Solo ultimamente, grazie a metodi scientifici, si è arrivati a raggruppare i diversi segni secondo un'analogia alfabetica e a ottenere un primo risultato verso la classificazione. Lo studioso austriaco delle Canarie, il Prof. D. Wolfel, dedicò gran parte della sua vita a tale compito. Egli riuscì a mettere insieme un vero e proprio corpus che chiamò “Monumenta linguae canariae”. I suoi studi comparativi lo hanno portato a riconoscere quattro tipi di scrittura che potrebbero essere ricondotti ad altri al di fuori delle isole Canarie.