Mercato: sfera di influenza di una comunità

Spesso le popolazioni africane vivono in abitazioni sparse sul territorio e il mercato diventa così il punto di riferimento per incontrarsi e scambiarsi informazioni. Il giorno di mercato si assiste così a una fase di contrazione della popolazione.
L'opposizione dispersione-contrazione fornisce punti di riferimenti territoriali. Seguendo i movimenti delle persone si evidenziano alcuni spazi che potremmo definire sociali.

Punto d'incontro per gente dispersa

Ad esempio sul piano territoriale i mercati segnano il confine tra la "nostra" terra e quella degli altri. Ciò non significa affatto che l'accesso ad altri gruppi venga proibito, ma è importante sapere che chi entra nel territorio segnato dai mercati entra nella sfera d'influenza di una certa comunità.
Nonostante non si tratti di una linea netta, ma ancora una volta possiamo parlare di frontiera fluida, emerge un primo segnale politico dal mercato, un segnale che divide, sul piano dello spazio e del tempo, "noi" dagli altri.

Mercato: centro di convergenza

Lo spazio del mercato trasformandosi, con una cadenza regolare, in punto d'incontro per i contadini dispersi nei campi risponde pienamente alla definizione di "centro" fornita da Francesco Remotti secondo il quale: Sotto il profilo territoriale, la nozione di centro indica un qualche punto o zona del territorio in cui è stanziata una popolazione, punto o zona a cui quella determinata popolazione fa riferimento per una qualsiasi attività economica, politica, sociale e culturale in genere.
Sotto il il profilo sociale, la nozione di centro indica un punto o zona del territorio in cui si trovano o a cui si rapportano persone o nuclei di persone che mergono nello svolgimento delle attività culturali a cui si accennava prima.
L'importanza del mercato aumenta soprattutto in contesti non urbani. Infatti dove esistono città e villaggi, questi diventano centri amministrativi di un distretto rurale; in loro assenza è il mercato periodico a svolgerne le funzioni.