La preparazione dell'attiéké


Per produrre l'attiéké la manioca leggermente amara è preferita alla manioca molto amara o dolce, che dà un prodotto mediocre. Allo stesso modo le radici non devono essere troppo fibrose, lignificate. Per questo motivo il produttore di attieké preferisce fare i suoi acquisti presso i grossisti dove ha maggiore possibilità di scelta. Le donne che si dedicano a tale produzione acquistano generalmente grandi quantità di manioca (300/400 Kg) e fanno i loro acquisti più volte alla settimana (nella maggioranza dei casi dalle due alle quattro volte alla settimana). La manioca viene trasportata con un baragníni presso il luogo di fabbricazione dell'attieké, dove la donna pulisce e taglia in pezzi la manioca. I pezzi vengono poi lavati molte volte, cambiando continuamente acqua. In seguito essa aggiunge dei fermenti e dell'olio di palma, prima di recarsi al mulino, dove il tutto viene ridotto in pasta. Successivamente la pasta viene fatta fermentare e l'indomani è messa in sacchi di iuta, pressata e dopo essere stata triturata e sminuzzata è messa a seccare. La setacciatura e la vagliatura permettono di liberare la semola dalle fibre (operazione da cui dipende in parte la qualità del prodotto finito). Infine la manioca è cotta al vapore. Tutta questa procedura richiede dai due a tre giorni. Successivamente i fabbricanti vendono il loro attieké sui mercati all'ingrosso situati vicino al mercato centrale, ai ristoranti della città, alle istituzioni (per esempio: scuole, ospedali, mense delle fabbriche). Nella maggioranza dei casi l'attieké è commercializzato sul mercato all'ingrosso e la vendita avviene in "pacchetti" da 8/15 Kg. In generale i fabbricanti producono l'attieké tre volte la settimana.

Metodi tradizionali e metodi moderni

Contrariamente all'antico metodo adioukrou, (ancora praticato in certi villaggi), le donne non usano più pestare la manioca con una pietra levigata, ma la portano ad un mulino. Il guadagno di tempo è significativo. Altra differenza fra i due metodi è che attualmente i fermenti sono preparati la mattina e aggiunti la sera, mentre con il vecchio metodo, venivano preparati tre o quattro giorni prima. Inoltre le grandi moderne pentole di alluminio permettono di cucinare grandi quantità. Di conseguenza delle quantità abbastanza elevate possono essere ottenute dalle donne nel giro di due giorni. Tale rapidità di fabbricazione permette di accelerare la rotazione del capitale e quindi produce maggiori "benefici" settimanali.

Le donne anziane producono un attiéké migliore

Generalmente le donne che si dedicano alla produzione d'attieké sono molto più anziane di quelle che si dedicano alla vendita dei tuberi. Questo perché 1a vendita dell'attieké è molto legata alla qualità del prodotto, che a sua volta dipende dall'esperienza. Altra caratteristica è che la maggior parte di tali donne è sposata e qualcuna è vedova, poche sono le nubili. Inoltre quasi tutte sono baoulé e soprattutto, contrariamente per quanto avveniva per la vendita dei tuberi, ognuna di loro esercita tale professione in modo specializzato e continuativo. Tuttavia nell'ambito delle produttrici di attieké esistono numerose differenze soprattutto fra le donne più anziane (sono quelle che svolgono tale attività da 15/20 anni); il loro attieké è considerato di buona qualità. Tali donne smerciano la maggior parte del loro prodotto attraverso i grandi stabilimenti con i quali hanno stipulato dei contratti di fornitura.

Konan Aya, Affoué, Akissi e i loro circuiti

Come esempio prendiamo Mme.Konan Aya che ha degli accordi con il Centro Ospedaliero Regionale e la scuola normale di Insegnanti che comprano regolarmente quantità molto elevate; inoltre fornisce anche dei ristoranti. Per approvvigionare i suoi clienti essa si serve dei suoi parenti. La maggior parte delle produttrici ha comunque un giro d'affari minore. Ci sono per esempio le due sorelle Affoué e Akissi. La prima è nubile e madre di tre bambini, la seconda è sposata ed ha quattro figli; vivono nella stessa casa. Queste due sorelle producono attieké che poi vendono sul mercato all'ingrosso a dei ristoratori e in misura minore ai privati. Le loro vendite sono settimanali. Akissi è stata la prima a lanciarsi in tale attività, aiutata in parte da suo marito che è un commerciante. Affoué invece ha iniziato successivamente ed è stata aiutata da sua sorella. In generale l'investimento iniziale necessario per divenire commerciante di attieké è basso, occorrono dei recipienti ed un torchio. Spesso poi la manioca è acquistata a credito presso i grossisti. In compenso le donne non posseggono quasi mai un mulino, poiché il suo costo è inaccessibile. Solo gli stabilimenti di produzione di attieké possono disporre della somma necessaria a tale acquisto. Globalmente la produzione di attieké sembra più remunerativa del commercio all'ingrosso di radici, poiché a pari investimento iniziale i margini sono identici o superiori, i cicli di vendita più numerosi nella settimana e le perdite quasi nulle in ragione della domanda. Tuttavia si esige una buona conoscenza delle tecniche di produzione.

I dettaglianti

A valle ci sono i dettaglianti che distribuiscono sul mercato l'attieké che vendono in parte avvolto nelle foglie vegetali e accompagnato da pesce. A differenza dei produttori grossisti di attieké che sono quasi sempre delle donne di una certa età, i venditori al dettaglio di attieké sono più giovani e molto probabilmente dopo alcuni anni passano all'attività di grossisti che richiede una certa esperienza. Il mondo dei dettaglianti è una categoria molto varia. In effetti si incontrano i rivenditori e i fabbricanti. I primi sono quelli che acquistano il prodotto finito e lo rivendono sul mercato (anche all'ingrosso), i secondi comprano invece i tuberi o hanno loro stessi un piccolo campo di manioca e smerciano il loro attieké a livello di dettaglio producendone poche quantità settimanalmente. Alcuni di loro sono cittadini che comprano la manioca sul campo, mentre altri sono dei coltivatori di manioca che si sono lanciati in tale commercio per valorizzare il loro raccolto. I redditi dei dettaglianti sono inferiori a quelli dei grossisti. Tali redditi dipendono infatti dal prezzo di acquisto, poiché le spese sono fisse e i prezzi di vendita poco differenziati. In certi casi si aggiunge il ricavato ottenuto dalla vendita del pesce, che spesso accompagna la vendita di attieké. Comunque il ricavato ottenuto vendendo al dettaglio l'attieké consente di ottenere solo pochi "spiccioli" utilizzati dalle donne sposate per contribuire, alle esigenze finanziarie della casa. E' anche un modo per le giovani ragazze di procurarsi qualche soldo per i loro bisogni. E' per questo motivo che generalmente chi vende attieké quasi sempre lo produce anche.

Il monopolio delle donne baoulé

Sono sicuramente le donne baoulé che hanno preso in mano il commercio della manioca in questa zona. Le troviamo infatti sia sul mercato all'ingrosso e al dettaglio e anche come produttrici di attieké. Questa preponderanza non è dovuta ad una maggioranza numerica, perché i Baoulé rappresentano nella città meno di un terzo della popolazione. La spiegazione di questo fenomeno è legata alla loro onnipresenza nelle campagne e al fatto che le vecchie donne baoulé hanno un'antica padronanza delle varie tecniche di trasformazione della manioca e quindi di fabbricazione dei vari prodotti di trasformazione. Questo commercio si oppone a quello di altri prodotti, come per esempio al riso, al mais, all'igname tardivo, che sono soprattutto in mano ai dioula. Il fatto più significativo è che c'è sicuramente una dominanza dei circuiti corti e diretti (vedi schema). È infatti raro che ci siano più di due intermediari tra il produttore ed il consumatore. Nella maggioranza dei casi le donne agricoltrici vanno a vendere i loro prodotti sul mercato approvvigionando direttamente le casalinghe. Parallelamente si nota una tendenza da parte dei fabbricanti di attieké, dei dettaglianti di tuberi e di qualche grossista a comprare la manioca ancora sul campo alla periferia di Bouaké, dove poi smerciano progressivamente la produzione sotto forma di tuberi o di attieké. La manioca è il classico prodotto così detto ponderato, cioè un prodotto che è venduto a prezzo basso e che quindi consente di ottenere buoni profitti se le spese di trasporto non sono eccessive. Per questo motivo l'area di rifornimento della città ha un'estensione geografica limitata; e per lo stesso motivo si preferiscono i circuiti corti. Il successo della manioca presso i cittadini è legato non soltanto alla comodità di consumazione e di acquisto dell'attieké, ma anche al suo costo relativamente modesto.