Dovete ancora sapere che dietro del detto Capo Bianco, fra terra, è uno luogo per nome chiamato
Oden, ch'è dentro circa sei giornate di cammello: il qual luogo non è murato, ma è ridutto
d'Arabi, e scala [scalo] dove capitano le carovane che vengono da Tombutto [Timbuctù] e da
altri luoghi de' Negri, le quali sogliono venire a queste nostre Barberie di qua.
E il vivere degli abitanti di questo luogo sono dattili [datteri] e orzo, delli quali hanno
copia; ché pur ne nascono in alcuni suoi luoghi, ma non abbastanza; e bevono latte di
cammello e d'altri animali, perché non hanno vino.
Hanno eziam vacche
e capre, ma non molte, perché la terra è secca: e sono i buoi e le vacche piccoli a rispetto
de' nostri.
Costoro sono macomettani, e inimicissimi de' Cristiani; e non istanno mai fermi, ma sempre
vanno vagando per quelli deserti: sono uomini che vanno alle terre de' Negri, e vengono
etiam a queste nostre Barberie di qua; e sono in gran numero: e hanno
gran copia di cammelli, e con quelli conducono i rami e argenti delle Barberie, e altre cose
a Tombutto e alle terre de' Negri; e di là traggono oro e meleghette [pimento, seme di
cardamone o pepe di Guinea] che conducono di qua. E sono uomini bruni,
e vestono alcune cappette bianche sulle carni, senza una lista nelli capi rossa: e così vestono
le loro femmine, senza camicia.
In testa portano gli uomini un fazzuolo alla moresca, e vanno discalzi sempre. In questi luoghi
arenosi si trova copia di leoni e liopardi, e struzzi, dell'uova de' quali ho mangiato
assai volte, e sono buone.
E il predetto signor Infante ha fatto di quest'Isola d'Argin un appalto per dieci anni, a questo modo: che nissuno possa entrare in questo golfo per mercadantare con li detti Arabi, salvo quelli che hanno l'appalto, i quali hanno abitazione in detta isola, e tengono fattori che comprano e vendono con li detti Arabi che vengono alle marine, facendo mercanzie di diverse cose, come sono panni, tele e argenti, e alchezeli, cioè cappette, tappeti e altre cose, e soprattutto formento, perché sono sempre affamati: e hanno, all'incontro, teste di Negri [schiavi] che conducono i detti Arabi dalle terre de' Negri, e oro tiber [ in verghe].
Immodoché questo signor Infante fa lavorare un castello in detta isola per conservar questo
traffico in perpetuo: e per tal cagione tutto l'anno vanno e vengono caravelle di Portogallo
alla detta isola.
Hanno anco detti Arabi molti cavalli barberi, de' quali loro ne fanno mercanzia; e li
conducono nelle terre de' Negri,
vendendoli ai signori, i quali gli danno all'incontro teste di schiavi; e vendon detti cavalli
da dieci fin a quindici teste l'uno, secondo la bontà loro. Similmente vi conducono lavori
di seta moresca, che si fanno in Granata e a Tunis di Barberia, e
argenti e molte altre cose: all'incontro hanno copia di queste teste, e alcuna somma d'oro.
Le quali teste càpitano alla detta scala e luogo di Oden: e di lì si dividono; ché parte ne va
alli monti di Barca [i monti di Barghah in Cirenaica], e di lì càpitano
in Sicilia; e parte ne càpitano al detto luogo di Tunis e per tutta la costa di Barberia: e
un'altra parte conducono a questo luogo d'Argin, e vendesi a' Portoghesi dell'appalto;
immodoché ogni anno si tragge d'Argin per Portogallo da settecento in
ottocento teste; dichiarando che avanti che fosse ordinato questa traffico solevano le
caravelle di Portogallo venire a questo Golfo d'Argin armate, quando quattro, e quando più,
e saltavano in terra di notte, e assalivano alcuni villaggi di pescatori,
e anche scorrevano fra terra; in modo che prendevano di questi Arabi, sì maschi, come femmine,
e conducevangli in Portogallo a vendere; e così facevano per tutta l'altra costa, e più avanti,
che tien dal detto Capo Bianco fino al Rio di Senega [Senegal],
il quale è uno gran fiume, e parte una generazione che si chiama Azanaghi [tribù berbera dei
Zenaghi], dal primo regno de'Negri: i quali Azanaghi sono uomni berrettini, e più presto forte
bruni, che berrettini; e abitano in alcuni luoghi della detta costa
che è di là dal Capo Bianco; e vanno per quel diserto molti di loro fra terra; e confinano
coi sopraddetti Arabi di Oden.
Questi vivono pur ancora essi di dattili e orzo, e 1atte di cammello: ma per esser eglino
più vicini alla prima terra de' Negri, praticano fra loro; e traggono dalle dette terre de'
Negri miglio e qualche legumi, cioè fagiuoli, con li quali si sostengono. Sono
uomini di poco cibo, e che patiscon la fame; perché con una scudella di sugoli di farina
d'orzo si mantengono tutto il giorno freschi: e questo fanno per il mancamento che hanno di
vettovaglie. Di questi tali, come ho detto, prendevan i detti Portogallesi,
e li vendevan come disopra; ed erano i migliori schiavi di tutti li Negri: ma, come si sia,
da un certo tempo in qua tutto si è ridotto a pace, e a tratto di mercanzia; e non consente il
detto signor Infante, che sia fatto più danno ad alcuno, perché egli spera con
conversando con Cristiani leggiermente si potriano ridurre alla fede nostra, non essendo ancora
bene stabiliti nella fede macomettana, salvo di quanto hanno udito dire.
E questi tali Azanaghi hanno uno stranio costume, che continuamente portano un fazzuolo
attorno la testa, con un capo che li viene a traverso il viso, e si cuoprono la bocca e
parte del naso: e dicono che la bocca è una brutta cosa, ché continuamente
rende ventositade e malfiato; e pertanto si deve tener coperta, e non la mostrare, volendola
quasi comparar al culo; e che queste due parti si debbono coprire. È vero che essi mai non
se la discuoprono, avendovene veduti molti, salvo quando mangiano e non più.
Costoro non hanno signori fra loro; salvoché quelli che sono più ricchi sono riveriti ed
ubbiditi alquanto più degli altri.
Sono povera gente, bugiardi, ladri più che uomini del mondo, e gran traditori: e sono uomini
di comune grandezza e magri;
e portano i capelli ricci giù per le spalle, quasi al modo di Alemanni; ma sono i capelli loro
negri tutti, e se gli ungono ogni
giorno con grasso di pesce; e per questo puzzano molto, il che reputano per gran gentilezza.