Il fiorentino Benedetto Dei

Fu forse un fiorentino uno dei primi esploratori europei a raggiungere la "regina del deserto". Firenze traboccante di ricchezze e di mercanti abili e intraprendenti, ruppe agli albori del 1400 le barriere che precludevano le rotte del Mediterraneo.
La città del giglio, prima tributaria di Pisa e Siena e in seguito costretta a noleggiare imbarcazioni genovesi per i suoi trasporti marittimi, conquistò il diritto di navigare liberamente dopo la vittoria su Pisa nel 1407. In questo contesto s'inserisce il nome di Benedetto Dei. Incaricato delle pubbliche relazioni di Casa Portinari, percorse l'Oriente, i Balcani, l'Asia Minore, l'Europa occidentale e l'Africa settentrionale.
Lo troviamo citato nel Ristretto di storia fiorentina dal 1470 al 1492, conservato nella Biblioteca nazionale di Firenze.

I registri della compagnia Cambini

Nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze sono custoditi i manoscritti del mercante fiorentino Benedetto Dei. Riferimenti esatti circa questo viaggio transahariano, la cui autenticità è stata contestata fino a poco tempo fa, si trovano in particolare nelle sue Memorie storiche e in due sue lettere. Le prime erano state citate da M. Pisani nel suo libro Un avventuriero del Quattrocento (Napoli, 1943) e le seconde da C. Mazzi nella "Rivista delle biblioteche e degli archivi" (XXV-XXX. Firenze, 1914-18).
Per una migliore conoscenza della penetrazione italiana nel Sahara in epoca medioevale, ritengo utile segnalare anche i registri della compagnia fiorentina Cambini, la cui filiale di Lisbona importava oro e schiavi dall'Africa sudanese verso la fine del XV secolo. Tali registri fanno parte dell'Archivio dei mercanti, conservato nell'Archivio dello Spedale degli Innocenti, pure a Firenze. Ma ritorniamo al Dei.
Una trentina d'anni dopo Malfante, verso il 1469 troviamo nel Sahara appunto il fiorentino Benedetto Dei, singolare figura di viaggiatore, mercante, cronista e informatore politico, uomo scaltro e coraggioso che, attraversato il deserto, si spinse fino a Timbuctù.
Egli era nato il 4 marzo 1418 da una illustre famiglia fiorentina. Suo padre, l'orafo Domenico, era un uomo di vasta cultura e di intelligenza non comune, che aveva sposato Taddea Salvini, nobile fanciulla anch'essa fiorentina.

Viaggiatore e uomo politico

Benedetto, nonostante gli scarsi mezzi di cui disponesse, era avido di conoscere paesi nuovi. Ancora giovane, esordì al servizio di Firenze ma, avendo preso parte ad una congiura contro Luca Pitti, fu costretto ad abbandonare la città (1450). Soggiornò per alcuni anni a Costantinopoli, dove godette della familiarità del Sultano, a cui forse svelava le intenzioni ostili dei Veneziani, e contemporaneamente teneva informata segretamente la Signoria fiorentina delle condizioni economiche e politiche dell'Impero ottomano.
Spirito irrequieto, intraprese lunghi viaggi in Asia e in Africa; egli stesso ricorda nelle sue Memorie di essere stato a Damasco, Brussa, Gerusalemme, Beirut (da dove portò via con sé un coccodrillo) e quindi a Cartagine (dove acquistò un camaleonte) e Ora no, ritornando infine nel 1467 a Firenze. Fu per qualche tempo al servizio dei Medici e di altre corti signorili, compiendo missioni in Francia- Fiandra e Germania. Nel 1487 passò a Bologna al servizio dei Bentivoglio, ma ben presto fece ritorno a Firenze, dove fu colpito da una malattia che lo costrinse per anni ad un forzato riposo, durante il quale egli intrattenne una vasta corrispondenza, sempre improntata ad una vivace arguzia e ad un fine motteggio.
Dice al riguardo un suo biografo, il Pisani: Tenendo vivi, per iscritto, gli amichevoli rapporti creatisi in ogni parte d'Italia con quella sua prodigiosa attività di viaggiatore e di uomo politico, egli continuò ad essere dal suo studio fiorentino il centro di una vasta trama d'interessi e di amicizie.
D'ogni dove gli pervenivano informazioni e notizie; ed egli, proseguendo in diversa forma la sua antica professione di informatore, e precedendo nel tempo i moderni gazzettieri, riordinava, raggruppava le notizie, e le diramava poi a sua volta a tutti i signori d'Italia.

Esperto di problemi economici e politici

Ristabilitosi, fu ancora a Bologna al servizio dei Bentivoglio e a Ferrara alla corte degli Estensi; quindi ritornò, stanco e ormai vecchio, nella sua città natale dove nell'agosto del 1492 moriva.
Il Dei è autore di una Cronaca, che va dal 1402 al 1479 e che è conservata autografa nell'Archivio di Stato di Firenze. In essa egli ricorda i suoi viaggi, ma non fa cenno del più importante di essi fatto a Timbuctù.
Riassumendo la sua attività, egli dice: Somma di tutto Benedetto Dei è stato e in Asia e in Africa e in Uropia per tutte le città chonte e dette e sso benissimo l'entrata di cischuna Signoria e sso chi governa e sso la traversia e la 'nimicizia di ciascheduno e a cche modo si può sochorere e sia qual vuole e sso ogni merchanzia sottile e di pregio e di valuta là ov'elle nascono e chi nn'è signiore. Tutto questo conferma la sua figura di esperto di problemi economici e politici.

Cronache di viaggi

Di lui si hanno pure le già ricordate Memorie storiche, conservate in diversi codici, uno dei quali si trova anche nella biblioteca di Monaco di Baviera, in una copia tardiva del 1572.
In esse sono riportate, tra l'altro, lunghe e dettagliate notizie sui viaggi compiuti, sugli avvenimenti storici dei quali fu testimone e sulle vicende della sua vita.
A un certo punto il Dei dice: Sono stato a Tambettu luogo sottoposto al Reame di Barberia fra terra e favvisi affari assai e vendesi panni grossi e Rasci e Ghurmelli con quella costola che si fanno in Lombardia. La Tambettu indicata dal Dei è veramente Timbuctù, oppure un'altra località più settentrionale, come farebbe supporre il fatto che essa viene indicata come sottoposta al Reame di Barberia? E se si tratta veramente di Timbuctù, quale via egli seguì nel suo viaggio? Quella stessa percorsa dal Malfarite fino a Tuat, oppure egli vi pervenne dall'Egitto, o da Tunisi?
Poiché sappiamo con assoluta certezza che il medico Ysalguier giunse a Gao nel 1405 e che Malfante dimorò qualche tempo a Tuat (1443), non è improbabile che qualche altro viaggiatore si spingesse successivamente ancora più a sud e, poiché il nostro fiorentino non insiste sulle difficoltà del viaggio oltre l'immenso deserto, si può facilmente supporre che l'itinerario venisse compiuto abbastanza di frequente, come risulterebbe confermato anche dall'accenno a un mercato già ben provvisto di prodotti europei.

Altri viaggiatori

Nel XIX secolo Timbuctù diventò meta agognata da numerosi esploratori che arrivarono a mettere a repentaglio la propria vita pur di raggiungerla, e non badarono alle peggiori sofferenze fisiche e morali pur di visitare la città proibita.
Il viaggio di maggior risonanza fu quello del francese Renè Cailliè. Imparato l'arabo e travestitosi da mauro per non essere riconosciuto e ucciso, partì il 19 aprile 1827 da Kakoundi, Senegal, attraversò il Fouta Djallon e raggiunse il Niger a Kouroussa. Visitò le regioni bambara e si ammalò gravemente a Tome, in Costa d'Avorio. Ristabilitosi, entrò finalmente il 20 aprile 1828 a Timbuctù, dove lo accolse il capo Alkaidi Ababakar. Sostò nella città sognata per diverso tempo, prima di riuscire a raggiungere Tangeri con una carovana.
Altre significative esplorazioni furono quella del tedesco Henri Barth, che vi giunse al termine di un lungo itinerario transahariano il 7 settembre 1853, e dell'austriaco Lenz, che arrivò il I° luglio 1880 attraverso la pista del Marocco, passando per Tinduf, Taoudenni e Arouane.
I mercanti scendevano dal Nord lungo tre direttrici principali, corrispondenti alle tre correnti della civiltà arabo-berbera: dall'ovest giungevano i mercanti di Marrakech, Fez, Tlemcen, Sadjilmassa; dal centro quelli di Tunisi, Kairouan, Tuat; dall'est quelli del Cairo, Augila, Tripoli e Gliadames. Inoltre dal Sahara e dal Sahel giungevano i berberi di Chinguetti, Tichitt, Ouadane, Oualata, e i tuareg di Tademekka e di Agadez.
Le piste sahariane erano curate e sorvegliate. La "regina del deserto" era considerata una sorta di capitale economica e culturale di tutta l'Africa a Sud del Sahara.