Croce e inculturazione dal basso


Il cattolicesimo popolare africano, ha la sua forza e le sue debolezze. In quanto realtà vissuta dalla grande maggioranza dei cattolici, rappresenta un'umile forza di testimonianza e di vita secondo il Vangelo.
Gente della parola, popoli dell'oralità sono riusciti ad adattarsi bene o male a una religione del Libro, a una mistica delle Scritture. Analfabeti in grande numero hanno assimilato a loro modo il Credo e i Dogmi di una religione "dotta"
. Molti vivono una fede semplice e totale, aderente ai principi vitali del Vangelo, con coraggio e perseveranza. Non è forse il segno di una presenza incarnata del Cristo nel cuore stesso delle realtà e delle tradizioni africane?
L'inculturazione del messaggio evangelico ha messo salde radici nella pratica, negli interrogativi, nelle esitazioni, nei compromessi e negli smarrimenti di questa maggioranza di cristiani.
Si tratta effettivamente d'una risposta popolare africana all'evangelizzazione, tramite gli schemi culturali e le tradizioni religiose dell'ambiente africano. Il cattolicesimo popolare è dunque un cristianesimo inculturato, un'incarnazione africana, parziale ma autentica, del messaggio cristiano.
La sua grande debolezza resta la ricerca incondizionata della felicità per il presente, della piena realizzazione su questa terra, della pienezza di vita nelle forme umane della longevità, della prosperità, della sicurezza, della posterità. Limiti di una saggezza umana che vacilla e talvolta soccombe davanti allo scandalo della croce.
Tuttavia, il cattolicesimo popolare interpella vigorosamente la Chiesa dell'Africa su parecchi punti.
Di fronte ai mali e alle gravi questioni del momento, si deve continuare a ricercare le soluzioni in un cristianesimo disincarnato? Bisogna rinchiudersi nella pietà e costruire delle basiliche, delle chiese, dei templi come tante fabbriche di devozioni? In mezzo a popoli che non erigono case al Dio Supremo non si dovrà forse proclamare anche che il vero culto reso a Dio è il servizio effettuato nel Tempio che è l'Uomo?
Il cattolicesimo popolare interpella la Chiesa d'Africa sulla sua missione evangelizzatrice. Può essa continuare ad accontentarsi delle strutture parrocchiali ereditate dal passato, senza dotarsi di un personale sufficiente per accogliere ed accompagnare le numerose comunità che, senza pastori, si rivolgono sempre più alle sette? Si condanna, giustamente, il sincretismo. Ma, aprendosi agli apporti delle religioni africane e dell'Islam, il cattolicesimo popolare non inviterebbe la nostra Chiesa alla tolleranza e alla modestia?