La presenza del male


Gli africani condividono con la maggioranza dei popoli della terra l'antica credenza nella stregoneria. Il cristianesimo non è riuscito a sradicare dalle società africane questa tragica convinzione collettiva, che fa di certi esseri asociali o emarginati le incarnazioni viventi degli spiriti del male.

Streghe e capri espiatori
Davanti al mistero rivoltante della morte degli innocenti, del dominio dell'ingiustizia e della disuguaglianza sociale, delle calamità e delle epidemie, la designazione di capri espiatori permette alla società di superare le sue crisi, le sue angosce e il suo senso di colpevolezza, al prezzo della immolazione reale e rituale di presunti colpevoli. La mentalità della stregoneria che mette la società contro i deboli, gli innocenti o i pentiti, rappresenta per la coscienza cristiana in Africa una terribile prova di verità, soprattutto quando un cristiano o tutt'intera una comunità si vedono accusati di stregoneria, o credono di esserne le vittime. Anche in questo caso, come per i casi di malattie o di sfortuna, non si esita a consultare l'indovino, il veggente o il guaritore.

Smascherare le potenze malefiche
Il credere nell'esistenza di stregoni o di iettatori è così forte che la pietà popolare cerca nel portare su di sé certi oggetti, nell'utilizzo di formule di maledizione e d'anatema, così come nel ricorso ai veggenti, i mezzi per smascherare le potenze malefiche, di immunizzarsi contro l'invisibile veleno dei "bevitori di sangue” (gli stregoni), ed eventualmente di annientare le “mangiatrici d'anime” (le streghe). Le rivelazioni e le confessioni di stregoni e di streghe in attività o “pentiti”, talvolta estorte con la violenza o sotto tortura, rafforzano tale credenza millenaria che perturba, talora gravemente, la psicologia degli individui e dei gruppi, la il coesione delle famiglie, la pace dei villaggi e delle società.

La violenza del male
Come detto più sopra, la credenza nella stregoneria pone il problema della violenza e del male nel seno delle società africane, dove nulla è lasciato al caso, e dove il bambino che nasce può essere accusato di stregoneria, allo stesso titolo della vecchietta di novant'anni che vive reclusa nel fondo della sua capanna.

L'interrogazione del cadavere
La morte prima di un termine normale, cioè in piena giovinezza o nel fiore dell'età, essendo sempre sospetta agli occhi della comunità, dà luogo in varie regioni dell'Africa alla straziante cerimonia dell'interrogatorio del morto, che designa sempre un colpevole, il che apre la via a sanguinosi regolamenti di conti, a delle vendette o a odi ereditari, dei quali, purtroppo, anche i cristiani sono gli agenti o le vittime. Condividendo tale mentalità, i cristiani in gran numero cercano naturalmente dei mezzi di protezione nell'arsenale del cattolicesimo, brandendo la croce contro i feticci, l'acqua benedetta contro le acque lustrali, i salmi contro le formule magiche...

Una mentalità incline alla stregoneria
La frequenza delle possessioni demoniache e degli esorcismi praticati in seno ai gruppi carismatici o alle chiese e sette afro-cristiane, è rivelatrice della mentalità incline alla stregoneria che soggiace alla psicologia di molti, per i quali il male si personifica, s'incarna ed emigra a suo piacere. Preliminare alla questione della carità evangelica, il problema posto dalla credenza nella stregoneria è quello della concezione africana del male e della sventura, della colpevolezza e dell'innocenza, del peccato e del perdono.