I dilemmi del Cristiano africano


Negli antenati le proprie radici

Le strutture sociali africane sono ancora largamente tributarie dell'eredità degli Antenati. Anche se i giovani si sentono oggi sempre più liberati dal peso della tradizione, nondimeno essi riconoscono l'influenza durevole di coloro che furono fondatori e continuatori del proprio clan. Gli Antenati costituiscono nelle culture africane un riferimento obbligato che consente a delle società in pieno mutamento di ritrovare le proprie radici e di assumere e integrare il proprio passato.

Si celebra la vita
La venerazione degli Antenati non era generalmente compiuta come un culto dei morti, ma come la celebrazione della vita, secondo la considerazione espressa da questi versi del poeta senegalese Birago Diop: “i morti non sono morti”. La catena vivente degli avi ai quali i discendenti offrono da bere — è uso in Africa di versare al suolo qualche goccia di acqua o di bevanda alcoolica prima di dissetarsi, in ricordo degli Antenati e degli scomparsi — rappresenta alcuni valori cardinali per la società e gli individui.

Proteggere ed accrescere la vita
a) il valore della vita della quale gli Antenati hanno assicurato la trasmissione e che sono in grado di proteggere ed accrescere. Si ritiene che essi si preoccupino del benessere della loro discendenza, della fecondità dell'uomo e dei campi, al punto che ci si assicura che essi “rinascano” in certi discendenti del clan. Presso gli yoruba della Nigeria, per esempio, i nomi come Babatunde (che significa: il nonno è ritornato) o Yubo (l'avo è di ritorno) sono portati frequentemente come patronimici ancestrali, che testimoniano tale credenza nella “rinascita” d'illustri scomparsi.
Gli atti di culto, quali l'invocazione degli Antenati, la cura per l'altare e la capanna degli avi familiari, le libagioni ed le altre offerte sacrificali, traducono la riconoscenza dei viventi per le sorgenti umane della vita.
Ogni volta che si tratta di chiedere la vita in caso di sterilità), di ristabilirla o di accrescerla (al momento di malattie o di incidenti), di proteggerla o di difenderla (contro gli spiriti malefici, gli stregoni e i nemici), ci si rivolge a coloro che appaiono non come dei morti, dei fantasmi o delle ombre, ma bensì come dei viventi perfetti e dotati di una potenza nuova.

La solidarietà
b) il valore della solidarietà, che la morte non può spezzare. È l'affermazione pratica della comunione che lega i viventi ed i morti e che mette in luce i legami affettivi e familiari che tessono gli uomini al di là della morte. Questa solidarietà, che è celebrata ovunque con la festa degli Antenati, è garante della coesione sociale e della perpetuità della stirpe. Il nome dell'avo dato talvolta a uno dei suoi discendenti, ha la funzione di riattualizzare questa solidarietà vivente.

Riferimenti e modelli
c) il valore dell'esemplarità e dell'autorità morale. Le tradizioni trasmesse dagli Antenati servono a codificare l'etica sociale e la vita morale della comunità. Se gli avi sono dei modelli è perché sono vissuti bene e le norme ch'essi trasmettono ai loro discendenti (pratiche religiose, usi, interdetti e tabù, genealogie e tradizioni storiche, organizzazioni sociali, codici del saper vivere e della moralità, cultura, arte, scienza e saggezza) sono un riferimento e una garanzia per la conquista della felicità.

Una forma di vita misteriosa e definitiva
d) il valore dell'eternità: grazie agli avi, l'uomo sa che la sua vita ha una fine ed una finalità: raggiungere nelle migliori disposizioni la comunità degli Antenati, dove è bandita la morte. Ci si immagina, in effetti, che dopo la morte, coloro che hanno ben vissuto raggiungano la Comunità degli Antenati, dove proseguono in una forma misteriosa e definitiva la vita che hanno condotto sulla terra.

Il passaggio verso il mondo degli antenati

Questa vita è considerata in Africa come un viaggio che si conclude alla morte con il passaggio o la traversata d'un corso d'acqua che conduce il felice scomparso al Regno degli Antenati. Sono esclusi da tale regno gli stregoni, i malfattori, i maledetti, i suicidi, i folgorati (la folgore è considerata come una potenza di punizione), gli annegati (l'annegamento è spesso percepito come una vendetta delle Potenze delle acque; in more, lingua dei mosi del Burkina Faso, si dice di qualcuno che è annegato che “le acque lo hanno mangiato”), le donne sterili, i bambini morti in giovane età e che devono “rinascere”... Bisogna anche notare che non si diviene Antenato, se non dopo la celebrazione dei funerali. I morti hanno dunque necessità dei suffragi degli umani per accedere allo status di Antenato. Trascurare i funerali rappresenta un grave errore e attira sulla famiglia del defunto le rappresaglie degli avi.