Il nome cristiano


L'infatuazione di una frangia di cristiani africani per queste raccolte e queste formule si spiega sia per l'ignoranza religiosa della maggior parte di essi, che per il gusto del misterioso e dello straordinario che attira e affascina. Di qui la fortuna di certi mercanti di pietà che aprono nelle capitali africane dei negozi di opere esoteriche e d'oggetti magici, allo scopo di sfruttare a loro profitto la sete da parte di molti della via segreta e rapida per la riuscita.

Talismani amuleti e potere
Donde, ugualmente, la fortuna dei marabutti e dei ciarlatani che vendono a contadini, operai e funzionari di tutti i livelli l'arsenale dei loro talismani ed amuleti, che hanno la loro forza dal fatto di essere stati strofinati col Corano. E se i cristiani rimproverano spesso ai preti di nascondere loro delle cose sulla religione cattolica, è perché sono convinti, tra l'altro, che questi ultimi utilizzino a loro profitto personale i "poteri" misteriosi che conferisce l'ordinazione sacerdotale (imposizione delle mani, unzione d'olio santo, obbligo del celibato, privilegio di celebrare la messa e di amministrare i sacramenti...) e che sono racchiusi nel breviario ed nei salmi che essi recitato giornalmente.

Una pastorale del nome
Questo scorcio sugli Antenati ed i problemi che la loro venerazione pone ai cristiani africani ci porta ad evocare, per concludere, la questione dei "nomi cristiani" così come fu dibattuta in Africa agli inizi degli anni '70. Dopo aver riconosciuto che nomi come Annibale, Pericle, Virgilio, Orazio, Olimpio, Ciro o Cesare non erano più cristiani di Yamagusti, Lwanga, Tekakwita, si convenne che il nome era anzitutto un fenomeno culturale sul quale può innestarsi un significato religioso. La pastorale cristiana in Africa è dunque chiamata a dar prova di elasticità ed apertura nella questione dei nomi di battesimo, che non possono più limitarsi ai soli Santi del calendario romano, per la maggior parte assolutamente sconosciuti alla massa dei cristiani.