L'avventura del Vangelo in Africa


C'era sempre tanta gente sulla strada il venerdì santo per la Via Crucis, ma non quanto il mercoledì delle ceneri. A ricevere quella polvere sulla fronte, sulla testa e tra i capelli c'erano proprio tutti.
Forse per fede. Magari per superstizione. Oppure per bisogno di segni. O ancora per desiderio di protezione. Come domanda di conversione. Forse un po' di tutto questo nelle nostre Afriche. O forse più di una cosa che dell'altra.
Anche queste sono ordinarie storie di noi missionari. Sconcertati e stupiti ad un tempo. Dalla fede della nostra Africa. Dall'incoerenza della nostra Africa. Dalla passione della nostra Africa. Dalla religiosità della nostra Africa. Dal cristianesimo della nostra Africa.
Proponiamo qui una riflessione sull'evangelizzazione dell'Africa con alcuni alcuni elementi di giudizio. Il testo pur essendo di una decina di anni fa, č sempre attuale. L'evangelizzazione, fin dagli inizi si è presentata come un avvenimento, un fatto dentro una storia: Cristo come un evento. Come tale fin dall'ínizio essa ha teso al dialogo e talvolta al conflitto con ciņ che della vita esprime l'avventura, cioè la cultura.
L'autore, il padre domenicano Sidbe Semporé originario del Burkina Faso, ci offre una riflessione sul modo con cui la gente semplice, le masse popolari dell'Africa, hanno accolto, interiorizzato, riespresso con proprie rappresentazioni culturali la fede in Cristo.
Se l'inculturazione è il radicamento del Vangelo di Cristo in una particolare cultura, allora il cattolicesimo popolare che p. Semporé ci descrive puņ essere definito come un'inculturazione dal basso, cioè a partire dai bisogni, dai significati, dalle intuizioni quotidiani dei semplici fedeli che riempiono le chiese africane.
Il dialogo con la cultura è proprio del vangelo. Qui come altrove la domanda risulta fatalmente simile: "quale cambiamento dovrà operare la cultura dal dialogo con Cristo?". Qui come altrove le risposte saranno diverse a seconda degli uomini e delle tradizioni culturali. Perché la vita è movimento.
La vita è dinarnismo. La vita è storia. E le risposte saranno sempre da trovare perché il vangelo è in cammino. Chiamato com'è ad incarnarsi in ogni cultura.
Senza mai farsi ingabbiare o ridurre da queste. Le risposte saranno sempre diverse perché diversi sono i ritmi con i quali la vita danza la vita.
Questa riflessione serve a noi tutti. Perché il vangelo deve ritrovare un volto anche qui. Deve riprendere a ustionare le nostre culture occidentali.
La Nuova Evangelizzazione porterà così il colore della Speranza.

Mauro Armanino