La "vernacolizzazione" del fumetto africano

Il processo di “vernacolarizzazione” dei ritmi, delle tensioni e delle convenzioni narrative poteva avvenire in Africa solo nel fumetto, un media a basso costo e in serie, e ha integrato l'umorismo dei funnies nel commento della società locale, la satira nella saga.
Al pari di altre forme espressive “venute con l'aereo” (la pittura su tela, il teatro in sala, il romanzo, il cinema) l'odierno fumetto africano testimonia di una appropriazione riuscita, più che una forma di meticciato artistico o di mimetismo culturale.

In un mondo dove flussi di persone, tecnologie, immagini e informazioni collegano numerosi centri con le periferie, dove la comunicazione non è un processo a senso unico, Europa e Africa sono impegnati in una “lunga conversazione”, un dialogo che nell'ultimo secolo non si è mai interrotto.

L'interazione di linguaggi e l'interesse reciproco ha modellato un “immaginario globale” costituito da stili e immagini. In contesti come quello in cui si muove l'artista africano, noi siamo divenuti fornitori di materiali dell'immaginario che servono all'Altro per costruire i manufatti culturali attraverso i quali si esprime.

Per questa ragione, l'opera della riproduzione culturale in Africa richiede la perizia di giocare su due tavoli, come stanno facendo i disegnatori africani.
La proposta di un linguaggio espressivo moderno e non tradizionalmente africano di questi autori non è un'avventura intellettuale di poco conto.