Quale lettura si può fare del fumetto africano come creazione artistica? Ci si può interessare alle finalità di questa arte, il che coincide con l'interrogarsi sulle finalità estetiche e comunicative di ogni opera d'arte. In effetti, come in ogni arte detta "popolare", la comunicazione appare come il punto di partenza della creazione: l'autore condivide col lettore o lo spettatore uno stesso universo linguistico, sociale, culturale, un bagaglio di preoccupazioni comuni; il primo trasmette al secondo delle idee, delle immagini, una storia, per realizzare uno scambio.
Ciò è proprio dell'artista non
professionista, che crea per il proprio immediato entourage. Progressivamente,
professionalizzandosi ed ampliando il proprio pubblico, l'autore tende a rendere sua
creazione meno specifica, più universale.
Essa quindi diviene - deve essere - traducibile
e comprensibile anche a distanza. La forma del messaggio assume allora più importanza
che nel contesto di scambio comunicativo diretto, e gli autori si integrano in un
"mondo" comune del fumetto africano che ha regole e codici propri.
E' a questo titolo che le loro creazioni artistiche possono diventare uno strumento pedagogico, ossia lo strumento di un altro genere di comunicazione. In effetti, a priori e salvo eccezioni, il lettore europeo non conosce niente della realtà evocata da una tavola di fumetto africano (a differenza del lettore africano che invece ha la possibilità di condividere la realtà dell'autore e può prendere il fumetto africano come una immagine o un commento della realtà).
Il fumetto africano permette sia un primo accesso alle realtà africane, e anche una maggiore conoscenza dell'arte di artisti africani. Ci si potrà allora interrogare, come già fanno gli stessi artisti, sulla pertinenza della classificazione della loro arte come fumetto "africano": non si tratta forse semplicemente di fumetto? Se la domanda si pone presso i lettori come presso gli autori, ciò vuol dire che una dimensione universale della comunicazione è sicuramente stata raggiunta.