"Il sole delle indipendenze"

Sotto "il sole delle indipendenze"

Gli africani hanno conosciuto il fumetto in tempi relativamente recenti. Dall'Ottocento - quando il fumetto è nato e si è sviluppato - sino all'inizio della “decolonizzazione”, le uniche pubblicazioni a fumetti che circolavano in Africa provenivano dalla madrepatria. L'eccezione, la tradizione di caricatura e vignetta satirica consolidatasi dal 1880 nella Colonia del Capo, nel solco britannico di Gillray e di Cruikshank (le vignette di William Schroder sui settimanali The Zingari e The Lantern, quelle di Daniel Boonzaier, Thomas O. Honiball e Eric Thamm su Die Burger, su Vaderland e su Die Transvaler), era anch'essa destinata ai coloni bianchi.

Bisognerà attendere le “indipendenze” per trovare esempi di fumetto realizzato da africani per lettori africani. Via via che i paesi indipendenti iniziavano i programmi di alfabetizzazione si creavano i presupposti per la nascita di un fumetto disegnato in Africa da autori locali.

Così, il primo album a fumetti stampato in Angola (e tra i primi nel continente) è stato l'anonimo A vitória é certa - Manual de alfabetização, edito nel 1968 a Luanda dal Movimento Popolare di Liberazione dell'Angola (MPLA). Distribuito nelle zone liberate, il volumetto insegnava a leggere e scrivere senza dimenticare di narrare dell'eroica resistenza del popolo angolano all'oppressione coloniale del Portogallo.

Il registro storico-celebrativo viene ripreso frequentemente nei “protofumetti” africani: come in Douala Manga Bell di Joz, pubblicato nel 1970 dalla rivista camerunense Croissance des Jeunes Nations, un fumetto a soggetto storico e anticolonialista (ambientato nel Camerun del 1914, ma attento alle problematiche del nation building); nel volume senegalese L'homme du réfus di A. G. Ngom e S. D. Diop, la vicenda dell'eroe Fary Ndella Dior, eroe della resistenza contro la Francia coloniale, pubblicato da Les Nouvelles Editions Africaines di Dakar nel 1978 e come nei due racconti libici pubblicati nel 1976 da Al-Amal Children's Weekly, entrambi sulla resistenza libica al colonialismo italiano.

Il passato, con le sue vicende di tratta e schiavismo, ha fornito soggetti all'infanzia del fumetto subsahariano. Ne sono due esempi Akapwitchi Akaporo - Armas e escravos di J. P. Borges-Coelho, che evoca il Mozambico di fine XIX secolo in una sessantina di tavole in bianconero ispirate allo stile di Hugo Pratt; e Nous ne voulons rien de blancs... nous avons les nécessaires (1982) di Ratsimbazafy, racconto di una ribellione allo schiavismo in Madagascar.

Nel Maghreb la lotta di liberazione ha permesso impetuosi ravvicinamenti tra la lotta dell'antimperialismo e la storia del colonialismo: come nell'egiziano Superheros in striking colours di El Labbad (pubblicato nel 1975 da Arab Workshop for children's book) e nella produzione algerina.