La satira tra difficoltà e successo

Potere e fumetti: ostilità e tolleranza

In molti paesi, governo e disegnatori satirici convivono: Muhammad az-Zuwawi ha pubblicato regolarmente le sue vignette su politica e società sul quotidiano libico at-Tawra. Ma anche quando il disegno politico e la caricatura sono tollerati, l'atteggiamento del potere può essere ostile. Soggetti alle pressioni del loro contesto, i disegnatori non trovano sbocchi editoriali per le loro creazioni più “difficili”, come è il caso di Timpous (pseudonimo di Timpousga Kaboré) del Burkina Faso, che ha da anni nel cassetto i disegni per un albo dedicato alla vicenda del giornalista Norbert Zongo, ucciso in circostanze misteriose; oppure esercitano su se stessi una forma di auto-censura che, come rileva l'esperto di fumetti John Lent, diviene “la regola generale ovunque, a causa dei molti tabù governativi e sociali, a causa del terrorismo di gruppi di vigilanza, e delle strette relazioni economiche che i giornali hanno sviluppato col mondo degli affari e col governo” (Lent 1997, p. 4).

In questi casi, una soluzione è il decidere di lavorare all'estero, come il disegnatore nigeriano Tayo Fatunla che ormai vive e lavora a Londra: “Gli editori avevano già censurato più volte i miei lavori in passato. Uno fu quello sulle atrocità compiute sui giornalisti nigeriani dal governo del generale Sani Abacha. Per paura, il mio editore proibì la pubblicazione di queste tavole, sino a che io le spedii a Londra, a un mensile panafricano che finalmente le pubblicò” (Tayo Fatunla, corrispondenza con l'autore). Recentemente anche Al'Mata, stanco delle difficili condizioni di lavoro, ha richiesto l'asilo politico in Francia.

Specchio di democrazia

Alcuni disegnatori hanno guadagnato il rispetto dei leader politici, come, ad esempio, Jonathan Shapiro "Zapiro" (vignettista del Sowetan, del Mail & Guardian, del Cape Argus e del Sunday Times in Sudafrica) che è stato pubblicamente elogiato da Nelson Mandela come “brillante ed accurato” e dall'Arcivescovo Desmond Tutu per aver mostrato “our weaknesses and shortcomings”, le debolezze e i difetti di una democrazia giovane e di una nazione fatta di diversità.

L'esempio forse più famoso di strip apparsa nell'epoca della transizione democratica in Africa è Madam & Eve, d i Stephen Francis, Harry Dugmore, Rico Schacherl, che dal 1992 mette in scena, nelle pagine del sudafricano Weekly Mail & Guardian, il cambiamento del paese sotto forma di scambi umoristici tra una donna bianca e la sua “colf” nera Eve Sisulu. Nell'opinione del disegnatore sudafricano Andy Mason, “questo cartoon non sarebbe stato possibile dieci anni prima, e forse non è privo di logica il suggerire che l'emergere, nel mondo del disegno satirico sudafricano, di un linguaggio condiviso da tutti è potuto avvenire solamente in un contesto di consenso nazionale” (Mason, 2002).