Il dominio dell'impero ottomano

Quasi contemporaneamente a Oriente, l'arrivo dei Turchi Ottomani, che si sostituiscono quasi ovunque senza difficoltà ai molti potentati arabi, dà origine a quell'Impero, che per alcuni secoli sarà l'interlocutore unico dell'Europa a Oriente: nel 1453 cade Costantinopoli - e l'ultimo lembo a cadere sarà il bastione dei Genovesi - e con essa tutte o quasi le colonie del Mar Nero e d'Oriente che per secoli avevano procurato ricchezza e forza a Genova. E quei possedimenti che non cadono subito in mano ottomana, i resti di quelle che erano state le conquiste attuate per secoli dalle crociate, devono essere difese dai continui attacchi dei Turchi.

L'impero ottomano e gli Stati africani

Nel giro di nemmeno un secolo l'Impero ottomano estenderà il suo controllo su tutti gli Stati nord africani: nel 1516 il primo ad essere occupato è l'Egitto, e l'ultimo, nel 1574, Tunisi, da decenni in lotta con gli Spagnoli. Soltanto il Marocco resta fuori dal controllo politico ottomano e il suo sultano mantiene il titolo di 'amir al muminin' (capo dei credenti) che gli dà anche sul piano religioso una certa autonomia dal sultano di Costantinopoli, che è anche califfo, cioè capo religioso della comunità islamica.

Le ripercussioni su Genova

Tutti questi avvenimenti hanno avuto ovviamente grosse ripercussioni sul Mediterraneo, sull'Italia e su Genova. La mancata formazione di un'entità nazionale, un territorio spaccato al centro dallo stato della chiesa, con, nel sud, la Sicilia in mano agli Arabi e poi ai loro “successori” tedeschi, francesi, spagnoli, e il resto del paese indebolito dalle lotte tra comuni, tra fazioni, tra signorie e potentati vari, in parte inserito nell'impero germanico, se da una parte permette anche a stati territorialmente piccoli come Genova di sopravvivere, dall'altro rende il territorio italiano facile area di incursioni straniere, e in caso di scontro facile preda degli eserciti stranieri, spesso chiamati a risolvere contese tra fazioni e coalizioni diverse.

"La Superba" e gli artisti alle sue corti

D'altra parte lo spostamento dell'asse dell'economia mondiale verso l'Oceano Atlantico, la difficoltà per i Genovesi di accedere ai commerci dei secoli precedenti, perché trattare con l'Impero Ottomano è molto più difficile che con i vari potentati arabi, cominciano a minare quello che era uno dei più floridi imperi economici. Certo, ancora nel periodo tra Quattrocento e Cinquecento, chiamato “il secolo dei Genovesi”, lo splendore della città e la sua potenza sembrano intatti, e ancora i banchieri genovesi sono in grado di finanziare grandi sovrani stranieri, e nel Cinquecento e nel Seicento sorgono la gran parte di quei palazzi nobiliari, di quelle ville, per cui Genova fu ammirata e persino chiamata la “Superba” dai viaggiatori dell'epoca, e i più grandi artisti d'Italia e d'Europa sono chiamati ad arricchirli con le loro opere. Basti pensare a Rubens, a Van Dyk e agli altri fiamminghi, le cui opere ancora oggi sono conservate in città.

Oligarchia ricca e potente, ma governo povero

Tuttavia la repubblica è divenuta molto più fragile, non solo economicamente, ma soprattutto politicamente, lacerata ormai dalle contese tra famiglie nobili e “popolari” (1), dall'individualismo che le contraddistingue, dal fatto che mirino più a difendere il proprio potere e le proprie ricchezze che a badare agli interessi dei cittadini e dello Stato. Sempre più prende corpo l'anomalia di uno stato genovese con un oligarchia ricca e potente, ma un governo povero, una città che va perdendo respiro, in cui la vita culturale non si apre, il cui peso politico andrà sempre diminuendo, una città - come afferma con una splendida e lapidaria affermazione un nostro studioso (2) - che non fu mai mito e modello per nessuno, tanto che molti storici parlarono di grave decadenza già agli albori del Settecento.

Una Genova che diventa fragile

Genova rimarrà indipendente fino all'età napoleonica, ma spesso si tratta di un'indipendenza se non del tutto formale, certamente molto vincolata. Dopo molte contese interne, congiure da parte di grandi famiglie contro altre, e periodi di controllo da parte della Francia, del Ducato di Milano e del Monferrato, la Costituzione del 1528, riconfermata e consolidata nel 1576, istituzionalizza il potere delle famiglie più importanti, i Magnifici, registrati in un Liber civilitatis, potere che si concretizza negli alberghi: le grandi e ricche famiglia della nobiltà (intorno a cui ruotano famiglie meno importanti, quasi dei clientes di romana memoria, che spesso da quelle prendono anche il nome) con il suoi palazzi, la sua torre, il suo porticato, i suoi possedimenti oltremare, i suoi affari nei paesi stranieri, e soprattutto la possibilità di accedere alle cariche politiche, cioè di avere il controllo del potere, tramite il dogato, elettivo e per due anni, non più a vita come in precedenza, e l'appartenenza al Maggior Consiglio e al Minor Consiglio e alle altre magistrature che gestiscono tutta la vita e le attività della Repubblica.

Genova fra Spagna e Francia

Nello stesso periodo Genova si colloca in uno stretto rapporto di alleanza con la Spagna, anche se non tutte le famiglie saranno d'accordo, rimanendo alcune sempre filo-francesi. In questo modo Genova si ritrova a vivere le vicende diplomatiche dei due secoli che ci interessano, dovendo adeguarsi alle inimicizie e alle alleanze, che si rompono, si alternano, tentando sempre di superarne gli ostacoli e i contraccolpi, per mantenere per quanto possibile il proprio tornaconto, e difendere gli interessi delle proprie famiglie all'interno e soprattutto all'estero. Se questa è grosso modo la situazione di Genova, vediamo in breve quella dell'altra sponda del Mediterraneo, in particolare del Mediterraneo occidentale, in cui gli Ottomani non si insediano direttamente, ma in cui si costituiscono le Reggenze che potremmo definire province dell'Impero ottomano, all'inizio con statuti e organizzazione particolari in considerazione del fatto che rappresentavano dei veri e propri bastioni del mondo islamico nei confronti delle potenze cristiane, poi in seguito province a tutti gli effetti e come tutte le altre numerosissime dell'Impero.

1)La distinzione tra famiglie nobili (tra cui Doria, Spinola, Grimaldi, Fieschi) e popolari (tra cui Fregoso e Adorno) risale al 1339. Il termine popolare viene usato per indicare ricche e importanti famiglie, ma non ancora coinvolte nel governo della città,
2)Per un analisi del governo della Repubblica, rimandiamo a Carlo BITOSSI , Il governo dei Magnifici. Patriziato e politica a Genova fra Cinque e Seicento, Genova, ECIG, 1990.