Gli stati barbareschi

L'Africa del nord occidentale, in cui i Genovesi ebbero insediamenti fin dal Medioevo, aveva subito secolari occupazioni straniere, dai Fenici, che vi ebbero basi numerose tra cui Cartagine, che divenne una potenza autonoma di grande peso politico nel Mediterraneo fino allo scontro con Roma, ai Romani che vi fondarono la colonia dell'Africa Vetus (la Tunisia, l'Ifrikiya degli Arabi), e della Mauritania Tingitana (Marocco) e Caesariensis (Algeria), ai Vandali, ai Bizantini fino agli Arabi, che con una serie di spedizioni militari, vincendo le sporadiche opposizioni delle popolazioni berbere della costa, alla fine del VII secolo arrivano allo stretto di Gibilterra, varcato il quale, insieme ai Berberi sbarcano nella penisola iberica iniziandone la conquista.

Dalla Barberia al Maghreb

La storia del Nordafrica occidentale nei quasi nove secoli che intercorrono tra l'arrivo degli Arabi e il suo ingresso nell'Impero Ottomano è estremamente complessa e risente in parte della cronica tendenza all'anarchia delle popolazioni berbere, aggravata forse da migrazioni di popoli da oriente (1): un susseguirsi di stati, spesso fondati da esuli - kharigiti, fatimidi, omayyadi - venuti da Oriente, in lotta con il Califfato (2) e quasi sempre in lotta tra loro, ne sono la caratteristica insieme ad una tendenza all'unificazione della regione occidentale, quella cui prevalentemente oggi si dà il nome di Maghreb. Questa regione, nei secoli che ci interessano, era conosciuta come Barberia (probabilmente dal termine berbero, a sua volta derivato dal latino barbarus) e che comprendeva il Marocco, l'Algeria e la Tunisia e la Tripolitania: grandi imperi come quello degli Almoravidi (metà del sec, XI – metà del sec. XII) o quello degli Almohadi (metà sec.XII – metà sec. XIII) ne tentano l'unificazione, ma le forze centrifughe riescono in un giro di tempo più o meno lungo a riprodurre la tripartizione: così è accaduto anche dopo il crollo dell'impero almohade.

Ambascerie genovesi per proteggere i commerci

E' proprio una dinastia locale, gli Hafsidi, a imporre un loro sultanato a Tunisi e su un territorio molto più esteso, sia ad ovest sia ad est, dell'attuale Tunisia (1228). Ad ovest del regno hafside gli Abdalwadidi danno vita ad un regno che controlla l'Algeria occidentale, con centro a Tlemcen. Ultimi, più a occidente, i Marinidi danno vita al regno al regno del Marocco (1296). Con i sultani hafsidi i Genovesi hanno notevoli contatti: ambascerie si susseguono da parte della repubblica con l'obiettivo di proteggere i propri commerci, le proprie attività lungo le coste (molti genovesi si recavano a corallare in quelle zone) ma anche di recuperare i Genovesi che erano stati catturati dai corsari.

Le incursioni del corsari e il riscatto dei genovesi catturati

Un trattato firmato nel 1391 prevedeva il pagamento di una grossa cifra per riscattare tutti i genovesi catturati fino al luglio di quello stesso anno, mentre per quelli catturati posteriormente si sarebbe trattato il riscatto caso per caso. Anche questo trattato, come altri documenti, ci dice come i rapporti tra questi potentati arabi e gli Europei siano complessi: accordi, trattati, scambi commerciali, ma anche scontri continui e lo stillicidio ossessivo della corsa: gli Arabi avevano occupato la Sicilia, la penisola iberica, premevano sul Mediterraneo con le loro incursioni di corsari, gli Europei, specie dopo la ripresa economica succeduta ai lunghi secoli di crisi dopo la caduta dell'impero romano, organizzano le Crociate: sotto il mantello della fede e del contrasto religioso si giocava anche il controllo dei traffici mediterranei e di quelli provenienti dall'Asia.

Il controllo del Mediterraneo occidentale

All'inizio del Cinquecento sulla scena di questo secolare contrasto si affacciano due nuove grandi potenze: sul mediterraneo occidentale la Spagna, su quello orientale l'Impero Ottomano: e una delle poste più importanti della partita è proprio il possesso dell'Ifriquiya e del Maghreb, che significano il controllo del Mediterraneo occidentale. In questo elemento di fondo si inseriscono i corsari levantini, che domineranno la vita politica di quest'area per quasi tutto il Cinquecento e il cui operato per tutto il periodo dal 1500 al 1534 in pratica costituisce la fase preliminare dell'espansione ottomana.

I fratelli Barbarossa

Ai successi degli Spagnoli, che occupano Algeri, Tripoli e la stessa Tunisi, il cui sultano hafside nel 1535 aveva di buon grado accettato se non addirittura sollecitato la loro alleanza non riuscendo più a controllare le dissidenze interne, si oppongono i corsari levantini, tra cui i famosissimi fratelli Arudj e Khair ed-din, l'algerino Eulg Alì, e Dragut, personaggi ben noti e temuti in tutto il Mediterraneo, i quali, da una base presso l'isola tunisina di Gerba, supportano una marina turca non ancora ben organizzata. Khair ed –din e Arudj, conosciuti come i fratelli Barbarossa, greci dell'isola di Mitilene, sono chiamati nel 1516 ad Algeri per combattere contro gli Spagnoli; Arudji muore due anni dopo, Khair ed-din gli succede trovandosi subito a dover far fronte a forti resistenze da parte delle popolazioni locali, soprattutto kabile (3): con grande intuizione politica decide di dichiararsi vassallo del Sultano di Costantinopoli ed ottiene il titolo di beylerbey, il governo della reggenza di Algeri (1529) e nel 1533 il titolo di Kapudan – pasha, cioè ammiraglio dell'intera flotta ottomana, titolo che manterrà fino al 1544, guidando la lotta contro gli Spagnoli. Algeri diventerà il principale centro propulsore della corsa barbaresca.

Il corsaro Dragut ammiraglio della flotta ottomana

Nel 1551 un altro corsaro, Dragut, dopo aver ripreso Gerba, che l'anno precedente era stata conquistata dagli Spagnoli e dai loro alleati, strappa Tripoli ai Cavalieri di Malta, cui Carlo V l'aveva donata, e ottiene il titolo di governatore della nuova Reggenza sorta a Tripoli.
I vent'anni successivi vedono continue lotte tra questi corsari, ormai divenuti ammiragli della flotta ottomana, e le coalizioni europee, impegnate con alterni successi: se nel 1565 gli Europei sconfiggono la flotta turca che assedia l'isola di Malta tentando di strapparla ai Cavalieri (4) (in quella battaglia muore Dragut signore di Tripoli), nel 1570 Cipro viene tolta ai Veneziani e Tunisi agli Spagnoli.
Al comando della flotta che riconquista Tunisi il nuovo ammiraglio, l'algerino Eulg Alì, che altri non è che un rinnegato calabrese di Isola di Capo Rizzuto, l'unico capitano della flotta ottomana a uscire indenne con le sue navi dalla battaglia navale di Lepanto (1571) in cui la coalizione di Spagna, Venezia, Cavalieri di Malta e Stato Pontificio (la Lega Santa) sconfigge la flotta ottomana, ponendo in qualche modo un limite all'espansione turca nel Mediterraneo.
Ma Tunisi resterà in mano turca e nel 1574 diventa reggenza ottomana: per dieci anni dipende direttamente dal beylerbey d'Africa, cioè dal Signore di Algeri, dal 1584 viene governata da un pacha proveniente da Costantinopoli.

Come l'impero ottomano governa le province

Da questo momento l'autorità dell'Impero ottomano si estende su tutto il Nord Africa: tranne il Marocco, tutto il Maghreb è ricondotto sotto un'unica autorità, quella del Sultano di Costantinopoli.
Il sistema con cui da Costantinopoli il Sultano governa il suo immenso impero è nelle sue grandi linee semplice: un governatore inviato da lui e rinnovato ogni tre anni, un contingente di truppe inviate dalla Turchia, sono incaricati di percepire le imposte e gestire le singole province, tenendo a bada le élites locali, spesso associandole al governo.
In realtà tutta una serie di elementi si assommano a rendere difficile uno stretto controllo sulle province più lontane o più turbolente dell'impero e a favorire la loro volontà di autonomia: la vastità dell'Impero, la difficoltà di mantenere contatti veloci e costanti, la tendenza dei capi corsari (i rais de Taifa ) e degli ufficiali dei giannizzeri a gestire il potere in proprio, le grosse crisi finanziarie che già alla fine del Cinquecento il sultano è costretto a affrontare, il fatto che la sua marina, pur sempre temibile, dopo Malta e Lepanto ha perso la sua aureola di invincibilità e che l'attivismo delle diplomazie europee impedisce frequenti e vantaggiose incursioni lungo le coste mediterranee degli stati europei. Tutto ciò porterà presto le reggenze del nord Africa ad una sostanziale autonomia.

1) E' la tesi sostenuta da uno dei più grandi storici arabi dell'epoca, autore di una grande Storia dei Berberi, Ibn Khaldun, che si riferisce all'invasione dei Banu Hilal.
2) Califfo è il termine con cui vengono chiamati i successori di Maometto, i quattro califfi Rashidun (legittimi), capi politici e religiosi insieme dell'intera comunità islamica, e i successivi capi anche dopo la scissione tra califfato omayyade prima a Baghdad poi a Cordova in Spagna) e califfato abasside (con capitale a Damasco), il titolo passa poi al Sultano di Costantinopoli, e verrà abolito nel 1923, alla caduta dell'impero ottomano.
3) I Cabili sono un importante gruppo berbero dell'Algeria: stanziati sui territori montuosi ad est di Algeri (ancora oggi in quest'area si trovano una Grande Cabilia, con centro a Tizi Ouzou, e una Piccola Cabilia, con centro a Bejaia, l'antica Bugia) furono spesso presenti in modo importante nella stessa Algeri, dove smerciavano spesso l'olio di loro produzione. Strenui e un po' anarcoidi difensori della propria autonomia, si opposero ai Romani, agli Arabi, come si vede anche agli Ottomani, per i quali alcuni territori da loro controllati furono assolutamente impenetrabili e nei quali mai essi riuscirono a percepire le imposte, ai Francesi, e cabila fu una importante componente del Fronte di Liberazione Nazionale in lotta contro la Francia, ma anche ai governi succedutisi nell'Algeria indipendente, quando essi cercarono con un arabizzazione forzata di cancellare l'identità culturale e linguistica berbera (che in Algeria, tra Cabili e altri gruppi, tocca il circa 25% della popolazione).
4) Come Cavalieri di Malta sono conosciuti gli aderenti all'Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, oggi Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, di Rodi e di Malta.
Sorto nel 1050 con l'obiettivo di ospitare e curare in un ospedale i pellegrini cristiani giunti a Gerusalemme, in Terrasanta, data la situazione, diventano ben presto ordine militare, che difende cioè militarmente i Cristiani.
Dopo la caduta di Gerusalemme nel 1291 si spostano a Cipro, poi a Rodi, dove costruiscono una potente flotta, che permetterà loro di diventare una delle potenze marinare del Mediterraneo, presente nelle grandi battaglie navali, ma anche nella guerra di corsa. Nel 1523 sono costretti ad abbandonare Rodi e nel 1530 arrivano a Malta, ceduta loro dall'imperatore Carlo V.
Nel 1798 saranno costretti da Napoleone a lasciare l'isola che nel 1800 verrà occupata dall'Inghilterra. Sono divisi in Lingue (Provenza, Alvernia, Francia, Italia, Aragona, Inghilterra, Germania e dal 1492 Castiglia e Portogallo).