La reggenza ottomana di Tunisi

Tunisi entra molto più tardi di Algeri sotto il dominio ottomano, nel 1574, e per dieci anni il nuovo possedimento dipende dal Beylerbey di Algeri, che vi invia Sinan Pascià a prendere in mano il governo, che si presenta già con una struttura simile a quella del pascialiq di Algeri: vari funzionari e guarnigioni di giannizzeri. Dal 1584 il pascià verrà inviato ogni tre anni da Costantinopoli. Questa struttura, che pur tra molte crisi aveva retto ad Algeri per quasi ottant'anni, a Tunisi regge meno di dieci anni.

Dalla "democrazia militare" dei giannizzeri al potere di un unico "Dey"

Nel 1590 i giannizzeri in connivenza con alte personalità locali massacrano i loro ufficiali e molti alti funzionari, e affidano il potere ai loro capi effettivi, di livello più basso, i dey, che sono in numero di quaranta. La difficoltà di accordarsi tra un numero così elevato di capi decreta il fallimento del tentativo di imporre quella che uno storico tunisino chiama “democrazia militare” e porta al passaggio dei poteri ad un unico dey, con una forma di governo decisamente più dispotica. A differenza di quanto succede al Algeri, Othman dey (1598 – 1610) riesce ad imporsi sul diwan (1), a piegare l'insubordinazione sia dei giannizzeri, uccidendo i più facinorosi, sia dei rais, potenziando invece l'autorità di un'istituzione che era stata già degli Hafsidi, i bey (2), ed elevando a questa carica persone di fiducia e di valore.

Il potere passa nelle mani dei Muraditi

Mentre i dey continuano a governare, i bey continuano ad aumentare la loro importanza e le due cariche sembrano proseguire in modo parallelo fino a che nel 1631 si verifica un fatto foriero dei futuri, vicini cambiamenti. Murad I, il cui vero nome era Osta Morato Corso, nominato bey da Yussuf dey, ottiene anche il titolo di pascià, cede il titolo di bey al figlio Hamuda e in questo modo il titolo di bey diventa ereditario. Alla morte del terzo dey, Osta Moratto Genovese, in pratica, pur mantenendosi il titolo di dey, il potere passa nelle mani dei Muraditi, cioè i discendenti di Murad I: Hamuda bey e dopo di lui al figlio Murad II (1659–1675), che depose il dey sostituendolo con una persona di sua fiducia e di scarso polso, e che si ritrovò a combattere contro truppe inviategli contro dagli Agha dei giannizzeri che avevano sostituito il dey da lui nominato.

La dinastia husseinita e la perdita dell'indipendenza nel 1882

Tutto questo avviene senza che da Costantinopoli si accenni al minimo intervento: il potere è ormai saldamente in mano a Tunisi ed il titolo di pacha, che prima i dey ed ora i bey si fanno conferire da Costantinopoli è puramente onorifico. Alla sua morte il paese entra in un ventennio di continue guerre, guerre tra fratelli pretendenti al trono, guerre con gli Algerini che cercano di estendere i propri confini ad est, guerre contro tribù ribelli: un po' di pace si ritroverà con la fine violenta della dinastia muradita ad opera dell'Aga Ibrahim Sharif (1702–1705), che assumerà sia il titolo di bey sia quelli di dey e di pascià. Nel 1705 prende l'avvio la dinastia husseinita con Hussein bey (1705 – 1735) che governa il paese fino alla perdita dell'indipendenza nel 1882.

1) Il termine indica il governo ottomano, ma anche il governo del corpo dei giannizzeri, costituito dall'insieme dei loro capi, che si riunivano tre volte la settimana per prendere qualsiasi decisione.
2) Il bey era uno dei funzionari dell'amministrazione ottomana, aveva competenze militari (comandava le spedizioni che si recavano presso le popolazioni a riscuotere le imposte) o veniva incaricato del governo dei territori. Dipendeva ed era nominato dal dey.