L'uomo al centro del cosmo


Alberto mi invita a casa sua per il pranzo di mezzogiorno. E' un piacere sentire parlare Alberto, perché di cose ne sa tante. E dire che ha fatto solo la 5° elementare in una cittadina vicina. Ha solo una cinquantina d'anni e sembra molto più vecchio.


Accolto in casa


Per arrivare davanti a casa sua, passiamo attraverso i granai che sono grossi cilindri di un metro e più di larghezza per due metri e mezzo di altezza, fatti di terra e paglia mescolate, poggianti su grosse pietre e coperti di paglia. Tutti questi granai che contengono: mais, arachidi, miglio grosso e piccolo, chiudono un lato del suo cortile. Di fonte ai granai e dal lato opposto c'è la casa di Alberto. Chiude il quadrato la cucina e le camerette dei figli maggiori. Alberto è sposato con Giulietta, una bella donna di quaranta anni nonostante la fatica dei campi e i cinque figli di cui l'ultimo ha solo due anni. Si vede e si sente che i due si vogliono bene! Dopo le presentazioni, mi danno una sedia e mi portano dell'acqua da bere. Giulietta si siede vicino ad Alberto e mi chiede le notizie di casa. Saputo che rimango per il pranzo ritorna contenta alla sua cucina mentre Alberto mi fa fare il giro del cortile, mostrandomi come è installato. Il suo ultimo figlio mi da la manina e cammina con noi.


La morte al villaggio


Un forte grido di donna rompe quell'incantesimo di pace che provo in quel cortile. Parole urlate e strozzate da un forte pianto annunciano a tutti che nel villaggio vicino è morto qualcuno in seguito ad una corta malattia. Era un grande e forte giovane di 25 anni, pieno di vita, ritornato al villaggio da qualche mese. Alberto mi spiega che il giovane, dopo il suo rientro dalla città, non aveva più saputo adattarsi al ritmo di vita del villaggio. Una domanda mi viene spontanea:


Sembra che qui la vita e la morte crescano assieme. Ma cos'è l'uomo, cos'è la morte?


L'Uomo è un'opera di Dio da cui dipende totalmente. Lo ha fatto entrare nel mondo e sarà ancora Dio che lo richiamerà a lui facendolo uscire da questo mondo. Tutto dipende da lui. Per noi, l'Uomo è costituito di tre elementi: il corpo, l'anima e la forza vitale. L'Uomo non può essere diviso, è un tutt'uno. Il corpo umano è soggetto alla corruzione. E' il supporto degli altri due elementi. L'Anima è l'elemento che da una specificità all'uomo. Lo distingue dagli animali. E' un elemento spirituale e perciò incorruttibile. L'anima è la sorgente dell'intelligenza, è l'elemento superiore. Ha delle proprietà: può partire dal suo corpo e prendere varie forme come lingua di fuoco, animale, sasso, brezza di vento... e sarà un Veggente che ti dirà di chi è l'anima trasformata in sasso per esempio.
La forza vitale è l'elemento che da il respiro e la vita. E' una realtà inafferrabile, fluida e che penetra totalmente l'essere umano. Questa mia forza vitale può agire sulla forza vitale degli altri, se è più forte, oppure subirne le conseguenze, se è più debole. Tutti gli esseri umani la possiedono e questa forza la si può potenziare. Nel passato si aveva una particolare attenzione ai decotti di erbe, di radici per potenziare la forza vitale. Oggi ci sono braccialetti, anelli, speciali camicie per la tua invulnerabilità, l'invulnerabilità della tua forza vitale.
Questi tre elementi costituiscono l'Uomo Africano e la sparizione anche di uno solo di questi elementi, porta automaticamente alla morte. Ho distinto questi elementi perché sono una chiave di lettura nei confronti di certe morti e della stessa malattia.


Il mistero della morte: anima e soffio vitale


Ci sono due specie di morte.

Primo caso

L'anima sparisce dal corpo. E' una morte questa causata dagli stregoni. Stregoni che sono in possesso di un potere straordinario e che l'utilizzano a dei fini contrari alle prescrizioni sociali. Lo stregone può prendere l'anima o come noi diciamo più spesso, può magiare l'anima di qualcuno che è più debole. Allora la persona, privata poco a poco di uno dei suoi elementi costitutivi, si indebolisce e va fuori di senno. Si fa ricorso ad un veggente o anti stregone, oppure ad un guaritore specializzato per salvare il malato. Se queste persone, dopo la diagnosi, si avventurano a dire: Ma è già morto! - (arriva sovente che noi non ci spieghiamo certe malattie) - allora questa semplice frase è quasi un verdetto e una reale condanna a morte. Infatti non si farà più nulla per guarire la persona ammalata. Tutti i trattamenti fatti prima saranno lasciati. Tutti già pensano alla morte, ai funerali, ad avvertire i parenti lontani della famiglia.

Secondo caso

Sparizione del soffio vitale. E' un caso corrente e si passa attraverso veleni, filtri e incantesimi. In questo caso di morte noi pensiamo che l'anima del morto continui a restare nel corpo fino al momento della sepoltura. Ecco perché il cadavere può reagire quando due portatori lo conducono alla tomba. Può, il morto, obbligare i portatori a correre o a girare su se stessi o fare marcia indietro, quando lo conducono alla tomba. Alle volte poi il cadavere può reagire quando passa davanti ad un gruppo dove si trova colui che è la causa della sua morte, come ti avevo già spiegato. Dopo la sepoltura, l'anima lascia definitivamente il corpo.


In tutte queste realtà,qual è il posto di Dio?


Vedi, noi africani siamo profondamente attirati da tutto ciò che è meraviglioso, grandioso e anche da molta superstizione. Nella nostra ricerca di Dio siamo come immersi in una grande nebbia e Dio è come una pallida luce che vediamo al di là della nebbia. Per noi, Dio è immenso ma lontano da noi. E' la sommità di ogni sorta di gerarchia umana o spirituale. Mai ci si può indirizzare direttamente all'autorità, bisogna passare attraverso degli intermediari. Se è così nella nostra vita umana, quanto più deve esserlo nei confronti di Dio. Gli spiriti o geni, i feticci, i morti o antenati sono gli intermediari che dovrebbero avvicinarci a Dio. Invece Dio resta sempre lontano. Dio è ancora la bellezza e la perfezione che l'uomo non è. Per noi Dio è creatore del mondo e lo invochiamo come tale ma mai sarà invocato come Padre. Siamo terribilmente lontani da lui e mai potremo raggiungerlo da soli. Allora crediamo che nell'aiuto di intermediari che ci dicono che siamo in armonia con Dio se siamo in armonia con loro. Il rischio è che ci fermiamo a loro visto che Dio è introvabile e inafferrabile. La contraddizione sta’ proprio qui: fare di una creatura un Dio.


Lei è battezzato e porta un nome cristiano, Alberto. Mi dica, qual è il suo atteggiamento come cristiano nei confronti di queste realtà così complesse?


Vorrei precisarti tre cosette prima di darti una risposta. La prima: queste tre realtà di cui abbiamo parlato sono tenute in mano da uomini vecchi o relativamente giovani che hanno un prestigio da difendere, una autorità da affermare, costi quello che costi. La seconda: gli stregoni, lo vedi bene, non hanno una vita normale come gli altri. Vivono un po’ fuori del villaggio, sono poveri e non sono considerati dagli altri ma solo temuti. Tutto ciò fa nascere in loro delle gelosie omicide di vendetta oppure diventano gli esecutori di morti misteriose per terzi. La terza: vedi bene che alle volte mi è difficile di non partecipare alla vita tradizionale della mia etnia. Se vengo al villaggio e tutti stanno facendo un sacrificio agli spiriti o al feticcio, mi manifesto e partecipo con qualche soldo per solidarietà, ma dico chiaramente che se per certe cerimonie posso assistere, per altre non posso più, data la mia fede cristiana. Questo, gli altri lo capiscono: non mi separo dal gruppo anche se prendo un'altra strada.
Per venire alla tua domanda ti posso dire questo: il mio atteggiamento nei confronti delle realtà sopra accennate è quello di rispetto. D’altronde, nessuno di noi avrebbe il coraggio di affrontarle direttamente. C'è in me ancora un fondo di paura anche se mi dico cristiano convinto. L'atteggiamento migliore credo sia quello di buon vicinato. In un dialogo aperto posso spiegare la nuove usanze cristiane che voglio vivere. Credo che capiscano. Per quanto riguarda lo stregone, credo che anche là le relazioni semplici di amicizia porteranno dei frutti. Conosco il loro stato di vita, allora io faccio così: amicizia e affetto e concretamente porto loro soccorso. Se lo stregone è circondato da persone che condividono, il suo atteggiamento cambierà nei confronti dell'intero gruppo.

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