Seguiamo Alberto, a piedi, che va nel villaggio vicino,
attraverso la savana, lontano 3 km. Alberto porta
le sue condoglianze alla famiglia in pianto per
la morte improvvisa del giovane. Stringersi
attorno ad una famiglia in lutto, anche se non si
parla, è segno di una forte solidarietà.
Nel grande cortile, pieno di gente,
c'è uno spazio libero. Un anziano signore sta tagliando la testa
di un gallo con il suo machete. Il sangue sprizza. Il gallo
gettato a terra, tra gli ultimi sussulti di vita, sbatte le ali e
cade sul dorso. Un mormorio di approvazione sale dall'assemblea.
Batto la spalla di Alberto e faccio un segno con la mano come per
dire: "Cosa stanno facendo?"Alberto mi guarda e mi fa
un segno di silenzio. Mi prende la mano e mi porta dietro la
casa. Il sole picchia duro, ma troviamo un po d'ombra sotto
una graticciata che porta i frutti del neré.
L'anziano signore che hai visto, sta
facendo un sacrificio agli antenati. Chiede loro di accogliere
favorevolmente il giovane appena morto. Hai visto, il pollo è
caduto sul dorso. Questo è il segno che gli antenati lo
accoglieranno. La vita di là è la continuazione della vita di
quà, la vita di famiglia continua dall'altra parte della tomba,
anche se, nell'aldilà, non ci sarà più il lavoro duro dei
campi, le sofferenze e la morte.
Non c'è rottura di comunicazione e di
comunione tra le due comunità, quella dei vivi e quella dei
morti. La gioia e la felicità degli antenati risiedono in questa
vita di famiglia. Ti dicevo questa mattina, che noi seppelliamo i
nostri morti vicino alle nostre case e anche all'interno. E' un
gesto questo di riconoscenza e di appartenenza alla stessa
famiglia. Il rifiuto di una tale sepoltura è segno di esclusione
che certamente continua anche nell'aldilà. Quelli che ne sono
privati, vengono a trovarsi isolati, senza famiglia, condannati
à girovagare sempre. Nessuna punizione può uguagliare, per un
Africano, quella di sapersi senza famiglia. Nell'aldilà, noi
crediamo che c'è gioia e felicità con Dio ma questa gioia è
condivisa nella solidarietà e familiarità di tutti gli
antenati.
Sì, tutti coloro a cui è stata
rifiutata una sepoltura normale. Primi fra tutti ci sono coloro
che dopo un consiglio degli anziani della famiglia, si vedono
esclusi da questa. Rifiutati dalla propria famiglia sulla terra,
si pensa che sia normale che i morti li rifiutino pure loro. Il
capo famiglia è prima di tutto l'antenato vivente più vecchio.
E' l'intermediario tra il mondo degli antenati morti e quello dei
vivi. Quello che lui decide di qua, sarà sancito anche di là.
Ci sono poi i malfattori pubblici,
quelli che noi chiamiamo gli avvelenatori, poi vengono i suicide
e le vittime di certi incidenti: gli annegati, i morti per
fulmine e certi incidenti stradali. Tutti questi saranno sepolti
fuori del villaggio perché sicuramente sono stati oggetto di
maledizione.
Se tu chiedi a qualcuno: - ti
risponderà che è mio nonno, mio zio, mio padre che me lo
reclamano. Se non lo facesse gli capiterebbe una disgrazia. Come
vedi, c'è un'idea di paura sotto queste frasi e bisogna quindi
propiziarceli se vogliamo evitare la loro vendetta. Ma credo,
sai, che siano gli indovini-ciarlatani e le fattucchiere che
fanno nascere queste paure, perché sò che ne tirano profitto.
Non tutti! Quelli che non hanno diritto
sono quelli di cui ti ho parlato prima, quelli, per intenderci,
che non sono sepolti al villaggio, ma fuori, in piena campagna.
Si aggiungono poi i bambini, i giovani e i celibi.
Questo culto, invece, lo avranno i
papà e mamme di famiglia. Le persone che sono morte dopo una
lunga vita vissuta bene e poi coloro che hanno contribuito, con
la loro saggezza, con il loro lavoro e i loro consigli allo
sviluppo armonioso di tutta la famiglia. In questo caso il culto
degli antenati significa la venerazione, la riconoscenza per
quello che hanno fatto per noi. Ai nostri figli si danno i nomi
dei nostri antenati e si avrà per loro un certo riguardo in
ricordo dell'antenato omonimo. Infatti gli antenati, anche se
invisibili, restano ancora i fattori attivi della fortuna e della
felicità dei loro discendenti. E poi tu sai il rispetto e la
venerazione che portiamo ai più anziani quì in Africa, per
capire questo culto di comunione. I morti sono inseparabili della
vita degli umani e sono un elemento indispensabile di sicurezza.
Battimani mi distolgono dal discorso di
Alberto. Lui si alza e lo seguo nel cortile. Ogni capo famiglia
sta dando dei soldi all'incaricato dei funerali della famiglia in
lutto e ad ogni mille o due mila franchi ricevuti, dice ad alta
voce, il nome del donatore e la somma che ha donato. Vedo anche
dei bidoncini di plastica di quattro litri che servivano per
l'olio motore Mobil o Total che ora passano di gruppo in gruppo
pieni di ciapalô, birra di miglio. A tarda sera usciranno
gli strumenti di musica e si danzerà fino a tarda notte quelle
musiche e danze che al giovane morto piacevano tanto.