Sua Maestà, signor Prefetto, signor Sottoprefetto, onorevole deputato, onorevoli personalità.
Ogni anno, quasi sempre nello stesso periodo, da secoli, in questo stesso cortile, si svolgono con più o meno
sfarzo, le cerimonie per la festa dell'igname, chiamata festa tradizionale del paese.
La Corte ritiene sia giusto spiegare il significato di questa festa, che oggi riveste un carattere particolare, alle
persone non indigene che, con la loro benevola presenza, hanno accettato di onorarla..
Cercheremo di essere il vostro speaker per permettere a coloro che sono più attenti di seguire minuziosamente
lo svolgersi delle cerimonie.
Ma prima di entrare nel vivo della questione, penso non sia vano sapere che la regione che ingloba l'Indénié
propriamente detta, comprende undici tribù secondo la tradizione. Cioè : N'Dénien, con capoluogo Amélékia;
Ahhua, con capoluogo Aniassué; Allangoua con capoluogo Eyosso; Féyassé con capoluogo Yacassé;
Assonvo con capoluogo Apprompron, da non confondere con Apprompronou; Agnangaman con capoluogo
Zamaka; Abradé con capoluogo Abradinou; Danguira con capoluogo Ahinikro e infine Adoufé che oggi non
esiste più perché distrutta da una guerra.
La presenza abituale a questa festa di una delegazione più o meno numerosa di queste tribù da più generazioni
non rappresenta l'unione dei vivi nella stessa fede e in seguito la comunione con i defunti? Infine, brevemente,
veniamo ai fatti.
Da ieri sera i tam tam e gli olifanti risuonano per annunciare la fine di un anno e l'inizio di un altro. Le loro note, ora gaie e melodiose, ora lugubri e tristi, riuniscono i vivi per preparare l'appuntamento con i defunti per il convito che deve loro essere offerto. Così pure da questa mattina, i tizzoni del focolare di tutte le abitazioni sono stati sostituiti. E' stato acceso un nuovo fuoco. L'acqua delle giare è stata anch'essa sostituita con l'acqua fresca dei pozzi o dei fiumi. Tutto riflette la novità Perché tanto lavoro e fatica? Che cos'è la festa tradizionale dell'igname? Perché spendiamo giorni interi in onore di questo tubero?
Questa festa abituale e tradizionale è celebrata dalla maggior parte delle tribù del gruppo akan. Nell'Indénié e nei paesi Abron, Bona, Bini e Djabinin si celebra con più sfarzo. Questa festa serve ad avvicinare di più i vivi con i defunti. E' la partecipazione collettiva ad un convito preparato con questo tubero salvatore che, pur allo stato selvaggio, salvò veramente tante vite umane durante la lunga e penosa traversata della grande foresta, all'epoca dell'esodo ancestrale da Anouanoua (Ghana), per giungere alla nuova dimora: N'Dénien. E' un appuntamento durante il quale i vivi chiedono e implorano per il nuovo anno, la benedizione di coloro che si spera siano più vicini a Dio
Parecchi tam tam riuniti eseguono il concerto. Tra questi il più pregevole è il kenian kpili, fatto con la pelle
secca di un orecchio di elefante. C'è da notare che non si scherza con la danza del kenian kpili perché non è
una danza come le altre.
Un tempo, una volta lanciati sulla pista, bisognava saper assumere le proprie responsabilità: bastava una mossa
falsa per pagare con la testa. Ogni gesto eseguito ha un significato. La posizione delle braccia, le mani delle
quali si mostra ora il dorso ora il palmo, i piedi che si spostano, il modo di portare il manto o come è annotato
attorno alle reni, tutto ciò ha un significato che deve corrispondere al titolo o alla qualità della nobiltà del
danzatore.
Solo i re o le regine hanno il diritto di danzare il kenian kpili con sandali ai piedi o il cappello in testa. Non
danza il kenian kpili chi lo vuole o come si vuole. Seguendo la gerarchia o il rango che si occupa in rapporto
al trono, bisogna iniziare con esercizi appropriati prima di apparire in pubblico.
Cosa sono le sedie? Sono in genere delle reliquie che incarnano la memoria dei defunti che sono stati elevati a
questa dignità. La dinastia degli Anykilés conta dieci sedie di cui le più recenti sono quelle dei molto venerati re
Boa Kouassi e Essy Bonzou I. C'è anche il bastone che servì a defunti o defunte i cui meriti, nella famiglia,
furono grandi e riconosciuti. Queste sedie sono presentate in ordine cronologico e non secondo i meriti dei
defunti
Non tutti i re defunti hanno questo onore ma solo coloro che hanno compiuto azioni degne di lode e hanno
reso il loro regno prospero e fiorente. La promozione di un re defunto a questa dignità è riservata ad un
consiglio superiore composto dal re regnante, dai capi tribù e da eminenti capi villaggio. Questo consiglio
procede ad un'analisi molto approfondita del regno dell'interessato e di comune accordo emette il voto di
togliere il seggio a quest'ultimo. Viene allora fissata una data successiva per le cerimonie.
L'aspersione è il preambolo delle diverse manifestazioni. E' una mistura di foglie, erbe e caolino. Solo alcune vecchie donne conoscono il segreto di questa formula. Lo scopo è quello di purificare il pubblico perché sia meglio preparato a ricevere la benedizione dei defunti. E' accompagnata da una manciata d'afufu (igname pestato e macinato). E' un gesto che, in questo momento supremo e solenne, invita tutti gli spiriti invisibili a partecipare alle cerimonie tradizionali.
L'immolazione delle vittime dà luogo all'adorazione delle sedie che costituisce l'atto principale del sacrificio.
E' il compimento del culto antico. L'afufu d'igname che viene deposto sulle sedie rappresenta l'offerta
ai mani degli antenati. Fra poco saranno irrorate con il sangue degli animali. Mistura e sangue serviranno
dunque per spalmare sedie, scettri, ecc…per dar loro una impronta mistica. La cerimonia è praticamente terminata.
Ma prima di riporre le sedie, le frattaglie in genere e in particolare i fegati degli animali sacrificati, vengono cotti
al sangue e poi tagliati in piccoli pezzi. Una parte viene deposta su ogni sedia mentre l'altra parte viene
consumata, seduta stante, dai sacrificatori, adoratori, notabili, ecc..
Le donne non ne hanno diritto. E' il pasto comune, cioè vivi e defunti mangiano insieme. Nel frattempo si può
continuare a divertirsi perché l'anno nuovo deve iniziare nella gioia e nell'allegria. Non è giusto portare il lutto
per l'anno appena trascorso. E' la rimozione degli avvenimenti funesti, qualunque sia la loro durata.
Kacoutehiet Faustin
Abengourou, febbraio 1972