Un racconto spiega l'origine della festa

Ascoltate bene. Vi spiego la ragione per cui la festa dell'igname è arrivata al mondo affinché voi possiate ben capire. In seguito vi spiegherò anche la ragione per cui si mangia l'igname.
Un tempo Dio creò gli uomini. Li fece scendere sulla terra. Gli uomini si dispersero. Durante la loro marcia arrivarono in un luogo dove trovarono molto igname. Non conoscendo questa cosa gli uomini si impaurirono.
Devi sapere che in quei tempi Ragno e sua moglie erano dei piccoli insetti. Poiché anche loro avevano paura si misero in disparte e cominciarono a parlare e a discutere come noi che siamo qui ora. La moglie di Ragno chiese:
- Marito mio, cosa ne facciamo di quella cosa che è laggiù?
Risponde:
- Non lo so
Se si pone la domanda:
- Che cosa ne facciano di quella cosa là? Costui risponde: non lo so. Che cosa ne facciamo di quella cosa là? Colui risponde: non lo so.
Allora un bambino si alza e dice:
- Signori, siete voi che mi avete messo al mondo. Ma ecco che noi non conosciamo l'uso di quella cosa che è laggiù. Poiché io sono piccolo, io stesso ne assaggerò. Dopo averla assaggiata, aspetterò otto giorni. Se dopo questo tempo non sono morto, allora voi tutti conoscerete questa cosa e il suo valore.
Un vecchio era là nel gruppo. Il vecchio era veramente molto anziano. La sedia sulla quale era seduto era cesellata nel legno. L'albero che si utilizzava un volta per fare queste sedie si chiamava sèsè. Era su questa sedia che il vecchio era seduto. La sua barba era tutta bianca. Questo vecchio si alza e dice:
- Fratelli e figli miei, ascoltatemi bene. Io non sono d'accordo con quello che ha appena detto mio nipote. Non posso accettare che mio nipote mangi di quella cosa là. Oggi sono qui in mezzo a voi. Sono il più anziano di tutti, mentre questo bambino sta crescendo. Sarà lui che un giorno prenderà il mio posto. Se si mangia di questa cosa forse si morirà, se se ne mangia forse potrà accadere qualche cosa. Io non posso fare più alcun genere di lavoro, non posso più fare nulla. Ora io, che sono il più vecchio di tutti, se ne mangio e muoio, mi sembra che ho già vissuto molto. Mio nipote, che è qui, prenderà la mia eredità.
- Tutti rispondono:
- Poiché il vecchio ha parlato così, abbiamo capito. Ecco dunque la cosa, prendi e mangia.
Nel momento in cui assaggia l'igname ha paura, molta paura. Perché non si cerca la morte per niente. Ma è proprio ciò che gli dà la forza di assaggiare l'igname.
Il giorno in cui assaggia l'igname è una domenica. Appena ha mangiato, tutti gli occhi sono fissi su di lui. Lo guardano a lungo, a lungo. Ecco che arriva la domenica successiva. Il vecchio è ancora vivo. Allora la gente dice:
- Eh! Grazie al nostro vecchio sappiamo che questa cosa è una buona cosa. Se la si mangia non si muore.
Allora tutti ne mangiarono. I giorni passarono. Arrivò la domenica successiva. Gli anziani dissero:
- Nana, la cosa che tu hai mangiato un giorno di domenica è veramente buona: tu l'hai mangiata, ti abbiamo osservato a lungo e non sei morto. Grazie a questa cosa noi abbiamo ottenuto la forza, grazie a questa cosa ora i nostri ventri sono sazi, non soffriremo più la fame. Bisogna dunque che noi facciamo una festa. Inoltre la sedia sulla quale il nostro anziano era seduto nel momento in cui ha assaggiato l'igname, deve essere venerata. A questa sedia bisogna che noi offriamo dell'igname. Bisogna che noi prendiamo dell'igname e lo deponiamo sulla sedia prima che noi stessi ne mangiamo.
Prima di offrire l'igname alla sedia presero un grosso gallo, lo mescolarono con questo igname e lo prepararono. E' per questa ragione che per la festa bisogna che si uccida un gallo sulla sedia, prima di deporvi l'igname.
In seguito tutti ne mangiarono. Quando tutti ebbero finito di mangiare, il bambino che aveva detto che voleva assaggiare l'igname per primo disse di fronte a tutti:
- Il cibo che Dio ha creato e che aveva messo nel ventre degli uomini, è quello. Poiché noi l'abbiamo mangiato e non siamo morti, è che è una buona cosa, è il cibo che noi dobbiamo mangiare.
Nel momento stesso in cui parlavano, ecco che Dio arrivò. Disse loro:
- Tu Ragno, guarda bene; il male che hai fatto ne faccio una palla e la colloco in basso del tuo dorso. Quanto a te, moglie di Ragno, vivrai nella boscaglia con la tela rossa attorno al tuo corpo. Se tu non riesci far cadere in trappola degli insetti non avrai altro cibo.
Ecco la ragione per cui la fame è entrata nel mondo. Ecco perché gli uomini fanno cuocere il taro e l'igname, e mangiandone, sono sazi. Tale è il senso del racconto.