Fieni e l'igname


Secondo Atta Koffi, il privilegio di celebrare la festa dell'igname prima delle altre “chefferies”, sarebbe legato al fatto che il capo di Guiendé è il detentore del feticcio del re “il cui totem è che nessuno mangi l'igname prima di lui, e non alla scoperta di un nuovo cibo da parte di Fiéni.

L'opinione di Atta Koffi e di Tauxier

Questa ragione sembrava più plausibile dell'altra. Infatti, molto prima dell'esodo bona-abron, l'igname era il cibo di tutti questi popoli, già da quando abitavano ancora in Ghana..
Questa opinione di Atta Koffi è condivisa anche da Tauxier che asserisce che gli Abron e gli Anyi conoscevano e coltivavano l'igname già in Ghana. La prova è che la festa dell'igname è conosciuta da tutti i sottogruppi anyi-abron, (1) anche se sparsi in regioni (2) molto lontane le une dalle altre.
Sempre secondo Tauxier, gli Abron, arrivati in Costa d'Avorio, avrebbero abbandonato la coltura dell'igname in favore di quella delle banane, del taro e della manioca. Avrebbero continuato a coltivare l'igname unicamente per i capi. Ma l'autore non fornisce alcun elemento per confermare la sua affermazione. (3)

L'igname: un tubero di largo consumo

Una cosa è certa: l'igname era ed è ancor oggi considerato un cibo nobile. Ma non è però riservato solo ai capi. Il consumo del tubero è generale così come la sua coltivazione. Ogni famiglia, quasi ogni persona adulta, ha il suo campo o i suoi campi d'ignami, da cui trae il suo nutrimento quotidiano.
E' solo in mancanza dell'igname, in tempo di carestia, che si ricorre alla banana, al taro, al riso, al mais. Altrimenti, il vero nutrimento abituale, ciò che i Bona chiamato il vero cibo (alié): igname bollito (4), pestato e condito con salse diverse. (5)

Una “Chefferie” Bona Abron

Il villaggio “anyi” di Guiendé si è dunque trovato, dall'inizio della sua storia, nell'orbita abron, per parecchi ragioni.

Luogotenente delle Armate

Spesso i Bona erano, durante le guerre, gli alleati (o i vassalli) degli Abron. Il racconto lascia intendere che Fiéni abbia occupato un posto di rilievo nell'armata abron. E per aiutarlo nel suo compito di “luogotenente regale” il re abron avrebbe donato a Fiéni un feticcio che doveva accompagnarlo durante le guerre, proteggerlo a assicurargli il successo sul campo di battaglia.
Molto probabilmente il posto occupato da Fiéni era meno importante di quanto ci lasciano intendere gli informatori. Quando si parla di “generale delle armate abron, luogotenente regale”, bisogna collocarsi nel contesto dell'epoca.
Si sa che l'armata abron era formata da diversi contingenti. Avanti marciavano le popolazione recentemente sottomesse o gli alleati meno sicuri. Nelle retrovie si trovava il re con l'armata principale.

Un feticcio per proteggere il Re

Si può supporre che il contingente bona marciasse davanti e che il suo capo fosse Fiéni Abeonkoua di Guiendé, e in seguito, uno dei suoi successori. Ciò corrispondere a ciò che lasciano intendere i racconti che collocano Fiéni alla testa di tutte le armate abron. Fiéni marciava in testa all'armata ma non era il capo dell'armata.
Il fatto che il re avesse dato a Fiéni il suo feticcio, si spiega facilmente. Essendo nei primi ranghi dell'armata, questo feticcio avrebbe dovuto proteggere la retroguardia dove si trovava il re, e assicurare a quest'ultimo la vittoria finale.
Non si sa se questo feticcio accompagnasse sempre, in tutte le guerre, l'armata abron, e se i comandanti dei contingenti bona fossero sempre scelti tra i membri della famiglia Fiéni. Un fatto è certo: La vittoria non era sempre degli abron. Ma il feticcio, assicurano, è sempre ritornato dai campi di battaglia, secondo gli informatori.
Ancor oggi tutti possono vederlo durante la festa dell'igname a Guiendé (7). Vederlo e nello stesso tempo rendersi personalmente conto della sua potenza temibile e mortale.

Una famiglia prestigiosa con un posto importante

Per concludere si può dire che “la chefferie abron” di Guiendé non è di origine abron, ma bona. In seguito sarebbe stata assorbita nella struttura del regno abron, fino ad occupare un posto di un certo prestigio, ma senza alcuna importanza effettiva, e sempre secondaria in rapporto alle grandi famiglie attorno alle quali si organizza e si struttura il regno abron.
Il prestigio di questa “chefferie” era originariamente legato alla persona di Fiéni che seppe piazzarsi ai primi ranghi dell'armata abron. Prestigio accresciuto e mantenuto dal fatto che la chefferie doveva celebrare la festa dell'igname prima di tutte le altre, re compreso.


1) Sembra che alcuni gruppi agni di Moronou, non celebrino questa festa
2) La festa dell'igname non è comune unicamente al gruppo akan. La si trova anche presso altri popoli, per esempio in Nigeria presso gli Ibo Cf. C. ACHEBE, Le monde s'effondre, Parigi, 1958, 49-65. Al di fuori del gruppo akan in Costa d'Avorio la si trova presso i Toura. Vedere: B.HOLAS, Les Toura, une civilisation montagnarde en Côte d'Ivoire, Parigi 1962, 86-103.
Per il gruppo akan ci si può riferire a AMON D'ABY, Croyances religeuses et coutumes juridiques des Agni de la Côte d'Ivoire, Paris 1960, 27-33
Per gli Abbey vedere: C.PAIRAULT, Souvenirs de François M'Bassidjé, Univ. D'Abidjan, Bulletin de liaison, 1971, 1, 63-66.
3) Vedere: L.TAUXIER, Religion, Moeurs et coutumes des Agni de la Côte d'Ivoire , Parigi 1932, 30.
4) aliè è il termine generico per indicare il cibo. La vera parola per designare il foutou è aliè siliwa, oppure aliè ba si : cibo pestato. A volte si sente anche dire: aliè kpa, il buon e vero nutrimento. Ma molto spesso, quando si utilizza la parola aliè si vuole indicare soltanto il foutou, il cibo per eccellenza, il nutrimento nobile.
5) Il vero nutrimento è l'igname pestato. L'igname può essere consumato anche semplicemente bollito. In questo caso si chiama akpesi . Sono soprattutto i bambini che mangiano questi pezzi di igname cotti mentre la loro madre pesta il resto nel mortaio. Quando, la sera, si passa nelleabitazioni, per salutare la gente, le donne che pestano si sentono onorate di offrire l'akpesi. Ci si siede allora di fianco a loro e, gustando il tubero offerto, si conversa con coloro che si trovano nel cortile.
6) Si descrive qui la pratica abituale e tradizionale degli Abron e dei Bona perché si possono trovare, anche tra i due gruppi persone che, per diverse ragioni, fanno grande uso di banane, manioca, taro, mais. Si nota che questo accade soprattutto tra i più poveri. Il mais e la manioca sono utilizzati soprattutto sotto forma di polenta, il . Vengono pestati per farne farina, in seguito cotti nell'acqua senza sale: Il tô di manioca ha un colore giallo scuro, quello di mais bianco, poiché viene raccolto ancora bianco.
7) Bisogna riconoscere che non è sufficiente vedere ancora oggi il feticcio a Guiendé per essere sicuri che sia lo stesso che il re Adingra aveva affidato a Fiéni. Il feticcio avrebbe potuto essere stato preso o perduto durante una delle innumerevoli guerre, e in seguito, sostituito.Tuttavia gli informatori e il capo di Guiendé stesso, assicurano che il feticcio che si vede sia quello degli antenati.