La società abron ha due metodi per calcolare il tempo, due sistemi di mesi: un mese civile e un mese rituale.
Come evidenzia Niangor Bouah:
Il primo è lunare e non ha giorni ben definiti. Il mese lunare è lo spazio di tempo compreso tra due nuove lune.
Il primo giorno del mese sarà quello in cui la luna crescente apparirà a 45 gradi al di sotto dell'orizzonte
occidentale tra le ore diciassette e diciotto. Normalmente la luna crescente appare due giorni dopo la
congiunzione della luna con il sole, è il momento in cui ha origine una lunazione astronomica. (1)
A fianco di questo mese lunare, esiste un mese rituale con un numero di giorni ben definiti: 42. I nomi dei giorni
della settimana del mese rituale sono apparentemente diversi di quelli della settimana ordinaria.
Le attività religiose sono organizzate servendosi di questo calendario, così come altre attività sociali, politiche e
cultuali. Per celebrare la festa dell'igname sia gli Abron che i Bona seguono questo calendario.
Ecco il nome delle 12 lunazioni. Si da prima la sequela delle lunazioni e in seguito le stesse,
raggruppate per stagioni:
sanakisie | settembre |
---|---|
abokwame | ottobre |
pilape | novembre |
apenimam | dicembre |
peponim | gennaio |
dudua | febbraio |
gwangwan | marzo |
konwoto | aprile |
kotoguiebètèè | maggio |
ayohumunu | giugno |
kwakwala | luglio |
sananwa | agosto |
Il nuovo anno non inizia in gennaio, ma in settembre. La festa dell'igname, festa del nuovo
anno, inizia sempre il mese di settembre. Cioè la prima lunazione del nuovo ciclo lunare
chiamato sanankisie.
gwagwa | konvoto | kotoguiebètèe | ayohumu |
---|---|---|---|
marzo | aprile | maggio | giugno |
kwakwala | sananwa |
---|---|
luglio | agosto |
sanankisie | abokwame |
---|---|
settembre | ottobre |
pilape | apenimam | peponim | dudua |
---|---|---|---|
novembre | dicembre | gennaio | febbraio |
Questo raggruppamento dei mesi è diverso da quello dato da Niangoran Bouah nell'articolo
citato. Questo raggruppamento corrisponde alle stagioni così come si trovano presso gli Abron
e i Bona tra i quali è stata condotta l'inchiesta.
Bisogna notare che ogni raggruppamento
rimane artificiale, poiché le stagioni non si raggruppano in modo così netto come le
trascrizioni vorrebbero far intendere. La società abron divide l'anno in quattro stagioni di
cui due, grosso modo, sono composte di quattro mesi e due di due mesi. Queste quattro stagioni
possono essere ridotte a due grandi stagioni: la stagione della piogge e la stagione secca.
nsue to bèlè: nsue = acqua; to = cade; bèlè = momento: Il momento in cui cade l'acqua.
Elemento determinante l'acqua.
apèsè bèle: apèsè = tempo delle sementi; bèlè = momento: Il tempo delle semine.
Elemento determinante: le colture
Ahuhulo bèlè: ahuhulo = calore; bèlè = momento: Il tempo della grande calura.
Elemento determinante: il calore
Fupè bèlè: fupè = nebbia; bèlè = momento: Il momento in cui il cielo è coperto di nebbia
Elemento determinante: la nebbia
La presentazione delle stagioni a partire dalla grande stagione delle piogge è arbitraria. Si sarebbe potuto cominciare anche con altre stagioni. E' stato scelto questo sistema perché permette di dividere l'anno in due grandi stagioni ciascuna di sei mesi, determinate dai due più grandi elementi in Africa: l'acqua e la calura.
Al di là di questa presentazione schematica, ecco, a grandi linee, come si svolgono le stagioni. La grande stagione delle piogge inizia in aprile, a volte a fine marzo, per terminare in luglio. C'è a volte un momento di respiro verso fine luglio e agosto-settembre: il cielo è brumoso e carico di nebbia. Le piogge riprendono in seguito, con meno violenza, in ottobre e parte di novembre. E' il momento in cui i contadini fanno piccole semine, come dicono loro, cioè a colture a breve termine: mais, legumi e condimenti per le salse, ecc. Ma fa già caldo, e sta arrivando la grande calura che durerà fino a marzo, quando i temporali annunciano la grande stagione delle piogge.
1) G. NIANGORAN-BOUAH, Calendries traditionnels et concept du temps, Bulletin d'information et de liaison, Université d'Abidjan, 1967,1, 12-13.