LA RIVELAZIONE FINALE

Il piccolo vecchio girò il palmo delle mani verso Hammadi ed esclamò: "Grazie, o grande monarca ricco sfondato, ma che si abbassa a spidocchiare un piccolo vecchio nullatenente come me in balia del capriccio dei venti. Ma non devo essere sorpreso perché non c’è nulla di straordinario che le nuove acque di un fiume si insinuino nei meandri che le antiche hanno scavato. O Hammadi, l’uomo che soppesa il suo carico e che, non potendolo sollevare, lo disfa per poi aumentarlo, simbolizza l’inconsequenza, l’uomo leggero o il grande distratto che fa proprio il contrario di quello che deve fare. E’ l’incosciente che non è in grado di misurare i suoi atti. O Hammadi, tu non avevi visto che i segni, ed ora conosci il significato dell’undicesimo simbolo del paese dei nani. Appartiene a Kaydara, il lontano e vicinissimo Kaydara."
Prima che Hammadi facesse la sua abituale domanda, il piccolo vecchio si alzò dalla stuoia. Tirò fuori dalla sua bisaccia una grossa corda di fibre di baobab. L’annodò in sette punti, l’ultimo nodo era più grosso degli altri. Impugnò il nodo più grosso lasciando cadere verticalmente a terra la corda. Disse:
"Corda, tu sei legno, ridiventa legno.
Te lo ordino per la potenza irresistibile di Gueno.
Gueno che fa continuare la vita dopo la morte.
Gueno che può far fuoco con la grandine.
Gueno che può gelare con il fuoco."
Subito la corda si animò Prese la forma di un serpente verde. Questa forma si indurì ingiallendo. Divenne infine un bastone di legno. Il bastone seccò. Tutto questo in un batter d’occhio e il tempo di chiudere le labbra che avevano pronunciato le parole magiche.
Hammadi non poteva aver più dubbi, aveva a che fare con un taumaturgo del paese dei nani. Volle alzarsi in segno di rispetto. Il piccolo vecchio gli disse: "Resta seduto Hammadi, il buon viaggiatore ha diritto al riposo ristoratore." Hammadi esclamò: "O maestro, chi sei tu?, Da dove vieni ? Come ti chiami? Cosa devo fare per meritarti.?
Invece di rispondere, il piccolo vecchio, appoggiato al suo meraviglioso bastone disse: "Hammadi quando avete incontrato l’uomo che radunava la legna secca, tu e i tuoi amici avete senza dubbio finito di attraversare gli strati materiali che separano l’uomo comune dal meraviglioso Kaydara. La capanna nauseabonda simbolizza la tomba dove si trasformano gli esseri e si opera la metamorfosi morale, materiale e intellettuale. Bisogna che l’ignoranza muoia perché nasca il sapere. Voi avete visto Kaydara il soprannaturale. Vi è apparso con sette teste, ciascuna di loro presiede un giorno della settimana. Ha esibito trenta piedi che fanno muovere il tempo e dodici braccia che manovrano gli avvenimenti. Vi ha donato l’oro. Questo metallo è tanto una chiave per aprire molte porte quanto un pesante fardello per rompere le ossa del collo."
"O maestro, di grazia, dimmi chi sei:" disse Hammadi che si era alzato nonostante l’invito a star seduto che gli aveva dato il piccolo vecchio.
"Io sono l’imboscato che ha visto abbattere la selvaggina nel bosco sacro
Sono colui che ha visto il camaleonte variopinto nella vallata
So del pipistrello che sta sospeso con la testa in basso
Ho evitato lo scorpione armato di tenaglie e di una puntura velenosa
Ho visto il lago avaro che è anche la patria ben difesa
Conosco l’occhio d’acqua inesauribile
Ho scorto il grosso scinco adulatore
Non ero lontano quando l’otarda se la rideva di voi
E il capro barbuto che si sfinisce, io lo conosco
Ho lavorato alla costruzione dell’alta muraglia
Ho nutrito il gallo del piccolo vecchio serpentiforme
L’ariete dalle corna nodose mi ha cacciato
E il toro furioso che caricava tutto ciò che aveva di fronte
Ho visto l’incendio che ha mancato di bruciarmi
Sono passato vicino ai tre pozzi misteriosi
Ho visto il sempliciotto che ammassava la legna
Come voi sono caduto nella cloaca."
" O maestro " esclamò Hammadi che voleva dire qualcosa…il piccolo vecchio gli fece segno di tacere e continuò:
"Hammadi i tuoi due compagni hanno scelto uno scopo doloroso: la ricchezza e il potere. E ne sono morti brutalmente. Quanto a te , hai scelto quello vero: il sapere. E al fondo del sapere hai trovato quel potere e quella fortuna che bramavano i tuoi amici. Sotto l’albero della prova, hai scorto quello che si nascondeva: l’uomo-spirito che non si incontra che una o due volte nella vita e mai più di tre. Tu l’hai curato e con una chiave d’oro hai aperto le sue labbra che sono più pesanti dei battenti di bronzo di una fortezza. Ha scolpito in te tre conoscenze.
Tu hai offerto generosamente quello che avevi pagato tanto caro, ma i tuoi amici hanno respinto la tua offerta e ti hanno schernito. Un uragano tremendo li ha avvolti. La punizione fattasi leone ha ucciso uno dei due e trasformandosi in fiume implacabile ha inghiottito l’altro.
Il guardiano traghettatore del limite estremo ha ricevuto la dima ma ha rifiutato il tuo dono sontuoso. I tre buoi carichi d’oro offerti al maestro sotto l’albero di bombax ti furono restituiti. Il traghettatore ha distrutto la piroga per impedire il ritorno sull’altra riva. Tuttavia un’ultima trappola aspettava che tu vi inciampassi.
Sei stato bravo, Hammadi di non aver dimenticato niente delle tre raccomandazioni. Non hai agito per semplice sospetto e così hai ritrovato una casa dove un valido figlio vegliava sulla tua casta sposa."
"Ma chi sei tu, maestro per sapere tutto questo come se tu avessi fatto il cammino insieme a noi, e sei a conoscenza di tutto quello che ci meravigliava e ci preoccupava ?"
"Io sono colui che sa che le sette teste di Kaydara simbolizzano i sette giorni della settimana che sono le sette teste del tempo, gli arcani che racchiudono il segreto delle sette stelle nordiche doppie, e tutto quello che Gueno ha creato con sette, sigillò col sette nei sette cieli e nelle sette terre e le sette porte segrete aperte nella testa dei figli di Adamo. Io so che le dodici braccia di Kaydara suggellano i segreti dei dodici mesi e che i suoi trenta piedi camminano nei misteri delle lunazioni. Prima di dirti chi sono e come mi chiamo, Hammadi hai qualcosa da domandarmi ?"
"Si, maestro. Perché i quattro piedi del trono di Kaydara dicevano: gran vento, tremito della terra, inondazione e incendio ?"
"I quattro piedi evocano i quattro elementi, forze-madri. I figli di Adamo devono la vita e la morte a questi quattro grandi elementi, Una volta ciascuno distruggeranno il nostro universo."
"Mio buon padre, o mio istruttore, quanto ti debbo – disse Hammadi – io non so come dimostrarti la mia riconoscenza."
"Tu me l’ hai già dimostrata a sufficienza, perché sotto l’albero bombax mi hai offerto senza esitare tutta la tua fortuna nel momento in cui ne avevi più bisogno; sul fiume mi hai offerto lo stesso tesoro in modo ancor più gentile. Anche stasera sei pronto a donarmi tutte le tue ricchezze e tutto il tuo potere e anche a sacrificare la tua libertà."
Hammadi si mise a ballare dalla gioia.
Il piccolo vecchio continuò: "Tu mi domandi chi sono. Meriti di saperlo. Io sono, Hammadi, colui che si nascondeva nella polvere quando avete incontrato il camaleonte; che era appollaiato sulla pietra quando avete parlato al pipistrello; che scorazzava sulla sabbia bianca quando vi è apparso lo scorpione. Io mi riposavo sull’altura di laterite quando voi tentavate vanamente di bere nel laghetto. Attraversavo la vallata di ghiaia quando vi siete dissetati alla buca inesauribile. Impastavo l’argilla quando l’otarda si burlava di voi, io valutavo il mio ghiaietto di quarzo quando eravate all’altura del capro. Esaminavo la sabbia nera quando vi riposavate sotto i due alberi. Ero nel basamento [ultimo strato per arrivare all’oro] quando il gallo si trasformò in montone, in toro e poi in incendio. Nuotavo nell’acqua che alimentava i due pozzi ricchi ed egoisti. Sono colui che andò a cercare l’oro.
O Hammadi, io sono il piccolo vecchio del grande bombax, io sono la città inospitale, sono la burrasca, sono i lampi, sono il leone che ha ucciso ed il fiume che ha inghiottito, sono la piroga che si è affondata, sono il passatore, sono…"
Il piccolo vecchio non ebbe il tempo di finire, Hammadi gli saltò al collo e disse: " O maestro, o spirito straordinario! Sono il tuo servitore pieno di riconoscenza, come fui il tuo allievo pieno di fiducia. Tu sarai il mio guardiano, il mio maestro, il mio dio. Per sempre."
Nel momento che Hammadi sfiorò il piccolo vegliardo, ricevette come una scarica di veleno fulminea abbastanza forte per gelarlo, ma non per ucciderlo. Indietreggiò di tre passi.
Il piccolo vecchio cambiò forma. Divenne un essere luminoso, assolutamente diverso da tutti i figli di Kiikala (Adamo) e da tutti gli animali.
L’Essere estese due ali dalle penne d’oro e disse:
"Io sono Kaydara, lontano perché privo di forma, e non è lecito a tutti intuirmi o profittare dei miei insegnamenti. Io sono Kaydara, il vicinissimo perché non esistono ostacoli e distanza fra gli esseri e me. Io prendo la forma che più mi aggrada e lascio cadere i veli ed elimino la distanza se ciò mi piace. Ricordati bene quello che stai per sentire, trasmettilo da bocca a orecchio ai tuoi discendenti e così avvenga per i tuoi discendenti nei confronti dei loro. Tu lo tramanderai come un racconto di corte ai tuoi successori al trono e come un insegnamento profondo e pratico a chi avrà orecchie docili e cervello aperto.
La prossima volta ti parlerò delle nove aperture fisiche dell’uomo che diventano undici per la maternità".
Le ultime stelle sparirono dal cielo, messe in fuga dal canto del gallo. La luce di un’aurora piena di speranza squarciò l’oscurità ed abbracciò l’orizzonte orientale.
Kaydara estese le sue ali tempestate d’oro e si alzò maestosamente nello spazio. Volò fendendo l’aria, lasciando Hammadi prosternato per terra, senza fiato per la sorpresa e per la gioia, pieno di scienza e di saggezza.