I tre amici continuarono il loro viaggio. Marciarono giorno e notte senza mai preoccuparsi
dove portasse il loro cammino. Sembravano attratti da una potente forza invisibile
che letteralmente li aspirava. Essi entravano in lei come lacqua nella gola
di chi beve, come laria nelle narici di colui che respira. Non smettevano mai
di marciare per la semplice ragione che non potevano più fermarsi.
Alla
fine della piana, quasi presso luscita della vallata, i tre viaggiatori videro
un uomo che raccoglieva legna. Ogni volta che cercava di portar via la sua fascina,
non riusciva nemmeno a sollevarla. Usciva in grandi scoppi di risa e si addentrava
nella foresta dove riempiva le sue braccia di legna che aggiungeva al suo carico
già troppo pesante.
Dembourou
esclamò: "Ecco qua uno che sembra non sapere quello che deve fare!".
Luomo
della legna rise molto e disse: "Nella mia bocca ci sono trentadue denti ed
io ho trentadue anni. Ho due occhi e due orecchie che non sono ostruite. Aumento
coscienziosamente il peso di un carico che già mi spezza la schiena. Io so
di non sapere quello che faccio. Tu che credi di saperlo, sappi prima di tutto che
io sono lundicesimo simbolo del paese dei nani.
Il
mio segreto appartiene a Kaydara
Il
lontano e vicinissimo Kaydara
Figlio
dAdamo, passa
"
I
nostri amici finirono di attraversare la vallata. Si aspettavano di vedere unimmensa
pianura stendersi di fronte a loro. Ma avvenne tutto il contrario perché scorsero
a qualche centinaio di metri un muro metallico la cui cima si perdeva nelle nuvole.
Prima
ancora di riaversi da questa sorpresa, udirono nellaria una voce che diceva:
"Io
sono il silfo dal corpo vaporoso. Vivo nellaria in cui mi libro molto in alto.
Io mi sottraggo alla vista degli uomini. O viaggiatori, le vostre voci ormai dovranno
essere molto basse. I simboli che avete visto non sono vani. Interi clan sono stati
distrutti per averli disprezzati ed altri lo saranno ancora. Non vi resta ormai altro
che entrare nella casa nauseabonda; questo sarà il dodicesimo e ultimo simbolo
del paese dei nani."
Improvvisamente
una buca si spalancò ai piedi del muro e i viaggiatori precipitarono dentro.
Questa voragine si apriva su un luogo mostruosamente sporco. Era pieno di escrementi
di ogni tipo, cacche di mosca, di lucertola, di iena
Hammadi
e i suoi amici si inoltrarono nella buca, senza però manifestare alcun disgusto
e di colpo il buco si trasformò in un'ampia stanza profumata in mezzo alla
quale campeggiava, su un trono d'oro, un essere a sette teste, dodici braccia e trenta
piedi. E' l'essere soprannaturale Kaydara: Kaydara che cambia di forma a volontà
senza averne una permanente.
Hammadi
prese la parola e disse: "O Kaydara noi siamo figli di Adamo; una forza misteriosa
ci ha portati fino a te di cui ci dichiariamo schiavi sottomessi."
"
Ben detto disse Kaydara le vostre parole mi sono gradite e mi dispongono
favorevolmente verso di voi."
Chiamò
un nano guardiano dei tesori sotterranei e gli ordinò di preparare per ciascuno
di loro un quantitativo d'oro necessario a caricare tre buoi.
Hammadi
domandò: "O Kaydara, potresti svelarci il senso dei simboli che noi abbiamo
incontrato lungo il cammino per venire fino a te?"
Kaydara
risporse: "Utilizzate bene l'oro che vi sto regalando; troverete tutto quello
che vorrete, comprese la scaletta che sale fino alla sommità dei cieli e la
gradinata che scende sino alle viscere della terra."
Il
trono su cui sedeva Kaydara girava senza sosta e Kaydara appariva come il sole.Era
impossibile descrivere la sua forma; i quattro piedi del trono, dotati di parola,
ripetevano girando: il primo "grande vento", il secondo "terremoto",
il terzo "inondazione", il quarto "incendio".
Hammadi,
meravigliato e fortemente sollecitato da tutto ciò che aveva visto lungo il
cammino e nella sala misteriosa di Kaydara, decise in cuor suo di utilizzare tutto
quell'oro per penetrare il senso di quegli arcani certamente dotati di grande significato.
Kaydara
mise a disposizione dei suoi visitatori due buoi supplementari per ciascuno perché
potessero trasportare il loro inestimabile tesoro. Uno spirito sotterraneo fu incaricato
di far loro strada.
Sulla
via del ritorno, Dembourou disse:" Ognuno di noi dica l'uso che farà
di tutto quest'oro".
Hammadi
rispose: "Cugino Dembourou, sii tu il primo a dire come impiegherai la tua fortuna."
Dembourou
disse: "Utilizzerò il mio tesoro per creare una grande chefferie. Comanderò
a molti villaggi. Diventerò un gran signore. Si parlerà di me, si canteranno
le mie lodi, si avrà timore di me. Non sopporterò che si parli di qualcun
altro in tutto il paese!"
Hamtoudou
replicò: "Bestia che sei! I capi sono più infelici di quello che
sembrano. Per niente al mondo diventerei un capo. Io farò un uso molto migliore
del mio oro. Diventerò un grande Djoula. Acquisterò e rivenderò
le merci. Moltiplicherò a tal punto i miei averi che se Kaydara mi vedrà
rimarrà strabiliato della mia ricchezza.. I griots diranno di me: "Si
è arricchito con un lungo viaggio e con le sue diverse attività. La
sua tasca non deve più essere riempita. La sua casa è il ritrovo dei
sensali di cavalli. Nelle sue scuderie ci sono sauri, bai, bianchi, grigi, neri come
il carbone, che scalciano, nitriscono, scalpitano. Com'è ricco, che gran signore
! Non deve fare alcuno sforzo per soddisfare i suoi desideri !".
"Per
quel che mi riguarda disse Hammadi non cercherò né di
diventare un capo né di aumentare la mia fortuna. Non desidero navigare nell'oro.
Sono deciso a spendere tutto quello che ho, se necessario, per conoscere il significato
dei simboli e degli enigmi del paese dei nani. Non ho altri sogni in testa. A qualcuno
il mio desiderio sembrerà pura follia, ad altri sembrerà troppo modesto.
Per me è la meta più grande e più vantaggiosa che un uomo possa
darsi su questa terra."