IL VECCHIO RICOPERTO DI CENCI

Facile la discesa all’Averno. La notte, ma anche il
giorno è aperta la porta dell’oscuro Dite; ma ritrarre
il passo e in su uscire, ai soffi dell’aria, ecco la pena
.
Virgilio, Eneide, VI



Il paese dei nani sparì all’orizzonte. Un angolo di cielo discese come una tenda per nasconderlo allo sguardo degli uomini. Hammadi e i suoi amici arrivarono alle porte di un grosso villaggio dalle case ricche e ben costruite.
Era loro intenzione di entrare e soggiornarvi per tre giorni. Ma proprio come
per il quarto simbolo del paese dei nani, nessuno straniero aveva accesso al villaggio. I nostri viaggiatori non sapevano cosa fare o dove andare, il sole stava calando e la notte arrivava a grandi passi e avrebbe sorpreso i nuovi ricchi per offrirli alla mercé dei briganti.
I tre amici stavano discutendo sul partito da prendere quando uno schiavo nano e albino, cieco dell’occhio destro, gobbo davanti e dietro, venne correndo dalla città per quanto glielo permettessero le sue gambe storte e disse loro: "Viaggiatori ! Il re del paese, mio signore, vi fa dire per mia bocca, eco fedele della sua, di andare ad accamparvi all’ombra dei tre grandi bombax laggiù. Il re risponde delle vostre vite e dei vostri beni".
I viaggiatori, la morte nel cuore, furono obbligati d’accettare l’offerta e si recarono nel luogo indicato. Qui trovarono tre immensi bombax dai rami vigorosi che spandevano sul suolo un’ombra così fitta da non lasciar trasparire nemmeno un raggio di sole. I bombax si trovavano a una certa distanza dalla città proibita.
Mille uccelli avevano il nido fra i loro rami e migliaia d’insetti brulicavano a terra.
Dopo essersi installati Hammadi si mise a scrutare minuziosamente i tre alberi e credette di percepire una forma umana in uno dei tronchi. Ma l’essere era così immobile che sembrava una statua di legno posata là per qualche motivo sacro.
Hammadi si avvicinò e riconobbe nell’essere appoggiato al tronco un piccolo vecchio coperto di cenci sporchi. Seduto, il viso rivolto a levante, fissava il cielo senza battere le palpebre. Sembrava aspettare l’apparizione di una stella o di un qualcosa proveniente dal cielo. Era talmente concentrato da essere padrone assoluto di ogni suo gesto.
Dopo un lungo momento di osservazione, Hammadi si rese conto che il vecchio era talmente assorbito che non avrebbe mai potuto rivolgere per primo la parola a chicchessia. Così si avvicinò rispettosamente azzardando un saluto deferente: "Buongiorno, buon padre":
Il vegliardo sembrava sordo perché non rispose. Hammadi ripeté molte volte il saluto, inutilmente, perché il vecchio rimase impassibile.
Senza scoraggiarsi, Hammadi continuò, ma il vecchio rimaneva implacabilmente muto, senza nemmeno guardare il suo interlocutore.
Dembourou si innervosì e prendendo per la spalla Hammadi gli disse con un’ira mal dissimulata: " Di grazia, amico mio, smettila di giocare al pazzo coi demoni. Che cosa ti aspetti da questo mostro dalla capigliatura popolata di pidocchi e scarafaggi ?"
Hammadi non fece alcuna attenzione alla rozzezza del suo amico rimanendo sordo alle sue riprovazioni proprio come il vecchio era insensibile al suo saluto.
Dembourou disse: "Oh Hammadi, sei proprio diventato strano! Cosa speri di ottenere da un folle-muto ? Ho proprio paura per la tua ragione ! Questa vacilla sempre di più da quando abbiamo incontrato Kaydara, il lontano ma vicinissimo Kaydara."
Hammadi continuò a dare il buongiorno al piccolo vecchio.
Vedendo ciò Hamtoudou scoppiò a ridere e riprese: "Hammadi vuole che il posseduto gli faccia spuntare le corna del genio cattivo. Desidera essere calpestato dal suo piede biforcuto."
Hammadi non prestò alcuna attenzione agli scherzi pesanti dei suoi amici.
Al contrario, si avvicinò al piccolo vecchio per esaminarlo da vicino. Vide che dei minuscoli ragni avevano tessuto la loro tela fra i suoi capelli; dei fili d’erba e ogni sorta di sporcizia portata dal vento erano sospesi fra la sua capigliatura. Si accorse inoltre che il suo busto era due volte più lungo delle sue membra e che l’anca destra era grossa il doppio della sinistra. Anche i piedi erano deformi, l’uno era equino e l’altro era talo. Il vecchio sbirciava dall’occhio sinistro convergente e da quello destro divergente. Sulla fronte aveva una protuberanza sanguigna e sulla schiena era afflitto da una gobba che sorpassava la testa.
Hammadi cominciò a spidocchiare i capelli e gli stracci del piccolo vecchio. Lo ripulì su tutto il corpo fino a che fu assolutamente libero dalle ragnatele, pidocchi e scarafaggi. Si mise a massaggiarlo dolcemente e nel far così azzardò ancora una volta: "Buongiorno, padre mio"
Senza guardare il suo interlocutore, né muovere alcuna parte del suo corpo, il piccolo vecchio disse." Quando mani esperte e gentili massaggiano delicatamente un vecchio corpo anchilosato, la circolazione del vecchio sangue coagulato si riattiva e la lingua spezza il laccio che la legava: buongiorno, figlio paziente e premuroso (…)"
Hammadi non stava in sé dalla gioia. Fosse divenuto re di tutte le terre o delle acque dell’universo intero, non avrebbe potuto essere più contento. La sua perseveranza alla fine aveva avuto ragione del silenzio del piccolo vecchio. E con grande sorpresa di Hamtoudou e Dembourou, il vecchietto si mise a chiacchierare molto familiarmente con lui.
Hammadi disse: "Padre mio, il tuo stomaco ti starà dando problemi in questo momento perché da ieri non ti ho visto prendere alcun cibo. Fammi il grande piacere di accettare queste monete per comperare dei vestiti e degli alimenti."
Il piccolo vecchio rispose. "No grazie. Non ho fatto niente per te da meritarmi questo denaro. D’altronde non ho alcuna fame Ho la capacità di stare molto tempo senza mangiare o bere. Quanto ai vestiti, questi brandelli sono sufficienti a nascondere la mia nudità, sono essenziali e io mi trovo del tutto a mio agio nei miei stracci. "