La lebbra è una malattia infettiva cronica causata da un bacillo acido alcolo-resistente in forma di bastoncino chiamato
mycrobacterium leprae, più conosciuto con il nome di bacillo di Hansen. Il periodo di incubazione può essere di tre o
cinque anni o più. Di fatto c'è una percentuale molto lieve della popolazione infetta che si trasforma in vera malattia.
Si ritrova il bacillo nei nervi, nella pelle, nel cervello, ma mai nel sangue. Il bacillo si attacca in priorità ai nervi periferici: cubitale,
radiale e al popliteo esterno. Esistono due forma di lebbra: quella detta tubercoloide che attacca principalmente i nervi
infiammandoli, provocando nevriti dolorose.
C'è poi la lebbra chiamata lepromatosa che invade completamente l'organismo e provoca reazioni lebbrose. Questo tipo di lebbra é contagioso.
L'infiammazione dei nervi ha conseguenze fisiche handicappanti per le persone colpite:
L'infiammazione del nervo cubitale provoca ciò che viene chiamato “la mano di scimmia”: la mano è rigida e le due ultime falangi di ogni dito sono ripiegate. Diventa così impossibile per l'ammalato afferrare gli oggetti con la punta delle dita.
L'infiammazione del nervo radiale porta la flessone permanente del pollice.
L'infiammazione del nervo popliteo esterno fa assumere al paziente un'andatura claudicante perché non può più tendere completamente la gamba.
La lebbra colpisce i due sessi ad ogni età.
I nervi sono le vie dell'informazione nel nostro corpo: permettono la circolazione, il respiro, i battiti del cuore,
i movimenti, la sensibilità, la vista, ecc. Tutte queste funzioni sono colpite dalla malattia. Infatti il paziente avrà
una cattiva circolazione che non si realizza più in modo normale verso le estremità, facendo così morire i tessuti in cerca
di ossigeno che perdono la loro sensibilità necrotizzandosi. In questo modo l'ammalato perde le sue falangi, poi tutta la
mano, o il piede.
Le paralisi facciali sono pure un segno caratteristico della malattia, con il labbro inferiore che cade, come pure la
palpebra inferiore (Lagophtalmia). Il paziente non può più aprire e chiudere gli occhi: poco alla volta diventeranno
“secchi” e si deterioreranno. A questo si aggiunge la lesione del nervo ottico che comporterà, alla lunga, la cecità
inevitabile.
Lo scopo di questa prima fase è di censire e trattare il caso allo stadio precoce al fine di curare e prevenire l'installazione
di invalidità permanenti e interrompere la trasmissione.
Si compone di un esame fisico meticoloso dei pazienti e di tutti i soggetti a contatto con i malati multibacillari (MB),
di una ricerca attiva durante le campagne di eliminazione della lebbra e di una educazione sull'importanza di sottoporsi
ad una consultazione ai primi sintomi, e di seguire accuratamente la cura fino alla fine.
E' essenzialmente clinica, osservando presso il paziente le macchie ipocromiche con perdita della sensibilità, e/o ipertrofia di uno
o diversi tronchi nervosi periferici. A questo deve aggiungersi uno studio accurato della storia della malattia e del paziente.
Una persona è considerata facente parte degli ammalati di lebbra quando presenta i segni clinici della malattia. Se ha terminato
la sua cura, non è più considerata tale, anche se porta delle conseguenze gravi.
I criteri clinici permettono di classificare i casi di lebbra in:
multibacillare (MB)
paulibacillare (PB)
Questa distinzione si basa sul numero delle lesioni cutanee e dei nervi colpiti.
PB: da una a cinque lesioni ipocromiche o eritematose
MB: più di cinque lesioni, deficit sensoriale importante, diversi fasci nervosi colpiti.
La terapia è visualizzata con l'aiuto di un cartoncino-calendario. Ogni cartoncino contiene un mese di cura.
La posologia dipende dall'età del paziente.
Schema della terapia per malati MB:
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Durata della terapia: 12 prese sotto controllo.
La prima dose mensile viene somministrata in presenza dell'infermiere. Vengono date al malato le altre dosi da prendere
nell'arco di un mese.
Schema della terapia per malati PB:
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Durante la gravidanza la cura deve continuare perché ritenuta senza effetti negativi per la madre e il bambino. Gli ammalati colpiti contemporaneamente da lebbra e da tubercolosi, devono seguire una cura antitubercolare oltre al trattamento standardizzato per la lebbra. La Rifampicina comune alle due cure, deve essere somministrata con le dosi per la tubercolosi. Gli ammalti con la lebbra e l'AIDS devono seguire il trattamento per la lebbra.
Ci sono episodi improvvisi d'intensificazione della malattia. Si pensa siano dovuti ad una alterazione del sistema immunitario. In questi casi bisogna intervenire immediatamente con una cura appropriata. Questi episodi possono scatenarsi durante la cura o a cura ultimata.
Si possono osservare sia negli ammalati MB sia PB con questa sintomatologia:
lesioni cutanee e tumefazioni
nervi periferici ipetrofici, dolorosi e sensibili alla pressione
lesioni nervose, deficit sensoriale, debolezza muscolare
temperatura elevata e svenimenti
Bisogna allora mettere in atto una terapia d'urgenza per evitare lesioni irrimediabili dei fasci nervosi periferici.
Queste reazioni si trovano unicamente negli ammalati MB. Si cartatterizzano da:
febbre, edemi, arthralgie, malesseri
noduli eritematosi dolorosi alla pressione
nervi a volte dolorosi e ipertrofici
eventuali lesioni ottiche