Come il figlio di un lebbroso lotta e vince

Lebbra e pregiudizi

Attorno agli ammalati di lebbra e alle loro famiglie esistono pregiudizi radicati e paure inconscie. Uno dei compiti degli accompagnatori, suore e personale sanitario, è di lottare contro questi pregiudizi affinché gli ammalati e le loro famiglie abbiano una vita normale. E' presentato qui il caso di Gollé Arouna, figlio di un lebbroso di Kolowaré, e del suo percorso umano, scolastico, professionale e familiare.

Prova ad andare a scuola

Sono nato il 12 gennaio 1957 qui a Kolowaré. Mio papà era lebbroso, mia mamma no. I miei genitori sono originari di Bafilo, e appartengono alla famiglia Alidé. Mio papà è arrivato a Kolowaré per farsi curare nel 1950. Nel 1954 nasce un ftratello, ora militare a Lomé. I miei avevano già quattro femmine, e aspettavano un maschio. Nel '58 nasce un'altra sorella, attualmente a Sokodé, poi nel '61 nasce l'ultima sorella.
Nel 1963 ho iniziato la scuola. C'era il maestro Gabriel, ma era troppo severo, e una suora era direttrice. C'erano le 6 classi. Il cuciniere delle suore si chiamava Raphael, e preparava da mangiare anche per il padre.
Ogni giorno, noi ragazzi della scuola, alle 11,30, portavamo da mangiare al padre. Ma non sono rimasto a lungo.
Il maestro mi picchiava e ho lasciato la scuola per lavorare nei campi. Poi nel 1966 ho ricominciato di nuovo con la prima elementare. Avevo 9 anni. Sono andato a vedere la direttrice e il maestro e ho chiesto di cominciare di nuovo la scuola. Non volevano credere, ma mi sono messo a studiare. C'era un pozzo vicino alle suore. Ogni lunedì andavamo ad attingere l'acqua per riempire la cisterna delle suore. C'era una pompa Yapi n° 3. Il pozzo ora è chiuso, ma si può attivare.

Vuole imparare un mestiere

iL 27 aprile 1972, ormai in CM2 (cioè alla fine delle elementari), nel giorno della Festa dell'Indipendenza del Togo, decide di imparare un mestiere e di fare l'idraulico: gli piacevano i rubinetti. Rimane presso la sorella a Sokodé, e frequenta una scuola professionale patrocinata dal Ministero dei lavori pubblici, ma ogni mese deve rientrare per aiutare il padre nel lavoro dei campi.
Viveva con l'aiuto del fratello maggiore militare a Lomé che gli versava 1500 franchi al mese per il vitto.
Il papà gli aveva dato una bicicletta perché doveva sorvegliare anche un campo a Yalewo, un villaggio a 8 km da Kolowaré. Aveva terminato le elementari a 18 anni e ormai aveva 19 anni. Nella sua scuola c'erano 9 apprendisti, tutti figli di persone per bene, maestri, ispettori, capi villaggio, mentre lui era figlio di un lebbroso. Gli altri apprendisti lo deridevano, lo guardavano con sospetto e si tenevano lontano da lui. Ha tenuto duro impegnadosi a studiare. E' rimasto cinque anni nella scuola e passato gli esami al liceo di Sokodé.

L'esperienza della Nigeria

Nell'aprile del '78 inizia il suo tirocinio di idraulico e lavora al ministero dei lavori pubblici. Dopo nove mesi il padrone lo convoca e lo nomina “major”, diventando così uno dei responsabili del gruppo. Nel '83 ottiene il suo diploma.
Lavora sodo e riesce a mettere da parte 30.000 franchi. Decide di partire in Nigeria con i suoi mezzi. Nell'84 parte per Kamboli (a pochi km dal Benin)e si nasconde per 13 giorni per sfuggire alla polizia. Arriva in Nigeria in aprile. Avrebbe dovuto arrivare in gennaio insieme agli altri giovani di Kolowaré che raggiunge nella zona di Ibadan. Ma non si unisce a loro. Cerca da solo lavoro e trova due persone che lo fanno lavorare nei loro campi. Grandi campi di ignami di quattro ettari. Un lavoro duro e inumano, lavorava sempre anche quando pioveva. Ma i padroni lo pagano. Con il denaro guadagnato va ad Ibadan ad acquistare attrezzature per il suo lavoro.
Depone il tutto in quattro grandi sacchi. Riesce a passare tutte le dogane. In Togo lo fermano e gli fanno pagare 7.500 franchi di dogana. Al suo ritorno si ammala seriamente.

La vita professionale

Il suo padrone di Sokodé sente che è ritornato e lo manda a chiamare. Va a trovarlo e gli offre alcuni strumenti di lavoro comprati in Nigeria.
Nell'85 si sposa. Il fratello militare gli offre 47.000 per il matrimonio.
Dopo un mese dal suo ritorno é chiamato dal ministero dei lavori pubblici, “aux Hydroliques villageoises”, il servizio preposto alla trivellazione e manutenzione dei pozzi. Deve passare un test: riparare le toilettes pubbliche in tre giorni. Dopo un giorno aveva terminato. Viene assunto. Offre il suo primo salario al suo padrone che ne prende una parte. Così per tre mesi consecutivi. Alla fine il padrone gli dice: “Adesso basta, va bene così”.
Nell'86 ha abbastanza denaro per acquistare due lotti di terreno. Nel '87 va a Kara fino al 1990. Poi a causa dei problemi politici chiede di essere trasferito a Sokodé.
Sua moglie lo aveva seguito aprendo un negozio di “ricambi”, nel suo settore, prima a Kara, poi a Sokodé.
Acquista ancora un terreno a Koma, nella periferia di Sokodé, e costruisce la sua casa. E' nominato magazziniere del suo servizio. Lavora molto con le missioni per installare e riparare le pompe nei pozzi.
Recentemente ha acquistato un terreno nella zona di Kpangalam di Sokodé per fare una piantagione di manghi innestati. Gli hanno chiesto 800.000 franchi (circa 1200 euro). Ha dato un anticipo di 200.000. Il capo villaggio gli fa sapere che deve dare anche 50.000 a lui come benestare. Glieli dà. Poi anche i notabili del capo chiedono altre 50.000 per loro.
Nel giugno 2004 ha riattivato l'impianto idraulico, le tubature dell'acqua e le installazioni sanitarie alla missione di Kolowaré. Ha messo in funzione una pompa elettrica e una pompa Yapi per canalizzare l'acqua dal pozzo alle cisterne e farla salire al serbatoio installato su un traliccio di cemento nel giardino della missione.