Di solito in ogni villaggio tem si trovano uno o diversi luoghi sacri, situati nel villaggio, o nei dintorni.
Può essere una grande roccia (come davanti alla chiesa di Tchamba), un albero, oppure una fonte.
A questi luoghi sono associati dei geni (lizasi), alcune volte dei gruppi di geni sotto l'autorità di un capo.
Hanno una solida reputazione, consolidata attraverso le generazioni, di essere capaci di proteggere il villaggio
contro ogni pericolo e di conservare l'ordine sociale.
Il villaggio di Kadambara è protetto da quattro geni. I loro a bitacoli, dove si fanno anche i sacrifici, si trovano
nella boscaglia, attorno al villaggio. Uno di questi è una piccola fonte (Ageyi) ad oriente del villaggio. Secondo la
tradizione questo genio salvò un giorno gli abitanti di Kadambara da un attacco nemico, trasformando la terra in fango.
Un altro genio abita in una buca profonda in mezzo ad una grande roccia. Gli anziani affermano che in quel luogo avvenivano
i sacrifici umani.
In questa stessa roccia, non lotano dalla buca, si trova un gioco di warii scavato nella roccia. Si dice che gli antenati
vengono a giocare durante la notte. Infatti i sassolini che si vedono nelle buche si cui si compone il gioco,
sono disposti come se la partita fosse stata interrotta.
Un giovane ha illustrato ad Ina De Craene un sacrificio di cui è stato testimone su queste roccie, qualche anno prima.
“Un giorno al rientro dalla scuola, i miei amici ed io siamo stati convocati dal capo villaggio. Ci ha detto di cercare in tutto il villaggio un pollo nero. Gli anziani ne avevano bisogno per offrilo in sacrifico al genio protettore Kpé na Bayoo . Al nostro ritorno con il pollo il vecchio Bawa ci ha detto di cercare del sale e del burro di karité. Poi ci siamo tutti diretti verso la roccia dove c'è il gioco di wari, dove c'è la grande buca che conduce alla fonte. La buca si chiama Kpé na bayoo . Vicino alla buca il vecchio Bawa si è accovacciato, ha versato un po' di acqua parlando al genio, sgozzò il pollo in modo tale che una parte del sangue cadde nella buca. In seguito strappò alcune piume dal petto del pollo e le incollò con il sangue sulla roccia. Noi abbiamo spalmato il pollo con il burro di karité mescolato con il sale, poi l'abbiamo fatto arrostire. Una volta ben arrostito il vecchio Bawa gli strappò il fegato e lo posò nel sangue per terra in offerta al genio. Bawa ci ha detto in seguito di mangiare tutto, perché non si poteva portare nulla a casa”.
Fra le divinità della natura sono quelle delle acque che sono le più importanti. Queste divinità proteggono l'individuo
in tutti gli aspetti della vita.
I Tem considerano le divinità dei fiumi e ruscelli come entità diverse dagli altri geni. I geni sono chiamati in tem
lizoo (plurale lisani): nome che indica sia il luogo dove il genio abita, sia l'oggetto che lo contiene,
cioè il suo supporto materiale, che viene spesso chiamato “feticcio”.
Il corso d'acqua non è chiamato lizoo, dunque non è nè un genio, nè un feticcio. Il corso d'acqua nel suo fluire
rappresenta la vita della persona.
Quando un bambino è in gestazione nel ventre della madre è nelle sue acque,
(ilim-daa) l'acqua del suo ruscello. Durante questo tempo il bimbo discute con l'acqua che lo circonda tutti i
dettagli della sua vita futura, compreso il giorno della sua morte. Se approfitta al massimo di questa occasione
può regolare e concretizzare tanti dettagli positivi della sua vita futura: denaro, numero dei figli, eventi fausti.
Se non approfitta dell'occasione i risultati futuri potranno essere spiacevoli.
Questa discussione sarà dimenticata
alla nascita, ma i dettagli possono essere ritrovati con l'aiuto della divinazione.
La vita della persona è rappresentata come un pesce in un corso d'acqua. L'acqua ha il compito di nascondere, proteggere,
nutrire il pesce perché diventi grande, adulto e vecchio.
Se l'acqua non assolve il suo compito, la persona sarebbe
in pericolo e i suoi nemici potrebbero tentare di ucciderla, attraverso incantazioni varie.
Questo può anche succedere perché il fiume si sente a sua volta dimenticato.
Ogni Tem deve offire regolarmente sacrifici al suo corso d'acqua, perché
desidera essere protetto, in ogni momento della sua vita, da ogni forma di aggressione esterna, in modo particolare
da coloro che agiscono nella notte.
Un padre andrà regolamrente ad interpellare le sue divinità protettrici per conoscere, ad esempio, l'avvenire dei suoi
figli e come comportarsi in conseguenza. Se un figlio è malato o in pericolo, gli sarà indicata la causa e i mezzi
da utilizzare.
E' un avvenimento importante, per un giovane, partecipare per la prima volta ad una consultazione delle divinità delle
acque e al sacrificio corrispondente.
Quando il ragazzo si avvicina all'età adulta, suo padre cerca un pollo e chiama il figlio per informarlo. Tutta la
famiglia è invitata insieme ad un indovino. Costui si siede su uno sgabello e comincia a far tintinnare,
quasi per chiamare gli spirti, le sue campanelle ed entra in transe.
Arriva il primo genio che ha la funzione speciale di aprire il cammino a coloro che
lo seguiranno. A causa di questa sua funzione è chiamato “colui che annusa il cammino”: songayi nibaawu-duu.
Si rivolge alla persona che dirige la seduta per sapere quali sono i geni che si desiderano consultare.
Dopo questo
primo genio arrivano i mani degli antenati e i geni protettori della famiglia, comprese le divinità delle acque.
Ad ogni arrivo l'indovino pronuncia parole di benvenuto e di lode in loro onore. Avverte poi il Corso d'acqua che
il suo “piccolino”, il neofita, è venuto per onorarlo.
A volte la divinità rimprovera la famiglia per aver tardato
a fare il sacrificio. Il celebrante cerca allora di placarla promettendo un sacrifico ogni anno. Altre volte
ci saranno delle predizioni riguardanti il futuro del giovane, ad esempio i successi scolastici. Al
Per assicurarsi la protezione del fiume bisogna offrirgli un sacrifio almeno una volta all'anno. Ogni corso d'acqua
esige polli con colori particolari. Ad esempio lo Kpandi richiede polli neri.
Di solito questi sacrifici avvengono nel cortile dell'abitazione dove il proprietario invoca gli antenati e il corso
d'acqua offrendo loro il pollo. Nel luogo in cui il sangue è stato effuso e ha colato a terra, il sacrificatore
infigge alcune piume strappate dal petto del pollo. Il fegato dell'animale è cucinato con una salsa. Si prende poi
un un pezzo di questo fegato e una manciata di farinata e li si depone, assieme ad un po' di salsa, sopra le penne
piantate a terra.
Per evitare che i cani mangino queste offerte, esse sono coperte con un scodella o un paniere,
che saranno tolti il giorno dopo.
Il resto del pollo è preparato e condiviso fra i bambini e gli adulti della famiglia. A colui che ha offerto il
sacrificio tocca la testa, e a volte, le zampe.