Cultura tem

I Saluti

I saluti in tem sono un aspetto importante della vita quotidiana. Sono parte integrante del linguaggio e della cultura. E' impossibile iniziare una conversazione senza aver salutato le persone implicate. I saluti sono generalmente accompagnati da una piccola o grande genuflessione, che puo' arrivare fino alla prostrazione completa.
Dopo il primo scambio si possono domandare notizie della salute della persona con cui si parla, della sua famiglia, ecc.
La risposta al primo saluto è sempre “yaa”, che non è esattamente un “sì”, ma piuttosto un modo di riconoscere l'altro, di notificare positivamente la sua presenza. Alle altre domande o questioni si puo' sempre rispondere “alaafya” che significa “salute”, nel senso di “sì, va bene”. Un vero Tem aggiungerà automaticamente un [?in] nasalizzato dopo la “yaa”, ed è così che iniziano i saluti tradizionali.
Lo scambio delle domande e risposte è una successione ritmica di formule di cortesia che continua fin quando l'interlocutore risponde [?in].

Saluti diversificati per ogni circonstanza

I saluti dipendono dalla stagione, dall'ora del giorno, da ciò che la persona sta compiendo, e da tutto quanto lo riguarda personalmente.
Si potrà dire “Tu e il campo” se qualcuno sta tornando dai campi, oppure “Tu e la stagione delle piogge” se la stagione è appena iniziata o sta per iniziare.
Il pronome “nya” cade di solito e il saluto diventa semplicemente na....e...quel che caratterizza il saluto.
Due saluti correnti sono:
(nya) na timèrè (tu) e il lavoro
(nya) na konkari (tu) e la fatica
Il saluto del mattino è un po' diverso: nyavene kazoo, lett.: ti sei disteso bene? Hai ben dormito? Si saluta in questo modo dall'alba fin verso le 10, quando il sole comincia a diventare caldo. Poi si dirà: nyavese: tu e il sole. Quando il sole è meno forte, verso le 16,30, si puo' cominciare a dire (nya) daaninga: tu e la sera.
Quando si lascia qualcuno, o una casa per continuare il vostro cammino, si puo' dire, quasi in tutti i casi, bila bitase: alla prossima.

"Che Dio vi benedica"

Si sentiranno molte espressioni che iniziano con isoo: Dio. I Tem sono un popolo molto religioso, così le espressioni quali “Dio vi benedica” sono molto frequenti nella conversazione. La più utilizzata è isoo bodi: che Dio sleghi, che si utilizza per dire grazie quando si riceve un regalo. Una variante di questa formula è isoo ifa laada: lett.: Dio doni la ricompensa, che Dio te lo renda.
Non è consigliato di prendere l'abitudine di ringraziare con isoo bodi. Se qualcuno rende un servizio, per esempio andando a cercare una sedia, si può dire semplicemente no-ode: tu e il cammino, oppure na timèrè: tu e il lavoro; in questi casi si ringrazia per il lavoro, per lo sforzo fatto per; infatti non si sta ricevendo un regalo. isoo bodi si utilizza, per esempio, quando una commerciante ha aggiunto un frutto o un po' di verdura in regalo, o quando si riceve un regalo in denaro.
Quando uno parte in viaggio gli si può augurare isoo ilaazi: che Dio ti accompagni. Un'altra espressione corrente è isoo isina: che Dio ti aiuti.

Il mercato

Camminando per le strade della città si incontrano spesso donne sedute ai bordi della strada che vendono le loro merci. Salutandole si può dire nyana yam: tu e la vendita, cioè buona vendita.
Durante feste o riunioni le donne camminano in mezzo alla folla con grandi bacinelle sulla testa. Vendono di tutto: dal cibo (frutta, legumi, cereali, piatti preparati), ai vestiti, al sapone, le casseruole, ecc.
Le donne vendono tutti questi oggetti per un piccolo guadagno che entra a far parte del bilancio familiare per comperare cibo e vestiti per i bambini o per loro stesse.
Spesso il denaro che il marito dà alla moglie per lei e i bambini, non basta. Allora la moglie chiede al marito l'autorizzazione di aprire un piccolo commercio per aumentare le rendite familiari.
E' il marito che dà, generalmente, alla moglie il fondo neccesario per fare i primi passi nell'impresa. La donna va allora a comperare alcuni prodotti che rivende con un lieve margine.

Il posto al mercato e il controllo dei prodotti

Coloro che non hanno scelto un posto fisso, sia accanto alla loro casa, sia vicino ad un incrocio strategico, sono libere di circolare dove credono. Se qualcuna si installa con il suo tavolo accanto ad altre persone che vendono gli stessi prodotti, devono trovare insieme un mutuo accordo. La prima arrivata è generalmente padrona dei luoghi e decide di chi resta e di chi deve partire.
Sul commercio esiste un certo controllo del governo. Quelle che vendono cibo devono ottenere, ad intervalli regolari, un certificato di buona salute firmato dall'ospedale. Per vendere articoli non commestibili ci vuole l'autorizzazione del commissariato di polizia. Ispettori passano regolarmente per le strade per verificare se i permessi sono aggiornati. Coloro che sono trovati senza i permessi regolari ricevono pesanti multe.

Il prezzo delle merci

Il denaro è contato per unità di cinque franchi chiamato biyee, a causa di un biblietto di cinque franchi che esisteva un tempo.
I prodotti alimentari o i piccoli articoli sono venduti, di solito, in piccoli mucchietti ad un prezzo fisso. I mucchietti sono accuratamente preparati sia per grandezza, cioè con un dosaggio del prodotto in grossi e piccoli pezzi, oppure secondo la qualità del prodotto, buono e meno buono, per esempio i mucchietti di pomodori, di cipolle.
Una cliente critica può cercare di comporre il proprio mucchietto, ma di solito le venditrici non accettano di dividere le loro unità di vendita per un prezzo da stabilire.