Secondo le statistiche del distretto sanitario Kolowaré avrebbe 3543 abitanti. (1)
Il tasso annuo di crescita sarebbe del 5,9%. Nel villaggio c'è una scuola elementare aperta dalle suore nel 1955,
una scuola pubblica, e un CEG.
La scuola elementare cattolica è stata suddivisa in tre sezioni con ciascuna un direttore. La popolazione scolastica è di
circa 800 scolari.
Non potendo i genitori acquistare i libri per i loro figli, la scuola affitta ogni anno i testi
scolastici: due libri per il primo ciclo e tre per gli altri. Per ogni libro viene chiesto un "affitto" di
cento franchi l'anno. Alla fine dell'anno i testi sono resi.
Questo vale solo per le scuole confessionali.
Le scuole statali hanno i testi gratis, mentre lo stato fa pagare i testi alle direzioni diocesane che provvede ad affittarli
ad ogni scuola per ricuperare il prezzo del testo.
Secondo il parere dei maestri i ragazzi, forse poco stimolati dai genitori, non amano molto andare a scuola e sono
spesso assenti. Di conseguenza il loro livello scolastico è basso.
Bisogna anche notare che gli scolari sono spesso fuori per "lavori manuali" nelle case o nei campi dei maestri.
Alcuni di loro, infatti, hanno un salario di 10.000/15.000 franchi mensili,(650 franchi = 1 euro) e non possono vivere senza
i campi da cui traggono gran parte del cibo.
Le autorità scolastiche locali cercano di aiutare i ragazzi a continuare la scuola, ad esempio, permettendo a tutti
di passare alle medie, anche a quelli che sono insufficienti. Questo ha conseguenze negative:
al primo trimestre molti ragazzi abbandonano la scuola perché non possono seguire i corsi.
Da marzo a novembre la popolazione diminuisce sensibilmente perché in molte
famiglie, due o tre giovani, ragazzi e ragazze, lasciano Kolowaré per andare a lavorare in Nigeria. Quest'esodo rurale ha
ripercussioni in tutti i settori della vita del villaggio. Sono forze vive che se ne vanno: braccia e energie sottratte al villaggio.
Questi ragazzi sono sfruttati da una organizzazione che ha ramificazioni anche all'interno del villaggio.
Ci sono i “Padroni” che con i camions raccolgono i ragazzi di notte e li portano in Nigeria, passando indisturbati davanti polizia
e doganieri. E laggiù sono sfruttati dai “Signori della tratta”. Li fanno lavorare nei campi, o nelle piantagioni,
malnutriti e sfruttati, spesso drogati. Le ragazze sono avviate alla prostituzione, alcune più fortunate, fanno le domestiche
in famiglie ricche. Di solito nessuno riceve direttamente un salario. Esso viene versato agli intermediari che si arricchiscono.
Alla fine del periodo, di solito di nove mesi, i ragazzi ricevono una bicicletta o una radio, le ragazze qualche abito, poi sono
lasciati soli per tornare a casa. Rientrano con le loro biciclette, spesso ammalati, qualcuno muore per strada, e quasi
tutti..."fumano". Iniziano con le droghe leggere per passare alle altre.
Vanno in giro con le loro biciclette e radio cassette, sbandati senza nessun mestiere. Hanno difficoltà a risituarsi
e, a volte per vivere, si mettono a rubare.
Coloro che organizzano e sfruttano i ragazzi tornano invece con grosse moto o macchine che poi rivendono sul posto.
C'è un organismo che cerca di ricuperare questi giovani offrendo loro la possibilità di imparare un mestiere. Il problema
è conosciuto a livello nazionale e si è costituito, al villaggio, un comitato per lottare contro lo sfruttamento e l'esodo
dei giovani.
La gendarmeria di Sokodé fa spesso puntate notturne per scovare e arrestare questi trafficanti di ragazzi.
Il problema dei giovani che vanno in Nigeria non deve essere banalizzato o generalizzato, perché ci sono diversi casi
di giovani che vanno personalmente, in cerca di avventura, per conoscere un paese nuovo, al di fuori di ogni organizzazione. Qualche volta chiedono solo un aiuto per il viaggio.
Ecco il caso di una giovane di Kolowaré e della sua esperienza in Nigeria.
Mi chiamo Na Tchalamana. Ho ancora mio padre e mia madre. Sono nata nel 1981. Nel 2001 sono andata in Nigeria.
Non sono mai stata a scuola. Parlo il kabye, il losso, il kotokoli.
Sono io che ho voluto partire, per conoscere la Nigeria, per poter comperare nuovi abiti come le altre ragazze che
tornavano dalla Nigeria. |
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La popolazione è composta di diverse etnie: Kotokoli, Kabye, Lamba, Tchamba, Losso, Peul, Yaka, Mina. Il gruppo dominante
è il Kotokoli e la loro lingua: il tem che è la lingua veicolare.
Sul piano religioso l'Islam è la religione dominante dei Kotokoli, Tchamba e Peul. Le altre etnie si dividono fra
cristianesimo e religione tradizionale. Nel villaggio ci sono 4 moschee, una grande chiesa cattolica, un "Centro Culturale" cattolico,
cioè la vecchia chiesa, e alcuni luoghi per i sacrifici tradizionali.
Attualmente (agosto 2012) è in costruzione un centro islamico con una scuola coranica,
una moschea, abitazioni per gli insegnanti, e annessi.
Sul piano amministrativo il villaggio è diretto da un capo tradizionale dell'etnia kotokoli, ed è suddiviso in quartieri:
il quartiere del capo: isodali
il quartiere dell'imam: adeli
il quartiere della gente di Tchamba: ewede
il quartiere dei Losso: akonta
Di fatto questo quartiere è suddiviso in quattro con i seguenti gruppi: Kabye, Lamba, Yaka, Nawdeba.
Il quartiere dei Sarakawa: sarakawa
Ogni comunità ha un responsabile, chiamato capo quartiere, che serve da tramite fra l'autorità centrale e gli abitanti. Il consiglio del villaggio è composto dal capo villaggio e dai diversi responsabili dei quartieri e delle comunità etniche. Una suora ha la responsabilità del lebbrosario e lavora in stretta collaborazione con il capo villaggio, sopratutto per quanto concerne la parte sociale e lo sviluppo del villaggio.
1) Dati non ormai più attendibili. La popolazione si Kolowaré è stimata attualmente sulle 5.000 unità, di cui un migliaio sono cristiani.