Capi villaggio e capi tradizionali

Ogni villaggio o quartiere di una città, ha il suo capo. Di solito è un uomo ricco e influente. Tutti i capi di Sokodé e dei villaggi tem sono sotto l’autorità di un capo superiore che abitava a Koma. Quando un capo muore, è il capo superiore che deve designare il suo successore. Un capo conserva il suo titolo fino alla morte.

I capi sono nominati dal governo

Oggi è di solito il governo che nomina i capi. Ad esempio il 24 aprile 2004 è stato ufficialmente investito delle sue prerogative di capo cantone della comunità siou residente nella prefettura di Ogou, Bally Dagomba Christophe.

Cerimonia di investitura

La cerimonia di investitura è stata presieduta dal Prefetto di Ogou, Komlan Amouzou Midodji e si è svolta a Agbonoum nelle vicinanze di Atakpamé, in presenza di autorità politiche, amministrative e tradizionali della prefettura.
Il prefetto ha sottolineato la funzione del capo che è quella di essere il guardiano delle tradizioni. Il rappresentante del capo superiore degll'Ogou ha messo in rilievo l'importanza che rivestono i capi tradizionali nel nuovo ordinamento politico in Togo e consigliato al neo eletto le virtù adatte ad un capo: quali la pace civile, la solidarietà, la riconciliazione, la moderazione, la lealtà, l'integrità e l'imparzialità nell'esercizio delle sue funzioni.
Rivolgendosi alla comunità il nuovo sovrano ha affermato che intende mettere tutto in opera per lo sviluppo della regione e che il suo operato sarà sotto il triplice segno dell'umiltà, dell'onestà e del rispetto dell'ordine sociale. (Togo-Presse, 17 maggio 2004, p. 7).

Riconoscimento ufficiale di una nomina tradizionale

Altre volte l' autorità governativa riconosce e sancisce ufficialmente una nomina tradizionale. E' stato il caso del capo cantone di Sanda-Kagbanda, località situata a tre km a nord di Bassar.
Il 19 luglio scorso Tchalim Assango Tolbé Koloun IV ha ricevuto il decreto governativo che riconosce la sua elezione, avvenuta secondo le regole tradizionali, di capo cantone.
Il decreto gli è stato consegnato dal Direttore di Gabinetto del Ministro degli Interni, Téko Mewonawovo, in presenza del vice presidente dell'Assemblea Nazionale El Adji Abass Bonfoh, dei prefetti della zona, dei capi tradizionali e della popolazione. Rimettendogli il decreto Téko Mewonawovo, in rappresentanza del suo ministro, ha augurato al neo eletto di conservare il profilo di un vero capo che deve essere come lo "specchio dei suoi amministrati". Ha poi ricordato alle popolazioni che lo sviluppo della loro località deve essere un'opera collettiva, invitando tutti a preservare la pace, la sicurezza e la stabilità.
Da parte sua il nuovo capo ha espresso la sua gratitudine al capo dello stato e ha promesso di lavoorare in stretta collaborazione con i suoi amministrati per uno sviluppo armonioso della località.(Togo-Presse, 9 luglio 2004, p.7)

Le funzioni del capo

Il capo è responsabile del benessere della sua gente. Se qualcuno vuole introdurre al villaggio qualcosa di nuovo, o nuove idee, l’innovazione dipende dall’autorizzazione del capo.
Il capo controlla anche le terre che appartengono al suo quartiere o al villaggio, ed è lui che sorveglia le vendite e gli acquisti.
Se una disputa non può essere risolta all’interno di una famiglia, è lui che deve dirimere la questione.
Le sue ricchezze gli permettono, di solito, di avere diverse mogli e parecchi figli. Abita con la sua grande famiglia in un vasto compleeo di abitazioni.
Anche il villaggio di Kolowaré, dove ha sede il lebbrosario, ha un capo villaggio di nome Kondo Amadou. Questo villaggio, come gli altri 9 villaggi dell'unità sanitaria, dipendono dal capo superiore di Kparatao, cui appartiene la terra.

Un incontro con Kondo Amadou e i suoi notabili

Il capo villaggio riunisce i suoi notabili al venerdì, giorno consacrato particolarmente alla preghiera, per cui non vanno a lavorare nei campi. Ho partecipato anch'io ad alcuni incontri. Di solito durano dalle 8,30 alle 11. Ecco il resoconto della riunione di venerdì 18 giugno.
Il capo villaggio ci riceve nel suo cortile. Sono accompagnato da Germain, il presidente del consiglio parrocchiale e da Tayrou, presidente del comitato scolastico, musulmano, un ingeniere dei lavori pubblici in pensione.
Il capo è un bell’uomo dal portamento dignitoso. Nel cortile ci sono le mogli e diversi bambini. Poco alla volta arrivano i notabili con l’Iman in testa. Rimaniamo a parlare fin verso le 11 toccando tutti i problemi del villaggio.
Comincio io dicendo che desidero fare un numero di Afriche su Kolowaré: vorrei il suo parere e qualche foto sua e dei notabili. Mostro la rivista. Mentre parliamo se la fanno passare. Parliamo poi del dispensario, del bisogno di una nuova macchina per le analisi, dei ragazzi che non hanno luce, posto e libri per studiare, del progetto della biblioteca, poi dei pozzi in programma per il quartiere della scuola e dei cristiani dietro la chiesa.
Questo era il punto più importante: senza il suo accordo non si puó procedere.
Capo e notabili sono tutti d’accordo per gli interventi proposti e applaudono. Poi sono loro che parlano: il villaggio manca di telefono telefono e luce eletrica è scarsa, non arriva in tutti i quartieri.
Il presidente del comitato scolastico illustra il problema parlando del trasformatore neccessario che costa caro: ci vogliono poi persone che si abbonino e che prendano la corrente. Dicono che ci sono già almeno 20 o 30 possibili abbonati con sottocontatori, gente che prende la corrente da coloro che ce l’hanno.
Faccio una proposta: andare con il capo villaggio e l’Imam a Sokodé dai responsabili dell’elettricità e dei telefoni con dati precisi in mano: ecco quanti sono pronti a prendere la corrente e il telefono. La proposta potrebbe essere interessante anche per i fornitori che non lavorerebbero in perdita.
Parliamo poi dei serpenti che morsicano la gente all'interno del villaggio e della conseguente pulizia del villaggio. Un tempo, ogni lunedì, la gente non andava ai campi e sotto la direzione di una suora, faceva le pulizie di tutto il villaggio. Ora non si fa più.
Evochiamo poi il grave problema dei ragazzi che vanno in Nigeria. E se si facesse una cooperativa per far lavorare i giovani al villaggio? Avevano già provato nel passato. Il terreno c’è, ogni giovane potrebbe lavorare in proprio. Ma è impossible vendere i prodotti ad un prezzo corretto. Erano sfruttati dai grandi commercianti. E vero che il lavoro dei giovani in Nigeria è difficile e che sono sfruttati, ma non tutti i giovani tornano solo con la radio o la bicicletta. Certi portano denaro o beni per aiutare le loro famiglie.
Mi invitano ad operare per fare un CEG (Scuola media) o una scuola professionale, al villaggio.
Interviene l'Iman sottolineando l'importanza di questi incontri, invitandoci tutti a continuare.
Prima di lasciarci informo che inizieremo con la biblioteca e i due pozzi.
Alla fine posano tutti per le foto. Prima il capo villaggio, poi i notabili ad uno ad uno. Poi foto di gruppo.