"Re di Bushoong e dio della terra": é con quest'audace espressione che i Bashibushoong indicano il loro capo supremo. Quest'espressione indica contemporaneamente il più alto rango al quale un uomo possa accedere, vicino alla Divinità stessa, e la fierezza del popolo di possedere l'uomo più nobile che possa esistere.Il re viene anche indicato come "la grande piroga nella quale i Diing e i Koong hanno attraversato il fiume". I Koong sono i Bushoong, ma non sono i soli a rivendicare il re. Il nyim è re di tutti i Bakuba, il centro della loro vita politica, il responsabile dell'ordine e della giustizia presso tutti i figli di Woot. Tutti i Bushoong sono d'accordo nel ritenere che il re possieda una personalità sacra. Si discute sulla natura esatta di questa personalità. Vansina ha due concezioni diverse, una che attribuisce al sovrano poteri che derivano direttamente dalla sua potenza personale, l'altra che vede soprattutto l'effetto di un fascino temibile che il re possiede.
Il re è, per esempio, un ngesh. Gli ngesh sono degli spiriti
che hanno un sesso e un nome. Di solito sono invisibili. Abitano una parte
del territorio che a volte assegna loro il nome: foreste, sorgenti, stagni,
fiumi. Possiedono poteri che mettono volentieri a servizio della gente.
Sono notoriamente i dispensatori della fecondità femminile, del
successo della caccia, della guarigione dalle malattie.
Ogni spirito ha un rappresentante tra gli uomini che si chiama, anche
lui, ngesh e che dirige il culto dello spirito che lo ispira, generalmente
con canti e danze.
I canti degli ngesh occupano un posto importante alla corte regale.
La loro esecuzione è riservata alle spose del re. Questi canti sono
presenti in numerose cerimonie dove si celebra il legame tra il re e la
fecondità.
Quando un rappresentante di uno ngesh muore, diventa a sua volta ngesh.
La stessa sorte tocca al re; si assicura che egli visiti spesso la sua
tomba in qualità di ngesh, per esercitare ancora certi poteri e
ricevere omaggi.
Certi poteri regali soprannaturali sono in relazione con la luna che è il simbolo della fertilità. Quando la luna sorge alle cinque del mattino, si sa che sparirà per parecchi giorni. Woot ha chiesto lui stesso di commemorare ogni mese l'avvenimento. Con la luna nuova il re non può lasciare la sua casa. Alcuni notabili, "Guardiani del paniere della regalità", eseguono riti segreti, in modo particolare battendo un piccolo tamburo chiamato booy, con una bacchetta, in una pubblica piazza che si trova in un angolo della capitale. Al palazzo le donne cantano particolari canti ngesh, per richiamare la luna. Durante la luna nuova un uomo non può morire, né una donna partorire. Quando questo periodo pericoloso è trascorso il re ritrova tutti i suoi poteri. E' proclamato il nuovo mese quando si scorge, la sera, la luna per la prima volta. I Bakuba hanno, infatti, un calendario lunare.
Il re usa i suoi poteri soprannaturali per il bene del popolo e, eccezionalmente, per colpire i malvagi: è contemporaneamente guaritore e "stregone". Quando in un villaggio ci sono troppi ammalati, si insiste perché venga il re. Ci si lamenta con lui che ci sono troppi ngesh, che sono potenti, ecc. Il re porta del caolino, lo mescola alla cenere del focolare, lo getta intorno e ne lascia una parte per i geni. Durante la cerimonia, invoca Woot. Un notabile, tiene il re al corrente delle gravidanze. Il re invia alle partorienti un dono che simboleggia la sua assistenza. Interviene anche quando c'è un decesso. Invia sovente... una zanna di elefante: in realtà un cauri! Ma questo dono è molto importante e si riceve in rispettoso silenzio. Il cauri, infatti, ha un duplice significato: che il re intercede presso Woot in favore del defunto e che non vi è nulla da rimproverare allo scomparso e quindi la morte è naturale. Se il re si rifiuta di dare il cauri, sarà difficile trovare una tomba, poiché è lo nyim che dà l'autorizzazione a scavarla. Quando piove eccessivamente o fa caldo, o quando i raccolti o le cacce restano infruttuosi, i Bakuba si lamentano con il re: "Perché è successo questo perché è successo quello?" Il nyim risponde facendo allusione a Woot: "Lo invocherò, gli chiederò".
Il re, d'altra parte, può agire come un nnweky, uno "stregone".
Non lo fa come uno stregone ordinario che opera in segreto il male per
il male. Non si può neppure paragonare ai grandi eroi criminali
il cui nome è passato alla storia dei Bakuba, ( ) Oltre a quelli
citati in nota si può ricordare Toom'l a-kwey che visse al servizio
del re Kot a-Ntshey. Quest'ultimo stregone interveniva in modo particolare
prima dei viaggi del nyim; inviava i suoi due uccelli magici a vedere il
percorso e prevedere se il cammino era senza pericoli. E' in suo ricordo
che il re possiede un fischietto d'avorio, che era usato ad ogni spostamento
del re.
Eppure il re può agire e causare del male per sua volontà.
Vansina riferisce che si assicurava che Kot Mabiintsh ma-Kyeen si tramutò
in leopardo. Era il 1925. Andò a mangiare uomini e capre nel villaggio
di Ngam. Uno stregone locale lo fece addormentare. Mentre il leopardo dormiva,
il re dimagriva a vista d'occhio nella sua capitale. Finalmente il re convocò
il mago, gli fece un regalo e gli promise che non avrebbe più assalito
il villaggio .
Il re può maledire i villaggi. E' il caso del villaggio di Mishwoom
nel 1920 e del villaggio di Kampungo nel 1923, che si erano rifiutati di
pagare l'imposta. Si riferisce anche che il re maledisse la gente: nel
1953, alcuni uomini entrarono nell'harem; furono maledetti e morirono la
notte seguente.
A Butala, un coccodrillo sovente portava via degli uomini. Si andò
a trovare Mbopey Mabiintsh ma-Mbeky che pregò Woot tutta la notte.
Poco dopo il coccodrillo fu ucciso e un vecchio di Butala morì subito.
Il concetto di stregone è sovente collegato a quello del leopardo
e si sa che il leopardo è un animale regale, simbolo della regalità.
Chi ha ucciso un leopardo deve essere purificato se non vuole diventare
pazzo; la spoglia dell'animale è onorata e inviata al re.
Allo stesso modo deve essere messo in evidenza un attributo del re:
è il paam. Indica un potere e un modo di agire difficili da precisare,
ma ai quali deve essere attribuito un carattere temibile. Il paam è
in qualche modo la forza del re in quanto nessun ostacolo, nessuna reticenza
può mitigarla quando il re vuole esercitarla. E' per questa forza
che il nyim si rafforza al di sopra della gente e delle leggi. Ecco come
la descrive Vansina : "Se ne spiega il significato con delle circonlocuzioni.
Paam è la qualità del fuoco che brucia, dei raggi del sole
che diventano rossi, del leopardo che attacca. Paam è un atteggiamento
che provoca molti mapetshy, difficoltà e miseria per i sudditi del
re. Per spiegare la parola, si racconta come il re avesse agito con paam.
Un giorno morì il cane preferito del re. Lo fece vestire come un
uomo e gli abitanti della capitale dovettero portare il lutto, come se
si trattasse di una persona di sangue regale. Paam, è l'autorità
regale arbitraria. Si racconta che un re fece legare per quattro giorni
su un termitaio una sposa infedele. Ella morì. Paam, è la
violenza dell'autorità regale oltraggiata. Un alto dignitario dà
informazioni agli amministratori europei senza prima consultare il re.
E' avvelenato. Il re è paam, non si usurpa la sua dignità.
Un altro uomo è avvelenato, perché ha mostrato in pubblico
di conoscere meglio del re le tradizioni del paese. Non si contamina il
prestigio regale e paam è la gelosia del re. Un altro caso è
quello di un figlio del re che si costruisce una nuova casa e si vanta
delle sue ricchezze. La notte, lo stesso re la incendiò. Non si
compete con il prestigio regale, il paam del re. Il concetto di re stregone
e di re paam si uniscono felicemente. Sono due tecniche che servono a difendere
l'autorità regale".
E' grazie al paam che il re può oltrepassare i poteri che gli
sono attribuiti dalle leggi consuetudinarie bushoong. Ma non può
per questo essere accusato dal suo popolo. E' per questo motivo che il
paam è abitualmente avvolto nel mistero. Il re qualche volta fa
anche sparire quelli che hanno eseguito i suoi ordini. Così, una
parte della storia dei Bakuba è un segreto; si racconta solo in
luoghi appartati, lontani da ogni testimone.
Possiamo concludere che il potere regale è una tirannia senza
limiti? Tutt'altro. Questo potere che sembra assoluto, è in realtà
molto mitigato da due altre qualità che il re deve possedere: il
senso della giustizia e una gran generosità. Soprattutto, è
controllato, nella maggior parte dei suoi compiti, da certe istituzioni
che segnaleremo studiando l'entourage regale.
Tra le qualità del re che si apprezzano di più ricordiamo
la sua capacità di rendere giustizia.
Il re ha diritto di vita e di morte. In passato i nyim hanno fatto
abbondante uso di questo potere. Tuttavia non è assoluto poiché
alcuni divieti proteggono categorie particolarmente deboli. La leggenda
ricorda il nome del primo re che ha ucciso un uomo. Le versioni sono diverse,
ma tutte interessanti per il loro prolungamento in costumi ancora osservati
e che illustrano una delle ragioni di essere della storia stessa presso
i Bakuba.
Questo re, Mbwoong a-Lyeeng, è colui che viveva sin dai tempi
delle prime dinastie. Troppo giovane per essere intronizzato, fu rimpiazzato
da sua madre Ngokady. Un giorno, in piena seduta di notabili, ebbe le mestruazioni.
Questa grande umiliazione ferì i notabili al punto che decisero
di farla scomparire. Non volendo ucciderla con un'arma, prepararono una
trappola. L'ipaantshl Pyeem Kapul scavò un buco nella piazza delle
pubbliche riunioni, sul quale dispose una stuoia. Ngokady fu condotta nella
direzione voluta, cadde nel buco e fu sotterrata viva. E' per questo motivo
che quando il re avanza in costume solenne, un servitore sradica l'erba
davanti a lui per mostrargli che il terreno è solido. Mbwoong a-Lyeeng
fu intronizzato. Aveva un bastone di ferro. Quando venne a sapere dell'esecuzione
di sua madre, decise di vendicarsi. Un giorno incontrò Pyeem Kapul
che trasportava del fogliame per coprire la sua casa e un sacco con dentro
un gufo destinato al suo pasto. Il re lo interrogò, gli strappò
il sacco e lo uccise con il suo bastone di ferro. E' da allora che i Bakuba
non mangiano più i gufi e che il re non può toccare i bastoni
di ferro. Dopo l'omicidio, il re fuggì al lago Mbut vicino a Iyuum
e si rifugiò in un'isola. Andarono a chiedergli perché avesse
ucciso. Rispose che era per vendicare sua madre. La gente accettò
il motivo dell’assassinio e ammirò anche il coraggio di un uomo
che aveva osato uccidere un altro uomo. E' per questo motivo che viene
chiesto ad ogni re, al momento della sua intronizzazione, di ripetere lo
stesso gesto coraggioso. Mbwoong a-Lyeeng, temendo per i suoi giorni, si
rifiutò di lasciare la sua isola. Gli fu inviato Tataam, lo schiavo
di sua madre, che mise delle canne sulla palude, andò a trovare
il suo maestro e gli consegnò, come garanzia, uno scacciamosche
curvo, fatto per questo scopo. E' l'origine del tataam, che è uno
schiavo del re, e dello scacciamosche curvo.
A fianco della giustizia del re, c'è la bontà del re.
Il palazzo è visitato, in ogni momento del giorno e anche della
notte, dai sudditi che hanno fame, che sono nell'impossibilità di
pagare una dote, dei debiti, una sepoltura... I re non rifiutano mai l'aiuto
richiesto. Questa generosità è collegata alla ricchezza del
re.
La ricchezza del re è prima di tutto la ricchezza del reame.
I Bakuba godettero a lungo di una grande sicurezza e poterono accumulare
molti beni materiali. Tra gli elementi favorevoli, bisogna menzionare il
governo di re sovente molto saggi, la durata eccezionale di un'unica dinastia,
la fertilità del suolo, l'importanza del commercio che traeva profitto
da un'eccellente posizione geografica. Il regno visse così in condizioni
di prosperità che non hanno conosciuto le grandi tribù vicine
dei Bashilyeel, dei Ndengsh o dei Luluwa. Il nyim è di gran lunga
l'uomo più ricco del reame e la sua ricchezza è motivo di
orgoglio per tutti. E' un onore accrescerla; si va a gara per portare regali,
opere d'arte particolarmente riuscite, vettovaglie. Ogni anno il re prepara
una specie di esposizione pubblica dei principali averi del palazzo. Le
fonti della fortuna regale sono diverse e regolari: tributi annuali di
tutti i villaggi, corvées, servizi dei villaggi schiavi, multe,
lavoro delle numerose mogli del re. Il re spende molto; sostiene economicamente
molti artigiani, messaggeri; nutre una folla di servitori; riscatta molte
donne; fa regali senza tregua. Ma le entrate superano le uscite. Alla sua
morte avvenuta nel 1969, Mbopey Mabiintsh aveva riempito dei suoi beni
cinque grandi depositi; aveva 150 fucili, 40 zanne di elefante, 60 pelli
di leopardo, tonnellate di legno pregiato, ecc.
Il re è sacro, ci si inginocchia davanti a lui; gli si risponde
accompagnando la sua risposta con un applauso rispettoso. Una particolare
manifestazione di rispetto dovutagli consiste nel divieto di utilizzare
qualunque cosa appartenga al suo corpo. Ciò si ricollega ad una
credenza generale, molto comune, secondo la quale per nuocere a qualcuno
si prende qualche cosa che gli appartenga e sulla quale si fanno pratiche
di stregoneria. Per evitare questo pericolo al nyim, si conservano scrupolosamente
i suoi capelli, le sue unghie, persino i suoi sputi.
Il re con la sua persona deve sempre mostrare una grande dignità.
L'etichetta esige da lui un contegno perfetto, un modo solenne di parlare,
un'andatura maestosa. Non può mai mostrarsi ebbro. Per salvaguardare
il suo prestigio, il nym non mangia in pubblico. Il pasto del re è
segreto per motivi di sicurezza (molte vendette vengono eseguite per avvelenamento)
ma anche perché il re non voleva deludere il suo popolo che aveva
un così grande concetto della sua persona tanto da credere che il
re non avesse le esigenze dei semplici mortali. Si credeva mangiasse la
polvere di cauri o di altri molluschi. Quando Kotmwaan a-Kweet chiese a
suo padre se avesse fame questi rispose: "Io mangio?"
La salute del re è di grande importanza per il reame, poiché
a lui è legata la fertilità della terra. La malattia del
re è una maledizione. Una serie di divieti ne allontanano le conseguenze.
Il re non può camminare a lungo, non può esercitare alcuna
attività in cui ci sia il rischio di essere ferito; non può
vedere né cadaveri, né tombe. E' forse a causa della stessa
relazione con la terra che gli viene proibito di sedersi sul suolo o di
attraversare un campo.
Secondo le usanze, il re minorato doveva essere sgozzato. Ma a causa
soprattutto della vigilanza dei figli il cui interesse era collegato al
prolungamento del regno, si conosce un unico tentativo storico, concernente
Mbo Mbwoosh, che è fallito.
In epoca recente, ci fu il caso eccezionale di Kot Mabiintsh ma-Kyeen
che fu intronizzato pur essendo paralizzato. Aveva contratto la framboesia
che si era aggravata quando aveva accompagnato il re Kot a-Pey, prigioniero
a Lusambo per rappresaglia ad una rivolta contro le autorità coloniali.
Kot a-Pey aveva chiesto ai notabili di accettare di lasciare a Kot Mabiintsh
il suo posto nella successione. Malgrado numerose reticenze e intrighi
che si succedettero durante tutto il regno, poté compiere un fecondo
mandato di 20 anni (1919-1939), inchiodato ad una poltrona.
Probabilmente bisogna collegarsi alle credenze della presenza obbligatoria
del re all'interno delle frontiere. E' vero che nello spirito dei vecchi
Bakuba, il regno formava il centro del mondo e costituiva la parte più
importante di questa terra. Prima di loro, non c'era nulla, o quasi. Il
sole non sorgeva forse un po’ più lontano di la Labody? E non tramontava
un po’ più in là del Kasai? C'erano delle tribù che
avevano lasciato dietro di loro all'epoca delle migrazioni, e in modo particolare
uomini di razza bianca. Quando questi ultimi apparvero, ci si meravigliò;
il re diceva: "Perché queste persone vogliono seguirci?"
Così il re non poteva oltrepassare le frontiere del suo regno,
soprattutto per ritornare nel paese da cui provenivano gli antenati. Solo
il grande Shyaam aveva potuto farlo. Il re non poteva valicare il Kasai
e impediva ai Bashilyeel, che vivevano al di là del grande fiume,
di attraversarlo nell'altro senso. Vi furono numerose discussioni a questo
proposito. Quando l'amministrazione coloniale stabilì un centro
extra-consuetudinario a Ilebo, al di qua del Kasai e vi si stabilirono
numerosi Bashilyeel, commise, agli occhi dei Bakuba, un errore molto grave
che gli si rimprovera ancora oggi.
La poligamia è un privilegio dei grandi. Il matrimonio dei comuni
Kuba e monogamico, ad eccezione a volte delle schiave che possono essere
prese come concubine e i cui figli sono divisi secondo il clan del marito
e della moglie legittima, secondo delle condizioni prestabilite.
La poligamia è soprattutto una prerogativa del re. Quando il
re accede alla magistratura suprema, è già poligamo. In quel
momento, riceve in carica tutte le donne lasciate dal suo predecessore,
che sovente sono centinaia.
Le mogli del re si dividono in due categorie nettamente differenziate.
Le une sono quelle che il re possedeva prima della sua ascesa al trono,
alle quali aggiunge quelle che gli sono più gradite. Le mogli favorite
sono le baamsh. Abitano un luogo speciale dell'harem che si differenzia
dagli altri luoghi per la più grande dimensione e la più
ricca decorazione delle abitazioni.
Tutte le altre mogli, chiamate baady vivono due a due in piccole case
allineate lungo vie parallele. Queste mogli sono quelle che ogni clan e
ogni gruppo ha offerto al re. Formano una specie di matrimonio simbolico
chiamato bushaang; pagano la dote l'una all'altra e si assegnano una i
lavori maschili e l'altra i lavori tipici di una donna di casa. In caso
di separazione, i loro beni sono divisi equamente tra di loro. L'appartenenza
delle baady al loro clan è importante, poiché i loro figli,
essendo baan banyim "figli del re" dipendono dal clan della loro madre.
L'harem è diretto da una "maestra dell'harem", detta Kum adweengy,
figlia di un vecchio re e che il nyim chiama "mia cugina!" E' in qualche
modo la regina dell'harem. Ha il diritto di indossare un costume analogo
a quello del kikaam che è il capo dei notabili del re. Essa ha anche
il diritto di giustizia sull'harem.
L’harem è sorvegliato da due dignitari maschili: il tataam e
il pokibaan. L'harem è stato conservato dai re moderni, nonostante
i problemi sociali e personali che comporta. Infatti è fonte di
difficoltà con la popolazione, soprattutto con i giovani che si
sentono sovente frustrati. Per lo stesso re sono incessanti i trambusti
causati dal gran numero di donne che vivono insieme. Commettere adulterio
con loro comportava la pena di morte, ma sembra che questo rischio fosse
corso allegramente dai giovani e la sorte tragica di alcuni violatori del
divieto non ha mai soppresso i delitti.
Sembrava anche che un'istituzione come l'harem fosse causa di sterilità
per una parte della popolazione, quindi il problema della denatalità
fu più di una volta fonte di angoscia per il popolo Kuba.
I poteri del re e la sua superiorità incondizionata si esprimono
nei simbolismi delle numerose insegne regali. Esse sono legate alla persona
del re in modo così intimo che la loro presenza è causa d'intensa
emozione. Abbiamo costatato a più riprese, a Kinshasa, come la vista
di numerosi oggetti regali conservati al Museo Nazionale sconvolga i Bakuba
di una certa età, soprattutto i notabili che sono vissuti a Nshyeeng.
Alcune di questi oggetti sono unici e realizzati espressamente per
il re. Altri sono comuni al re e a certi dignitari, ma gli oggetti regali
sono più ricchi e, se la loro natura comporta la varietà,
i più numerosi.
Questa lista è molto lunga. Inizia con la residenza del re che
è un palazzo complesso la cui superficie occupa una parte importante
di tutta la città. Numerose particolarità individualizzano
i costumi regali. Solo il re indossa il costume ornato di cauri, l'acconciatura
a visiera, il collier di denti di leopardo, alcune forme di braccialetti
e cinture.
La stessa cosa vale per i tamburi, gli strumenti musicali, i seggi
e le armi. Alcune di queste opere sono state realizzate dallo stesso re.
La tradizione orale sottolinea che ci furono re artisti. Il caso più
celebre è Myeel del XVII secolo; ma era solo pretendente alla successione
regale.
Uno degli elementi di prestigio del re è il cerimoniale che
è molto diverso secondo i momenti. Il re è a volte il capo
semplice che passeggia tra il suo popolo o riceve i suoi sudditi con poche
regole. Ma nelle grandi occasioni non può parlare ai suoi amministrati
o ai suoi notabili che tramite un intermediario, si riceve in ginocchio,
è il solo a poter sedere su un seggio, ogni sua frase è sottolineata
da un applauso.
Molte cerimonie hanno luogo a palazzo. Le più solenni si celebrano
su una piazza della capitale. Ce ne sono di più rare e misteriose
che si svolgono in foresta, sovente accompagnate da canti che non possono
essere ascoltati dalle donne. Un'altra particolarità delle cerimonie
è l'uso dei tamburi a frizione, maneggiati dai Batshwa: si crede
producano la voce degli spiriti. Certe cerimonie esigono la creazione di
barriere simboliche che ricordano i recinti protettori dei campi di iniziazione.